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Guerra e pace ai tempi di Hammu-rapi. Le iscrizioni reali sumemo-accadiche d’età paleo-babilonese PDF

224 Pages·2004·6.583 MB·Italian
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Guerra e pace ai tempi di Hammu-rapi a cura di Stefano Seminara 1 Paideia Editrice Ai tempi di Hammu-rapi la pace e la guerra 0110 du fa cc della 'le a m daglia, o ì ra ·conta un antico mito umeri ·o ·ondo il qual fu lo le o dio della apienza a parrr re tra gli uomini il eme d Ila di cordia, eco ì il]u 'lra il celebre Lendardo di r, cbe su una fa ·ia raffigura la partenza d Il' e ·er ilo per la guerra e ul i al tra la gioia fe Lo ·a p r la ,~ttoria e la pace. L travagliate vicende di pace e gu rra cb co lellano i e oli lra il 2000 e il 1600 a.C. - o ia dalla caduta dell'ultima dina Lia umerica al sacco di Babilonia ad opera degli Hillili fino ali effimera unificazione politica dell'intera fosopolamia otto il grande Hammu-rapi - ono alle tale nelle parole che i loro protagoni li i ovrani del tempo, ~ cero incidere su pietra e argilla e eh ono perv nute fino a noi. uddivi e per g neri e per la prima volta lradolle inl gralm nle in italiano - con commento filologi ·o, storico e letterario - le i crizioni raccolte da Lefano I eminara on entono di far i un'immagine di prima mano dell industriosità di ·ui quei secoli diedero prova nell'area va lis ima compre a tra la iria e l'Iran, e in ieme dei ru nli e infiniti fatti d'armi cb ebb ro come prolagoni li popolazioni che i combattevano a maggior gloria dei propri dèi. Lefo.no eminara, docente di iriologia all'Univer ·ilà di Roma «La apienza» e pr ·o il Centro 'Ludi del Vicino Oriente di Milano si occupa in particolare di Emar e di lelleralura umerica. 1VO 02.07/1 ~ 9 788839 40t Testi del Vicino Oriente anti I B .394.06 6. 7 Testi del Vicino Oriente antico 2 Letterature mesopotamiche a cura di Giovanni Pettinato 7 Guerra e pace ai tempi di H ammu-rapi Paideia Guerra e pace ai tempi di Hammu-rapi Le iscrizioni reali sumero-accadiche d'età paleo-babilonese voi. I a cura di Stefano Seminara Paideia a Giulia Tutti i diritti sono riservati © Paideia Editrice, Brescia 2004 ISBN 88.394.0686.7 Premessa Quando, verso l'inizio del 2001, il prof. Giovanni Pettinato mi sug gerì di curare la traduzione del corpus delle iscrizioni reali paleo babilonesi, nell'ambito del progetto, sostenuto da Paideia, di offri re al pubblico italiano, spesso per la prima volta nella nostra lin gua, i tesori della letteratura mesopotamica, accolsi prontamente la proposta. Le ragioni del mio entusiasmo erano di varia natura, scientifica e non. Innanzitutto, si trattava, per me, di un ritorno agli albori del mio antico interesse per la materia. La mia passione per l'assiriologia, infatti, risale a un giorno di molti anni fa, quan do, vagando tra gli scaffali di una vecchia biblioteca, mi imbattei nella monumentale Geschichte Babyloniens und Assyriens (Ber /in 1885) di F. Hommel. Avendo cominciato a sfogliare il libro, per caso la mia attenzione fu catturata dall'esordio di un'iscrizione, in cui un re assiro, dal nome lungo e per me fino ad allora completa mente sconosciuto, si vantava dei suoi successi militari e della sua pietà verso gli dèi. Com 'era possibile - mi domandai allora - con tinuare a ignorare le vicende di sovrani che erano stati o avevano preteso di essere tanto potenti in terra? Delle antichità assire mi affascinavano allora, ancora ragazzo, l'eco di trionfali spedizioni militari in terre impervie e lontane, la gloria di sovrani un giorno potentissimi e poi caduti nel più pro fondo oblio, i nomi stessi di quei re come dei loro dèi e dei loro pae si, che suonavano alle mie orecchie del tutto nuovi e misteriosi, at traverso le parole che essi stessi avevano fatto incidere per sempre nella pietra e nell'argilla. Avrei scoperto, più tardi, che questo at teggiamento verso le antichità mesopotamiche non era molto lon tano da quello dei pionieri dell'assiriologia, i quali, tra la seconda metà dell"8oo e gli inizi del '900, avevano riportato alla luce quel la letteratura da secoli dimenticata. Vuoi per il caso dei ritrovamenti archeologici, vuoi per la relati- 7 va facilità di quei testi, vuoi per gli orientamenti intellettuali e di gusto della cultura europea dell'epoca, proprio le iscrizioni reali (in particolare quelle dei sovrani assiri) furono tra i primi esemplari della letteratura mesopotamica a essere interamente e coerentemen te decifrati, poi anche analizzati e studiati. Dal tempo delle prime edizioni di testi (fine '800), l'interesse degli assiriologi per le iscri zioni reali non ha mai conosciuto pause e le pubblicazioni sull'ar gomento si sono succedute nel corso degli anni praticamente senza soluzione di continuità. L'ultimo lavoro di sintesi sulle iscrizioni reali paleo-babilonesi risale solo a poco più di una decina di anni fa. Si tratta di The Royal lnscriptions of Mesopotamia, Early Per iods, Voi. 4. Old Babylonian Period (2003-1595 B.C.), Toronto Buffalo-London 1990, a cura di D.R. Frayne, il quale ha collazio nato i testi delle iscrizioni reali paleo-babilonesi disseminati nei più disparati musei del mondo, per presentarli in un'edizione completa (normalizzazione in caratteri latini, sinossi delle fonti o «partitu ra» in microfiche, traduzione in lingua inglese, commento, appara to critico in note) e destinata a durare. Perché dunque - ci si potrebbe chiedere - una nuova traduzio ne delle iscrizioni reali paleo-babilonesi a così breve distanza di tempo dall'ultima? Alcune motivazioni di ordine tecnico - l'ag giornamento del corpus (per aggiunta degli ultimi, a dire il vero pochi, esemplari pubblicati), l'ampliamento dell'orizzonte geogra fico (con inclusione dell'Elam e dell'Assiria), la nuova distribuzio ne della materia (ordinata per tipologie, anziché in sequenza cro nologica) - non sembrano tali da giustificare tanta mole di lavoro. Le novità più importanti di quest'opera riguardano piuttosto il ti po di approccio e la metodologia. L'assiriologia è una disciplina relativamente nuova (i suoi più lontani incunaboli non possono essere fatti risalire oltre il 1802, l'anno della prima decifrazione a opera di G.F. Grotefend) e ostica (a causa delle difficoltà di interpretazione opposte dal sistema di scrittura cuneiforme, dalla casualità dei ritrovamenti archeologici, e così via). Per questo, mentre alcuni campi della ricerca assiriolo gica restano ancora quasi completamente oscuri, in altri - ancorché più fortunati - non si è andati molto al di là del lavoro per così di re di prima mano (c ioè, sostanzialmente, di traduzione e di inter- 8 pretazione poco più che letterale). Non molto dissimile da quello appena descritto è lo stato degli studi sul tema delle iscrizioni reali paleo-babilonesi, sebbene questi testi, come s'è detto, siano stati tra i primi a essere decifrati. Sembra tempo, ormai, che, anche in que sto campo, il lavoro di prima interpretazione faccia spazio alla ri flessione, a un'analisi sistematica, alle prime sintesi. In realtà, a questo nuovo tipo di approccio hanno fatto da viati co, in anni recenti, le ricerche di alcuni studiosi, molti dei quali italiani, che (limitatamente, per ora, al campo delle iscrizioni reali neo-assire) hanno sostituito alla vecchia lettura di stampo ottocen tesco (spesso romantica e ingenuamente storiografica, tendente cioè ad accreditare i dati forniti dai testi come fonti genuinamente sto riche) un approccio nuovo e più disincantato, che potremmo defi nire critico e semiologico (in cui cioè il testo antico viene inteso co me un messaggio da decodificare in tutti i suoi molteplici e compli cati risvolti: ideologici, politici, culturali, e così via). Di questi lavo ri si parlerà più avanti. A quanti hanno in vario modo contribuito alla realizzazione di questo lavoro vanno i miei più sinceri ringraziamenti: innanzitut to al prof Giovanni Pettinato, per avermi proposto il tema e per aver riletto il manoscritto prima della stampa; al prof Paolo Sacchi (c uratore della collana), per aver accolto il volume in questa sezio ne e alla casa editrice Paideia (in particolare nella persona del dott. Marco Scarpat); al prof Claus Wilcke, per avermi ospitato nella bi blioteca dell'Istituto di Vicino Oriente antico di Lipsia; alla profssa Maria Giovanna Biga, per avermi segnalato l'esistenza di tre esemplari dalla collezione Sinopoli; alla dott.ssa Grazia Giovinaz zo, al prof François Vallate al dott. Gian Pietro Basello, per aver mi aiutato nella ricerca del materiale d'origine e/amica. Un rin graziamento particolare va al prof Mario Liverani, per aver acce so il mio interesse per le iscrizioni reali in un corso sulla storiografia mesopotamica tenuto all'Università di Roma «La Sapienza» nel l'anno accademico 1989-1990 e per aver acconsentito a leggere eri vedere il manoscritto prima della pubblicazione. Roma, r 4 febbraio 2002. Stefano Seminara Introduzione I. OGGETTO E LIMITI DEL LIBRO Il sottotitolo di questo libro - «le iscrizioni reali sumero-acca diche d'età paleo-babilonese» - solo in parte rende ragione della materia che vi è effettivamente trattata. Per questo va qui discusso e più dettagliatamente circostanziato. Innanzitutto, l'oggetto. Il termine «iscrizioni reali» non designa sic et simpliciter i testi fatti scrivere da o per il re, dal momento che, in ultima analisi, quasi tutta la letteratura mesopotamica per venutaci è legata più o meno strettamente all'ambiente della corte. Si tratta piuttosto di un'espressione, divenuta ormai tradizionale nel linguaggio assiriologico, per designare una certa tipologia di testi, sulla cui esatta definizione gli studiosi del settore continuano tutt'oggi a discutere. In sintesi, si può dire che per «iscrizione reale» si intende qui la parte scritta o testuale di un messaggio com posito (integrato cioè da una parte non scritta, ma iconografica e monumentale), mediante il quale, attraverso un codice tradiziona le (cioè con un suo lessico e un suo formulario convenzionali), il sovrano (o chi per lui) presentava al dio la sua opera, in segno di omaggio e allo scopo di ottenerne come ricompensa concreti be nefici (in genere una lunga vita, discendenza e fama postuma). In secondo luogo, i limiti cronologici. Con il termine «età paleo babilonese» si intende tradizionalmente quel periodo della storia e della civiltà mesopotamiche compreso tra due eventi davvero epo cali: la fine della III dinastia di Ur e la caduta della I dinastia di Ba bilonia a opera degli Hittiti. La cronologia assoluta di questi due episodi, veri e propri pilastri di tutta l'impalcatura sulla quale si basa la nostra ricostruzione della storia mesopotamica, è da sem pre al centro di un vivace dibattito, nel quale convergono argomen ti di varia natura (storici, filologici, archeologici e astronomici). Al- I I

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