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I clan di camorra. Genesi e storia PDF

152 Pages·2017·3.062 MB·Italian
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Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina i Saggi. Storia e scienze sociali Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina ii Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina iii Luciano Brancaccio I CLAN DI CAMORRA Genesi e storia DONZELLIEDITORE Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina iv © 2017 Donzelli editore, Roma via Mentana 2b INTERNETwww.donzelli.it [email protected] ISBN978-88-6843-581-3 Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina v I CLAN DI CAMORRA Indice p. 3 Introduzione I. Contrabbandieri 13 1. Il tragico caso di Gelardo Potenza 18 2. La rete parentale 24 3. Una dinastia camorrista: il clan Zaza-Mazzarella 33 4. Le traiettorie della famiglia Potenza-Presutto 36 5. Dopo il contrabbando: usurai, camorristi, truffatori II. Mercati, guerre, famiglie 45 1. Mercati e circuiti di autorità 54 2. Guerre 61 3. Famiglie e gruppi III. Magliari 67 1. Le origini 73 2. La regolazione violenta del mercato 80 3. «Una organizzazione tipo mafia o camorra» 86 4. Magliari o boss? 90 5. Genesi di gruppi camorristi IV. Imprenditori e camorristi 99 1. La struttura produttiva della magliareria 101 2. I clan della cintura periferica 108 3. La filiera camorrista del falso 114 4. L’imposizione mafiosa 118 5. Mercati, gerarchie, famiglie 123 Conclusioni 133 Fonti 137 Bibliografia V Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina vi Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina 1 I clan di camorra A Irene Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina 2 Per le persone citate che sono coinvolte in procedimenti giudiziari vale il principio della presunzione di innocenza, anche nei casi di condanne nei pri- mi gradi di giudizio. Le finalità del volume sono di carattere puramente anali- tico e conoscitivo e dunque non vi è alcun intendimento di esprimere valuta- zioni circa le responsabilità civili e penali delle persone citate. Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina 3 I CLAN DI CAMORRA Introduzione Il sapere degli specialisti ha una profonda influenza sul senso co- mune. Ma anche il senso comune ha una sua influenza sul modo in cui ricercatori e specialisti organizzano i propri studi. Soprattutto, come nel caso delle mafie, quando l’oggetto di indagine è sfuggente, si presta particolarmente alla strumentalizzazione politica e alla sug- gestione collettiva, è di natura delicata perché riguarda il senso di si- curezza di ciascuno e la stessa natura democratica delle istituzioni. In questi casi le rappresentazioni pubbliche basate sullo stereotipo possono dare vita a una vera e propria spirale di luoghi comuni. Nella quale anche il ricercatore può restare imbrigliato. Il discorso vale tanto più per la criminalità di tipo camorristico, per lungo tempo considerata una sorella minore della mafia siciliana, perché meno netta nelle sue forme, meno riconducibile a un unico modello interpretativo. Per questi motivi, nella consultazione delle fonti il ricercatore si imbatte inevitabilmente in un ampio ventaglio di rappresentazioni che occorre di volta in volta contestualizzare. Non tenere nel dovuto conto i processi di costruzione sociale di queste letture, la contraddittorietà dei discorsi, la specifica natura e finalità delle fonti può sviare il procedimento conoscitivo, ricoprirlo di una coltre ideologica. Un meccanismo che, se non controllato, al- lontana dall’individuazione dei tanti e diversi elementi che compon- gono la questione della criminalità di tipo camorristico. Le principali fonti degli studi sulle mafie sono il materiale inve- stigativo e, soprattutto, quanto riprodotto nell’ambito delle diverse fasi del procedimento penale. La magistratura persegue la verità giudiziaria sulla base di accadimenti specifici e contestualizzati, la sua funzione è quella di accertare responsabilità individuali in rap- porto a specifiche fattispecie di reato secondo procedure codificate. Ma questo non spiega forma, natura, evoluzione dei sodalizi ca- morristici. L’azione penale fornisce indizi e casi empirici per la ri- 3 Brancaccio_impOK.qxp_Layout 1 01/03/17 15:26 Pagina 4 Brancaccio, I clan di camorra cerca storico-sociologica, ma non completa il quadro. Dal punto di vista delle scienze sociali, non è tanto la verità giudiziaria a fornire elementi di conoscenza, quanto le tracce che le procedure per giun- gere a quella verità lasciano lungo il percorso. Pronunciamenti uffi- ciali, dichiarazioni delle parti in causa, materiale investigativo – a volte ricchissimo, con intercettazioni telefoniche e ambientali che ripropongono, seppur in modo selettivo, il comportamento dei soggetti nella vita quotidiana –, dati anagrafici e informazioni sui rapporti di parentela rappresentano un bagaglio assai prezioso. Le fonti giudiziarie costituiscono il principale strumento di conoscen- za a nostra disposizione, a patto di riuscire a superare un atteggia- mento di acquisizione ingenua del dato, considerandolo con distac- co e consapevolezza critica1. Questi aspetti del problema sono stati spesso sottovalutati. Più che analizzata, la camorra, soprattutto in alcune produzioni speciali- stiche di taglio criminologico o di sociologia funzionalista, viene as- sunta. I suoi caratteri vengono definiti sulla base di una sommaria comparazione con le altre mafie italiane e giustapposti in schemi ana- litici in cui i termini del problema si spiegano a vicenda, e insieme non spiegano nulla. Si presuppongono così alcune caratteristiche che diventano dati di realtà, costanti storiche che abbracciano archi tem- porali lunghi, da cui gli stessi studiosi muovono per le proprie analisi. Dal punto di vista delle scienze sociali pare poco utile ipostatiz- zare le (presunte) caratteristiche del fenomeno e farvi derivare alcu- ne conseguenze. Occorre viceversa cogliere i nessi dello svolgimen- to storico, per comprendere la natura, attribuire significati ai modi in cui si manifesta, individuare punti di attacco possibili per un’azio- ne di prevenzione e contrasto. Questo è il compito delle scienze so- ciali, che invece su tale tema si sono eccessivamente appiattite sul la- voro della magistratura. Altra produzione di conoscenza in materia viene dalla pubblici- stica. Il genere saggistico e letterario sulla camorra e sulle altre mafie ha riscosso negli ultimi dieci anni un notevole successo. Il problema è che spesso, probabilmente proprio per farsi largo in un’offerta or- 1 Sull’importanza per lo studioso di contesti criminali di una lettura critica delle fonti e della necessità di tener conto delle rappresentazioni in tema di mafie: Santino 2006; Gri- baudi 2009a; Sciarrone 2009. Riguardo alla camorra ottocentesca: Marmo 2011; Benigno 2015. 4

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