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Hāδōxt Nask 2: il racconto zoroastriano della sorte dell’anima - edizione critica del testo avestico e pahlavi, traduzione e commento PDF

74 Pages·2000·6.864 MB·Avestan, Italian
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SERIE ORIENTALE ROMA LXXXVIII ANDREA PIRAS HADOXT NASK 2 IL RACCONTO ZOROASTRIANO DELLA SORTE DELL' ANIMA Edizione critica del testo avestico e pahlavi, traduzione e commento ROMA ISTITUTO ITALIANO PER L'AFRICA E L'ORIENTE 2000 ISTITUTO ITALIANO SERIE ORIENTALE ROMA PER L' AFRICA E L' ORIENTE LXXXVIII SERIE ORIENTALE ROMA ANDREA PIRAS FONDATA DA GIUSEPPE TUCCI DIRETTA DA NASK 2 HĀDOXT GHERARDO GNOLI IL RACCONTO ZOROASTRIANO DELLA SORTE DELL' ANIMA Vol. LXXXVIII Edizione critica de! testo avestico e pahlavi, traduzione e commento ROMA ROMA Is.I.A.O. ISTITUTO ITA LIANO PER L' AFRICA E L'ORIENTE 2000 2000 Distributed by Herder, International Book Centre, 120, Piazza Montecitorio, 00186 Rome, Italy. .l. In Italy by Libreria Distributrice Degrassi, 61/a, Via Fonteiana, 00152 Roma. ff; In India, Bangladesh, Nepal and Sri Lanka by Munshiram Manoharlal, Publishers (P) Ltd., Post Box 5715 54, Rani Jhansi Road, New Delhi 110055. r:J (;;,' 0 Dedicato a Gherardo Gnoli e a Jean Kellens Gerleral Librarv :::ivbcc1' · . J ) • • ,. • Univ'"''it:; of VVisconsin ·· \\112<.0iSOl'i!J 728 ŗ:)treet Madison, WI 53706-1494. U.S.A. TUTTI 1 DIRITTI RISERV ATI Printed in Italy - Stampato in ltalia Finito di stampare ne] mese di settembre 2000 Tip: «Don Bosco» -Via Prenestina, 468 -00171 Roma -Tel. 06.21.80.26.40 INDICE ĪNTRODUZIONE . 9 L' Hādāxt Nask nella Ietteratura avestica. 9 Tradizione manoscritta. Manoscritti: H6, TD28, K20, K21, P7, M8 14 Descriptio codicum . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Eliminatio codicum descriptorum . 15 Stemma codicum . 16 Tabula emendationum 17 Nota sulle traduzioni del testo . 17 Piano dell'opera . 18 Apparato critico 19 FACSIMILI DE! MANOSCRJTIJ H6 E K20 . 21 EorZ!ONE E TRADUZ!ONE DEL TEST() AVESTICO 51 TRASLITTERAZIONE E EDTZIONE DEL TESTO PAHLAVI ............................ . 59 TRASCRIZIONE DEL TESTO PAHLAVI . 65 TRADUZIONE DEL TESTO PAHLAVJ . 69 CoMMENTARIO 73 GLOSSARIO DEJ TERMINI AVESTICI . 123 GtOSSARlü DEI TERMINI PAHLAVI 131 BIBLIOGRAFIA . 139 ABBREVIAZIONI . 146 7 INTRODUZIONE L' HADoxr NAsK NELLA LETTERATURA AVESTICA Affrontare uno studio sulla collocazione letteraria dell'opera chiamata Hādāxt Nask produce sin dall'inizio un certo imbarazzo, poicbe il suo stesso ti e tolo frutto di una convenzione, derivata dall'abitudine di una catalogazione e scientifica che si servita della denominazione «hādāxt» per repertoriare tre brevi testi avestici, uno sulla preghiera dell'Aļam Vohu, uno sulla sorte dell'ani e ma de! giusto e uno sulla sorte dell'anima de! malvagio: ma anche vero che questi tre frammenti vengono considerati ne! numero di due, accorpando Ja se zione de! racconto escatologico de! giusto e de! malvagio in un unico capitolo. Fin dai primordi della filologia avestica si nota come il nostro testa sia sta ta classificato rnediante una diversa denorninazione, nel genere letterario degli Yašt, se consideriamo l'edizione di Westergaard (1852: 294-300), in cui i tre frammenti vengono condensati in due sezioni, il cosiddetto «Yasht-fragment 21» e «Yasht-fragment 22», copiati da Westergaard sulla base della tradizione manoscritta di K20, di K21 e di P7 (questi ultimi sono due copie de! primo) e numerati, dice Westergaard (ibidem: 2), in aggiunta all'elenco dei 20 Yašt ripor tati «in the order ofthe edition ofthe Khurdah Avesfa, Bombay 1842». Diversamente da Westergaard, l' edizione di Haug-West (1872: 269-316) ti tola il nosiro testa come Hādāxt Nask ma senza spiegarne Ja ragione; il che fa supporre che vi fosse allora una certa familiarita con tale denominazione, pro babilmente accettata e sostenuta negli stessi ambienti culturali dei Parsi, se dob biamo interpretare in tai moda il riferimento di West (1892: 482) ai fatto che «Traditionally, the two fragments published by Westergaard [. .. ], and by Haug [. .. ], are said to belong to this Nask». e L'opinione degli studiosi parsi infatti orientata verso una suddivisione ter naria che doveva certo corrispondere a una catalogazione tradizionale nella lo ro cultura: leggendo infatti !'opera gujarati Rehbar-e din-e jarthushti, scritta dal Dastur Erachji Sohrabji Meherjirana ne! 1869, tradotta in inglese e commentata da Kotwal (in Kotwal-Boyd 1982: 48-49), si nota un interessante passaggio ne!- 9 r ! Jo schema di domanda/risposta in cui e strutturato questo catechismo. Alla do e delle parti dell'Avesta- e se vero che a giudizio di West possiamo ipotizzare manda su quali siano i Nask perduti dell 'Avesta, segue Ja risposta: 22 capitoli un riferimento ai primo fargard sull'Aļam Vohu, basandoci sulla spia del de! Widēwdād, 72 dello Yasna, 23 de! Vispered, 8 de! Wīštāsp Yašt e 3 l'Ahunawar, allora non sembra un azzardo tentare di identificare il fargard de! dell'Hādāxt Nask; il commento di Kotwal rettifica pero cio che viene riportato racconto escatologico con un tale «bridge-judgement». dal Dastur E.S. Meherjirana, aggiungendo che il Widēwdād esiste nella sua to E anche il riferimento al «season-festival» potrebbe costituire un 'utile trac e talita e che lo Yasna non un Nask, ma purtroppo non dice nulla a proposito di cia nella disamina indiziaria della storia dell'Hādāxt Nask e di quale potesse es questi tre capitoli dell'Hādāxt Nask che potrebbero coincidere con i nostri tre sere il suo impiego negli uffici cultuali che, secondo me, devona venir identifi fargard. cati nelle cerimonie funebri in onore dell'anima, in memoria dell'anima, o in e Il punto difficile della storia della ricerca e proprio questo: possibile stabi magnificazione delle Fravaši. A proposito di queste ultime, si noti che il fargard lire un 'identificazione fra i tre fargard dell'Hādāxt Nask, quali ei sono stati tra sulla sorte dell'anima de! malvagio termina con una chiusa che non ha niente a smessi dalla tradizione manoscritta, e I' omonimo Nask perduto dell' Avesta, de che vedere con la trama de! testa: si tratta dei §§ 37 e 38 che concludono i tre scritto in Dēnkard VI!I? fargard dell'Hādāxt Nask, paragrafi conosciuti meglio come Fragment Wester Nella catalogazione dei Nask quello di nome «Hādāxt» corrisponde al ven gaard IO, composto dai §§ 37-42. Di questi cinque paragrafi, solo il 37 e il 38 tesimo e secondo Geldner ( 1904: 19) puo essere considerato fra i Nask che svol appartengono aila coda dell'Hādāxt Nask, bencM siano riportati interarnente in gono un ruolo importante nello Yasna. CiO che viene «pronunciato insieme», ta successione 37-42 da Westergaard (1852: 300, n. al § 39) che dichiara di averli le e il significato di haoa + uxta-, secondo le poche attestazioni avestiche in cui raggruppati insieme pur riprendendoli da fogli differenti di K20: leggendo l'in tale termine compare come aggettivo (in Y. 59.33) o come sostantivo (in Vr. troduzione ai facsimile di K20 della collezione di Copenhagen, ad opera di 2.10 e l.8), e un insieme di procedure oratorie e liturgiche che dovevano con Christensen (1931: 13, § 13), si puo verificare che i §§ 39-42 sono scritti ne! fo vergere nella dinamica verbale e gestuale de! sacrificio, o in un momento preci glio 152 r., linea 20, mentre i §§ 37-38 che concludono I'Hādāxt Nask si trova so delle sue sequenze rituali. no oltre centa fogli prima, dal foglio 50 v., linea 4, al foglio 51 r., linea 4. E appare verosimile che i tre fargard dell'Hādāxt Nask dovessero trovare la I paragrafi 37 e 38 sono modellati sui passi di Yt. 13.96 e Yt. 1.31: loro ragione d'essere proprio all'interno di una pratica rituale, non facilmente definibile ma presumibile nei modelli cu!tuali degli atti sacrificali in onore <lel 37) ahe nar.{ a;{aon6.fl·aut.1a:fīn1 .vaz0 y6 asmi5.x1'anuud nQma ajiiļ aniiaē~{qm le anime: il che puo ipotizzarsi ne! momento <lelle cerimonie a salvaguardia del ašaonqm fraxšti yazāi frauuarata. la sorte dell'anima de! defunto, nell'immediato post-mortem, oppure nelle gran 38) uŠi ahurahe mazda yaz0 daraerāi mqerahe spaņtahe di ricorrenw festive de!le cerimonie stagionali in onore delle anime dei trapas xratūm ahurahe mazda yaz0 maraerāi mqerahe spaņtahe sat1. E Ienf att1, leggendo il contenuto dell'Hādāxt Nask, tracciato ne! Dēnkard hizuuqm ahurahe mazda yaz0 frauuākāi mqerahe spaņtahe VIII, si tentati di attribuire i nostri tre fargard all'omonima compilazione: Jo aom gairfm yaz0 yim uŅi.dqm uļi.daranam paiti asni paiti xšafne stesso West (1892: 166, n. 6) ritiene che quando il Dēnkard parla della recita yasā.baratābiiā zaoeraābiiā. zione dell'Ahunawar il testo citato potrebbe essere un riferimento ai primo far gard sull'Aļam Vohu, in quanto tale preghiera viene declarnata, in forma abbre II riferimento aila venerazione della Fravaši de! primo defunto, cioe viata, dopo I'Ahunawar. Asmā.x"anuuaņt, potrebbe essere, a mio parere, una citazione che aveva lo sco Per cib che riguarda gli altri due fargard (o l'altro fargard se vogliamo con po di inaugurare la serie innumerevole delle anime venerabili dei discepoli del siderarli uniti, come fa Westergaard) invece, West e scettico in merito auna lo la religione, in tale caso abbreviata come capoverso che doveva servire da sup ro individuazione all'interno de! Nask Hādāxt: tuttavia, se leggiamo iJ § 4 de! porto aila catalogazione mnemonica dei testi avestici, necessari a tale o tal'altra capitolo XLV di Dēnkard VIII (West 1892: 167) si puo far risaltare un partico esigenza rituale: ne! presente ambito, e probabile che !'e sordio delle litanie di e lare interessante su cio che relativo «about the duties in the five periods of the Yašt 13 in onore dei primi defunti, noncM discepoli di Zarathustra, posto aila fi day and night, each separately, and the bridge-judgement of him who shouts aut ne de! racconto sul duplice esito della sorte dell'anima, ottemperasse auna pra [o ppure "is zealous" secondo la nota 2 di West] in the ceremony of a seasonfest tica liturgica sull 'ufficio dei trapassati, in cui poteva avere larga parte il memo ival» [c orsivo mio]. Se e vero che il Dēnkard, al pari di altri testi pahlavi, puo riale delle Fravaši illustri dei capostipiti della religione, eseguito per l' anima servirsi di uno stile riassuntivo - in special modo nella compilazione dei regesti de! singolo defunto o per quel «season festival» di tutte le anime celebrato ne! 10 11 perioda deJ Frawardīgān. Il momenta in cui Je Frava.<i tornavano sulla terra, mulari che giustificano la sua conclusione «that the Kirdīr passage can easily rinsaldando il vincoJo tra Ja vita e la morte, tra J' esistenza mondana e quella ce pass for a paraphrase or resume ofthe Avestan passage». Ma e anche vero che leste, era occasione di ricorrenze sacrificali, particolarmente efficaci in questo il confronto dell'iscrizione di Kirdīr con Ja versione pahlavi dell'Hādāxt Nask tempa di confine tra due zone Jimite, tempa altresl propizio per cerimonie ini potrebbe mettere in risalto delle concordanze fra i due testi; ragione per cui e ziatiche o esperienze mistico-estatiche. importante uno studio completo dell' Hādāxt Nask nella sua versione pahlavi, Pare degno di nota il giudizio di Skjrerv(il (1983: 294) sulle fasi preliminari per meglio seguire le vicende storiche de] racconto escatologico - nelle corri al racconto visionario di Kirdīr, nel momenta in cui si effettuano le «tecniche» spondenze con le iscrizioni sassanidi e con i testi pahlavi - racconto che faceva che provocano una tale esperienza straordinaria e che si compendiano in un ri sicuramente parte de! tirocinio professionale di Kirdīr, nelle sue. varianti sia ave tuale: «the ritual during which this took place may conceivably have been stiche che pahlavi (Kellens 1975: 464). performed during the Frawardīgān ceremonies, when the souls ar Fravašis Se vogliamo considerare lo specifico letterario dei tre fargard del!'Hādāxt (Frawahr) of the dead were supposed to retum». Tutto cio suggerisce che u~a Nask come un breviario con funzioni di supporto mnemonico, si puo anche ipo struttura letteraria come quella dell'Hādāxt Nask dovesse trovar posto in una tizzare che rivestisse una sorta di funzione didattica e che percio fosse, nella serie di pratiche analoghe, riferite a cerimonie individuali o collettive dedicate definizione di Humbach (1959 I: 72), un «Lehrtext» e come tale potesse fare parte ai post-mortem, sia effettive (cerimonie funebri) che simulate (esperienze misti de! tirocinio scolastico presso gli Hērbed; a tale proposito e importante la cita che): a proposito di queste ultime ricordiamo, ad esempio, che nell'Ardā Wīrāz zione de! § 9 de! testa pahlavi «Cosroe e il suo paggio» (Xosraw ud rēdak), dove Nāmag (2.9), prima di assumere le tre coppe de! narcotico (mang ī wištāspān), il paggio dichiara di aver frequentato le scuole sacerdotali : «l have memorized Wīrāz compie alcune procedure rituali, aggiungendo che «e consuetudine che io the Yašt, the Hādāxt, the Bagān, and the Vīdēvdāt like a hērbad and pas sacrifichi aile anime» (dastwarīh ast tā ruwānīgān yazēm). Bisogna senz'altro sage by passage heard the Zand» (Monchi-Zadeh 1981: 64). In una recente edi dare ragione a Gignoux (1991: 74) quando afferrna che la parentela delle iscri zioni di Kirdīr con altri racconti escatologici come quello dell'Ardā Wīrāz zione dell'Hērbedestān, a cura di Kotwal-Kreyenbroek (1992: 17, n. 1), si puo Nāmag, de] Mēnāg ī Xrad, de] Bundahišn, del Widēwdād e dello stesso Hādāxt leggere una traduzione diversa de! passo di Xosraw ud rēdak 9, ad opera di Nask deve essere considerata alla luce delle divergenze contestuali e dell'ordi Unvala, in cui ai posto di yašt ud hādāxt, dell'edizione di Monchi-Zadeh, si leg ne clcl racconto, che ciifferisce da versione a versione: e questo e «un indicc de ge yaXt ī luidāxt, che sccondo Kot\val sarebbe un riferirnento alla «high liturgy» l'anciennete et de la popularite d'une tradition orale qui aura subi des change del!'Hādoxt Nask, mentre nell'opinione di Kreyenbroek bisogncrcbbc intendc ment lors de sa mise par 6crit». E proprio in questa ricostruzione dei «paralleli re Jo Srāš Yašt Hādāxt e Jo Yasna 57. linguistici e tematici» comuni alle concezioni sull'escatologia, l'esarne Rimane il fatto che con «hādāxt» non e detto che si possano intendere i tre del!'Hādāxt Nask puo individuare aspetti interessanti delle vicende de! corpus fargard nominati cosl convenzionalmente in accordo aila tradizione parsi, ma al avestico e della sua traduzione pahlavi. contrario J'insieme globale de! Nask omonimo in cui e lecito poter congetturare A tale proposito, rimanendo sempre nell'ambito delle iscrizioni di Kirdīr che vi fossero inclusi i tre fargard. Che i tre fargard possano aver avuto un im bisogna ricordare Ja suggestiva ricostruzione di Skjrerv(il (1983: 276-277, 290'. piego scolastico oltre che rituale, specialmente quelli relativi al racconto esca e 29 l) che postula una forma [n]sky (accettata nelle pili recenti traduzioni di tologico, non quindi de! tutto improbabile: grazie a uno scambio di informa MacKenzie 1989: 67, e Gignoux 1991: 94, n. 211) all'interno della frase W ZK zioni col professor Shaked (lettera de! 6.11.1992) ho beneficiato della sua com [ 'wg]wn cygwn [PWN n]sky nm'dty (KNRm 53-54; KSM 29) «And in the same petenza nella letteratura dell'andarz per presentargli l'ipotesi azzardata di una way as it is revealed [in the Na]sk», supponendo che nell'iscrizione di Kirdīr si collocazione dell'Hādāxt Nask in tale categoria di testi, ma di azzardo appunto possa rintracciare un' allusione ali' A vesta sassanide e ai Widēwdād in particola si tratta: bencM l' aspetto didattico sia presente cio non autorizza a catalogare la re, benche Skjrerv(il non escluda de! tutto un probabile riferimento a!!'Hādāxt nostra opera nel genere andarz, cosa che de! resto non ha una grande importan Nask («The Nask in question may be the Vidēvdād, probably not the Hādāxt za per Shaked; viceversa e importante notare che il carattere «admonitory» di Nask» ): il Nask de! Widēwdād sarebbe quindi il pili verosimile per il racconto esortazione puo ricordare certi temi didascalici dei testi andarz, per l'utilizza escatologico di Vd. 19.28-33, in cui e descritta la sorte dell'anima de! giusto e zione di un patrirnonio di nozioni e di insegnarnenti che provenivano dalle cer de! malvagio. Skjrerv(il propone un confronto sinottico tra laversiohe pahlavi de! chie sacerdotali, avvalendosi quindi di un medesimo linguaggio tutto sommato Widēwdād e l'iscrizione di Kirdīr, eJencando una serie di corrispondenze for- abbastanza unitario in ogni sua sfumatura. 12 13 Se dobbiamo presumere un certo grado di popolarifa de! racconto oltremon copiati a Kambayet, cf.Westergaard 1852: 3, n. 1) e le date permettono di rico dano dell'Hādāxt Nask - popolarifa che sara anche maggiore nell'Ardā Wīrāz struire le tappe de! suo viaggio dall'Iran all'India (cf. Rodivala 1920: 131-133); Nāmag e in una certa misura, limitata a quelli che conoscevano Ja scrittura an Mihirāpān viene considerato da Raug (1907: 56) come un «careless copyist» e lo che nelle iscrizioni sassanidi se vogliamo estendere a tutte Je iscrizioni di Kirdīr stesso Geldner nei suoi Prolegomena (Geldner 1889: XIX) consiglia per questa l'esortazione di KNRb 13-14 aun lettore «che vedra questo testo e Jo recitera» ragione molta prudenza nell'esame dei suoi manoscritti. 11 fatto che compaia il (MNW ZNH n 'mky lfZYTNt W ptpwls't) - in un ambito differente daile pratiche nome di Mihirāpān nei colofoni non e tuttavia una garanzia che permetta di at ntuah de! post-'.11orte':', po.ssiamo senz'altro dire che una pili ampia diffusione tribuire a lui Ja scrittura de! codice K20: sia per Westergaard (1852: 3, n. 1) che <lelle concez10m sul grnd1Z10 dell'anima e stato favorito dall'elaborazione della per Geldner (1889: XXXIX) in K20 sono confluiti una serie di codici di figura d1 daēnā, da un livello antico-avestico pili astratto e speculativo ad uno Mihirāpān, copiati da un altro scriba che ha incluso i colofoni senza modificar re~en~iore in cui i tratti descrittivi e narrativi di daēnā vengono esaltati :Uedian ne i contenuti. Anche secondo West (1892: XXVII-XXX) e probabile che le da te 1! ncorso aile titolature di Anāhitā - come ha giustamente rilevato Vahman te siano state copiate da un altro manoscritto piu antico, che sarebbe alla base (1985: 665) e piu ancora Widengren (1983: 62, ss.) - la cui venerazione era pro non solo di K20 ma anche di R6. La stretta corrispondenza tra i testi che com ba~1lmente estesa a tutta la comunita dei fedeli sin dall'epoca achemenide _ pongono K20 ed R6 renderebbe possibile, per West, che fossero stati copiati da 0 P~~ prec1same?te alla dinastia, come dimostra l 'iscrizione di Artaserse II _ e con un medesimo originale, ne! cui caso K20 «must have been written several years c10 poteva fac!lmente prestarsi ad essere il modello per accentuare gli aspetti di earlier than R6, before the original MS. became decayed and difficult to read. It grazia e amorevolezza della fanciulla daēnā, sc°ave e rassicurante epifania di Iu is possible, however, that K20 was copied from an early copy of the original of ce e bellezza che accoglie l' anima de! defunto. R6; in which case the date of K20 is more uncertain, and may even be later than that of R6». Per cui, secondo Christensen (1931: 11) si puo stabilire che K20 venne scritto al pili tardi, nell 'inizio de! XV secolo, ma e probabile che risalga TRADIZIONE MANOSCRITTA all'ultima meta de! XIV secolo. 11 colofone (datato 1321) della storia di Yāišt ī MANOSCRITII: R6, TD28, K20, K21, P7, M8 Fryān e di Ardā Wīrāz, riportato in Raug-West (1872: 266, n. 7) e confluito in K20, attesta che Mihirāpān, figlio di Kai Khusro, figlio di Mihrbān, figlio di Descriptio codic1un Spendad (il fratello di Rustam). ha copiato da un manoscritto dell' hērhed . H6: manoscritto della collezione Haug, segnatura M5 I secondo il catalogo Mihrpanāh Srāšyār di Nīšāpūr. d1 Bartholomae (1915: 38) scritto da Pešoian Rām Kāmdēn in India a Broach K21: copia di K20, imprecisa per omissioni di parole, frasi e fogli, «and mis nell'a~no 1397, ed acquistato da Haug a Surat ne! 1864. Una descrizi~ne de! co~ reads words which are stili plainly legible» (Raug-West 1872: VIII); manoscrit d1ce s1 trova anche nell'introduzione di Raug-West (1872: III-V): manoscritto to de! XVIII secolo dovuto aila mano de! Dastur Darab, secondo Rask, ma cib e m buono stato di conservazione e ben leggibile, formato da due volumi, di J3 6 dubbio per Raug e West (1872: Vil). e, 1~4 !ogh, con, due colofoni. 11 colofone de! primo volume, in cui e incluso 1 Hadoxt Nask, e datato ai giorno 29 de! nono mese de! 766 dell'era di Yazde Eliminatio codicum descriptorum ger~ (= 1 ottobre 1397 ); il colofone de! secondo volume e datato ai giorno 19 P7: manoscritto di Parigi della collezione di Anquetil-Duperron, copia di d~ll und1ces1mo mese de! 766 dell'era di Yazdegerd (= 20 novembre 1397). A K20 scritta da Kaus Fredun ne! 1737. d1fferenza d1 K20, le date non sono state copiate da un altro manoscritto, ma M8: manoscritto Müller 92, copia di P7, cf. Bartholomae (1915: 7), inven scntte d1rettamente dal copista Pešotan Rām Kāmdēn ne! 1397 (ibidem: V). tariato sotto «Teil l» come «die in Europe gefertigen Randschriften». K20: manoscntto n. 20 della collezione Rask di Copenhagen (K), acquista TD28: copia di R6. Manoscritto della collezione di Behramgore T. to a Bombay ne! 1820 (per una recente trattazione sulla storia della coltezione Anklesaria, pubblicato nella serie di Shiraz, volume 11, a cura di JamaspAsa e Rask vedi Asmussen 1992); descrizione in Christensen (1931: 10-16): compo Nawabi (1976); composto da 370 fogli, con il colofone a pagina 174, in chiusu sto d~ 173 fogli, in carta indiana, non molto ben conservato; contiene tre co ra de! Frahang ī oīm e dopo una serie di testi in cui e incluso l'Hādāxt Nask. lofom che segnano le date 690, 720 e 700 (= 1320, 1350 e 1330 dell'era cristia 11 colofone attesta che «the text has been written by Erwad Peshotan Ram, na), 1! testo dell'Hādāxt Nask e stato scritto ne! 720 (= 1350). La scrittura di descendant of Mobed Rormazdyar», ma non vi compare la data. questo cod1ce e attribuita a Mihirāpān Kai Khusro (i tre fargard sarebbero stati 14 15 TABULA EMENDATIONUM STEMMA CODICUM presente edizione Westergaard I capostipiti dello stemma dell'Hādāxt Nask sono rappresentati da K20 e H6, due codici che hanno molli testi in comune, prevalentemente in pahlavi o in 1) mainiiü xmainiiā e avestico con traduzione pahlavi; nessuno dei due stato copiato da!l 'altro ma ri xbaoi8išuua salgono a un originale comune, il manoscritto di Mihrpanāh Srāšyār di Nišāpūr, 7) baoi&šca vissuto ne! XIII secolo, come gfa venne postulato da Haug-West (1872: 265, n. upa.vāuuā xupa.vāiiā !). L'esame della tradizione manoscritta dimostra che vi sono alcuni errori con 8) uzgarambiiā xuzgaraf3niiā giuntivi che risalgono a un comune originale: es. al § 9 uruša.bāzuuā; § 13, jigauruua xjayauruua orimieitses; io§n 3e6 d, ixj'aarsaamņt. am dūrāaļca; § 19, trasmissione errata della Iezione auua.mi 13) aētenāiš xauuaēnāiš (Haug-West) Ne! 1249 Rustam Mihrbān copio da un ms. di Mihrpanāh Srāšyār la storia 16) vaiiaēibiiasca xvaiiābiiasca di Ardā Wīrāz e di Yāišt ī Fryān: Rustam costituisce quindi l'anello di con xkqm giunzione che attesta la trasmissione dei codici di Mihrpanāh Srāšyār ed e da 20) kām Rustam che Pešotan Rām Kāmdēn copiO l'Ardā Wīrāz Nāmag e la storia di Yāišt 25) aēi(}āhuca xaēxčihuca e ī Fryān il 20 novembre 1397, come attesta il colofone di H6. Rustam, inoltre, gaintisca xgaiņtišuua il pro-prozio di Mihirāpān Kai Khusro e questo dimostra come la circolazione upa.vāuuā xupa.vāiiā di questi manoscritti avvenisse ali 'interno di famiglie sacerdotali imparentate 26) uzgarambiiā xuzgaraļ3niiā tra Ioro: le genealogie dei copisti si riflettono dunque in una parentela dei codi jigauruua x jayauruua ci, ricostruibile dalla trafila de!la tradizione di H6 e di K20. Stabiliamo con A I'archetipo sassanide (IV-V sec. d.C.), con a il manoscrit 34) vaiiaēibiiasca xvaiiābiiasca to di base (IX-X sec. d.C.) e con X il manoscritto della Vulgata (dopo XI sec.) e 36) vi.fa.gaitaiičiaļca -1\}i§gaiņtaiiāaļca in cui inserito HN. Da X prosegue una trasn1issione di coclici avestici con tra duzionc pahlavi: deno1niniamo, quindi, ~ il rnanoscritto di Mihrpanah Srāšyar e di Nišāpūr che 1' antigrafo comune ad H6 e K20; ~ 1 iI manoscritto di Rustam, e NOTA SULLE TRADUZIONI DEL TESTO copia di ~, che stato copiato in H6 da Pešotan Rām Kāmdēn. Con y designia e mo iI manoscritto di Mihirāpān Kai Khusro che stata copiato ne! codice K20. La prima traduzione dell'Hādāxt Nask dev'essere fatta risalire ~d Anquetil Duperron (1771 II: IX, ss.); molto tempo. dopo, ne! secolo XIX, vien~ pubbh A cata quella di Spiegel (1863: 187), a cm s1 agg1~nga 11 suo commentano (Sp1e: 1 1 I 1868): tra i due Javori di Spiegel b1sogna ncordare Ja traduz1one latm~ d1 1 a rossovicz (1865). Oltre aile problematiche filologiche iniziano a presentars1 la 1 1 vori ünportanti anche in ambito storico-religioso, come quello d1 .Hubschmann x1 (1879: 212), a cui segue la traduzione di de Harlez (1881: 570): chmdono 11 XIX secolo Je due traduzioni in inglese e in francese di Darmesteter, quella per 1 Sacred Books of the East (1882: 314), e quella di Le Zend-Avesta (1892-1893: 651). II secolo XX inizia con il celebre lavoro di Soderblom (1901: 82), e con Moulton (1911: 159); sempre nello stesso anno l'Avesta Reader d1 Re1chelt (1911) integra Ja sua prncedente edizione dell'Hādāxt Nask - comparsa nel I'Awestisches Elementarbuch de! 1909 - e grazie al glossario, e aun commento grammaticale e sintattico, permette un primo avvicinamento alla comprens1one 17 16 r della traduzione. Ne! 1921 la traduzione di Reitzenstein (Das iraniscļze Erlo ArrA RA TO CRITICO sungsmysterium) contribuisce a rendere nota I'Hādoxt Nask negli ambienti del la ricerca storico-religiosa, favorendo una maggior ricezione di questo testa 1) avestico esemplare per la conoscenza dell 'escatologia zoroastriana. Tra il 1926 e il 1927 viene pubblicata la traduzione de! Religionsgeschichtliches Lesebuch di Geld + : forma corretta, presa da altri manoscritti ner (1926) e quel!a di Hertel (1927); sempre ne! 1926 si deve segnalare la tra x : congettura duzione parziale di Pavry, lavoro importante per la comparazione con i testi # ... # : sezione di testa pahlavi di natura escatologica, che vengono qui tradotti, e per dei confronti con < > : addizione E la letteratura manichea. de! 1947 lo studio di Gray, dedicato a una «sug 2) pahlavi gested» ricostruzione de! testa con particolare attenzione ai problemi metrici. Gli anni '60 ei presentano importanti lavori di taglio sia storico-religioso + : congettura minore che filologico: come quello di Mole (1961) e di Widengren (1961); odi Colpe * : congettura maggiore (1961) che presenta una traduzione commentata e inquadrata nelle problemati < > : addizione che escatologiche dei testi pahlavi, secondo l'impostazione della Religions [ ] : espunzione geschichtliche Schule. A questo lavoro doveva seguire ne! 1963 uno studio di { } : glossa Widengren, malto piil preciso della sua precedente traduzione de! 1961, con un # ... # : sezione di testa ricco commentario ai testa e una risposta, a tratti polemica, nei confronti della ( ): aggiunta nella traduzione trattazione di Colpe; ne! 1964 si deve ricordare un importante lavoro de! cardi ... : corrispondono a tā [OD] nale Franz Ki:inig, interessante per la panoramica comparativa sull 'escatologia iranica e semitica. A proposito dei paralleli culturali tra mondo iranico e semiti * * * co, Widengren ritornera piil volte nella sua produzione scientifica a occuparsi Le premesse di questo lavoro sono state poste grazie aila cortesia de! Pro dell'Hādāxt Nask, esaminandolo nella sua originalita, eminentemente iranica, f essor Jean Kellens, che mi ha invitato a studiare filologia avestica a Liegi, ben ma cercando altresl d'inquadrarlo in tematiche religiose pili ampie, come quel prima che avessi la fortuna di vincere il concorso di dottorato di ricerca in St~­ le legate all'ascensione dell'anima, allo gnosticisma e ai manicheismo: fra Je di Iranici. Sono profondamente grato ai mio tutore, Professor Gherardo Gnoh, sue ultime traduzioni, segnaliamo quel!a parziale de! 1983. In quest'ultimo de per Ia sollecitudine e la disponibilita con cui ha seguito !' evolversi di questa ri cennio ricordiamo, infine, Ja traduzione di Boyce, ne! 1984, e di Kellens, ne! 1992. cerca e per Ia sua generositii ne! mettermi a disposizione la sua biblioteca, age volando in ogni moda il mio lavoro. A lui devo anche il mio apprendistato ne! non facile terreno de! pahlavi, per fezionato grazie all'assistenza de! mio collega, il Dottor Carlo Cereti, che ha se PIANO DELL' OPERA guito Ia traduzione pahlavi de! testa: ringrazio anche sua moglie Tiziana per la II presente lavoro di edizione critica de! testa dell'Hādoxt Nask 2 e stata sua squisita ospitalita partenopea che mi ha permesso di lavorare in tutta tran e quillitii. Ringrazio il Professor Adriana V. Rossi per avermi resa nota una recen condotto basandosi sull'edizione di Westergaard (1852: 296-299), da cui sta te traduzione persiana dell'Hādoxt Nask; il Professor Jes P. Asmussen e il Dottor ta ripresa la numerazione dei paragrafi: sia la versione avestica che quella pah Stig Rasmussen per l'invio della fotocopia de! codice K21 e de! microfilm di lavi sono uniformate secondo questo criterio che tuttavia non corrisponde aila K20; il Professor Shaul Shaked per un proficuo scambio di lettere e di estratti; il scansione originaria dei mss., che alternano testa avestico e testa pahlavi in se e Professor Werner Sundermann e il Professor Philippe Gignoux per l'invio di al zioni piil frammentarie. P. es. il § 1 diviso in 2 nei mss., il § 2 in 4. II testa di e cuni importanti estratti; il Direttore della Biblioteca dell'Istituto ltaliano per Westergaard stata confrontato con i mss. H6 e K20, utilizzati per l'edizione ]' Africa e l'Oriente, Dottor Mauro Maggi, per la sua disponibilitii; la Dottoressa critica, che vengono qui pubblicati grazie ai microfilm forniti dalla Staats Bi Almut Hintze e il Professor Philip G. Kreyenbroek. Infine, ma in ordine di prima bliothek di Monaco e dalla Royal Danish Library di Copenhagen. ria importanza, grazie ai mio cara amico e collega, Professor Antonio Panaino, per il suo competente e inesauribile sostegno nella realizzazione di questo lavoro. 18 19

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