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I dialetti del Piemonte orientale: Contatto e mutamento linguistico PDF

648 Pages·2021·14.602 MB·Italian
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Lorenzo Ferrarotti I dialetti del Piemonte orientale Beihefte zur Zeitschrift für romanische Philologie Herausgegeben von Éva Buchi, Claudia Polzin-Haumann, Elton Prifti und Wolfgang Schweickard Band 465 Lorenzo Ferrarotti I dialetti del Piemonte orientale Contatto e mutamento linguistico ISBN 978-3-11-076013-2 e-ISBN (PDF) 978-3-11-076018-7 e-ISBN (EPUB) 978-3-11-076024-8 ISSN 0084-5396 Library of Congress Control Number: 2021945884 Bibliografische Information der Deutschen Nationalbibliothek Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie; detaillierte bibliografische Daten sind im Internet über http://dnb.dnb.de abrufbar. © 2022 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Boston Typesetting: Integra Software Services Pvt. Ltd. Printing and binding: CPI books GmbH, Leck www.degruyter.com Contenuti Introduzione   IX 1 Questioni generali   1 1.1 Questioni teoriche e prospettive adottate   1 1.1.1 Il mutamento linguistico   1 1.1.2 La diffusione spaziale del mutamento linguistico   4 1.2 La situazione piemontese   7 1.2.1 Demografia del Piemonte e diffusione di tratti linguistici   7 1.2.2 Il dialetto di Torino e la koinizzazione   15 1.2.3 Aspetti di diacronia del piemontese   21 1.2.4 Le classificazioni del piemontese   22 1.2.5 Cenni di storia del Piemonte   35 1.3 Metodo descrittivo   41 1.3.1 Struttura dei capitoli e trattazione della materia   41 1.3.2 Dati   41 1.3.3 Creazione delle carte e indicazioni per la lettura   45 2 Fonetica e fonologia   49 2.1 Vocalismo   49 2.1.1 Palatalizzazione di -āre; -āriu   49 2.1.2 [u] pedemontana   59 2.1.3 Dittongazione di ē, ĭ in sillaba aperta   64 2.1.4 Sincope delle vocali protoniche   68 2.1.5 Presenza di [ə] tonica da ē, ĭ in sillaba chiusa   71 2.1.6 Modificazioni di /a/ tonica prima di nasale   77 2.1.7 Altri fatti di vocalismo   81 2.2 Consonantismo   84 2.2.1 Articolazione della nasale intervocalica postonica   84 2.2.2 Esiti di -c-/-g- intervocalica   87 2.2.3 Velarizzazione di al   92 2.2.4 Esiti di -cl-   95 2.2.5 Esiti di -ct-   102 2.2.6 Esiti di -t-/-d-   107 2.2.7 Inserimento di [g] non etimologica   114 2.2.8 Esiti di c, g + e, i   116 2.2.9 Esiti di -tj-   121 2.2.10 Esiti di -ĕr(u), -ĕr(e)   123 VI   Contenuti 2.2.11 Esiti di w germanica   125 2.2.12 Altri fatti di consonantismo   127 3 Morfologia e sintassi   131 3.1 L’articolo   131 3.1.1 Articolo determinativo maschile singolare   131 3.1.2 Articolo determinativo femminile plurale   134 3.1.3 Altre osservazioni sull’articolo   137 3.2 Il nome   139 3.2.1 Plurale della classe nominale in -a (femminili)   139 3.2.2 Genere di fiore, sale, miele, fumo   143 3.2.3 Altre osservazioni   145 3.3 Morfologia e sintassi dei pronomi   147 3.3.1 Pronome personale di 3sgm   147 3.3.2 Clitico oggetto 3sgm   151 3.3.3 Posposizione dei clitici complemento dopo il participio passato   152 3.4 Morfologia verbale   157 3.4.1 Infinito della III coniugazione   157 3.4.2 1sg indicativo presente   158 3.4.3 2sg indicativo presente   160 3.4.4 3pl indicativo presente del verbo essere   163 3.4.5 1sg indicativo presente del verbo avere   164 3.4.6 2sg indicativo presente del verbo avere   168 3.4.7 Pronome dativo locativo esistenziale e occorrenza con il verbo avere lessicale   169 3.4.8 [g] non etimologica nel paradigma di vedere   175 3.4.9 Altri fatti di morfologia verbale   176 3.5 Morfologia e sintassi della negazione   180 3.6 Altri fatti di morfologia e sintassi   190 3.6.1 Assegnazione degli ausiliari   190 4 Lessico   191 4.1 Diffusione lessicale nel Piemonte orientale   191 4.1.1 Donna   191 4.1.2 Lavorare   193 4.1.3 Muovere   195 4.1.4 Ontano   197 4.1.5 Sordo   198 4.1.6 Cieco   200 4.1.7 Legno/falegname   202 Contenuti   VII 4.1.8 Accendere   203 4.1.9 Nomi di parentela: nonno/nonna, zio/zia   204 4.1.10 Giallo   208 4.1.11 Nudo   210 4.1.12 Altri fatti lessicali   210 4.2 Diffusione lessicale in tutto il Piemonte   219 4.2.1 Sedia   219 4.2.2 Campana/campanile   222 4.2.3 Undici/dodici   225 5 Conclusioni   229 5.1 Dinamiche diffusionistiche   229 5.1.1 L’«influsso lombardo» nel Piemonte orientale   229 5.1.2 Possibili lombardismi e koinizzazione in torinese   231 5.1.3 Il torinese come dialetto di koiné e la diffusione di tratti linguistici   235 5.1.4 Tratti urbani   237 5.1.5 Tratti locali e aree conservative   238 5.1.6 Il contatto linguistico nell’area   250 5.2 Classificazioni del piemontese e ripartizioni dialettali   253 5.2.1 Classificazioni generali   253 5.2.2 Piemontese orientale e occidentale: una proposta di classificazione   256 5.2.3 Rapporto piemontese-lombardo e classificazioni locali   259 6 Bibliografia   265 7 Carte   279 8 Appendice   393 8.1 Appendice a 2 Fonetica e fonologia   393 8.2 Appendice a 3 Morfologia e sintassi   507 8.3 Appendice a 4 Lessico   581 Introduzione Già dagli albori degli studi linguistici, i dialetti piemontesi hanno ricevuto una grande attenzione da parte della ricerca scientifica, che li ha esaminati con metodi e obiettivi diversi. La maggior parte dei lavori, tuttavia, si è concentrata su un unico punto linguistico, su una singola zona, o su un numero comunque circo- scritto di tratti linguistici: di rado sono state prese in considerazione aree medie e grandi o più tratti in una prospettiva generale. Questa mancanza rende ancora oggi piuttosto difficile avere una visione di insieme sui dialetti piemontesi, non essendo disponibile, oltretutto, un atlante regionale. Non è raro, infatti, che un tratto linguistico sia ritenuto tipico di una zona, quando può essere in realtà ampiamente diffuso in molte altre; inoltre, è frequente assistere all’accomuna- mento, per mancanza di dati, di aree linguistiche piuttosto diverse, sovente con una prospettiva condizionata dalla varietà dominante e meglio descritta, quella di Torino, o da quella meglio conosciuta dal singolo ricercatore. Questo appiat- timento spesso oscura la vivace e significativa variabilità linguistica dell’area piemontese, che è caratterizzata dalla compresenza di varietà urbane innovative e aree rustiche conservative, nonché dalla sussistenza di sub-aree linguistiche piuttosto compatte e storicamente rilevanti. Uno dei principali obiettivi di questo studio,1 pertanto, è colmare, almeno in parte, questa lacuna. Si è scelto di indagare un’area scarsamente studiata nel suo complesso, cioè il Piemonte orientale. Si cercherà innanzitutto di soddisfare un’esigenza di tipo descrittivo, compiendo un’analisi delle caratteristiche lingui- stiche delle varietà in oggetto con approcci diversi, descrivendo i fatti linguistici sia in sincronia, sia in diacronia, sia dando conto della loro distribuzione geo- grafica sull’area indagata, con l’uso di carte linguistiche. Per quanto possibile, si prenderanno in considerazione più livelli di analisi, anche tenendo presente la scarsa attenzione che gli studi di geografia linguistica tradizionalmente hanno dedicato alla morfologia e alla sintassi. La scelta del Piemonte orientale, si noti, non è dovuta solo a un interesse geolinguistico di tipo documentario, ma anche sociolinguistico, poiché quest’area rappresenta un caso ideale per descrivere i fenomeni di contatto tra le varietà dialettali del Nord Italia: non contenendo grandi centri urbani, è una zona piuttosto frammentata linguisticamente che 1 Il lavoro è il frutto di una rielaborazione della mia tesi del Dottorato in Lettere, curriculum in Dialettologia italiana, Geografia linguistica e Sociolinguistica (XXXI ciclo), Università di Torino, dal titolo Contatto dialettale e mutamento linguistico: il Piemonte orientale (tutor prof. Riccardo Regis), discussa il 4 marzo 2019 con una commissione composta dai proff. Silvia Dal Negro, Gabriele Iannàccaro e Davide Ricca. Alcune questioni preliminari relative al lavoro sono descritte in Ferrarotti (2021a). https://doi.org/10.1515/9783110760187-203 X   Introduzione giace tra due grandi città, Milano e Torino, che, come è noto, hanno influenzato in maniera significativa lo spazio linguistico circostante. Non è chiaro, tuttavia, in quale misura e in quanto tempo ciò sia avvenuto: affrontare questo aspetto sarà un altro obiettivo di questo studio. In particolare, si cercherà di verificare se e come il dialetto di Torino, tradizionalmente considerato una koiné conosciuta in tutta la regione in qualità di varietà veicolare usata per la comunicazione tra parlanti di zone diverse, abbia potuto influenzare i dialetti locali. Lo studio di questi argomenti sarà condotto facendo riferimento ad alcune teorie sociolingui- stiche di contatto dialettale (dialect contact), al fine di fornire una ricostruzione più fondata dei rapporti tra le diverse varietà. Nel cap. 1 si darà conto dei principali riferimenti teorici adottati (§1.1), di una rassegna dello stato dell’arte e di alcune questioni importanti per questa ricerca (§1.2), dell’impostazione e della struttura del lavoro (§1.3). I capp. 2, 3 e 4 conten- gono l’analisi dei dati, ai diversi livelli di analisi. Nel cap. 5 si sono tratte alcune osservazioni conclusive. Il cap. 6 contiene la bibliografia, mentre il cap. 7 con- tiene le carte che sono commentate nei vari capitoli; nell’Appendice, cap. 8, sono riportati i dati utilizzati per l’elaborazione delle carte. Ringrazio Riccardo Regis per la guida costante e i numerosi consigli; Silvia Dal Negro, Gabriele Iannàccaro e Davide Ricca per la lettura e le preziose indi- cazioni; Matteo Rivoira e la redazione dell’ALI per avermi consentito di usare i materiali inediti dell’Atlante. Ho un grande debito di gratitudine verso i miei infor- matori, senza i quali questo lavoro sarebbe stato incompleto: Giuseppe Castello, Bruno Ferrarotti, Carla Francesio, Piera Gagnone, Gianfranco Pavesi, Emanuele Regano, Enzo Rivalta, Alfredo Signorelli, Giuseppina Varese, Rina Varese; allo stesso modo ringrazio Stefano Bellone, Michelangelo Bonassisa ed Elena Signo- relli per la loro generosa disponibilità. Infine, sono grato ad Andrea di Stefano e a Sergio Garuzzo per avermi fornito una copia delle loro grammatiche.

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