«La mia attività si è sviluppata soprattutto in tre ambiti. C’è innanzitutto quello delle interpretazioni tragiche dell'uomo e dei suoi rapporti con lo Stato, che ha la sua duplice fonte nella tragedia greca e nell’episodio emblematico della morte di Socrate. Il secondo ambito è costituito da complesso problema della natura e dello sviluppo del linguaggio, e in particolare delle possibilità e delle costrizioni presenti della traduzione sia all’interno della propria lingua che fra le lingue dell'umanità. Infine, nel terzo ambito, ho cercato di analizzare i nessi tra le interpretazioni di opere artistiche, filosofiche e scientifiche da un lato, e il totalitarismo politico del XX secolo dall'altro. Porre queste domande significa ritornare, forse ossessivamente, ai rapporti tra la cultura tedesca e il nazismo, un intreccio in cui la lingua tedesca – che Goethe e Kant, ma anche Hitler hanno usato da maestri – ha giocato un ruolo determinante. In ognuno di questi tre ambiti, ho trovato Heidegger presente in modo massiccio e rivolto a un ulteriore sviluppo della riflessione.» (George Steiner)
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