i\ GIOVANNI DIODATI. COMMENTI I ALI,.\ h \(:UA IVIIUUA SOMMARI CON LE INTRODUZIONI E I KlOAVATl DALLA EDIZIONE GINEVRINA DEL MDCXLl. FIEENZE. TIPOGRAFIA DI G. BARBÈRA. 1880. mm \ GIOVANNI DIODATI. COMMENTI ALLA 8ACHA BIBBL4 1 (ildVANNI l)l()l)ATI.(,., COMiMEX'ri I ALLA SACRA JUBHIA CON LE INTllOni ZIONI E SOMMARI I KICAVATI DALLA EDIZIONE GINEVRINA DEL MDCXLI. V.l FIRENZE. tipoctRafta di barbèra. Ct. 1880. IL PKIMO LIBRO DI MOISÈ, DETTO GENESI. MoiSÈ, eh' è stato il primo scrittore sacro, ha descritte le origini del mondo e della Chiesa in questo libro, il qiial perciò è stato da' Greci intitolato Genesi, cioè nascimento od origine. Quant' è a quelle del mondo, benché senza dubbio fossero state rivelate ad Adamo, e da lui fossero trapassate alla sua posterità per insegnamenti e tradizione di padre a figliuolo, Moisè n' ha avuta una nuova, piena e certissima no- tizia per r ispirazione dello Spirito Santo, il quale ancora 1' ha simi- gliantemente guidato nella narrazione della storia del nascimento e progressi della Chiesa, per ovviare alla dimenticanza, ignoranza, e fal- sificazione di queste cose, nelle quali son contenuti i fondamenti del- l' esser suo, ed anche le regole e norme della sua durata per tutti i secoli. Egli descrive adunque, come il mondo è stato da Dio creato di nulla e da lui stesso è stato distinto nelle sue parti ed ordinato a' suoi usi, ornato, arricchito, e ripieno di creature, in grandissimo numero e diversità, sotto un ordine ammirabile. E tutto ciò per 1' uomo, creato specialmente per lo servigio e per la gloria di Dio, alla sua imagine, in innocenza, sapienza e giustizia, e da lui stesso stabilito suo Vicario in terra, nel governo delle creature, congiunto con un santo e libero uso d' esse, e col godimento d' una vita felicissima, contenta, uguale, ed im- mortale : dopo il corso della quale egli sarebbe stato senza vecchiezza, né dolori, né infermità, né scadimento, né morte, traportato nella ce- leste ed eterna. E tutto ciò mediante la sua perseveranza nelF ubbi- dienza di Dio, della quale egli avea il dono sufficiente nella giustizia originale, nella quale egli era stato creato, pur che avesse voluto eser- citarlo. Ma avendo egli trasgredito il comandamento di prova che gli era stato dato, egli è caduto in condannazione e nella morte, ed ha perduti i suoi doni spirituali in tutto, ed i naturali in gran parte, ed é stato spogliato della ragione legittima eh' egli avea sopra le creature di Dio, e dispodestato del pacifico e dolce godimento di quelle, ed in- sieme privo de' sacramenti di vita e di felicità, quali erano la dimora I. i 2 GENESI. nel Paradiso terrestre e il libero Uso del frutto dell' albero della vita. Conseguentemente Moisè descrive come Iddio, per la sua infinita mise- ricordia, ha ristabilito 1' uomo in un nuovo stato di grazia, ed in ispe- ranza di vita, per la promessa del Salvatore, la quale, con tutti i suoi segni, suggelli, e dipendenza di sacrificii e d' altri atti religiosi, essendo stata data ad Adamo, non però è appartenuta a tutta la sua progenie indifferentemente, come il peccato e la condannazione era passata in tutti. Anzi il sovrano beneplacito di Dio 1' ha appropriata ad una sola parte della schiatta d' esso. Laonde, dopo la suddetta promessa, son surti d' Adamo due rami, 1' uno per Cain, 1' altro per Abel, e poi per Set. Il primo de' figliuoli del mondo, maladetto, abbandonato nella sua con- dannazione e peccato, avendo il diavolo per capo. L' altro, de' figliuoli di Dio, benedetto e santo, adottato dal Padre celeste, riconciliato a lui per lo suo Figliuolo, e santificato per lo suo Spirito: il cui sovrano Capo è, e d' ogni tempo è stato Gesù Cristo, fin d' allora promesso, e per viva fede abbracciato da tutti i fedeli. Questi due corpi, fin dal principio son durati nella lor contrarietà, esercitata con molta crudeltà e furore del malvagio contr' al buono quello fortificandosi sempre in potenza e nu- : mero, ed avanzandosi in empietà ed iniquità questo, in contrario, es- ; sendo oppressato dall' altro, ed anche, con maggior suo danno, corrotto per li suoi allettamenti e mischianza, onde egli è andato scadendo, fino a tralignar del tutto. Il che ha provocata la giustizia di Dio a distrug- gere per lo diluvio universale il primo mondo, il quale non sussistendo se non per gli eletti di Dio, quando il numero di quelli è stato per modo scemato, eh' egli era, per quanto appare, tutto racchiuso nella famiglia di Noè, Iddio altresì ha salvata quella sola dall' universale distruzione, per conservar non tanto la schiatta degli uomini, degli animali e delle piante, quanto il santo seme de' suoi figliuoli. Ma tosto appresso il di- luvio, della schiatta stessa di Noè surgpno di nuovo quelle due gene- razioni, con le medesime contrarietà di prima. Perciocché la maladetta s' innalzò ben presto in gran potenza mondana per la fondazione di grandi e tirannici imperi, e si corruppe per idolatrie, superbia, violenze, ed altri vizi per modo che, fra tanti popoli, ne' quali la posterità di ; Noè fu divisa, la conoscenza e il puro servigio di Dio fu in breve spazio di tempo presso che spento fin che piacque a Dio di far rigermogliar ; la schiatta santa in Abraham, separato da quella del mondo per voca- zione speciale, per nuove promesse di grazia, e per un patto molto sin- golare, suggellato per lo sagramento della Circoncisione, segnale della rigenerazione in ispirito de' figliuoli di Dio, e della lor separazione del mondo. Questa stessa benedizione fu continuata in Isaac, benché alquanto interrotta ne' suoi principii, ne' rampolli della schiatta maladetta, che spuntarono nella santa: quali furono Ismael ed Esaù. Ma la benedetta cominciò a prender forma e consistenza di corpo in lacob e nella sua numerosa famiglia, sottc il nuovo nome d' Israel, de' cui figliuoli ninno — GENESI. CAPO 3 I. fu rigettato, come quegli altri. Pur nondimeno ella fu sempre come pel- legrina e viandante nel mondo, fra molti difetti ed infermità dentro, e combattimenti e travagli di fuori; non avendo per sé se non l'Iddio suo, il quale, perdonando e correggendo i suoi peccati, 1' ha del continuo consolata, condotta, provveduta, difesa ed accresciuta, dandole eziandio la promessa d' una dimora stabile e felice nel mondo, nel paese di Canaan. E di tempo in tempo visitandola per apparizioni visibili del Figliuol di Dio, suo Capo, in propria persona, sotto la forma d' un Angelo per ; la cui condotta ella infine fu tutta raccolta in Egitto, e quivi tratte- nuta fino alla morte di losef, nella quale si termina questo libro. Capo I. Iddio, nel primo giorno, crea le due parti generali dell' universo : 6 e nel secondo V aria : 9 e nel terzo separa l'acque dalla terra, e crea le piante di quella: 14 e nel quarto crea gli astri: 10 e nel quinto gli animali aerei ed acquatici: '•Imenei sesto i terrestri, 26 e l'uomo: 28 poi gli benedice, ed assegna loro il lor distinto nutrimento. V. 1. Neiprincipio, cioè Iddio, dando V. 3. Sia. Egli è verisimile che la il primo essere al mondo, cominciò per luce fu da principio impressa in una la creazione delle due parti generali parte del cielo, il cui girare fece i tre d' esso, e poi seguitò alle particolari. primi giorni: e che nel quarto ella fu — Il cielo, cioè la parte più alta ed ristretta nel corpo del sole, od anche eterea, sotto la quale verisimilmente di tutti gli altri astri, ma in grado dif- si comprendono gli Angeli; Cren., ii, 1. ferente. — Laterra, cioè la parte dell'universo V. 4. Iddio vide, cioè gradì ed ap- bassa ed elementare, chiamata qui in- provò ropera sua, vi prese diletto, per — differentemente terra, acque ed abisso; conservarla. Separò, cioèordinò cheil perciocché era una massa confusa di cielo girasse del continuo, e che quando tutti gli elementi. 1' emispero impresso della luce sarebbe V. 2. Diserta, cioè senza alcuna crea- sopra la terra, fosse giorno; quando tura particolare e distinta, senza or- sarebbe sotto, fosse notte. Il che fu il — dine, né forma, né ornamento. Lo principio delle vicende del giorno e Spirito, cioè la terza persona della sa- della notte. cratissima Trinità, immediatamente e V. 5. Nominò. Iddio impone i nomi per la sua propria operazione, eh' è a queste grandi creature, eh' egli ri- di conservare e sostenere tutte le cose serbava sotto il suo governo (Gen., i, neiressere chehanno ricevuto per la so- 8, 10 e V, 2), e lascia che Adamo dia il vrana volontà del Padre, e per l'azion nome a quelle eh'egli gli sottometteva — ; produttiva del Figliuolo; vedi Sai., civ, Gen., II, 19, 23. * Sera, cioè notte, — 29, 30. Si moveva. Il termine ebreo dalla quale gli Ebrei cominciano i loro accenna il movimento o battimento giorni civili. Il senso è: ISello spazio di dell' ale, che fa l'uccello sopra la sua questo primo giro del cielo altra cosa nidiata, per significare 1' azione dello non fu creata, se non le sopraddette. Spirito Santo in sostenere e fomentar v. 6. Distesa, cioè V aria, corpo sot- quella massa informe, e prepararla alle tile e raro, il quale essendo stato in- produzioni seguenti. nanzi confuso nella massa degli eie- — GENESI. CAPO II. menti, ora n' è separato e posto nella anche per la virtù, maggiore dell' in- — sua propria regione. Tra V acque. flusso ed operazione; Job, xxxviii, 33. La Scrittura pone dell'acque nel cielo V. 20. Rettili. Nome comune a tutti (Sai.civ,3 cxlviii,4),senzaperòdichia- animali, tanto acquatici quanto terre- ; rarne la natura ne l'uso. Secondo alcu- stri, i quali si strascinano, serpono, o ni sono la sostanza stessa del cielo, non guizzano. Qui sono intesi gli acquatici, fluide, né impure, ne corruttibili, come e V. 24, i terrestri. le elementari. Checchessia, egli non è V. 26. Facciamo. Questa maniera di detto che sieno state tratte dallamassa consulta del Padre col Figliuolo, eh' è da basso. L'acque da basso accennano la sua Sapienza eterna, e del suo Spi- ancora qui l'acqua e la terra mischia- rito (della quale vedi altri esempi te insieme in una materia fangosa. Gen., Ili, 22, ed xi,7;Isaia, vi,8), usata V. 8. Cielo. Nome comune nella Scrit- qui nella sola creazione dell'uomo, pare tura all' aria, al luogo degh astri ed dimostrar 1' eccellenza di quello sopra — alla stanza di gloria. r altre creature. L' uomo, cioè la V. 9. In un luogo, cioè nel grande specie degli uomini, nel suo primo cejD- — abisso sotterra (Gen., vii, 11), il quale po e fonte. Imagine posta nelle qua- ha sue diverse bocche disopra; vedi lità spirituale, immateriale, immortale Sai., XXIV, 2. dell'anima d'esso; nelle facoltà natu- V. 11. Erl)a. Quest' è quel pel del- rali di quella, intelligenza, memoria, l' erba che nasce da se stesso, senza ragione, volontà; ne'doni soprannatu- seme e senza coltura, ed è il pasco rali di sapienza, giustizia e santità; e delle bestie. nella signoria sopra l' elitre creature, V. 14. Luminari, cioè gran corpi ce- tutte stampe ritratte nell' uomo sopra lesti, rotondi, ne' quali Iddio ridusse la il modello eterno delle perfezioni di — luce. Or con questi corpi furono ezian- Dio. La signoria così per il reggi- dio stabiliti i lor movimenti, differenti mento, come per l' uso e il servigio. — fra loro, e da quel del cielo. Segni, V. 27. Maschio. Questo è qui detto cioè d' effetti ed avvenimenti naturali, per anticipazione, per raccorrò tutta come di caldo, di freddo, di pioggia, di insieme la creazione del genere umano serenità, ec.segnali d'occasioni estagio- ne'suoi due sessi, perciocché la donna ni dimolte azioni umane: ed anche pre- fu creata appresso; Gen., ii, 18. sagi di diversi accidenti straordinari. V. 29. X' erì)e, cioè convenevoli alla V. 16. Gran. Benché in vero la luna vostra natura, e cosi degli alberi. Qui non sia più grande d'ogni altro astro. non è detto nulla dell' uso delle carni Ma ciò è detto per rispetto della vista degli animah, come Gen., ix, 3, benché nostra, alla quale essa è più vicina, ed sia verisimile che Iddio ne desse fin anche per la sua operazione più sensi- d'allora la concessione. bile.—-^vere. Non solo per la luce, ma V. 30. £^r?^rt,eh'è la medesima di v. 11. Capo IL Iddio si riposa nel settimo giorno, e quello santifica: poi Moisc descrive più parli- tamente la creazione dell'noìno, il (jiardino d'Eden, ove essofuposto (16 conpermis- sione di mangiar del frutto d'ogni albero, salvo di qìiello della conoscenza del bene e del male), 18 e la creazione della donna, 22 e l' ordinazione del matrimonio. V. 1. Di quelli, cioè de' cieli, a' quali tribuita, per accennar gli astri e gli questa parola d' eserciti è sovente at- angeli: per rispetto così del loro or-
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