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Graffiti latini PDF

304 Pages·1999·2.369 MB·Italian
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Luca Canali - Guglielmo Cavallo Graffiti latini scrivere sui muri a Roma antica a cura di LUCA CANALI -GUGLIELMO CAVALLO Biblioteca Universale Rizzol i Proprietà letteraria riservata © 1991 Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A. © 1998 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 88-17-17258-8 pn·ma edizione Bur: dicembre 1998 Collaborazione tecnica: Eugenio Zacchi PREFAZIONE La "scrittura di strada e di piazza" di Roma antica -la scrit tura non delle epigrafi pubbliche e private destinate a durare in un contesto concettualmente imperituro, ma la scrittura spontanea graffita, tracciata a carbone o dipinta, che fermava sui muri pensieri, emozioni, messaggi, parole salaci, sfoghi oc casionali o effimeri-non è finora entrata nella rappresenta zione della civiltà romana. Pure, quella scrittura ora frantu mata, sbiadita, consunta dai secoli o dalle intemperie, un tempo "esponeva" le sue parole discrete e sfacciate, vere conde e oscene, accattivanti e aggressive, dolci e furenti nelle "strade dei vivi", nei fori, lungo gli intonaci affacciati delle case, sui colonnati dei cortili; e non solo negli spazi urbani aperti, ma anche negli interni domestici, negli edifici pubbli ci, nei locali delle scuole, nelle osterie e nei lupanari le pareti accoglievano e rimandavano scritte. Quella che ci viene in contro da Roma antica, dunque, è una scrittura prodotta da molti e rivolta a molti, appartenenti a strati sociali diversi, tra coloro che vivono in una comunità urbana; scrittura che ci si può fermare a leggere, o sulla quale si può gettare uno sguardo distratto camminando o intenti ad altro, o che, quan do si è analfabeti, si può chiedere di leggere al passante che ne sia capace. 6 GRAFFITI LATINI Già ai tempi di Plauto-siamo fra III e II secolo a. C. - sono testimoniati graffiti: Demifone, padre di un figlio che gli ha portato in casa una fraschetta con cui se l'intende, teme che versi infamanti vengano scarabocchiati con il carbone all'in gresso di casa (Merc. 409); e più tardi Cicerone dice di versi, al trettanto infamanti, scritti nell'aula di un tribunale contro una Pipa, donna libidinosissima (Verr. 2, 3, 77). In età imperiale Pli nio il Giovane, nel descrivere le fonti del Clitumno, nota che colonne e muri erano coperti di graffiti di visitatori arrunirati (epist. 8, 8, 7); e Marziale parla di carmina quae legunt cacantes accosciati lungo la parete - sulla quale si scrivevano versacci - di un fornice usato come latrina (12, 61, 7-10). Nell'epoca, grosso modo, tra Augusto e l'età dei Severi, lo scrivere sui muri si mostra largamente diffuso, di pari passo con la diffusione dell'alfabetismo. Sono sempre più coloro che im parano a leggere e a scrivere, e anzi sono incentivati a farlo pro prio man mano che aumenta la quantità di scrittura prodotta ed esibita, alla quale si vuoi partecipare come protagonisti o co me lettori. Questa esplosione di scrittura spontanea di solito in veste determinate superfici, mentre è assente in altre; e pur se non mancano scritte sparse e isolate, pare che una scrittura in vitasse nuove e sempre più numerose mani a imbrattare o graf fire la calce o l'intonaco. Né si tratta solo di scritte, ma pure di figure e disegni, indizio anche questi di un qualche alfabetismo, di un saper tenere in mano e adoperare uno strumento scritto rio. In età imperiale, insomma, si fa più prepotente una figura di alfabeta che legge e scrive solo in quanto ... alfabeta, sempli cemente perché è libero di farlo e gli piace farlo, sia fuori di cer te precise funzioni ch'egli svolga (maestro di scuola, scrivano di mestiere o servile, funzionario pubblico o altro), sia quando non svolga alcuna di queste funzioni, ma possieda comunque un certo grado di alfabetizzazione. Gli spazi per questo "libe ro" alfabeta non sono quelli che la città riserva "istituzional mente" alla cultura scritta pubblica o privata, quella di monu- PREFAZIONE 7 menti e mosaici, di epigrafi celebrative, di tabulae bronzee esi benti trattati, costituzioni, senatoconsulti e decreti, di cippi mi liari o gromatici, di targhe funerarie; questi spazi "liberi" per una scrittura "libera" sono qualsiasi superficie urbana su cui si possa scrivere, e talora anche uno spazio già occupato da un'e pigrafe che gli è propria e alla quale è destinato, ma su cui ven gano tracciate scritture libere, fmo al prodursi di. un intricato palinsesto di segni sovrapposti e contrapposti. A Pompei-la città romana che più di ogni altra ci ha con servato sotto le colate di lava questa massa di testualità dipinta o graffita - muri esterni e interni si ricoprono di locandine di spettacoli, di manifesti elettorali, di saluti, di complimenti, di motti spiritosi o scatologici, di sospiri d'amore, di fantasie ero tiche, di messaggi interpersonali, di ingiurie sguaiate, di osce nità brutali, di riferimenti al quotidiano. E pur se meno vari e ricchi, gli stessi "temi" si trovano anche altrove. Ed ecco alcuni squarci, frammenti, bagliori di questa "littérature de rue": Co ge morz; quem sine te vivere coges-Costringimi a morire, poi ché mi costringi a vivere senza di te; O utinam liceat collo com plexa tenere braciola et tenerts oscula fe"e labellis - Oh potessi abbracciarti con le mie braccia avvinte al tuo collo e portare ba ci alle tue tenere labbra; Cestilia, regina Pompeianorum, anima dulczs, vale-Cestilia, regina degli abitanti di Pompei, dolce ani ma, addio; Suspirium puellarum traex Celadus - Sospiro delle ragazze, il tracio Celado; Romula cum suo hic fellat et ubique - Romula lo succhia al suo amato qui e dovunque si trova; Iulius ànaedus - Giulio fmoccbio; Seni supino colei culum tegunt-A un vecchio supino i coglioni coprono il culo; Miximus in lecto. Fa teor, peccavùnus, hm,pes; si dices qua re nulla matella /uit-Ab biamo pisciato a letto. Lo confesso, ospite, abbiamo sbagliato. Ma se mi chiedi perché, rispondo: non c'era orinale; Secundo plurimam amabiliter salutem - Saluto Secondo molto affettuo samente; Przdie Kalendas Maias supposui ava gallinae - Il 30 aprile ho messo le uova sotto la gallina; A. Suetti Certi aediltlfa- 8 GRAFFITI LATINI milia gladiatoria pugnabit Pompeis przdie Kalendas Iunias; ve natio et vela erunt-La squadra di gladiatori dell'edile A. Sue t tio Certo combatterà a Pompei il 31 maggio; vi saranno lotta con le fiere e tendoni; M. Ennium Sabinum aedilem pomarz· ro gant-I mercanti di frutta vogliono edile M. Ennio Sabino. A questa stessa cultura scritta di strada o di muri apparten gono, non a caso, anche i Priapea, pur se si tratta di carmi che hanno destinazione pratica. A Priapo, il dio della sessualità so no offerti quadretti osceni, tavolette iscritte che vengono appe se al suo membro ritto e vigoroso, iscrizioni sui muri stessi del tempietto che gli è dedicato; e questi carmina, destinati a ladri, prostitute e passanti di ogni risma, si connotano per il realismo espressivo della lingua, per il frequente ricorso a termini come cunnus e mentula- fica e cazzo-universalmente noti e anni presenti nel parlare quotidiano e perciò comprensibili a tutti. Ugualmente, agganci con il mondo dei graffiti si sono voluti ve dere nel "priapismo verbale" di certa letteratura colta come le nugae di Catullo. Certo, a Pompei la diffusione sociale dell'alfabetismo può essere stata più larga che altrove; ma il mondo romano (greco-romano, anzi) dei primi secoli dell'impero rappre senta forse, in generale, il periodo di più alta alfabetizzazio ne, e quindi circolazione di cultura scritta, dell'antichità, al meno nei centri urbani. In quest'epoca il leggere e lo scri vere non sono pratiche riservate a certe categorie sociali, co me nell'antichità tarda, ma pratiche aperte a chiunque; si può diventare alfabeta a un qualche livello in famiglia, sot to la guida di uno schiavo o di un liberto, o anche facendo si insegnare le lettere da un "affine" che le conosce, o si può andare alla scuola pubblica di un povero maestro che per una somma misera o pochi doni offre i rudimenti della scrit tura di base e, ai più volenterosi, qualche competenza ulte riore, o si può trovare tra gli scrivani di mestiere di libri o PREFAZIONE 9 documenti l'alfa beta esperto cui rivolgersi. Le opportunità sono tante! Le ragioni di questa vasta diffusione di scrittura a vari gradi di capacità, da una "craft literacy" a una padronanza assoluta, vanno cercate nella pace sociale di cui Roma poté beneficiare a partire dall'avvento del principato, che creò le condizioni favo revoli all'insorgere di una società "di dialogo" fondata su vari modi di comunicare tra cittadino e istituzioni, e tra individui e gruppi; nella creazione di una fitta rete di uffici centrali e peri ferici con il relativo sviluppo di documenti, e quindi di quanti erano tenuti a produrli graficamente o a prendenie conoscen za; nella crescita economica e perciò nella necessaria pratica di registri e di scritture contabili; nell'azione divulgativa e di sti molo esercitata da una letteratura rivolta a un pubblico di let tori di cultura media o medio-bassa. Questa diffusa capacità di leggere e scrivere faceva del mondo romano cittadino un mon do di prodotti scritti diversissimi per tipologia e funzione: sono non soltanto documenti civili e militari, libri di letteratura "al ta" o "da intrattenimento", iscrizioni ufficiali o private, ma an che cartelli trionfali e votivi, insegne, volantini, libelli, gettoni con leggende, stoffe scritte, calendari, "cahiers de doléances", lettere. È piuttosto da chiedersi: l'alfa beta "libero" può essere letto re anche di libri? e di quali libri? I più di questi alfabeti "libe ri" non avevano un'istruzione adeguata per leggere le grandi opere consacrate dalla tradizione retorica o filosofica, ma alcu ni erano almeno in grado di comprendere e recepire letture me no impegnative. Di qui l'insorgere in età imperiale di una lette ratura "di conswno", di evasione, una letteratura volta all'uso del tempo libero: poesia o prosa erotica, epica in parafrasi, bio grafie, storia ridotta a epitomi, trattatelli di culinaria, caccia e pesca, oroscopi, testi di narrativa costruiti su situazioni tipiche, psicologie schematiche, sviluppi del racconto intricati e intri ganti, colpi di scena innestati su una trama di fondo d'amore e

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