È noto che ogni grande autore crea i propri predecessori e influenza cosî non solo il futuro, ma anche, e forse soprat- tutto, il passato. L'idea presuppone un lettore memore e attento, e per questo disposto a modificare la propria tradi- zione e i propri classici, o almeno la let- tura che di essi si sia sedimentata nel tempo. Da sempre, dunque, leggere vuol dire anche modificare. Per la so- cietà pubblicitaria contemporanea leg- gere significa senz'altro manipolare, ma non in nome di una identità culturale bensi nel segno di un anonimato del pet- tegolezzo. È di questo costume che Maurizio Bettini propone un ritratto che non si affida a toni apocalittici per- ché basta e avanza il grottesco di quan- to viene rappresentato. Se la cultura ora- le è naturalmente discreta perché non ha a disposizione una memoria inesau- ribile, la cultura scritta, e per di più tec- nologica, è in sé indiscreta proprio per- ché non dimentica nulla. Quando tutto può essere ricordato, il problema si spo- sta allora sul come e sul che cosa ricor- dare o specularmente lasciare nell'oblio. A questa domanda non sa rispondere il meccanismo della «calendarietà cultu- rale» che parla dei classici e li comme- mora senz’altra ragione che quella ap- punto anonima dei calendari e degli an- niversari. Memoria e lettura nulla hanno a che vedere neppure con il metodo che ri- duce il classico a curiosità, magari adot- tando il criterio editoriale del «taglia e In copertina: Mehemed Fehmy Agha, Untitled, 1930. Janet Lehr, Inc., New York. Digitized by the Internet Archive in 2023 with funding from Kahle/Austin Foundation https://archive.org/details/iclassicinelleta0000bett Einaudi Contemporanea 32 © 1995 Giulio Einaudi editore s. p. a., Torino ISBN 88-06-13638-0 Maurizio Bettini I classici nell’età dell’indiscrezione Einaudi Indice RUVIL Prefazione I classici nell’età dell’indiscrezione Fi L’era della futilità Ii. L’era del calendario In. Per sigla quadrata Iv. Angioino Tetràstilo e la conflagrazione universale V. Mnemosyne in biblioteca vi. Nel grande archivio vit. L’età dello sfizio vii. Iconforti dell’etimologia ix. I devoti di Rucolino 0A I classici nell’età dello sfizio xI. Invocazione tardiva x. Serenata Silvestri x. Liberarsi di loro XIV. Omero era nato a Trapani xv. C'ero anch'io xvi. L’Arca perduta xvi. La sorpresa XVIII. «Haec autem nacti sumus» xIx. L’età dell’indiscrezione xx. I classici nell’età dell’indiscrezione xxI. Nonsi porge la spada a un bambino xx. Le tavolette di Preto e il corpo della cultura c: t Lol a( e anoivnzzibni“Ilsi: i10'i ta raferato: È pe | orillauaà, Mod oi dy vittaboJasbt esot»D I Pi * ntprcianon elia a (c0 r smuzingnilnoo al o becani | È aosinitcid ni avgooemaA sal E n=a 4 3} %r CsEhLeE RISEEO RI