Aesthetica Preprint Supplementa Husserl e l’immagine di Carmelo Calì Centro Internazionale Studi di Estetica Aesthetica Preprint Supplementa 10 Aprile 2002 Centro Internazionale Studi di Estetica Edizione fuori commercio distribuita in omaggio Il presente volume viene pubblicato col contributo del MURST (fondi di ricerca scientifica 40%, 1999, coordinatore scientifico prof. Luigi Russo) – Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Filosofia, Storia e Critica dei Saperi (FIERI), Sezione di Estetica. Carmelo Calì Husserl e l’immagine Indice INTRODUZIONE 7 I – I DIFFERENTI SENSI DELL’IMMAGINAZIONE 9 1 – I nomi dei fenomeni dell’immaginazione in Husserl 9 2 – Immaginazione e rappresentazione 11 3 – La fenomenologia dell’immaginazione 16 4 – Testi e metodo della ricerca 18 II – L’IMMAGINE FISICA 23 1 – Gli oggetti materiali e le immagini 23 2 – La struttura dell’immagine fisica 26 3 – Le condizioni di senso dell’immagine 32 4 – Il contrasto e l’inattualità dell’immagine 39 5 – Il senso ed il riferimento dell’immagine 47 6 – La raffigurazione e il problema della somiglianza 56 7 – L’immagine immanente e la funzione simbolica 71 8 – Una nuova descrizione dell’immagine fisica 78 III– L’IMMAGINE DI FANTASIA 97 1 – La descrizione fenomenologica della Phantasie 98 2 – Le condizioni fenomeniche dell’immagine di fantasia 101 3 – Il senso e il riferimento nell’immagine di fantasia 110 4 – La teoria della Repräsentation 118 5 – La somiglianza nell’immagine di fantasia 123 6 – Difficoltà e aporie della teoria della Repräsentation 126 7 – La teoria dell’implicazione intenzionale 134 IV– L’ANALISI DELL’OGGETTO ESTETICO 145 1 – L’immagine e l’oggetto estetico nell’arte figurativa 146 2 – L’analisi del sentimento estetico 157 3 – La rappresentazione teatrale 170 5 – Criteri d’identità dell’oggetto d’arte 178 CONCLUSIONE 217 BIBLIOGRAFIA 225 A Claudia Introduzione Il presente lavoro si propone di ricavare una teoria organica e po- tente, dal punto di vista descrittivo, dei fenomeni che rientrano nel campo dell’immaginazione, attraverso l’analisi dei testi che Husserl ha dedicato all’immagine fisica e di fantasia, e in particolare utilizzando alcuni testi poco conosciuti del corpus husserliano, pubblicati nel vo- lume XXIII della collana Husserliana, nel quale sono raccolte lezioni, abbozzi di studio, appunti, veri e propri saggi d’applicazione del me- todo fenomenologico ai temi delle immagini fisiche e delle immagini di fantasia, oltre che all’oggetto d’arte. La descrizione fenomenologica dell’immagine fisica e di fantasia ri- sponde alla domanda sui molteplici sensi del termine “immagine”. Se la possibilità di applicare il termine “immagine” sia nel caso di quadri, incisioni, fotografie, sculture, sia nel caso delle immagini di fantasia è avvertita come relativamente non problematica dal senso comune, ciò non è sufficiente per stabilire l’identità delle condizioni di senso di questi fenomeni. Pertanto le analisi di Husserl si rivolgono allo studio delle caratteristiche strutturali del modo in cui un osservatore si rife- risce a qualcosa attraverso forme diverse d’immagini e del modo d’ap- parizione di esempi qualsiasi d’immagini fisiche e di fantasia. Il fine del lavoro mira quindi a stabilire se l’estensione comunemente attribu- ita al termine “immaginazione” comprenda specie di fenomeni diffe- renti rispetto al senso ed al modo del riferimento. In conformità ad una delle prescrizioni fondamentali del metodo fenomenologico, sia le analisi di Husserl sia le argomentazioni qui pro- poste sono condotte attraverso la costruzione d’esempi che corrispon- dano all’uso che si fa in modo ordinario delle immagini. Introducen- do delle variazioni negli esempi proposti, si mostrerà quali siano le condizioni di senso del fenomeno studiato. Husserl ha dedicato, inoltre, delle analisi all’oggetto estetico ed alla sua esperienza. È possibile allora studiare fenomenologicamente, da un lato, i rapporti che sussistono tra immagine fisica ed oggetto artistico, dall’altro, la possibilità di comprendere nella categoria di oggetto este- tico sia oggetti culturali sia oggetti o eventi naturali. Queste analisi non compongono una teoria estetica unitaria, all’interno della fenomenolo- 7 gia di Husserl. Tuttavia è possibile utilizzarne il metodo e i risultati per studiare certi temi suscettibili di pertinenza estetica. In questa pro- spettiva mi occuperò anche della discussione dello statuto fenomeno- logico degli oggetti d’arte, rispetto ai quali studierò quale condizione di senso regoli l’attribuzione di valore estetico ad un oggetto o even- to. Una volta chiarito il senso degli atti dell’esperienza estetica e la loro specie correlativa di riferimento, ho ritenuto di poter formulare, sulla base delle indicazioni di Husserl, le condizioni d’identità alle quali ri- spondono gli oggetti dell’esperienza ordinaria e quelli dell’esperienza estetica. Questo volume è il risultato della rielaborazione del lavoro che ho condotto nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Estetica e Teoria delle Arti” dell’Uni- versità di Palermo. Desidero quindi ringraziare il prof. Luigi Russo, coordina- tore del corso, che ha sempre seguito con partecipazione l’evoluzione del lavoro e che come co-tutor mi ha sempre invitato ad applicare il rasoio di Occam, un consiglio senza il quale difficilmente avrei portato a termine la mia ricerca. De- sidero esprimere la mia gratitudine anche alla prof. Maria Barbara Ponti, tutor della ricerca, che ha fatto corrispondere ad ogni pagina del lavoro una pagina di utili consigli. Un sentito ringraziamento rivolgo anche al prof. Elio Franzini, che ha messo a mia disposizione la sua disponibilità, la sua profonda conoscen- za di Husserl, ed ha sempre accompagnato con simpatia ogni indicazione o sug- gerimento. Ringrazio poi il prof. Salvatore Tedesco, che si è sobbarcato la let- tura di una prima versione di questo volume, per i suoi consigli e le sue anno- tazioni sempre attente e precise; e il prof. Giuseppe Di Giacomo per il suo co- stante inteesse per la mia ricerca e per aver letto e sostenuto questo lavoro pri- ma della sua pubblicazione. Per lo studio dei manoscritti, conservati presso lo Husserl Archiv di Leuven e di Köln, è stata essenziale l’assistenza del dottor Sowa, che ringrazio insieme ai proff. Rudolf Bernet e Ulrich Melle per la loro disponibilità e per l’autoriz- zazione alla citazione di alcuni passi dei manoscritti tuttora inediti. Questi passi sono stati citati in tedesco, mentre la mia traduzione sarà riportata in nota. Infine, devo molto a tutti coloro con i quali ho avuto modo di discutere le tesi e le argomentazioni di questo studio, e in particolare al prof. Vincenzo Co- sta, al prof. Mauro Carbone e al dottor Matteo Bianchin. 8 I – I differenti sensi dell’immaginazione La domanda alla quale le analisi di Husserl devono fornire una ri- sposta è esprimibile nella seguente forma: ciò che il linguaggio designa con “immaginazione” [Imagination] o “immagine” [Bild] corrisponde ad una nozione univocamente determinata? In altre parole, l’estensio- ne di questi due termini è un insieme di fenomeni che condivide una struttura comune tale da rientrare nell’ambito di applicazione di uno stesso concetto? Immaginazione e immagine significano sempre la stes- sa cosa nei diversi contesti in cui sono impiegati per riferirsi a fenome- ni che hanno a che fare con le immagini, intese in un senso intuitiva- mente molto ampio? 1 – I nomi dei fenomeni dell’immaginazione in Husserl Prima di esporne le analisi sui fenomeni dell’immaginazione, è op- portuno elencare le diverse espressioni che Husserl impiega per desi- gnarli, indicandone le differenze di significato. Le distinzioni termino- logiche che riguardano i fenomeni che è possibile far rientrare sotto un concetto ampio e intuitivamente plausibile, seppur generico, d’imma- ginazione in parte sono richieste dalla teoria, in parte danno in prima approssimazione un’idea delle differenze tra i fenomeni da studiare. (a) Imagination: Husserl usa questo termine per designare in modo generico sia la specie delle immagini fisiche, in altre parole tutte quelle che necessitano di un supporto fisico di una qualunque natura per esercitare la propria funzione, sia quella delle immagini mentali. Al- l’epoca delle Ricerche Logiche, i due fenomeni sono, infatti, distinti ri- spettivamente con le espressioni «abbildende Imagination» e «schli- chte Imagination» 1. Queste espressioni evidenziano la funzione raffi- gurativa delle immagini fisiche, che richiede una struttura complessa che presenti come un suo elemento un supporto materiale, di contro al carattere delle immagini mentali, che non posseggono la funzione di raffigurare un oggetto assente e che sono dotate di una struttura sem- plice, dal momento che non prevedono la necessità di un supporto materiale. 9 (b) Bild e Bildvorstellung: si tratta di due termini, il cui uso corri- sponde ad una distinzione necessaria per la teoria tra l’atto che attri- buisce ad un oggetto il senso di immagine di qualcosa e l’immagine stessa, considerata come ciò che sta nello sguardo dell’osservatore, co- me un oggetto particolare in cui si vede un oggetto assente. Il termi- ne “Bild” designa l’immagine dotata di un supporto fisico, quindi l’im- magine che è un quadro o un’incisione su carta, mentre solo impro- priamente esso può servire per designare l’atto che la costituisce 2. “Bildvorstellung”, invece, designa non il “Bild”, ma l’atto di una «ab- bildende Imagination», che di norma è contrapposto all’atto costituti- vo di un’immagine mentale, per il quale è usato solitamente il termi- ne specifico “Phantasievorstellung”. (c) Phantasie, freie Phantasie: con questi termini, Husserl designa il fenomeno dell’immagine priva di un supporto fisico e l’atto specifico, il riferimento del quale è responsabile dell’apparizione di un’immagi- ne di fantasia. Di norma, è il termine Phantasie ad essere usato per de- signare sia l’atto sia il suo correlato intenzionale 3. A rigore, non sarebbe corretto utilizzare l’espressione “immagine mentale” come equivalente a quella di “Phantasie”, dal momento che per Husserl a questo termine non corrisponde un’immagine che sus- sista dentro la mente. Tuttavia, le cosiddette immagini mentali forni- scono un buon esempio di quanto Husserl studia sotto il titolo di im- magine di fantasia. Per questo motivo, a volte le due espressioni sono usate in questa ricerca per intendere lo stesso insieme di fenomeni. Uno dei fini principali dell’esposizione delle analisi di Husserl in me- rito è mostrare che i risultati così ottenuti possono chiarire la questio- ne del senso e dell’esistenza delle immagini mentali. (d) Einbildung: quest’espressione, che Husserl non usa di frequen- te, si applica sia a casi di «immaginazione semplice» che di «immagi- nazione raffigurativa» 4. Questa prima esposizione della differenza di senso e d’applicazione dei termini, che riguardano i fenomeni che rientrano nel campo del- l’immaginazione, mostra l’equivocità del termine “immaginazione”. Esso può essere applicato a casi che presentano una struttura differen- te: l’immagine fisica e l’immagine di fantasia. Bisognerà allora studia- re in che cosa consistono queste differenze strutturali, la loro eventuale corrispondenza con differenze di funzione dell’immagine, le eventua- li differenze nel modo in cui ci si riferisce a qualcosa per mezzo di un’immagine dell’una o dell’altra specie. Il termine “Bild” non può essere usato in senso proprio per designare ogni specie d’immagine, all’infuori di quella che è dotata di un supporto e che, per convenien- za, possiamo dunque chiamare “immagine fisica”, seguendo l’abitudi- ne di Husserl che in proposito si serve a volte di «physisches Bild». La distinzione, poi, tra “Bild” e “Bildvorstellung” annuncia lo stile d’ana- 10