Dipartimento di Scienze della Vita Guida alla flora delle Alpi Carniche meridionali (Ampezzo-Sauris) Pier Luigi Nimis, Andrea Moro & Stefano Martellos Foto di Andrea Moro Dipartimento di Scienze della Vita Guida alla flora delle Alpi Carniche meridionali (Ampezzo-Sauris) Pier Luigi Nimis, Andrea Moro & Stefano Martellos Foto di Andrea Moro Corresponding author: P. L. Nimis Dipartimento di Scienze della Vita Università degli Studi di Trieste via L. Giorgieri, 10 I – 34127 Trieste [email protected] www.dryades.eu Licenced under the Creative Commons Attribution-Share-Alike License (CC by-sa 3.0). EUT 2013. P. L. Nimis et al. 2013 ISBN 978-88-8303-487-9 EUT - Edizioni Università di Trieste Via E. Weiss, 21 – 34128 Trieste http://eut.units.it Riassunto: Questo libro è una guida alle piante vascolari sinora note per il settore delle Alpi Carniche meridionali che si esten- de da Ampezzo alla Conca di Sauris (UD), comprendendo an- che un’area in provincia di Belluno che include il M. Bivera, il M. Tiarfin e i pascoli subalpini nei dintorni di Casera Razzo (1244 tra specie e sottospecie). L’introduzione generale è segui- ta da una chiave dicotomica originale, prodotta utilizzando il programma FRIDA, illustrata da fotografie e note ecologico- biogeografiche per tutte le specie. L’appendice contiene alcune nozioni di botanica elementare e l’indice dei nomi scientifici delle piante associati a quelli delle rispettive famiglie. Abstract: This book is a guide to the vascular plants occurring in the sector of the southern Carnic Alps (NE Italy) that stretches from Ampezzo to Sauris (Province of Udine), plus the adjoining area in the Province of Belluno which includes M. Bivera, M. Tiarfin and the subalpine meadows around Casera Razzo (1244 infrageneric taxa). The general introduction is followed by an original dichotomous key produced using software FRIDA, il- lustrated by photographs and ecological-biogeographical notes for all species. The appendix contains some elementary notions of Botany and an index of the scientific names associated with those of the respective families. Ringraziamenti: ringraziamo Rodolfo Riccamboni per la realizzazione grafica del libro ed Elena Pittao per la correzione dei testi. Per la concessione dell’uso di materiale fotografico siamo grati a: Maurizio Broglio, Adriano Bruna, Ernst Horak, Jaan Lira, Daniela Longo, Attilio Marzorati, Ivan Perpelnjac, Sergio Montanari, Pietro Pavone, Bruno Petriglia, Amelio Pezzetta, Giuseppe Pini, Domenico Puntillo, Luigi Rignanese, Corrado Tietto, Giuseppe Trombetti, Giorgio Venturini, Università di Tartu (Estonia), Marinella Zepigi. Nella versione in rete e nell’archivio generale d’immagini del progetto Dryades (http://dbiodbs.units.it/carso/ cercapiante01) è possibile trovare i metadati completi per ogni singola immagine utilizzata in questo libro. Per accedere al link inquadrare il QR Code con il proprio smartphone. P. L. Nimis et al. 2013 ISBN 978-88-8303-487-9 EUT - Edizioni Università di Trieste Via E. Weiss, 21 – 34128 Trieste http://eut.units.it 2 IntRoduzIone Tornati in laboratorio dopo le escursioni, gli stu- denti - e con loro tanti amatori della Botanica - si sono cimentati nell’arduo compito di dare un nome alle piante che incontravano durante le escursio- A partire dagli anni ‘60 del secolo scorso, generazio- ni utilizzando diversi libri, di solito quelli di Fiori ni di studenti dell’Università di Trieste hanno avuto (1923-1929), Dalla Fior (1962), Zangheri (1976) modo di studiare la ricchissima flora dell’area circo- e Pignatti (1982), oppure - in inglese - Flora Eu- stante il Centro Studi di Botanica Alpina durante i ropaea (Tutin et al., 1964-1980). Si tratta di lavori corsi estivi di Botanica presso la Baita Torino, sita piuttosto ‘difficili’, sia per l’alto numero di specie a poca distanza dal Passo del Pura, nelle Alpi Car- trattate che per il modo in cui le chiavi d’identifica- niche in Comune di Ampezzo (UD). Le escursio- zione sono strutturate. Per questo motivo a partire ni principali si sono svolte in siti che ospitano tipi dal 2006, grazie al Progetto Dryades dell’Università di vegetazione molto diversi, come i prati aridi sui di Trieste, abbiamo creato una chiave d’identifi- ghiaioni consolidati del versante meridionale del M. cazione di nuova concezione dedicata specificata- Nauleni, il sentiero Naturalistico Tiziana Weiss che mente alle piante dell’area di studio, che ogni anno dal Passo Pura raggiunge le alte quote del M. Tinisa è stata saggiata nell’ambito dei corsi di Botanica al passando per substrati sia calcarei che silicei, le stu- Passo Pura. La prima versione fu pubblicata da Ni- pende foreste di abeti e faggi del Bosco della Stua e mis & Martellos (2005); questa è la settima versio- del Bosco Flobia, l’impressionante forra dell’Orrido ne, messa in rete nell’agosto 2013, profondamente 1 del Lumiei tra il Lago di Sauris e Ampezzo, i prati e riveduta, arrichita da note a tutte le specie ed estesa pascoli che si estendono da Lateis alle pendici me- anche alle contigue aree in provincia di Belluno fa- ridionali del M. Losa, le montagne silicee attorno a cilmente raggiungibili dalla Conca di Sauris. Sauris di Sopra, le drammatiche frane sulle arenarie L’area di studio è ben nota ai turisti: molti sanno del Werfen tra Sauris di Sopra e Forcella Lavardet, che ospita una flora ricca e interessante, ma pochi i pascoli subalpini e le laricete tra Casera Razzo e il sono in grado di apprezzarla pienamente. Il motivo Rifugio Fabbro, la vegetazione di alta quota del M. principale è un’evidente lacuna nel panorama edi- Tudaio di Razzo e del M. Tiarfin, ecc. toriale della Botanica italiana: la scarsità di guide Fig. 1: il Centro Studi di Botanica Alpina (Baita Torino) del Passo Pura. per riconoscere le piante a livello locale. Questo filo doppio, anche se i caratteri di ordini, famiglie e libro tenta di colmare il vuoto con un approccio generi sono difficili, per cui le chiavi classiche sono innovativo: include una chiave per l’identificazione spesso difficili. di tutte le piante sinora note, generata da un calco- Classificazione e identificazione oggi tendono a di- latore e consultabile in forma sia stampata che in- vergere. La moderna sistematica molecolare sta ri- terattiva (con diverse interfacce d’interrogazione), voluzionando i vecchi schemi classificatori basati su in rete o su strumenti mobile di ultima generazione. caratteri facilmente osservabili: i nuovi dati suggeri- La chiave dicotomica presentata in questo libro è scono che spesso che piante apparentemente simi- svincolata dalla sistematica e quindi relativamente li non sono “parenti” nei percorsi evolutivi, o che facile, anche perchè è accompagnata da un ricco piante apparentemente diverse hanno un’origine apparato d’illustrazioni e di note associate a ogni comune. I cambiamenti sono stati così rapidi che specie. Il suo scopo è quello di contribuire a far ap- molti testi seguono ancora una tradizione fuorvian- prezzare la straordinaria ricchezza biologica della te. La nomenclatura binomia di Linneo, attraverso Carnia, una risorsa che merita conoscere, difendere il nome generico, vincola il nome di un organismo e preservare per le generazioni future. alle mutevoli ipotesi sulle sue affinità evolutive. Al- cuni autori (ad es. Cantino, 2000) ritengono che la nomenclatura dovrebbe svincolarsi dalla sistemati- Classificazione e identificazione ca, un processo non facile. Oggi è comunque più 2 La parte centrale di questo libro è la chiave dicoto- facile svincolare l’identificazione dalla sistematica. mica per l’identificazione di tutte le piante vascolari L’informatica permette infatti di organizzare i dati sinora segnalate per l’area di studio (1244 tra specie meglio della carta stampata, sperimentando infiniti e sottospecie). La chiave è ovviamente stampata su percorsi d’identificazione basati sulle più diverse carta ma esiste anche in versioni interattive consul- combinazioni di caratteri, tra cui quelli ecologico- tabili via internet, DVD-Rom, palmari e telefonini distribuzionali, raramente utilizzati nelle flore clas- di ultima generazione. La versione in internet per- siche in quanto estranei al loro schema sistematico. mette ricerche a criterio singolo e a criterio multi- Nella presentazione di un moderno testo di Botani- plo ed è molto diversa da quella stampata. Anche ca Sistematica (Judd et al. 2002), si legge che: “gli quest’ultima tuttavia - apparentemente simile a una studenti apprezzeranno ben presto i vantaggi di aver “classica” chiave dicotomica - ha caratteristiche abbandonato del tutto i ranghi tassonomici”. Chi originali, essendo il prodotto di un sistema infor- vuole dare un nome a una pianta può fare a meno matizzato costruito sulla base di un approccio piut- della sistematica, chi vuole saperne di più sulla sua tosto diverso da quello tradizionale. evoluzione deve rivolgersi alla sistematica ma deve Le flore “classiche” sono anch’esse basate su chia- prima conoscerne il nome. Il processo per attribu- vi dicotomiche, cioè una serie di opzioni numerate ire un nome a un organismo - l’identificazione - è che dovrebbero portare al nome della famiglia, poi comunque fondamentale. Linneo, nell’introduzio- a quello del genere, e infine - se va bene - al nome ne alla Critica Botanica (Linnaeus, 1737) scrisse della specie, am queste sono organizzate sugli sche- una frase celebre: Nomina si nescis perit et cognitio mi della classificazione biologica: si dice ancora, rerum (Se non conosci i nomi, muore la conoscenza impropriamente, classificare una pianta invece di delle cose). identificare una pianta. Anche un tempo il Nome portava a nuove cono- Classificazione e identificazione sono però processi scenze attraverso la consultazione di enciclopedie logico-operazionali completamente diversi (Bridg- o libri specializzati. Oggi il Nome di un organismo man 1927). La classificazione biologica raggruppa - digitato via Internet in un motore di ricerca - apre gli organismi per affinità evolutive, mentre gli stru- l’accesso critico a migliaia di pagine web che con- menti d’identificazione mirano al nome. Le classifi- tengono le informazioni più diverse. Il Nome di cazioni mutano con i progressi della ricerca, i nomi una pianta è la chiave per aprire un tesoro di cono- dovrebbero essere stabili: nella storia ci sono stati scenze, non solo sulle sue affinità evolutive ma an- solo due vocabolari in cui i nomi cambiavano conti- che sulla sua forma, distribuzione, ecologia, utilità nuamente: quello dell’antica Babilonia e quello del- pratica, coltivazione, ecc. la moderna nomenclatura biologica (Nimis 1998, Questo libro vuole aiutare chi è alla ricerca dei 2001). Nomi. A partire da Gutenberg, l’identificazione degli or- ganismi è stata affidata alla carta stampata, che im- Il progetto dryades plica diversi vincoli all’organizzazione dei dati (Ni- mis et al. 2003). La sistematica si presta allo scopo: La nostra chiave alla flora origina dal Progetto Drya- segue uno schema gerarchico (classe, ordine, fami- des dell’Università di Trieste (le Driadi erano Ninfe glia, genere, specie, ecc.) che garantisce coerenza associate a una pianta), sorto nel 2002 a partire da 4 ai percorsi d’identificazione. Nelle flore classiche progetti cofinanziati dal Ministero per l’Università classificazione e identificazione sono quindi legate a coordinati da P.L.Nimis che hanno coinvolto più di
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