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I corazzati italiani della seconda guerra mondiale PDF

10 Pages·1976·13.886 MB·Italian
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STORIA i manuali di PAOLO F. CAZZANI l CORAZZATI Direttore responsabile ITALIANI CARLO CASTELLANETA Impaginazione di LIDO PICARELLI della Seconda Guerra Mondiale Tavole di GENNY BUCCHERI Allegato a Storia Illustrata N. 227 - Ottobre 1976 ·l!:l Storia Illustrata 1976 l CORAZZATI ITALIANI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Il carro armato, nella sua concezione attuale, ha fatto la prima apparizione alla metà della Prima Guerra Mondiale (Settembre 1916: battaglia della Som me) ad opera degli inglesi. Nel 1917, seguirono i francesi (con i carri Schnei der) i quali avevano condotto studi autonomi, all'insaputa degli alleati inglesi (così come questì, del resto, non avevano informato i francesi). L'Italia (né diversamente si comportò l'Impero Austro-Ungarico) nulla fece: certamente, in quanto la situazione geografico-bellica non lo consentiva. Con le montagne in mano agli austri·aci, la Prima Guerra Mondiale si svolse infatti essenzialmente fra le cime delle Alpi. Nel 1918, l'Italia ch'iese nuovamente alla Francia (una prima richiesta non era stata accolta) la fornitura di carri, ricevendone quattro, fra cui tre Renault che avevano sostituito gli Schneider impiegati, appunto, nel 1917 ma che avevano dato modesta prova soprattutto a causa della scarsissima mobilità che aveva fatto il gioco dell'artiglieria e, in genere, delle difese tedesche. l Renault entusiasmarono i tecnici italiani, e fu così ordinata alla Fiat ed all' Ansaldo una commessa di ben 1.400 carri. Si trattava di Renault con modifiche e miglioramenti. Sopravvenuto l'arm'istizio, fu rinunciato a quella parte di fornitura non ancora eseguita, ed i carri già consegnati (un centinaio) costituirono il nucleo origi nario delle future forze corazzate del Regio Esercito. In precedenza, la Fiat aveva progettato, autonomamente, un carro da 40 tonn., potentemente armato, ma di assai 'imitata velocità (6 Km/h), il che aveva sfa vorevolmente impressionato i tecnici. La. Fiat si limitò a costruirne solo due. Con i due Fiat e sei carri Renault, si costituirono due Sezioni di quattro carri ciascuna (1 Fiat e 3 Renault), una delle quali partecipò, per qualche tempo, alle operazioni contro i ribelli libici (anno 1919) . . Dalla Compagnia Carri composta dalle due Sezioni, si passò quindi ad un Gruppo: nel 1926 nacque la Specialità Carrista (sempre incorporata nell'Arma di Fanteria) e venne creato il primo Reggimento carri. !: doveroso riconoscere che ai mezzi corazzati non fu, dalle nostre autorità mil'itari, dato mai molto peso, almeno in termini concreti (non per nulla, infatti, l'arma carrista fu ufficialmente considerata una specialità della Fanteria). Non può però negarsi che vi erano anche validi motivi orografici: protetta com'era; da est ad ovest, dalle montagne, la sola zona pianeggiante scoperta alla fron tiera era, ad ovest, la strada litoranea che univa l'Italia alla Francia, e ad est pochi chilometri di confine con la Jugoslavia. (V'è però da rilevare che, ipote ticamente superati dal nemico gli ostacoli naturali, le forze corazzate sarebbe ro state assai utili nella pianura padana). Quanto all'Africa Settentrionale, terreno ideale per le divisioni carri e per la guerra di movimento, fu assai probabilmente la situazione politica a condi zionare le •decisioni dei militari: come è noto, infatti, la politica di Mussolini non ebbe mai un indirizzo preciso (salvo la conquista di colonie in Africa) e variò lungamente dalla amicizia alla ostilità verso le potenze occidentali, Fran cia e Gran Bretagna. E solo pochi mesi prima dello scoppio della guerra (set tembre 1939) Mussolini si orientò definitivamente verso la Germania. Quindi era troppo tardi per impostare una progettazione ed una produzione carri per la guerra nel deserto: ciò, infatti, avrebbe dovuto essere tempestiva mente preceduto della scelta politica di dichiarare guerra alla Francia (Tuni sia confinante con la Libia ad ovest) ed alla Gran Bretagna (Egitto ad est). Tali oscillazioni (a parte l'aspetto economico: l'Italia si era dissanguata per la conquista dell'Africa Orientale e nella Guerra Civile Spagnola con l'appoggio a Franco) furono fatali per l~ decisioni dei militari e dei tecnici della nostra 3 industria pesante, che progettò anche mezzi eccellenti arrivati peraltro troppo bellica la quale, nei momenti migliori, poteva costruire non più di 5/6 mezzi al tardi. Si può anzi dire che il megl•io della nostra produzione corazzata non giorno. Ciò avrebbe dovuto portare alla concentrazione della produzione, cioè a fece in tempo ad entrare in azione prima dell'armistizio. Essa fu invece utiliz produrre esclusivamente carri di sicuro affidamento. Si ·continuò, invece, e sino zata dai tedeschi nella guerra in ltatia contro gli Alleati sbarcati in Sicilia nel a tutto il 1943, a fabbricare ancora I'M/14, I'U6 ed il semovente tratto da que luglio del 1943. sto carro: mezzi, tutti, completamente inutili o superati. Parlare di carri veloci Ma al di là della situazione politica, anche la concezione tattica dello Stato da esplorazione (I'U6) e da appoggio alla fanteria quando si faticava a creare Maggiore Italiano contribuì a fare arrivare l'Italia in ritardo nella guerra dei ·• segue a pag. 18 corazzati. Ancorati al carro L.3 (3 tonnellate) che aveva partecipato alla guerra di Etiopia ed a quella civile di Spagna, si era poi passati aii'M.11/39 (11 ton nellate), carro infelicemente progettato tanto da essere giudicato «forse il peg FIAT 3000 giore carro della Seconda Guerra 'Mondiale"· Né si fecero grandi passi avanti con I'M.13/40 (13 tonnellate) e I'M.14/41 (14 tonnellate): in sostanza, si era proceduto all'alesaggio dei cilindri, maggioran do di ben poco la potenza del motore, ed all'aumento della corazzatura. Ed Il mezzo, derivato con Assai lento (10 Km/h), no E: appena il caso di no anche I'M.15/41, pur con il motore a benzina ed il pezzo da 47/40, era ampia plurime modifiche e mi nostante il peso modesto tare che Qià un anno pri mente superato già alla sua uscita. glioramenti dal carro fran (tonn. 5,5) neppure com ma le Divisioni corazzate cese Renault progettato pensava tali limiti con l'ar Anglo-Americane erano do Si aggiunga, ancora, il limitato potenziale produttivo della nostra industria ed impiegato nella Prima mamento, dotato com'era tate di carri Gran-t che Guerra Mondiale, fu in di sole 2 mitragliatrici montavano un pezzo da credibilmente· tenuto in Fiat da 8 mm. (esse pure 75 mm. servizio per altri 23 anni: risalenti, con modifiche, fece infatti parte dei Reg alla Prima Guerra Mon Dati tecnici: gimenti Carri fino al 1935 diale). Equipaggio: 2 uom1n1; pe e, sino al 1939, dei Bat La cronica penuria di car so equipaggiato: tonn. 5,5; taglioni Carri di Rottura, ri obbligò il nostro Co lunghezza massima: m benché, già pochi anni mando ad impiegare i re 4,29; larghezza massima: dopo l'entrata in servizio sti di quei mezzi preisto m 1,67; altezza massima: fosse da considerarsi su rici (2 compagnie su 9 m 2,19; altezza minima da perato (basterebbe a pro carri ciascuna) in occa terra: m 0,35; armamento: vario la linea, tipica, dei sione dello sbarco alleato 2 mitragliatrici Fiat cal. 35 primi anni venti). in Sicilia (luglio 1943). abbinate (con 5.760 car tucce); protezione: massi ma 16 mm, minima 6 mm; motore: Fiat a benzina, 4 cilindri, 60 HP; velocità massima: 10 km/ora; pen denza massima superabi le: 41°; autonomia: 10-12 ore. 4 5 L. 3/35 Il progenitore fu il carro Anche di questo carro si anche di limitato calibro). usato in Africa Orientale); Dati tecnici: Equipaggio: 2 uom1n1; pe veloce L.3/33 che ebbe un continuò la costruzione la sua agilità e la sua carro gettaponte: carro re so: tonn. 3,2; larghezza notevolissimo successo do per anni tanto che, all'ini scarsa mole gli consen cupero; carro radio. massima: m 1 ,40; lunghez vuto alla sua robustezza zio della Seconda Guerra tirono l'impiego in mon l'ultima versione aveva, za massima: m 3,15; al e maneggevolezza: ed in Mondiale, l'Esercito ne di tagna, sia sul fronte oc come armamento, una tezza massima: m 1,28; fatti, numerose furono le sponeva di oltre 1.000. cidentale che in Albania coppia di mitragliatrici altezza minima da terra: commesse da parte di e Ciò costituisce un altro ed In Grecia. Breda 38 da 8 mm, in luo m 0,23; motore: CV3-005 serciti stranieri (Cina, Bra dei molti misteri decisio Allo scoppio della guer go delle Fiat 14/35 (e cioè 4 cilindri in linea, a ben~ sile, Austria, Ungheria, Bo nali dei nostri capi mili ra, come abbiamo rileva le vecchie Fiat della Pri zina; velocità massima 42 livia). tari. Impiegato in Spagna, to, era il carro quantitati ma Guerra Mò11diale am km/ora; autonomia massi Dato il modesto tonnellag non poteva certo compe vamente più presente nei modernate), ma ciò non ma: 120 km; pendenza su gio, il suo impiego era tere con i carri russi in nostri reparti, provocan poteva certo trasformare perabile 45°; corazza: la chiaramente assai limita dotazione all'esercito re do le battute umoristiche l' l.3 i n un vero carro ar terale 8,5 mm, frontale to: si può dire che I'L.3 pubblicano, mentre, in A (ma in realtà, lugubri) di mato. (Nella illustrazione 13,5 mm; armamento: 2 non era che una postazio frica Orientale, ebbe una alleati ed awersari. il C.V. 35 Tipo 2). mitragliatrici Fiat 35 o Bre ne di mitragliatrici mobile indubbia utilità (salvo che Numerose le derivazioni: da 38. e protetta. contro pezzi controcarro carro lanciafiamme (molto ..., 6 l L. 6/40 Deii'L.6/40 si è parlato dizio di molti tecnici stra plesso, non era affatto in Abbastanza veloce, era zo controcarro di piccolo Dati tecnici: molto male, ma ingiusta nieri. La realtà è che il feriore ai pari peso stra però modestamente arma calibro gli sarebbe stato mente. Come per molti al carro poteva avere una nieri. to (Url pezzo da 20 mm fatale. Equipaggio: 2 uomini; pe tri corazzati italiani, ne fu propria, ed anche valida, Si è trattato, quin-di, di un ed 1 mitragliatrice coas Concludendo, fu uno dei so tonn. 2,03 circa; lun snaturato l'impiego per ra funzione ma solo in eser errore (uno dei tanti, in siale Breda da 8 mm). Il mezzi inutili impiegati, su ghezza massima: m 3,78; gioni di necessità. Da car citi riccamente dotati di materia di corazzati) del suo impiego pertanto non tutti i fronti, dal nostro E larghezza massima: m ro leggero fu impiegato mezzi motorizzati, il che nostro Stato Maggiore che poteva che essere limita sercito. 1,92; altezza massima: m contro mezzi ampiamente non era certo il caso dell' peraltro, cosa ancora più to ad azioni esploranti e Come è noto, daii'L.6/40 2,03; altezza minima da superiori con risultati, fa esercito italiano. Infatti, grave, insistette nel richie di fuoco solo contro re fu tratta la versione se terra: m 0,35; motore: Spa talmerlte, del tutto nega aveva soluzioni tecniche derne la produzione sino parti di fanteria dotati di movente nonché quella 18 D a benzina, 4 cilindri tivi. Da qui il severo giu- di rilievo e, nel suo com- al settembre 1943. armi leggere. Già un pez- lanciafiamme. in linea; velocità massima: 42 Krn/ora; autonomia 200 Km; pendenza superabile: 7ri'/o; corazza laterale 14,5 mm, frontale 30 mm; ar mamento: 1 cannone da 20 mm, 1 mitragliatrice cal. 8 mm; apparecchiatu ra rice trasmittente. 8 9 M. 13/40 Derivato daii'M.11/39, se peraltro identico nell'ar mo detto, solo per il pri potevano certo competere. tiglieria corazzata). Dati tecnici: ne distingueva, in meglio, mamento. Successivamen mo anno e mezzo di guer Basterebbe tenere presen Concludendo, inferiori per per l'aumentata potenza te si mise in produzione ra nel deserto poterono te la varietà dei tipi co qualità e quantità, i no Equipaggio: 4 uomini; pe· del motore, la maggior co I'M.15/42, superiore di 2 battersi alla pari, o quasi, struiti dagli Inglesi nel stri carri non potevano che so 14 tonn. circa; lun razzatura e l'armamen tonn. aii'M.13140 ed arma con i mezzi britannici. A campo dei carri medi soccombere e si può dire ghezza massima: m 4,915; to disposto razionalmente to da un pezzo da 47 pro vrebbero potuto resistere (Mathilda, Valentine, Chur che resistettero ben oltre Larghezza massima: m (cannone da 47/32 in tor lungato (il 47/40), con mo ancora se avessero potuto chill ecc.) mentre il no il prevedibile. Infine è do 2,200; altazza minima da retta con Breda da 8 mm tore a benzina e, quindi, almeno godere di una pre stro esercito non dispose veroso sottolineare il va terra: m 0,41; motore: Spa coassiale e due altre Bre più brillante ma, esso pu valenza numerica che, in che degli M.13/40 e suoi lore e la abnegazione de 8TM40 Diesel, 8 cilindri a da 38 da 8 mm abbinate re, già superato e, comun vece, si spostò sempre derivati, oltre il semoven gli equipaggi. E ciò fu ri V; velocità massima: 31,800 in casamatta di fianco al que, prodotto in poche de più a favore degli Alleati te da 75/18 (il semovente conosciuto da alleati e da km/ora; autonomia: 200 pilota). cine di esemplari. con la cui produzione non da 9o/53 era autentica ar- avversari. km su strada, 12 ore fuo Il mezzo, decoroso alla L'M.13/40 e I'M.14/41 co ri strada; pendenza supe sua uscita, fu rapidamen stituirono, per tutta la du rabile: 40"; corazza: fron te superato, tanto che fu rata della guerra, la ba tale 30 mm, laterale 25 potenziato con (l'ulterior se dei nostri reparti co mm; armamento: 1 canno mente) derivato M.14/41, razzati. Come già abbia- ne semiautomatico da 47/ 32, 4 mitragliatrici cal. 8 Breda 38; apparati radio: interfono per comunicazio ni interne, 1 complesso radio Marelli RF 1 CA. 10 11 SEMOVENTE 75/18 gfaLirulaameinl'al nepap'rtavam ieeoerrrtet:lgi iinua gdoez ilecn icieosh aeirnedmnsib eaescra d iihe t oàvetvcem aceh,at olvedetrbiai rc c i ioal diaamt ciàpvvrpe epeisos soadurisorgtelleaòel i' m1picarrnoi8ogea i ìsgr cìliAc elihq oof éurirqrlia aa,cup mszaasrizao lee ealp mnm,St ratoseiia o iuvnti bt aeo eepn dnrcneptatabesrao riia l orrattotàdntdare ,ataat isi gl ,e(ni lmvc7 ioee5iinnòo/ i edsszzcIlataiois o i tstnsnuuope peìr em aie, r ueorfso nlrveuearae io a nirl ditsoecneilga,r if omrardarv tsiiated tecii li onotb7azrdci5ran aiii/ ttz 1 sàaz8cog,nee,o r rnc.pra pccairdcoeSuezio r i: Cnmprsiinnouoroo uuep mtttneiiiaavllasriifil ainf lbi'tddasLiisloa6erdims, mme imlienoe s ievnitn ilegtztslou'ncliioio,stt a rtit, odre ari itdllin tta earaneiM ,nnrc teo4tch,a, 7soe pn/tmgs 3retoiol2 rii Dati tecnici: 13s1Emos535oirqm e , 1u4 amki;,p 9mimnea12l /qu5g;o5 ung;rt +veaigipoe2pr;ha r:lr5e oeoga z3cntgzue iomitatazàu om ito onovm,nmmo: a memraami:1oss iaiss;t;nm :oiim minpmaa1eanasra0 .:: ni corazzate avevano bi corazzatura ed armamen aggiunga che la sua sa (montati su scafo deii'L6). mamento: 1 cannone da sogno della collaborazio to, ai carri inglesi, per goma, assai bassa, ne Il semovente da 75/18 fu 75/18 in casamatta, 1 mi ne della artiglieria. non parlare dell'apparire rendeva difficile l'inqua impiegato massimamente tragliatrice Breda 38 cal. In Italia si provvide, in un dei carri americani Grani, dramento ai pezzi dei car in Africa Settentrionale, 8c.a.; altri dati come i primo tempo, in modo em avevano messo in grave ri avversari. in dotazione a gruppi di carri M. pirico installando un pez difficoltà i nostri M13140 Purtroppo, in luogo di artiglieria ed a reparti co zo d'artiglieria sullo sca e 14/41, nettamente infe concentrare la produzione razzati. fo di un carro M. Nacque riori). su questo mezzo di sicu- 12 SEMOVENTE 90/53 Mentre il semovente da trocarro. Probabilmente il locità e sulla mobilità. Dali tecnici: Equipaggio: 2 uomini per 75/18 ideato come arti pezzo da 90/53 fu il mi Con la gittata di circa 14 condotta veicolo + i ser glieria corazzata fu di fat glior cannone italiano co km poteva anche battere venti del pezzo; lunghez to impiegato come carro, struito in vista della guer fortificazioni campali. za massima: m 5,2; lar il semovente da 90/53 do ra 1940-43 (e, in ogni ca Un esemplare è conserva ghezza massima: m 2,2; veva costituire, per i pro so, fu fra ì migliori), guer to all'Aberdeen Proving altezza massima: m 2,14; gettisti, il pezzo base di ra che vide impiegati trop Ground, U.S.A. peso del veicolo: tonn. 17; artiglieria per le divisioni pi pezzi risalenti alla Pri velocità massima: 35 km/ corazzate. Il pezzo era ma Guerra Mondiale. ora; corazza: frontale (sca stato costruito con com Esso non era inferiore al fo) mm 25, frontale (scu piti contraerei (così come più famoso 88 ma, monta do) mm 40; laterale (sca 1'88 germanico) e fu solo to su scafo deii'M.14/41, fo): m m 25, laterale (scu in un secondo momento, questo si dimostrò insuffi do) mm 10; armamento: per la eccezionale effica ciente ir} relazione al pe 1 cannone da 90/53. cia dimostrata, che si so dell'armamento con in pensò al suo impiego con- fluenze negative sulla ve- 14 15 AUTOBLINDO SPA 40 Creata come mezzo velo nella parte anteriore del piazzata sulla parte supe che d'esplorazione, con Dati tecnici: Equipaggio: 4 uomini; pe ce per fini essenzialmente veicolo e l'altro al volan riore della torretta stessa. tro truppe di fan-teria e po so: tonn. 7,47; lunghezza esplorativi, risultò essere te sito posteriormente. Un La seconda serie (A.41) stazioni dotate di armi au massima: m 2,33; velocità un eccellente mezzo di semplice congegno per montava in torretta una tomatiche. Quanto aii'A.43, massima: 90 km/ora; au guerra ed una fra le mi metteva di invertire imme mitragliera da 20 mm e, essa poteva competere tonomia: 17 ore in terreno gliori autoblinde di tutti diatamente, con ovvi van coassiale, una Breda da anche con carri leggeri vario; protezione: massima gli eserciti in campo. taggi, la direzione di mar 8. Infine, l'ultima versione sui quali vantava una ve mm 22, minima mm 8,5; Caratterizzata da quattro cia senza effettuare il nor (A.43) in luogo della mi locità doppia. armamento: 1 cannone da ruote motrici e dalle so male raggio di curva. tragliera da 20 montava un 47/40 e 2 mitragliatrici da spensioni indipendenti, era La prima versione (A.40) pezzo da 47/40. Velocissi 8 mm (i dati si riferiscon-o dotata di doppia guida. In era dotata di tre mitraglia ma (l'ultimo modello arri al mod. A43). fatti, dei quattro uomini di trici Breda da 8 mm, due vava ai 90 km/h) fu im equipagqio, due erano pi abbinate nella torretta, gi piegata su tutti i fronti in loti: uno al volante posto revole per 360", ed una azioni di sorpresa, oltre 16 17 • segue da pag. 5 un battaglione carri medi per l'invio in Africa settentrionale era pura follia, e ciò, anche se I'U6 in realtà era certamente non inferiore ai carri stranieri della sua categoria. Così come era un autentico nonsenso puntare ancora sul carro M come mezzo base dei nostri battaglioni corazzati, trattandosi di carri che poterono competere con quelli avversari, tutt'al più sino alla fine del 1941 (ci riferiamo essenzialmente al settore libico, dove le nostre forze corazzate fu rono soprattutto impiegate). l carri M, in tutte le loro serie, erano poco protetti e con motori di appena sufficiente potenza: conseguentemente, i nostri equipaggi aumentavano nel de serto la protezione frontale mediante sacchi di sabbia o pezzi di cingolo, i quali appesantivano il mezzo affaticando ulteriormente ·il già non possente mo tore SPA. In più, non brillavano certo per l'armamento (il 47/32 od il 47/40): pezzi ottimi, ma di c:;alibro modesto. Stando così le cose, è appena il caso di rilevare come l'arrivo in Africa Set tentrionale dei carri americani Grant che montavano pezzi da 75 mm. mise i nostri reparti corazzati in situazione cti decisiva inferiorità, neppure compensata dal numero che, anzi, si spostò sempre più a favore degli inglesi. D'altro canto, era sbagliato il punto dì partenza: quando, cioè, lo Stato Mag giore decise la progettazione di un carro da 8 tonn., e ciò nel 1936, allorché il mezzo - ancora da progettare - era già superato. Alla base di tale improvvida iniziati·va stava la concezione del « carro da mon tagna», e cioè di un carro che avrebbe dovuto agire in zone prealpine: ciò quando, proprio nella Guerra Oivile Spagnola, tedeschi e russi avevano « sco perto » la tattica dell'impiego in massa dei carri. t chiaro che, giunti alla produ~ione deii'M.11 (in realtà, dalle 8 tonn. si passò alle 11) si era, contemporaneamente, arrivati allo scoppio della guerra. Per cui fu ineluttabile, per le incalzanti necessità belliche, modificare in aumento 1'11/39 in quanto la progettazione di un nuovo carro medio, la realizzaziol]e del prototipo, i relativi collaudi e, finalmente, la produzione in serie avrebbe com portato, al minimo, la perdita di un anno e mezzo. E, ancora, non si capisce perché, come già abbiamo accennato, non si era concentrata la produzione sui semoventi da 75/18. Arrivati, su esempio tedesco, al concetto della artiglieria semovente, i nostri tecnici montarono ingegnosamente un pezzo da 75/18 sullo scafo (senza tor retta) deii'M.13, traendone un mezzo che letteralmente sconvolse gli inglesi allorché se lo trovarono d·i fronte nella guerra del deserto. Il pezzo era infatti in grado di perforare tutte le corazze che allora agivano in Africa e, basso come era, il colpirlo era sempre difficile. Ma, ripetiamo, si insistette, sino all'armistizio, nella costruzione dei carri M., ormai •divenuti oggetti da antiquariato su ogni fronte. Quanto ai carri pesanti, il discorso è ancor più penoso. Ogni iniziativa in tal senso era stata bloccata da Mussolini, nonostante sino dal 1939 I'Ansaldo aves se sollevato il problema. In realtà, a parte tale assurdo divieto, l'Italia si trovò a malpartito per la mancanza di un motore di sufficiente potenza: né l'aiutò la Germania, pur alleata, che si rifiutò di concedere la licenza (e la assistenza) per la produzione in Italia dei famosi motori Maybach. Fu finalmente progettato e costruito un motore ad hoc per il carro P.40 di 25. tonn. (già chiamato P.75 per il calibro del pezzo), con un pezzo da 75/34. Ma si era ormai arrivati all'armistizio, ed i pochi esemplari costruiti furono impie gati dalle truppe tedesche. Concludendo, l'Italia entrò in guerra con inutili carri leggeri da 3 e 6 tonnella te; con altrettanto inutili carri medi (da 11, 13, 14, 15 tonnellate); senza carri pesanti; con pochissimi semoventi di vario calibro (questi ultimi, i soli mezzi va·lidi ed in grado di combattere ad armi pari contro i carri alleati). E, con tragico umorismo, oltre ai carri francesi SOMUA e RENAULT di preda bellica, l'Esercito fu persino ridotto ad impiegare •i FIAT 3000. Con risultati, nonostante il valore degli equipaggi, ovviamente scontati in anticipo. 18

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