p Cu («O < z ci 3 Cu w Z o N< s« o c/i o Zz w 55 2" H Libro del Mese: Il gesto nel medioevo dì Jean-Claude Schmitt recensito da Enrico Artifoni e Carla Casagrande Franco Carlini, Pietro Crivellaro: L'arte del camminare e dello scalare Aldo Natoli: Il terremoto sovietico secondo Karol S. Karol Francesco Ciafaloni, Delia Frigessi: Immigrazione, razzismo, esilio AUTORE TITOLO RECENSORE AUTORE TITOLO Doni ad personam: da conoscitore a conoscitore _ ..gjgggg^ GUIDE DI ARCHITETTURA MILANO DE NITTIS FEDERICO ZERI Decenni di lavoro Lo strumento indispensabile La guida per il visitatore colto Il «libro dei libri» Il primo volume dedicato di un grande critico per conoscere la pittura curata dai docenti del politecnico. delle piante e dei fiori: gli erbari all'Italia settentrionale oggi arricchito da un apparato di un grande europeo dell'Ottocento. Guide di Architettura, Milano più belli dal medioevo a oggi. degli scritti di Federico Zeri. iconografico immenso. PIERO DINI E GIUSEPPE LUIGI MARINI (288 pp., 216 ili., L. 25mila) WILFRID BLUNT E SANDRA RAPHAEL FEDERICO ZERI BENEDICT NICOLSON Giuseppe De Nittis Gli Erbari Giorno per Giorno nella pittura Caravaggism in Europe (due volumi, 750 pp., 1100 ili., L. 380mila) (196 pp., 96 tav., L. 120mila) (232 pp., 294 ili., L. 120mila) edited by Luisa Vertova (1140 pp., 1648 ili., L. 650mila) Di prossima distribuzione il secondo volume di Federico Zeri UMBERTO ALLEMANDI & C. sulla pittura dell'Italia centrale. 8, VIA MANCINI, 10131 TORINO, TEL. (011) 882556-7-8, TELEX 224149 ALLARTI, FAX (OLI) 877126 L'INDICE ^B IÒ EI LIBRI D EL M E S E •• RECENSORE AUTORE TITOLO Storia e Antropologia 26 Rita Lizzi Georges Duby, Michelle Perrot Storia delle donne in Occidente, voi. I, L'antichità Angela Groppi 27 Giulia Barone Storia delle donne in Occidente, voi. II, Il medioevo 29 Roberto Beneduce Vanessa Maher Il potere della complicità EEnnrriiccaa CCuullaassssoo GGaassttaallddii SSaannttoo MMaazzzzaarriinnoo FFrraa OOrriieennttee ee OOcccciiddeennttee.. RRiicceerrcchhee ddii ssttoorriiaa ggrreeccaa aarr-- ccaaiiccaa 31 Guido Castelnuovo C. H. Smith, G. C. Garfagnini (a cura di) Florence and Milan: Comparisons and Relations J. M. Cauchies, G. Chittolini Milano e Borgogna, due stati principeschi tra medioe- vo e rinascimento Giorgio Chittolini (a cura di) Gli Sforza, la Chiesa lombarda, la corte di Roma. m 32 M Finestra sul Mondo Guido Franzinetti S. Gomulka, A. Polonsky (a cura di) Polish Paradoxes m Società ed Economia 33 Aldo Natoli Karol S. Karol Due anni di terremoto politico. Urss 1989-1990 35 Alessandro Portelli Roberto Giammanco L'immaginario al potere. Religione, media e politica nell'America reaganiana 36 Francesco Ciafaloni Pap Khouma Io, venditore di elefanti. Una vita per forza fra Dakar, Parigi e Milano Mario Fortunato, Salah Methnani Immigrato Emma Ciccotosto, Michal Bosworth Emma, a Translated Life Delia Frigessi Laura Balbo, Luigi Manconi I razzismi possibili 37 Leon e Rebeca Grinberg Psicoanalisi dell'emigrazione e dell'esilio 38 Sergio Chiarloni William Twining, David Miers Come far cose con regole. Interpretazione e applica- zione del diritto Federico Butera Giuseppe Bonazzi Storia del pensiero organizzativo 39 Marcello Messori Joseph A. Schumpeter Storia dell'analisi economica 41 Alfonso M. Iacono G. Bocchi, M. Ceruti, E. Morin Turbare il futuro. Un nuovo inizio per la civiltà planetaria m Filosofia e Scienze 43 Alfredo Civita Massimo Cacciari Dell'inizio Giulia Boringhieri Franco Restaino Filosofia e post-filosofia in America. Rorty, Bem- stein, Maclntyre 44 Davide Lovisolo David H. Hubel Occhio, Cervello e Visione Giorgio Malacarne E. O. Wilson (a cura di) Biodiversity 45 Da Tradurre Marco Bobbio Norman Cousin Head First. The Biology of Hope Mauro Mancia Robert D. Hinshelwood Dizionario di psicoanalisi kleiniana RECENSORE AUTORE TITOLO Ernst Mayr, Storia del pensiero biologico Marie Bonaparte, Topsy Un testo competente e di grande leggibilità indispensabile La storia delicata di un rapporto senza ambivalenza: quello all'aggiornamento di una^persona colta di oggi. tra l'uomo e il cane. Una vicenda cara a Freud. «La cultura scientifica», pp. xv-932, ril. L. 120 000 «Varianti», pp. 102 con 10 ili!, ril. L. 24 000 Paolo Costantini, «La Fotografia Artistica» (1904-1917) Mercè Rodoreda, La piazza del Diamante Nella più significativa rivista di fotografia del primo «Il più bel libro che sia stato pubblicato in Spagna dopo la guerra Novecento, aspirazioni alla modernità e riflussi estetizzanti. civile». (Gabriel Garda Màrquez) «Nuova Cultura», pp. xl-253 con 61 ili., L. 42 000 «Varianti», pp. 185, L. 24 000 Germana Pareti, La tentazione dell'occulto Jacob Burckhardt, Arte e storia Sullo sfondo della società vittoriana, il tentativo di annettere Il ritorno di un testo famoso rinnovato nell'introduzione, al dominio della scienza i fenomeni del paranormale. nell'apparato e nel corredo illustrativo. Natale 1990 gi», pp. 297, ril. L. 45 000 Introduzione di Francis Haskell «Pantheon», pp. xxv-571 con 29 tavole, ril. in cofanetto L. 70 000 Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt (1906-1975) James G. Frazer, Il ramo d'oro Una biografia filosofica attenta a cogliere il pensiero della Arendt sullo sfondo delle vicende storiche, delle amicizie « Studio della magia e della religione »: e degli amori che lo nutrirono. Bollati Boringhieri Introduzione di Mary Douglas, traduzione di Lauro de Bosis. «La cultura scientifica», pp. 639 con 28 ili., ril. L. 80 000 «Gli Archi», pp. xxx-875, L 55 000 pag 4 N io L'INDICF ••DEI LIBRI DEL MESE IH Il Libro del Mese Le due ragioni dei gesti di Enrico Artifoni JEAN-CLAUDE SCHMITT, Il gesto nel trattatistica varia, essenzialmente l'inabissamento di alcuni termini ri- cezione dell'importanza della posta estasi mistica, della possessione medioevo, Laterza, Roma-Bari 1990, clericale nel millennio medievale, per producono, secondo le fasi, la varia- in gioco. Ragione e sragione, gestus e diabolica, del cordoglio, della guerra, ed. orig. 1990, trad. dal francese di quanto attiene alle interpretazioni bilità della consapevolezza gestuale gesticulatio si oppongono, sono indi- imprevedibili nelle loro manifesta- Claudio Milanesi, pp. 406, Lit esplicite dei movimenti del corpo. degli intellettuali: la parola gestus è catori verbali di un corpo che può zioni perché prosperano in modo ir- 48.000. Iconografia e testi, intrecciati siste- l'indicatore principale, il suo uso im- cambiare continuamente di segno dal riflesso ai margini dei due poli prece- maticamente, convergono nella defi- plica il riferimento a una norma, la punto di vista etico secondo la sua denti. Schmitt adotta per questi il Il titolo originale, La raison des ges- nizione di alcuni momenti cruciali, la sua presenza è spia di un'applicazio- posizione nello spazio. Definiti gli neutro plurale gesta utile a cogliere in tes dans l'Occident médiéval, spiega tarda antichità, il rinnovamento im- ne del pensiero al gesto come proble- estremi, occorre un vocabolo che co- modo complessivo il movimento che bene, giocando con eleganza su periale carolingio e ottoniano, i seco- ma da indagare; di fronte, scomoda praf> l a vasta zona grigia degli atteg- non conosce ancora la legge, l'ogget- to insomma di un continuo lavoro un'ambiguità, l'andamento dello stu- pedagogico che vede il pensiero del dio di Schmitt. La "ragione dei ge- gestus impegnato a ricondurre i gesta sti" è un concetto a due facce, come alla sua propria ragione. Secondo due sono i piani di lavoro del libro, Monaci e chierici, re e giullari quali itinerari? che mette in opera simultaneamente una ricerca delle cause (quale è la ra- Dall'antichità la cultura cristiana gione per cui si fanno gesti nel me- eredita un aggregato di.nozioni desti- dioevo) e uno sforzo interpretativo ài Jean-Claude Schmitt nate a riemergere tutte, ma in mo- (quale è la "ragione", ovvero l'inti- menti diversi, nei^ secoli medievali. ma logica che dovrebbe guidare le Più importante di ogni altra, il lega- pratiche gestuali). Va detto però che me inscindibile fra parola e gesto: nulla è più lontano da Schmitt di una Riportiamo alcune pagine dalla conclusione perché la riflessione sui movimenti visione finalistica. Non si legge qui la di II gesto nel medioevo. Sono utili per capire in del corpo ebbe come sua prima sede e storia di una progressiva razionaliz- quale modo Schmitt affronti le questioni di come canale di trasmissione la tradi- zazione, pensata come inevitabile, fondo della sua ricerca: le molte dimensioni zione retorica, e più precisamente del gesto selvaggio. Abbiamo piutto- del concetto di raison des gestes-, i costumi ge- ì'actio o pronuntiatio (ultima delle sto il bollettino di una lunga guerra stuali come punto di osservazione di una strut- partizioni canoniche di ogni attività di posizione fra la raison gestuale tura sociale; il rapporto fra i movimenti del VjÙ di locuzione), cioè la gestione di vo- proposta dai chierici alla società del corpo e le pratiche della parola e della scrittu- calità e corporeità in maniera conso- medioevo e una déraison del corpo, ra. na alla dignità dell'argomento tratta- insopprimibile e sempre risorgente. to e dello stile scelto. Poi, insieme Intorno alla disciplina dei gesti, al ni, degli uomini sulle donne, del re sui suoi sud- con un collegamento spontaneo fra il controllo del corpo che si muove nel- Attraverso dieci secoli di storia occidentale, diti, dei chierici sui laici. nesso gesto-parola e gli spazi civici lo spazio, si creano alleanze e disloca- ho identificato i percorsi della "ragione dei ge- Il bilancio che possiamo trarne non è dunque che avrà il suo glorioso avatar nel- zioni di cultura. Da un lato, sul ver- sti". Essa presenta due aspetti: da una parte ab- semplice e l'espressione che noi abbiamo scelto l'Italia comunale, la retorica antica sante del decoro e della compostez- biamo individuato i tentativi di interpretazione quando abbiamo iniziato a parlare del medioevo propone al medioevo un lessico for- za, il patrimonio della retorica anti- dei gesti, la loro riduzione alle categorie intellet- — una civiltà del gesto — va intesa in molti mo- malizzato del gesto e la coscienza che ca, la tradizione scritturale, e poi tuali, ai valori significativi e alle norme della di. La fondatezza dell'espressione è confermata il movimento del corpo ha una di- l'esperienza monastica, e poi la ri- cultura. Sotto apparenze simili, la ragione dei ge- dall'ampio ruolo che i gesti occupano nella so- mensione morale, attingibile seguen- flessione degli Scolastici; dall'altro, do la via regia della misura e del giu- dalla parte della proliferazione dei sti presenta infatti molteplici volti. Per un verso, cietà medievale, ma anche dalle preoccupazioni sto mezzo. Modus e modestia sono le movimenti, schegge della società che essa sottomette il "gesticolare" degli istrioni, del- che tali gesti risvegliano, in quest'epoca, in certi parole chiave, Quintiliano è il massi- si costituiscono in altrettante comu- le donne e dei giovani impulsivi alle regole della ambienti culturali. Da un lato, si afferma l'evi- mo teorico dell'uomo gestuale che nità gestuali, vari modi di atteggiare sua morale. Per un altro, condanna o integra ai denza di gesti onnipresenti e onnipotenti: i segni deve vivere a fianco dell'uomo reto- il corpo che equivalgono a segni di suoi valori, a seconda dei casi, i canti, la danza, della croce dei preti e dei fedeli, la mano che giu- rico. appartenenza a un gruppo e di condi- le parti drammatiche e persino i segni di verità ra sulle reliquie, l'imposizione della mano dei Ma il medioevo, è noto, non co- visione dei suoi valori. che gli indemoniati e i mistici enunciano nelle cavalieri, il "gesticolare" dei giullari e dei predi- nobbe Quintiliano nella sua integrità Schmitt, in questo libro che con- loro trance. Per un altro verso ancora, gareggian- catori, i gesti rituali dei monaci, dei chierici, dei ed elaborò le sue cognizioni retoriche clude una ricerca durata molti anni, do in "distinguo " ed allegorie, essa combatte i re, la danza nei cimiteri e la stessa immagine del a partire da materiali più dimessi. So- non ha intenti catalografici. Non co- gesti "magici", ma, contro gli assalti di una criti- Cristo che danza. L'elenco di questi gesti, delle prattutto, fondò la sua etica gestuale struisce tipologie di atteggiamenti né ca teologica che non risparmia nemmeno i gesti loro descrizioni nei testi, delle loro raffigurazioni nell'ambivalenza verso il corpo: un repertori di posizioni delle mani o di sacramentali, innalza le mura delle credenze le- è senza limiti. Ma nello stesso tempo, la cultura corpo cristiano, un male necessario, espressioni del volto. Vorrebbe inve- gittime e di un dogma che non si discute. dotta richiama, affina, giustifica in commentari una prigione che stringe l'anima e al- ce rispondere a domande di altro or- lo stesso tempo rende possibile il mi- ridondanti, l'antico e tenace disprezzo verso il dine: che cosa significa fare un gesto, D'altra parte, attraverso tutti questi commen- stero dell'incarnazione. La corrente nel medioevo? chi e in quale modo si tari, e attraverso dei tipi di rappresentazione di- corpo, "prigione dell'anima" e occasione di pec- del pensiero gestuale assume nell'al- assunse l'incombenza di interpretare versi, abbiamo anche visto come i gesti rivelino cato. Questo disprezzo, tra le altre cose, ispira to medioevo andamenti carsici, si ri- e classificare la gestualità medievale, le strutture del potere, le gerarchie fondamentali anche una grandissima diffidenza nei confronti cava con difficoltà una via tra la dif- connettendo alle diverse pratiche ge- della società: poiché i gesti che gli uomini effet- dei gesti e induce ad odiare il loro "debordare", fidenza della carne, il peso della stuali diversi giudizi etici? La rispo- definito "gesticolare". I gesti devono essere sot- scrittura che offre descrizioni di ge- tuano tra loro o che rivolgono alle potenze invisi- sta è di necessità cercata in due aree: sti ma non teorie dei movimenti, la in quella iconografica, per quanto at- bili, manifestano, perfino nei rituali d'inversio- tradizione monastica che annienta il tiene ai sistemi di rappresentazione ne, la presupposta superiorità di Dio sugli uomi- gesto individuale in sequenze di atti della gestualità (un'iconografia esa- collettivi. Per tutto il primo millen- minata per cogliervi, più che indica- nio dell'era cristiana il gestus indica- zioni tassonomiche, il criterio della tore della raison des gestes al lavoro, raffigurazione, i rapporti reciproci li XII e XIII, fra i quali intercorrono compagna di viaggio, la gesticulatio, giamenti non propriamente ricondu- conosce un riflusso progressivo, solo fra i soggetti, appunto la raison ulti- fasi di minore tensione rappresenta- nome collettivo di tutto quanto negli cibili alla sragione ma non conquista- in parte limitato dalla perdurante ma; ne derivano una campionatura tiva e interpretativa. atteggiamenti del corpo è disordine ti alla disciplina. Sono i gesti più fortuna del patrimonio antico nei te- per sondaggi e una lettura "di parte" Il vocabolario tecnico è una guida ed eccesso, termine che denuncia co- sfuggenti e informali, quelli per 8> non prive di rischi); in quella di una importante, perché l'uso intenso o munque, sia pure in negativo, la per- esempio della trance, della danza, AIUTO (Da.ASS AUTO UNSURANCQE BGNBTBONSI BIRCIE MOTOIRIROEQPABIR 5 N 0 riNDjCF - ••DEI LIBRI DEL M E S EH Il Libro del Mese <S movimento implicita, scritta nelle Centri e margini pratiche sociali, nei rituali e nei siste- sti di piti diretta funzionalità politica mi di relazione, rintracciabile soprat- i di un medievista (gli specula principum). Ma il centro tutto attraverso le fonti narrative. di gravità si è spostato. Il gesto regale Insomma, il medioevo "civiltà de è una liturgia del potere che ha il suo gesto", secondo il suggerimento d:i — centro ordinatore nell'essere un ri- Le Goff che è alla base del lavoro d ' di Carla Casagrande flesso della gloria trascendente di Schmitt? Probabilmente sì, ma pit Dio, non in una riappropriazione ancora il medioevo come civiltà di umana dello spazio che circonda il una congiunzione gesto-parola e di Jean-Claude Schmitt ci aveva abi- la cultura folklorica, una linea di con- corpo. Non è umana l'immagine del una cultura che intorno al corpo e al- tuati a viaggiare nei secoli medievali fine instabile, rigida nei momenti di gesto dominante di questi secoli: la le sue operazioni costruisce smisurati della nostra civiltà percorrendo stra- scontro, flessibile nei momenti di mano di Dio che regge dall'alto delle sistemi di divieto che si trasformano de poco conosciute e avventurose. scambio, che Schmitt ha via via rico- pagine dei salteri carolingi e ottoma- paradossalmente in dispositivi di co- Prima le beghine e i begardi, figure struito analizzando rituali, leggende ni un paese di uomini congelati nella noscenza. In quanto a Schmitt, ci ha in bilico tra eresia e ortodossia, am- e credenze nei quali la cultura cleri- fissità. Soprattutto dal XII secolo ritorna il gestus con una nuova contrastata felicità del corpo, nella generale vo- Chiesa perde il monopolio della scrittura. Nel lontà di sapere e di dare nome e ordi- ne alle cose che fu tipica della cultura medesimo periodo, gli usi quasi esclusivamente no 1982); frequentando queste zone bassomedievale. Liste, elenchi, cata- religiosi ed ampiamente simbolici della scrittura di confine Schmitt aveva poi incon- loghi: dentro gli strumenti della clas- cedono il posto ad impieghi diversificati — lette- trato altri temi — il sogno, le ma- sificazione l'etica del gesto conosce rari, giuridici, amministrativi — e spesso più pra- schere, gli spettri — spie di altri con- un poderoso rilancio e approda all'in- 5 tici, della cosa scritta: la scrittura in vernacolo si fini che attraversano la società me- dagine più sistematica dai tempi di pone a poco a poco in concorrenza con la scrittu- dievale, quelli tra realtà e visione, Quintiliano nel De institutione novi- natura e soprannaturale, mondo dei ra latina; essa si diffonde in maniera massiccia, tiorum di Ugo di San Vittore. Si tra- vivi e mondo dei morti (Religione, mentre si impone Usuo valore di prova a scapito sforma anzi in una sapienza esatta, folklore e società nell'Occidente me- delle procedure esclusivamente orali o gestuali. perché nell'opera si costruiscono dievale, Laterza, Roma-Bari 1988). simmetrie infallibili tra modalità ge- Ma il fatto che la Chiesa perda Usuo monopolio Schmitt ci aveva insomma abituati a stuali e vizi corrispondenti, geome- sulla scrittura fa sì che per essa risulti sempre più entrare nella società medievale co- trie di negazioni nelle quali il cristia- necessario affermare i propri poteri simbolici. minciando dai suoi margini, dalle sue no può viaggiare con una carta sicura Anche questo passa attraverso i gesti: l'esaltazio- pieghe più segrete, dalle sue rimozio- di orientamento, il criterio del "nec ne dei gesti del prete e della dignità della sua ma- ni, dalla sua parte più oscura. Questa plus" e "nec minus". Spia di una no, accompagna il richiamo insistente sui privile- volta invece gli spazi evocati sono nuova densità di pensiero il gestus è gi insigni legati alla sua persona e al suo stato. quelli luminosi e illuminati che stan- definito da Ugo come figuratio, con- no al centro della società medievale: i figurazione armonica delle membra e Vediamo così come il gesto sia contempora- palazzi dei re, i monasteri, le chiese; insieme figura di ciò che è nascosto, i neamente esaltato e oggetto di forti sospetti, on- qui una serie di gesti, codificati in ri- moti dell'anima. Il contesto è disci- tomessi, ' 'modesti ' ', conformi ad una morale che nipresente e tuttavia subordinato. Per quanto te- tuali precisi — l'incoronazione, il plinare, ma il corpo in movimento si vuole più interiorizzata. nuto a freno dalla morale o dalle regole del ritua- giuramento, la preghiera, la messa viene finalmente reinstaurato come Ma i pensieri che gli uomini comunicano tra le, mai il corpo si confessa vinto; più si stringe su —, circoscrivono l'identità e il pote- oggetto di conoscenza che l'indivi- loro e a Dio non si esprimono solo attraverso dei di lui e sui gesti la morsa delle norme e della ra- re di coloro che li compiono e garan- duo può assumersi in piena responsa- gesti. Incessantemente viene richiamato il prima- gione, più si esasperano anche altre forme di ge- tiscono il funzionamento della socie- bilità. La via è aperta per la percezio- to della parola, di cui i gesti non sarebbero che i stualità, ludiche (con i giullari), folcloriche e tà. ne del gesto come linguaggio e come Ma come prima si partiva dai mar- servitori più o meno docili e più o.meno necessa- grottesce (con il carnevale) o mistiche (presso i pratica comunicativa, che sarà il pro- gini per arrivare al centro, ora il cen- ri. Così come la parola esprime la confessione, il devoti e i flagellanti del tardo medioevo). Anche blema del secolo XIII. tro illumina le zone di confine: il ge- Alcune soluzioni appaiono affasci- consenso, l'omaggio o la presenza reale del corpo questa dimensione è inscritta nei fondamenti più sto maledetto dell'indemoniato, nanti. È il caso della locutio per sigtia del Cristo, non è forse sempre lei che fa il sacra- profondi della cultura cristiana: dato che essa quello disprezzato del giullare... Di cluniacense, dove il corpo è un sup- mento? Certo, il gesto è sempre presente, ma co- esalta la potenza del corpo incarnato del Figlio di fatto la ricerca sui gesti e quella sui porto su cui le mani inscrivono i mes- me acciambellato all'ombra del Verbo. Senza Dio, non è forse necessario che riconosca all'oc- rapporti tra cultura dotta e cultura saggi della quotidianità monastica. misconoscere il gesto, ma senza arrivare nemme- casione il valore sacro e l'efficacia simbolica dei folklorica si sono sviluppate contem- Ma la vera ricerca intellettuale due- no a precisarne in assoluto il ruolo, la cultura uf- gesti degli uomini o quantomeno di alcuni tra lo- poraneamente in due seminari ani- centesca passa altrove, nella saldatu- ficiale non riesce a risolversi di attribuirgli il me- ro, i santi, gli indemoniati, i folli? E quando essa mati da Schmitt e da Le Goff all'E - ra tra la funzione paralinguistica dei desimo posto che attribuisce alla parola. In realtà vi si rifiuta, il fiorire, particolarmente tra le don- cole des Hautes Etudes a partire dal- gesti e la comunicazione allargata. la metà degli anni settanta fino ai pri- questo non è altro che la conclusione logica di ne, dei gesti mistici, costituisce la risposta all'in- Dunque nella predicazione degli or- mi anni ottanta e hanno rappresenta- una lunga tradizione di spiritualizzazione della quadramento scolastico, clericale e mascolino dini mendicanti, che sposa la tradi- to due punti di vista diversi, ma zione della retorica antica a quella parola e della lingua la cui conseguenza è quella dell'esperienza religiosa. complementari, da cui guardare allo dello spettacolo di strada; e nello svi- di designare per contrasto le pesantezze del corpo Evitiamo, di conseguenza, di illuderci che vi stesso oggetto. Due punti di vista se- luppo della retorica civile nell'Italia come propizie al peccato. sia stato un "progresso " lineare nella storia se- gnati da un'identica opzione meto- comunale, dove l'equazione fra bene Infine, il gesto è posto in concorrenza con lo condo il quale una qualche fatalità storica avreb- dologica, i cui emblemi sono l'inter- parlare e bene vivere trova un'artico- scritto, che svolge un ruolo sempre maggiore nel- be dovuto per forza consacrare, con il trionfo disciplinarità (antropologia certo, lazione in una nuova tecnologia del ma anche sociologia e psicoanalisi) e le pratiche concrete e si diffonde sempre di più della Ragione e la diffusione della scrittura, la gesto che deve accompagnare la pa- la pluralità delle fonti (fonti scritte, quale garanzia di autenticità. Nel XIII secolo, la perdita del gesto e dei suoi valori simbolici. rola regolata. Schmitt dedica giusta tradizioni orali, ma anche, e in misu- attenzione a Boncompagno da Signa, ra sempre crescente, immagini). di cui segnala un passo a lungo sfug- Con quest'ultimo libro è possibile gito agli studiosi, nel quale il dettato- ora ripercorrere tutte le fasi del lavo- re si attribuisce il merito di avere dato un libro importante, il cui ordi- biguamente collocate sulla linea di cale, forte del potere della scrittura, ro di ricerca compiuto da Schmitt in composto un trattato "de gestibus et to complessivo risulta superiore alle confine che divide i laici dai chierici aveva saputo cancellare o reinterpre- quegli anni, il suo continuo andare e motibus corporum humanorum". singole parti: una struttura e una pe- (Mort d'une hérésie, Paris 1978); tare in un'ottica cristiana elementi venire dai margini al centro di una Non pervenuta, e forse mai scritta, riodizzazione pienamente convin- quindi un'altra linea di confine, dell'"altra" cultura (Ilsanto levriero. cultura che si rivelava, ad ogni inda- l'opera rappresenterebbe il primo centi, un fruttuoso incrocio di fonti quella che separa la cultura dotta dal- Guinefort guaritore di bambini, Tori- gine, sempre più complessa, dotata contributo della tradizione occiden- diverse, un filo conduttore, la ragio- di più margini e di più centri. In que- tale integralmente dedicato all'argo- ne del gesto, che collega saldamente i sta cultura multipolare, dislocata su mento. Ma in verità sul pensiero ge- brani della ricerca. Con questo lavo- livelli diversi e percorsa da una co- stuale nelle repubbliche cittadine ro lo storico contribuisce in modo ri- stante conflittualità contano gli Schmitt è lievemente sbrigativo (val- levante allo sviluppo di un settore di- scambi, le relazioni, i contatti, conta- ga da esempio il curioso errore di tra- sciplinare nuovo, che attende solo di no le possibilità e le modalità della duzione del "contionator" di Bon- essere riconosciuto nella sua esisten- comunicazione, in una parola i "lin- compagno, che non è affatto un za: l'antropologia della comunicazio- guaggi". E ad essi Schmitt ha sempre "araldo" bensì un oratore da consi- ne nel medioevo. Tra la storia della dedicato grande attenzione: prima la glio) e non sottolinea a sufficienza retorica e quella della scrittura, tra la parola, quella trionfante dei predica- come, in quella comunità politica storia dell'oralità e quella della paro- tori di fronte a quella più sommessa aperta, retorica della parola e retori- la e del gesto va ritagliato uno spazio delle tradizioni folkloriche; quindi il ca del gesto conobbero una vera ri- di confine. Lì si deve instaurare una gesto, celebrato da questo libro in surrezione e si ricombinarono orga- storia dei flussi e delle strategie di co- tutti i suoi aspetti; ora l'immagine. nicamente, al modo antico, in una municazione attivate, in contesti da- Sul ruolo e sullo statuto dell'immagi- nuova dirompente tecnologia della ti, da soggetti sociali diversi, una ne nella società medievale Schmitt comunicazione. Il fatto è che la sua scienza degli uomini che, con tutti gli conduce da qualche anno un nuovo preferenza va alla raison des gestes di- strumenti a loro disposizione e lavo- seminario. Aspettiamo presto un al- spiegata esplicitamente nella trattati- rando dentro i modelli culturali esi- tro importante libro. stica e nell'iconografia, come dimo- stenti, vogliono continuare a parlar- strano anche i capitoli finali sulla si. preghiera e sulla concezione magica del gesto; va meno alla cultura del La Traduzione Un Faust per tutti constata che l'adozione di metri re- Nel mare della lirica golari talvolta giova, in relazione ai significati, talvolta nuoce). di Giorgio Cusatelli Ma riprendiamo l'introduzione di di Anton Reininger Mattenklott, per osservare come es- sa evidenzi il caratteristico momento JOHANN WOLFGANG GOETHE, Faust to faustiano, magari indotta da altre della migliore critica tedesca, che si JOHANN WOLFGANG GOETHE, Tutte le braccia quasi settant'anni di vita let- Urfaust, Garzanti, Milano 1990, occasioni (le musiche di Gounod e di vede costretta ad ardue mediazioni poesie, a cura di Roberto Fertonani, teraria, dagli ultimi riflessi del roco- trad. dal tedesco di Andrea Casale- Boito), che come meditata applica- tra l'eredità del sociologismo di ma- con la collaborazione di Enrico Gan- cò agli echi del romanticismo. gno, pp. LXXXVIII-1374, Lit zione al testo goethiano. E appare trice marxistica e le tentazioni di de- nì, Mondadori, Milano 1989, 2 voli., Di fronte alla fatica e alle immani 72.000. opportuna, nella realizzazione, la de- costruzione (Mattenklott insegna, pp. LXX-1885, Lit 90.000. difficoltà che la traduzione di un'o- cisione di rispettare proporzioni e con sintomatica ubiquità, in Germa- pera così poliedrica comportava è le- Restando sommamente indeciso ritmi quantitativi dell'originale (tan- nia e negli Stati Uniti). In particola- Che Goethe lirico sia sconosciuto cito parlare di impresa epica, degna se i tempi in cui viviamo debbano te righe tedesche, altrettante righe re, un simile metodo di ametodicità al pubblico italiano è forse esagerato. di essere segnata negli annali della vi- collocarsi sotto il segno della restau- italiane) e di cercare la stretta ade- consente raggiungimenti preziosi a Esiste infatti da vent'anni la splendi- ta culturale. Rendere accessibile a un razione o piuttosto sotto quello di vasto pubblico l'opera lirica del mas- un'atipica rivoluzione, è inevitabile simo poeta tedesco significa colmare che il forte recupero di Goethe cui uno dei vuoti che addolorava di più. assistiamo ormai almeno da un anno, F PER CAPIRE La lirica goethiana vista sullo implichi la medesima contraddizio- sfondo della letteratura settecente- ne: cerchiamo un sostegno, un sim- sca ha del miracoloso: in essa si com- bolo di staticità, oppure l'avvio, at- IN UN MONDO CHE CAMBIA. pie un salto di qualità che ha relegato traverso l'accettazione di un presen- i predecessori in una posizione di te precario, verso movimenti e scatti quasi oblio. Rappresentò per le gene- ulteriori? razioni successive un modello poeti- Eccoci davanti, insieme ad altri co insuperato esercitando un'attra- testi goethiani, maggiori e minori, zione che si potrebbe definire addi- che affollano lo scaffale, al vertice rittura soffocante. Goethe si pone al- "ufficiale" del lavoro di uno scritto- l'inizio di una tradizione lirica che re che, a lungo considerato espressio- terminerà solo verso la fine dell'Ot- ne per eccellenza della cultura tede- tocento. sca, può essere oggi più agevolmente Non c'è altro poeta tedesco la cui (e legittimamente) ascritto, per fre- opera includa una tale varietà di si- quenza di scambi e intensità d'in- stemi espressivi. Essa non è il frutto fluenze, all'intera tradizione euro- di un'arbitraria disponibilità delle pea, una volta che di questa si ricono- forme liriche tradizionali, nei con- sca e si auspichi la fondamentale uni- fronti delle quali il poeta si pone a tà: il Faust, che ritorna nella nuova una distanza storicizzante, ma di una versione di Andrea Casalegno, com- personalissima rielaborazione degli pleto della prima e seconda parte e stimoli culturali esercitati.da una tra- della stesura giovanile (l'Urfaust, co- dizione letteraria più che millenaria, medi suole chiamarla). alla quale Goethe si riallaccia attra- E un avvenimento importante, sia verso una complessa mediazione esi- per l'impresa del traduttore (che for- stenziale. Il legame fra vita e arte, nisce anche un commento), sia per che ispira la lirica goethiana fin dai l'originalità dell'introduzione di convenzionali tentativi in stile ana- Gert Mattenklott, figura di punta creontico delle poesie di Lipsia, spez- della critica giovane (qui opportuna- za i condizionamenti neoclassici, che mente si legge anche la sintesi pre- limitavano ancora un Klopstock, in messa, nel 1948, da Erich Trunz alla nome di un realismo risultato dav- sua Hamburger Ausgabe), sia, infine, vero rivoluzionario nel Settecento per la snella bibliografia apprestata tedesco. da Emilio Bonfatti. Le poesie goethiane riflettono l'e- Non credo che l'iniziativa di Casa- voluzione esistenziale del poeta, so- legno si debba valutare sulla base del no il fedele sismografo dei cambia- confronto con gli altri Faust che ten- menti ideologici ed estetici che si gono tuttora il campo: quello di Gui- producono nel corso della sua vita in do Manacorda, cui la trasposizione risposta agli stimoli della storia. Per in prosa conferisce una monumenta- questo motivo la scelta dei curatori lità talora plumbea; quello di Gio- di seguire il tracciato della Ausgabe vanni Vittorio Amoretti, viziato da letzter Hand, che rinuncia all'ordine una simulata scioltezza; quello di cronologico delle poesie, non mi pare Franco Fortini, molto elitario, inve- delle più felici. La suddivisione per stito da un'esperienza diretta di poe- Nel primo volume, una ricostruzione chiara e completa dell'evoluzione sto- generi lirici, o per temi, distrugge so- sia. Casalegno, infatti, si è proposto stanzialmente il percorso storico del- una funzionalità più consona alla si- rica dal Cinquecento all'età napoleonica e il consolidamento degli Stati Uni- l'opera poetica goethiana. tuazione odierna della cultura lette- raria, che è divenuta bene di consu- ti. Nel secondo volume, la storia più recente: dalla Restaurazione ai giorni Un'edizione così ambiziosa avreb- be potuto assumersi anche il compito mo fruito da strati sempre più vasti e nostri. La Storia dell'età moderna e contemporanea di Massimo L. Salva- di offrire al lettore italiano non ger- indiscriminati. Su una scelta simile manista un filo d'Arianna per guidar- non è il caso di fare del moralismo, dori, un efficace strumento di indagine per capire in un mondo che cambia. lo in questa sterminata massa di poe- bisogna prenderne atto utilizzandola sie permettendogli di ripercorrere la come esclusivo parametro per un giu- logica interiore di questa evoluzione dizio circa il risultato. straordinaria. Non voglio essere La mossa di partenza risulta esat- frainteso. Non intendo affatto smi- ta, consistendo, mi sembra, nella LOESCHER nuire i grandissimi meriti dell'impre- constatazione che l'interesse italiano sa. Mi pare però che la sua riuscita per il Faust si è manifestato sinora piuttosto come partecipazione al mi- renza semantica, senza sovrapposi- proposito della tanto discussa secon- da edizione degli Inni, pubblicata da zioni più o meno ideologiche dal- da parte del Faust. Sprizza fantasia e Einaudi a cura di Giuliano Baioni, l'esterno. In tal modo, possiamo ap- stimola riflessioni una pagina del ge- alla quale si sono aggiunte nel decen- punto considerare assicurata la fun- nere: "Il mondo di Faust è diventato nio seguente edizioni moderne delle zionalità della traduzione, adatta ad sua proprietà. Egli l'ha, ma non lo Elegie romane e delle Ballate. Ma per una lettura media e ad un impiego possiede. Lo detiene come il borghe- altre parti essenziali della sua opera teatrale diffuso. se capitalista, per sfruttarlo; non lo lirica non esistono traduzioni, o Riserve si possono sollevare circa possiede come uomo. L'apoteosi cri- quelle esistenti sono invecchiate e l'organizzazione della metrica. Casa- stiana che defrauda Mefistofele del difficilmente reperibili. Fino al do- legno s'è preoccupato di far corri- suo bottino non discende dalla logica pogùerra erano spesso di carattere spondere all'estrema varietà dell'ori- di questa allegoria storica: in essa il poetico, volevano cioè sostituirsi al- ginale una parallela ricchezza di me- poeta testimonia al suo eroe, di cui l'originale, falsificandone quasi sem- tri italiani, confezionando a getto coglie i limiti senza poterli eliminare, pre il carattere estetico specifico. continuo settenari, endecasillabi, l'estrema pietà. La chiusa operistica Quest'edizione di Tutte le poesie di martelliani, e persino tentando, spo- mima la conclusione drammatica a Goethe, diretta da Roberto Fertona- radicamente, la rima. Tale procedi- un poema che aveva scelto la forma ni con la collaborazione di Enrico mento introduce rilevanti difficoltà di una rivista allegorica proprio per Ganni, permette dunque per la pri- foniche per cui contraddice la pro- congedarsi definitivamente dalle for- ma volta di rendersi conto della ric- gettata semplicità (fuori di teoria, si me chiuse del dramma eroico". chezza di un impegno poetico che ab- • DEI LIBRI DEL MESE| ficilmente abbordabile un volume di giustificare: era centrato su due ope- Gray, Goethe the Alchemist (Cam- Critica <3 cui invidiavamo lo spessore; non ci re, Gli anni di noviziato di "Wilhelm bridge 1952), diventano fondamen- sarebbe stata ancora maggiore, se piaceva il metodo di Citati e il suo Meister e il secondo Faust, con dei ca- tali negli studi posteriori, specie nel avesse affrontato più coraggiosamen- modo di confondere critica e narrati- pitoli intercalati che raccontavano la libro di Heinz Schlaffer, Faust II. te questo scoglio. Il significato ideo- va; infine l'anno precedente era usci- vita di Goethe dopo il ritorno dal- Teil. Die Allegorie des XX. Jahrhun- logico ed estetico di questi testi si to il libro di Giuliano Baioni, Classi- l'Italia. Questa riduzione a due ope- derts (Stuttgart 1981), che li utilizza schiuderebbe più facilmente al letto- cismo e rivoluzione. Goethe e la Rivo- re fondamentali della maturità e del- per una riconsiderazione non lukac- re rendendo percepibile il processo onniscienza luzione Francese, che abbordava l'i- la vecchiaia permetteva di insistere siana dello spirito anticapitalistico in storico che sottende al loro divenire. nabbordabile con procedimenti e sul Goethe che più piaceva all'auto- Goethe. Quello che in Citati era al Mi rendo conto delle difficoltà di risultati che ci sembravano assai più re: il Goethe simbolico o meglio alle- servizio di un'interpretazione anti- realizzazione, che peraltro non con- dì Cesare Cases persuasivi. gorico, il Goethe della lega della Tor- storicista qui viene ricondotto a una sistono unicamente — come sembra Eppure a vent'anni di distanza si re e del carnevale del primo atto del diversa forma di storicismo. Ma nelle suggerire la prefazione — nella ne- vede che proprio l'estraneità di Cita- secondo Faust; il Goethe che si ri- osservazioni particolari l'antistorici- cessità di far figurare parecchie poe- PIETRO CITATI, Goethe, ed. riveduta, ti al clima e alle idee del dopoguerra chiama all'alchimia e tenta di pro- smo di Citati otteneva gli stessi esiti. sie più di una volta, a causa delle leg- Adelphi, Milano 1990, pp. 626, Lit gli avevano suggerito molte giuste in- porre una scienza che non imponga i Quando egli nel famoso dialogo tra gere modifiche apportate da Goethe. 40.000. tuizioni che sarebbero state riprese suoi schemi alla natura ma si manten- Faust e Elena, in cui questa impara a L'opera lirica goethiana non ha la dalla critica posteriore. Il libro, dato ga fedele allo spirito di unità che la imitare la rima usata dall'eroe qui struttura architettonica delle Fleurs L'opera di Citati ritorna dopo l'estremo soggettivismo dell'autore, anima. Questi motivi, che Citati ave- trasformato in cavaliere crociato, si du mal, testimonia piuttosto la gran- vent'anni con qualche aggiunta nel non aveva un disegno che occorresse va in parte desunto dal libro di R.D. rifiuta di vedere con Lukàcs un mo- mento particolarmente importante diosa trasformazione di un artista in cui si attua la sintesi di spirito clas- che attraversa i paradigmi stilistici sico e medievale, limitandosi a osser- più diversi, elevando l'evolversi della vare che "tra i castelli gotici di carto- propria persona a massima esisten- ne e i trionfi della magia di Mefisto- ziale. Il rispetto delle ultime volontà fele" anche Elena "diventa un'abile del classicista weimariano (che ispira attrice moderna e adotta perfino le la maggior parte delle edizioni fino ai rime baciate, con le quali un Minne- giorni nostri) comporta un'evidente sanger come Faust ama esprimersi", perdita di precisione del profilo sto- credo che sia lui ad aver ragione. rico. Se ha spesso ragione come inter- Il ricco apparato storico-filologico prete di Goethe, ha però sempre tor- che accompagna il testo riesce a ov- to come scrittore. Qui si trova per la viare solo in parte al problema di prima volta, credo, ampiamente di- un'informazione storica coerente. Il spiegato il novello modo di scrivere commento e le note permettono sen- citatiano, e non è che questo ci ralle- za dubbio al lettore di inquadrare la gri. Il suo pregio, per chi non se ne singola poesia nel contesto storico- stanca presto, può essere l'onda av- biografico, ma non sostituiscono cer- volgente del discorso che permette di to l'esperienza intuitiva che deriva trasformare tutto in racconto. Ma il da una lettura cronologicamente or- lettore è sconcertato dall'indistinzio- dinata dei testi. Rischia di sfuggire ne che ne risulta tra fatti e ipotesi, per esempio il significato del potente tra accertato e immaginato. Qualche rinnovamento della lirica tedesca co- esempio: "I cortei mascherati... sem- stituita dai Lieder e inni del quin- brano quelli che qualche decennio quennio 1770-75, quando intorno a prima avevano rallegrato la corte di Goethe nasce a Strasburgo e Franco- Lorenzo il Magnifico e che Anton forte il movimento dello Sturm und Francesco Grazzini aveva raccolto e Drang. illustrato in un libro". Ma questo li- Molto meno problematico si pre- bro l'ha letto solo Citati o anche senta il periodo classico. I grandi Goethe? Come facciamo a saperlo? blocchi delle Ballate ed Elegie romane "Come negli affreschi del Campo- costituiscono un corpo poetico il cui santo di Pisa [gli anacoreti] vivono carattere inconfondibile segna il pe- nelle caverne montane..." Benissi- riodo 1790-1800. Proprio di fronte mo, ma chi fa il paragone: Citati o al Goethe classico ci si accorge che Goethe? Immagino che queste per non tutte le parti della sua opera liri- Citati siano domande da filistei. Il ca hanno resistito in misura eguale al fatto è che i filistei come noi sanno tempo. L'epigramma, che conquista che Goethe conosceva la raccolta del un posto centrale nella produzione li- Grazzini e si è ispirato all'affresco di rica fin dal soggiorno veneziano nel Pisa, ma non tutti lo sanno. 1790 e che diventerà nelle Xenie lo strumento prediletto per combattere Inversamente si dice del famulus tendenze letterarie ed estetiche inde- Wagner: "Leggeva qualche tragedia siderate, difficilmente potrà contare greca, si esaltava declamando le ora- su un interesse estetico immediato. zioni di Cicerone, le storie di Livio e Non è forse esagerato parlare di un le Vite parallele di Plutarco, studiava indebolirsi della vena genuinamente i più famosi trattati di retorica del- lirica di Goethe verso la fine del pe- l'antichità: forse collezionava codici riodo classico. Egli cede alla polemi- di Origene e di Valerio Massimo; e ca e alla satira o si chiude nell'arma- tra i testi più moderni avrà amato tura di una saggezza di olimpica im- specialmente i dialoghi di Erasmo e perturbabilità che si esprime in poe- la Poeterei di Martin Opitz". Il "for- sie di marmorea levigatezza. se" dovrebbe separare i fatti dalle La traduzione, opera di cinque ipotesi, ma siccome qui si tratta di un collaboratori, rispetta degnamente personaggio inventato della cui bi- l'intento dei curatori di offrire al let- blioteca, a differenza di quella di tore unicamente un supporto alla Don Ferrante, .non sappiamo un bel comprensione del testo tedesco, sen- nulla, sono tutte ipotesi, le prime za sostituirsi ad esso. L'aderenza al- forse più verosimili delle seconde. È l'originale rispetta però, quasi sem- lecito ricostruire le letture di un per- pre, le esigenze di uno stile italiano sonaggio in un'evocazione fantasti- schietto e lineare, che non cade mai ca, ma non in un contesto in cui di nella tentazione di evocare le qualità letture autentiche ce n'è tante. espressive dell'originale. Senza dub- Citati non distingue i gradi di real- bio, le scelte semantiche dei tradut- tà perché tutti rientrano nella sua on- tori, più di quelle sintattiche, potreb- capitolo sulla Notte classica di Wal- niscienza di demiurgo. Wagner è bero costituire in singoli casi oggetto purga e un utile indice analitico de- un'emanazione di Goethe, ma Goe- di discussione, ma nel loro insieme sunto dalla traduzione americana. ELSA ROMEO the è un'emanazione di Citati, quin- mi sembrano adeguate allo spirito Quando usci la prima volta (nel di lui sapendo tutto di Goethe sa an- Interviste sulle rivoluzioni moderne dei testi. 1970, da Mondadori), nonostante il che che libri avrebbe fatto leggere a notevole impegno dell'autore, l'acri- Wagner. Dunque ancora riserve ac- bia filologica ben visibile tra le pie- Prefazione di cademiche? Ebbene sì, anche se la ghe del bello stile e le ottime creden- Giovanni Spadolini fantasia sfrenata qualche volta l'az- ziali accademiche dei consulenti mo- zecca là dove fallisce la prudenza ac- bilitati, il libro non ebbe buona stam- cademica. E poi si sarebbe inclini al- Interventi di pa tra gli addetti ai lavori. C'erano l'indulgenza se questo libro, che tut- ragioni buone e cattive: regnava R. De Felice, G. Galasso, G. Spadolini to sommato resta il migliore dell'au- quell'atmosfera che oggi i begli spiri- E. Galli Della Loggia, L. Colletti, N. Mattcucci tore, fosse rimasto un'eccezione. ti che allora ne erano impregnati de- Invece dopo vennero i Tolstoj e i finiscono "dittatura di sinistra"; Kafka, e Cadmo si congiunse in ma- eravamo tutti lukacsiani o almeno MARCO editore - 87010 LUNGRO di Cosenza trimonio con Armonia. storicisti; diffidavamo dell'outsider e via Camicia Rossa, 12 - tel. e fax (0981) 947555 della sua sicumera che gli permetteva Distributori: Diest (naz.), The Courier (Toscana ed estero) di scrivere su un argomento così dif- ^ Marsilio La Traduzione Letteratura universale L'ingegno del Buscón Omero ILIADE di Maria Rosso Gallo a cura di Maria Grazia Ciani commento di Elisa Avezzù pp. 1152, rilegato, L. 60.000 FRANCISCO DE QUEVEDO, Il traffico- nesta sulle convenzioni del genere pi- ne di Gasparetti (Utet, Torino 1935 ne, introd. di Maria Grazia Profeti, caresco il suo naturale gusto per la ca- e successive ristampe; Bur, Milano ne cattolica. Profeti compie la sua re- Rizzoli, Milano 1990, ed. orig. 1626, ricatura, la deformazione grottesca e 1967). visione, utilizzando l'edizione critica trad. dallo spagnolo di Antonio Ga- la ricerca di significanti che designa- Le difficoltà, ovviamente, non pubblicata da Làzaro Carreter nel Giampaolo Rugarli sparetti, revisione di Maria Grazia no due o più referenti reali. L'auto- mancano, anzi, iniziano già con il ti- 1965 (La vida del Buscón llamado don L'ORRORE CHE MI HAI DATO Profeti, pp. 464, Lit 13.000. biografia del picaro — la narrazione tolo, come evidenzia la Profeti nella Pablos, Csic, Salamanca 1965; 2" ed. Folle, osceno, sanguinario: di un arco vitale che va dall'infanzia sua introduzione: buscón, infatti 1980), che fino ad oggi è considerato il mostro che è in noi "Mi sembra che tradurre da una alla maturità, omologato dalla co- "indica... chi si guadagna la vita con il testo più attendibile. Così, limitan- pp. 184, L. 24.000 lingua all'altra sia come guardare de- stante permanenza nelle sfere sociali l'inganno, dandosi da fare in maniera doci a un solo esempio, nel capitolo III. 9, dove entra in scena un marito Enzo Mandruzzato cornuto e contento, troviamo il se- QUINTO NOH AMMAZZARE guente commento del narratore pro- Un movente tagonista: "capii che qualche sciagu- che la legge non contempla. Complici finzioni Un criminale inquietante. rato avrebbe detto che questi mariti Una soluzione che osservano il precetto di San Paolo: di non si prevede avere moglie come se non l'avessero, pp. 352, L. 28.000 di Dario Puccini interpretando il detto con un po' di malizia"; nella traduzione di Gaspa- retti, invece, fedele al testo della princeps, non appariva nessun riferi- ALVARO MUTIS, La Neve dell'Ammiraglio, suo romanzo, Il generale nel suo labirinto: co- Stefan Kunze mento a San Paolo: "mi resi conto postfaz. di Ernesto Franco, Einaudi, Torino me può constatare ora anche il lettore italiano ri- IL TEATRO DI MOZART che proprio per costoro si dev'esser Dalla Finta semplice 1990, ed. orig. 1986, trad. dallo spagnolo di correndo alla rivista "Linea d'ombra" (luglio- detto, mettendoci un po' di malizia, al Flauto magico Fulvia Bardelli e Ernesto Franco, pp. 161, Lit agosto 1990, n. 51), dove troverà un racconto, che hanno moglie come se non l'aves- pp. 678, con 44 ili. b/n, 18.000. L'ultimo volto, nel quale Mutis, prima di Màr- sero". rilegato, L. 60.000 quez, ha narrato gli ultimi giorni di Bolivar, as- Per quanto riguarda le correzioni Adriano Chicco - Antonio Rosino Alvaro Mutis (Bogotd, 1923) si è aperto il pas- sumendo il punto di vista e (anche questo a somi- vere e proprie, la Profeti si è impe- STORIA DEGLI SCACCHI so verso la prosa narrativa quasi vent'anni dopo glianza con La Neve dell'Ammiraglio) il fanto- gnata nel tentativo di "ridare il senso IN ITALIA il suo esordio in poesia, dove la sua vena alluci- matico diario di un fantomatico colonnello po- delle operazioni di Quevedo" e di Dalle origini ai giorni nostri nata e sognante ha trovato buoni esiti e lusin- lacco. "mantenere il registro linguistico pp. xvt - 640 con 130 ili. b/n, volta a volta da lui scelto". Sulla base rilegato, L. 58.000 ghieri consensi, com'è dato vedere dall'acco- Ma non si ferma qui tale sodalizio di scrittura, di questo proposito, ha cercato di re- glienza dell'ultimo suo libro Summa de Maq- visto che due brani de La Neve dell'Ammiraglio stituire i giochi di parole eliminati o DELL'ASGTROIRCIOAL TURA roll el Gaviero, poesia 1948-1988 (con prefa- rifanno il verso a Cent'anni di solitudine: a p. semplificati da Gasparetti, ha sop- ITALIANA IN ETÀ zione di Octavio Paz, México 1990). Tuttavia se 24 dove si parla di una "lingua usata più per na- presso le amplificazioni esplicative, CONTEMPORANEA già nell'opera poetica appare (da circa il 1965) il scondere che per comunicare", che, se non erro, che disperdono lo stile conciso di II. UOMINI E CLASSI suo personaggio chiave o suo alter ego, Maqroll appare attribuita in Màrquez a un personaggio Quevedo, e ha ritoccato i termini che a cura dì Piero Bevilacqua pp. 1132, con 27 ili. a col. e 96 b/n, il Gabbiere, il transito sembra avere tutta la della sfera di Fernanda del Carpio; e l'altra, a p. non rispettavano la connotazione rilegato, L. 110.000 spontaneità e la scioltezza d'una battuta d'ali. 97, dove si parla di "un momento di trasparenza, linguistica dell'originale (nei casi in cui la traduzione italiana presentava E oggi è come narratore, ovviamente, che Mu- come se il mondo fosse stato appena inaugura- STORIA DI TREVISO un vocabolo colloquiale in corrispon- I. LE ORIGINI tis si presenta al pubblico internazionale: prima to ' ', che appartiene alle pagine iniziali del capo- denza con uno aulico o letterario del- a cura di Ernesto Brunetta in Francia (dove ha vinto il premio Médicis) e ora lavoro di Màrquez. l'originale o viceversa. Si vedano, pp. 374, con 21 ili. a col. e b./n., in Italia. Per di più con l'avallo e le parole, più Questi giochi intertestuali, al limite del diver- per esempio i seguenti brani a con- rilegato, L. 68.000 che incoraggianti, di Garcla Màrquez, suo con- tissement e della scherzosa complicità, rimanda- fronto, tratti dal capitolo II.4: LA RICERCA IMPOSSIBILE terraneo e amico in letteratura, in lavori di cine- no al concetto ludico entro il quale Mutis sussu- "Si scambiaron l'un l'altro qual- biennale Teatro '89 ma e in incontri di caffè a Città del Messico, dove me il proprio esercizio letterario e alla pratica che buffetto; poi quello sciagurato pp. 176, L. 32.000 entrambi vivono da anni: "uno dei più grandi magica di distanziamento e di mascheratura a cui delle anime si rimboccò il robone e scrittori della nostra epoca". Tra i due non vi è Mutis ricorre secondo le forme già sperimentate restò con certe gambacce storte, co- soltanto amicizia, ma vige anche una speciale da Conrad, da Larbaud o da altri come Chand- perte di brache di tela, e cominciò a ballonzolare e a chiedere se fosse ve- forma di sodalizio di scrittura, che fa dire a Màr- nuto Clemente. Mio zio gli rispose Gianni Baget Bozzo quez di aver preso spunto da Mutis per l'ultimo Michele Genovese che no, e quando Dio volle e in buo- L'EUROPA NEL DECLINO n'ora, annaspando in una veste cen- DEGLI IMPERI ciosa e coi piedi ficcati in certi zocco- pp. 192, L. 25.000 li, entrò un ciaramellaro da ghiande, gli arazzi fiamminghi al rovescio": più basse e infamanti e dal vano ten- disonesta, ma con tiri astuti e usando vo' dire un porcaro" (Gasparetti). con queste parole, messe in bocca a tativo del protagonista di elevarsi al la propria inventiva; e non sembra "Si fecero un paio di sberleffi l'un C'Libri illustrati don Chisciotte (cap. 11.62), e con il rango di "gentiluomo" attraverso possibile trovare un corrispettivo del l'altro e poi lo sciagurato questuante topico riferimento agli "arazzi al ro- l'imbroglio — si stempera così in un tutto calzante per la traduzione". La delle anime si tirò su la tunicaccia e ri- STORIA DELLA CHIMICA vescio", Cervantes si fa portavoce di itinerario attraverso varie categorie stessa Profeti, pur riconoscendone le mase con le gambe torte in un paio di Dalla ceramica del Neolitico un atteggiamento di sfiducia di fron- umane accomunate dalla malvagità e limitazioni, sceglie il titolo II traffico- brache di tela, e («cominciò a ballare all'età della plastica a cura di Antonio Di Meo te alla possibilità di trasferire un'o- dall'ipocrisia e riceve la sua impre- ne, che appare senza dubbio più con- chiedendo se Clemente era venuto. pp. 336, con 214 ili. a eoi. pera in una lingua diversa da quella scindibile configurazione dal pecu- vincente di II pitocco, diffuso dal Mio zio gli stava rispondendo di no, e 24 b/n, rilegato, L. 90.000 originale, mantenendo intatte le sue liare uso del linguaggio. Quasi non Giannini (a partire dalla sua prima quando grazie a Dio e in buon'ora, ar- peculiarità e le sue molteplici sfuma- c'è pagina, in tutta l'opera, che non versione, edita da Formiggini, Roma rivò, avvolto in un cencio e con un STORIA DI RAVENNA ture. La traduzione, dunque, non offra esempi dell' ingegno quevedia- 1928) e ripreso poi da Gasparetti. paio di zoccoli, uno zampognaro da I. L'EVO ANTICO verrebbe ad essere altro che un debo- no; ogni situazione prende vita gra- A questa prima, macroscopica mo- ghiande, ossia un porcaro" (Profeti). a cura di Giancarlo Susini Grandi libri, pp. 688, con 100 ili. a col. le riflesso, una copia imperfetta e de- zie all'inedito uso di un vocabolo, al- difica, che salta agli occhi fin dal Questo campione, anche se mini- e 230 b/n, rilegato, L. 130.000 formata di un lavoro minuziosamen- l'ambiguità di una parola che può ri- frontespizio, seguono numerosi in- mo, può dare un'idea delle modifiche te compiuto. cevere più interpretazioni, alle frasi terventi della Profeti che possono es- introdotte dalla Profeti e dello spiri- Gian Luigi Maffei D'altra parte, una svalutazione di che sgorgano dal doppio senso di un sere classificati in due gruppi: da un to che le anima. Si deve inoltre evi- NELLLAA CSATSOAR IFAI ODREELNLATI NCAIT TA questo tipo pare del tutto motivata termine. Così, per esempio, si gioca lato, quelli che scaturiscono dalle di- denziare l'aggiornamento e l'amplia- DALLE ORIGINI quando l'originale da restituire in sui possibili valori semantici di cepa vergenze delle edizioni su cui si basa mento delle note, che vengono così ALL'OTTOCENTO una nuova lingua è un'opera come il ("ceppo dell'albero genealogico, stir- la traduzione; dall'altro, quelli che si ad offrire al lettore un indispensabile pp. 384, con 70 ili. a col. e 250 b/n, Buscón di Quevedo, non a caso defi- pe" e "tronco di vite" [1.1]), bianco qualificano come vere e proprie cor- aiuto: attingendo infatti agli studi e rilegato, L. 120.000 nita intraducibile da qualche studio- ("bianco" e "bersaglio" [1.5]), razón rezioni, nei punti in cui la versione di alle edizioni più recenti, esse chiari- so. Pubblicata per la prima volta a ("ragione", "argomento", "paro- Gasparetti, per varie ragioni, tradiva scono riferimenti che potrebbero ri- I CAMPI FLEGREI Saragozza nel 1626, ma secondo al- la", oppure "brindisi" [II.4]), pro- l'originale. sultare incomprensibili a persone po- Un itinerario archeologico cuni critici scritta vari anni prima veer ("fornire, provvedere" e Per quanto riguarda il primo co familiarizzate con la cultura spa- Ga .c Curaam doid Pec. aA, mMa.l fMitaendor,i (probabilmente all'inizio del XVII "sgomberare l'intestino" [III.2]), aspetto, nell'edizione del 1967 Ga- gnola, suggeriscono le possibili inter- pp. 360, con 254 ili. a col. secolo, tuttavia la questione rimane flores ("fiori" e "imbrogli nel gioco sparetti dichiara di aver "utilizzato pretazioni dei passi più difficili e e 60 grafici, rilegato, L. 90.000 controversa), raccoglie una delle ten- di carte" [III.7, III. 10]), e così via. principalmente la riproduzione del spiegano i meccanismi su cui si reg- denze della letteratura barocca: la F naturale che un traduttore, ac- testo del 1626". Si tratta della prin- gono i giochi di parole dell'originale. IL LEONE DI VENEZIA costruzione di un labirintico mondo cingendosi a travasare il Buscón nella ceps (Saragozza 1626), quasi certa- Infine, vanno segnalati i pregi del- Studi e ricerche sulla statua di parole, che si incalzano e si rin- propria lingua, provi un legittimo ti- mente pubblicata all'insaputa del- l'introduzione, che mette in luce gli a dci ubraro dmi oB iadneclala MaPriiaa zSzectatatt i frangono in una molteplicità di signi- more e che le versioni italiane realiz- l'autore e caratterizzata da numerose aspetti essenziali dell'opera e traccia pp. 256, con 300 ill.b/n e a col., ficati. F quello che la storia letteraria zate non sempre siano soddisfacenti. varianti, che avvalorano l'ipotesi di una stimolante pista di lettura, corre- rilegato, L. 64.000 chiama sinteticamente "concetti- Esse, tuttavia, si prestano a un lavo- una serie di interventi finalizzati a data sia da un'antologia critica, che smo", il dire molto con poche parole ro di correzione e di ripulitura che soddisfare le esigenze della censura; non mancherà di interessare chi si ac- AMBIENTE FIUME ossia l'incalzante gioco con termini può dare degli ottimi risultati come così, per esempio, vengono soppressi costa al mondo del Buscón, sia da una Natura e vita nel parco del Brenta che hanno un doppio senso. dimostrano i meditati interventi di diversi brani che potevano risultare selezione bibliografica, utilissima pp. 200, con 250 ili. a col. Quevedo, dunque, nel Buscón in- Maria Grazia Profeti sulla traduzio- irriverenti nei confronti della religio- per ulteriori approfondimenti. e 40 b/n, rilegato, L. 80.000 pag 9 N .io riNDICF ••DEI LIBRI DEL MESE|H Viaggiare con il sosia ciò che appare coincida con la libertà I calabroni dell'esordio dell'invenzione. Da un immemoriale mutismo si dipana la memoria; da di Sergio Givone una cavità vuota nasce il suono e, di Gabriella Catalano successivamente, la parola che nomi- na, la parola che schiude la realtà a se PETER HANDKE, La ripetizione, Gar- ni". Mentre per Heidegger, non me- stessa. "Ogni cerchio di parola il cer- PETER HANDKE, I calabroni, con uno conclusione il romanzo rivela la chia- zanti, Milano 1990, ed. orig. 1986, no che per Kierkegaard e Nietzsche, chio di un mondo!... Sì, esisteva scritto di Wendelin Schmidt-Den- ve stravolta della sua genesi: l'autore trad. dal tedesco di Rolando Zorzi, la ripetizione tende a configurarsi quella sola parola per quel punto di gler, SE, Milano 1990, ed. orig. riscrive un libro letto e dimenticato, pp. 208, Lit 28.000. nei termini di una decisione che se- sereno in un cielo nuvoloso, per quel- 1986, trad. dal tedesco di Bruna il ricordo sfocato si traduce nella dis- gna il passaggio dal regno del possibi- lo scorrazzare del bestiame quando il Bianchi, pp. 202, Lit 26.000. soluzione del racconto. Ha certamente ragione Rolando le al regno del reale (quella che in tafano punge nella gran calura, per il Non c'è più una trama ripercorri- Zorzi quando nella postfazione alla Heidegger è, propriamente, la ripeti- fuoco che guizza fuori d'un tratto Sconcerto e irritazione suscitò al bile in un ordine spaziale e temporale sua bella traduzione di quest'ultimo zione per cui ci si decide, era in Kier- dalla stufa, per l'acqua delle pere cot- suo apparire, nel 1966, il primo ro- definito, bensì un'accumulazione di "romanzo" di Peter Handke scrive kegaard 0 salto della fede e in Nietz- te..." (p. 126). manzo di Peter Handke, I calabroni. eventi che parlano di un unico av- che il titolo, Wiederholung, "oltre a sche il sì alla vita), Handke la identi- Ma allora lo scrittore, il "final- Lo scrittore austriaco aveva demoli- venimento, anch'esso difficilmente ripetizione può intendersi anche co- fica piuttosto con uno stato di so- mente apolide", colui che "non è to la struttura tradizionale del rac- reperibile nella somma di vicende a me 'ripresa' o 'ricominciamento'" e spensione fantasmatica, con un mai sicuro", è tale perché non di lui conto ribaltando le consuetudini del cui il romanzo ha affidato la sua ri- quindi suggerisce di inserire Handke trattenersi sulla soglia di una virtua- si tratta, ma dell'altro "lui, l'esperire linguaggio, scrivendo un romanzo composizione. La scomparsa di un "in quella scia degli eternisti moder- ragazzo e la cecità del fratello accor- ni che muove appunto da Kierke- so a salvarlo formano il nucleo della gaard per passare attraverso Nietz- fabula, smembrato però in una serie sche e giungere fino a Heidegger". di eventi paralleli e secondari, prece- Raccontare per Handke è anzitutto denti e compiuti, una catena che ripetere una storia, ma ripeterla nel coinvolge la cerchia ristretta della fa- senso di ricominciarla sempre di nuo- ler. miglia e l'intera comunità del paese. vo e quindi riprenderla, rimetterla in Anche il diario de La Neve dell'Ammiraglio L'esiguo spazio concesso all'intrec- circolazione salvandola dall'oblio, ri- si inscrive in questa genealogia, cioè risale a un cio si risolve tutto a favore di un per- comprenderla entro una rete lingui- corso fabulatorio che si compone di manoscritto del Gabbiere, fortunatamente ritro- stica che la sostenga dal suo precipi- f - una cronologia frazionata e di una tare nell'insignificanza. "Raccontare vato in una libreria antiquaria di Barcellona: il tessitura narrativa sempre frantuma- cosa? Semplicemente raccontare... che gli conferisce quella "distanza " e quell'aura ta. Il racconto ha del tutto abbando- un raccontare chiarificante, illumi- di netta finzione utili a sottrarlo al tempo e allo nato la sua unità nell'esperimento di nante, e allora gli veniva in mente spazio reali, ma insieme a riancorarlo a una di- una scrittura che si salda alla quoti- sua madre che quando lui era stato mensione precisa e minuta propria delle cose dianità e alla visione degli oggetti, fuori casa per un pezzo, in città o an- concrete e dei mondi vissuti. Ed ecco: dopo tutti osservati nell'attesa della loro epifa- che solo nel bosco o nei campi, lo as- i dettagli richiesti dal ritmo serrato del diario, le nia. Dissolta la forma rimane l'uni- sillava ogni volta col suo 'Raccon- due mete fallaci che una in seguito all'altra si tro- verso parcellizzato delle sensazioni, ta!'" (pp. 14-15). "Narrazione, getta vano alla fine del lungo viaggio in una barca riattualizzate con stile ossessivamen- gagliarda i dadi delle lettere, percorri te anaforico. Questo anche perché la scassata che risale il fiume in mezzo alla selva — le sequenze delle parole, componiti prospettiva non può mai essere la in scrittura e dacci nel tuo particolare le assurde e modernissime segherie in vetro e allu- stessa, perché il senso dell'univoco si disegno quello comune a tutti noi. minio a cui tendeva l'avventura del Gabbiere e smarrisce già nella persona della nar- Narrazione, ripeti, cioè rinnova..." la bottega di ristoro in un alto valico della Cordi- razione, pronta di continuo a fare (p. 199). Così si legge all'inizio e alla gliero delle Ande che una volta issava l'insegna, sue le esigenze del mutamento. La fine di questo romanzo della memo- altrettanto assurda, "La Neve dell'Ammiraglio" descrizione si propone l'impossibile ria, alla ricerca del fratello scomparso (con quello scambio implicito tra "neve" e "na- inseguimento del reale attraverso un vent'anni prima (in un'azione della ve") — stanno lì a reimmettere la vicenda narra- gioco di simulazione, un gioco allusi- gimuebrorsac atpoa?r toi gdiiamnae?n ticsoe mdip lsiéc epmerecnhtée tea dad eMllu'itnisv ennzeilolan e.p iù irrelata zona della finzione ndiazriroanteiv a isdpia nMicuat:is ddaeir ivteas tin adtueir al"mcernontei stadsa lldae tIrna-- vgoio cnheel rriilepveate lr'ein le'fofridcianceia d deell rleinagleu. ag- completamente assorbito dal suo Il tentativo di Handke, memore Tra il Conrad di Lord Jim e il Larbaud di Bar- dias" alla vasta letteratura della selva che, dal progetto di rinnovamento dei metodi delle esperienze del nouveau roman, di coltivazione degli alberi da frut- nabooth, a cui Mutis ha dedicato una sua confe- Settecento a oggi, appartiene abbondantemente è quello di fermare l'istante delle per- to?) non già per ritrovarlo veramen- renza, comunque tra due esemplari eccelsi di let- ai paesi latinoamericani, Brasile compreso. cezioni in una scrittura che faticosa- te, ma per ritrovare la verità della sua teratura errabonda e ira due maestri del "vizio Un'ultima osservazione. Mi sembra che, dopo mente rincorre il loro simultaneo af- storia, la sola verità possibile, la sola impunito" dell'intertestualità, si colloca pertan- tanta letteratura onirica di stampo romantico, ed fiorare. Ma Handke, a differenza de- redenzione dal niente. to questo romanzo latinoamericano di nuovissi- escludendo le forme ossessive e proprie di Kafka gli scrittori francesi, parla di un vis- Già: non aveva affermato Kier- mo conio. Comunque sempre nella famiglia di e dei surrealisti, siano rare, nelle scritture del No- suto trascorso: dal tentativo di kegaard (di cui Handke a p. 96 cita quei "narrabondi ", di quegli scrittori di viaggio, vecento, le trascrizioni esatte e dettagliate di so- ricomporre il passato nasce quella la- Timore e tremore come un libro che principalmente inglesi, che di recente ha antolo- gni e dei loro orizzonti visionari. Ebbene qui, ne tente vaghezza in cui l'evento si è se- l'avrebbe "preso all'istante") che la dimentato rivelando l'iterazione di gizzato con molto acume Ottavio Fatica, svagan- La Neve dell'Ammiraglio, le pagine forse più ripresa imprime un valore religioso ogni vissuto. Come l'esperienza è già alla ripetizione, innalzando l'io fran- do dal Settecento (secolo molto caro a Mutis) ai belle del bel romanzo sono quelle in cui Mutis ri- ripetizione, così il testo diventa un tumato e diviso negli eventi iterativi nostri giorni (1 narrabondi, Editori Riuniti, Ro- ferisce alcuni abbaglianti e crudelissimi sogni del "libro del libro" (suggerisce della sua esistenza al piano dell'asso- ma 1989). Certo, una buona porzione dell'arte Gabbiere. Schmidt-Dengler) proprio per l'in- luto ossia al piano in cui ogni vicenda trinseco valore citazionale che hanno personale è messa in rapporto con la ogni esperienza e ogni scrittura. propria unità profonda, col proprio Il problema affrontato da Handke senso non più caduco ma addirittura lità che non si lascia realizzare ed stesso". Che però non rappresenta che non aveva nulla delle storie abi- riguarda perciò, innanzitutto, il rac- eterno? E non aveva sostenuto Hei- esaurire, con un approssimarsi infini- l'impersonale stato di natura final- tuali ma che partiva dalla negazione e conto come strumento di riflessione degger (cui Handke allude a p. 145, to a casa propria che è anche, sem- mente ritrovato al di là d'ogni sog- dal rovesciamento dell'ordine com- sul suo costruirsi in quanto tale. I ca- quando parla del progetto narrativo pre, un allontanamento e un esilio. gettivismo, perché invece, come dice piuto. Ancor oggi, leggendolo in ver- labroni discute un problema teorico in corso come della volontà "di tor- La ripetizione di fatto rimanda Handke, questo "lui" ha l'aspetto di sione italiana, grazie all'iniziativa che infrange il narrato nel momento nare a vivere l'avventura dell'Esser- "sempre e di nuovo a una decisione un sosia del soggetto narrante. Un della casa editrice SE e all'attenta in cui il racconto più tenacemente si ci") che vivere per la morte significa che non deve essere". "Alla doman- ostina a sezionare insignificanti azio- "replicare" alle possibilità che sono da di che cosa mi sarei figurato per ni e piccolissimi insetti. Ai fatti è sot- state e che 0 passato azzera come se 'regno' non avrei fatto il nome di un tratta la realtà che sussiste solo nei state non fossero mai, significa acco- dato paese, ma del 'regno della liber- nomi e i nomi vivono solo in una real- gliere la vita nella sua nullità e, nello tà"' (p. 25). tà immaginifica che non esiste per- stesso tempo, liberare quelle possibi- Qui la poetica di Handke mostra ché non riesce a realizzarsi in parola. lità che "non sono nulle" perché ap- la sua neppur tanto nascosta ascen- Lontana rivisitazione di una crisi del partengono alla vita e alla sua auten- denza romantica. Raccontare ("ro- linguaggio, che già all'inizio del seco- ticità, alla sua verità non tramontan- mantizzare", diceva Novalis) il mon- lo aveva denunciato l'impossibilità te? Tra Kierkegaard e Heidegger, do vuol dire liberarlo a un'esperienza del dire, I calabroni, palesemente le- Nietzsche: e infatti l'intero racconto il cui senso non è già dato, e tantome- gato a un'epoca di sperimentazione, potrebbe essere letto come un com- no scritto, da qualche parte, perché, accese veementi polemiche. Ora che mento all'aforisma 341 della Gaia al contrario, dev'essere ancora e sem- quei calabroni non possono pungere scienza, dove si tratta del demone pre inventato, ancora e sempre pla- più, è possibile scorgere il senso di che striscia furtivo accanto al solita- smato dalla scrittura. Di conseguen- una proposta, seppure connessa alle rio che veglia nella notte (uno scritto- za "scritturale" è la condizione di esigenze di quei tempi. Il romanzo re al tavolo di lavoro, sembrerebbe... quella "natura confinaria" che è pro- costituì l'esordio narrativo di un au- in ogni caso per Handke quella sola pria di chi è sempre altrove ("così la tore che da allora ha appassionata- finestra illuminata rappresenta una mia casa di allora divenne il viaggia- mente coinvolto critici e lettori, tut- "luce eterna" che gli rammenta, ma re, l'aspettare alle fermate e alle sta- tora divisi nel valutare gli ultimi esiti per esclusione, la tremolante fiam- zioni, l'esser-per-strada insomma") e della sua opera, dalla dibattuta pièce mella presso l'altare) e gli annuncia lì, in quello spazio in perenne movi- sosia, un doppio che l'accompagna traduzione di Bruna Bianchi, ciò re- Das Spiel vom Fragen, ai recentissimi l'eterno ritorno di tutto ciò che è sta- mento come una scenografia teatra- nel transitare verso le cose ("un pla- sta indiscutibilmente vero, pure se volumi Versuch ùber die Jukebox e to, indicandogli tuttavia, in quell'or- le, lascia che cose e personaggi sem- cido passar là in stupore") non meno quell'ipotesi, che apparve così provo- Noch einmal fùr Thucydides, aggan- rore senza fine della vita da vivere plicemente trascorrano, semplice- che nel ritornare presso il proprio sé catoria, ha certo perso la sua origina- ciati a passati splendori e a remini- ancora e sempre, la "cosa più divi- mente siano ("diventati, indetermi- più vero ma anche più ostile. Roman- ria aggressività. La storia — osserva scenze letterarie mai rinnegate. na". nabili, ecco che rivelavano la loro tica è la poetica di Handke, e lo è an- Wendelin Schmidt-Dengler nella C'è però una differenza notevole, immagine"). Precisamente questo che quando prende posizione contro postfazione — "acquista un profilo tra Handke e gli "eternisti moder- "lasciar essere" fa sì che la verità di il romanticismo stesso. soltanto nel suo dissolversi". Solo in Leggete una grande storia di libri. Un capitolo al mese. L'Indice pubblica 10 numeri all'anno (tutti i mesi, tranne agosto e settembre). Abbonatevi per essere sicuri di non dimenticarvene. Per il 1991 le tariffe sono le seguenti: Italia- Lit 60 000; Europa (via superficie): Lit 80.000 - (via aerea): Lit 95.000; paesi extraeuropei (via superficie): Lit 80.000 - (via aerea): Lit 120.000. Numeri arretrati: Lit. 9.000 a copia per l'Italia; Lit 11.000 per l'estero. 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