Piccola Biblioteca 146 Thomas de Quincey GLI ULTIMI GIORNI DI IMMANUEL KANT j ■ ADELPHI La vita di Immanuel Kant, scrive De Quincey, «fu notevole non tanto per i suoi avvenimenti quan to per la purezza e la dignità filosofica del suo tenore quotidiano». Era un ordine perfetto e in fantile, dove ogni minuzia della giornata veniva osservata con lo stesso rigore, con lo stesso scru polo di trasparenza che il grande filosofo dedi cò ai problemi epistemologici. Nel corpo minu to di Kant, nelle sue maniere austere e amabili vivevano i Lumi, giunti al grado più nobile e pe netrante del loro fulgore, come in un delicato involucro. E un giorno quel perfetto ordine av vertì i primi segni del declino. Da allora, ingag giò una lunga, testarda lotta con tro ie forze del la disgregazione. Thomas de Quincey, collazio nando le varie testimonianze di amici sull’ulti mo periodo della vita di Kant, e utilizzando so prattutto quella, insieme modesta e rapace, di Wasianski, ne ha tratto una narrazione che cor risponde agli antichi tratti del «sublime». Dinan zi al progressivo decadere di quella vita mirabil mente costruita, dinanzi alla raccapricciante co micità di certe scene e allo strazio immedicabi le di altre, viene naturale dire di questo testo, in cui convivono, come rare volte accade, la più a- cuminata modernità e un purissimo pathos: chi ha lagrime per piangere pianga. A cura di Fleur Jaeggy. ISBN 978-88-459-0528-5 II € 8,00 9 788845 D5285 Thomas de Quincey (1785-1859), al qua le Fleur Jaeggy dedica in questo volume una «breve biografia congetturale», di venne celebre per le sue Confessioni di un oppiomane (1821). Ma l’opera di questo grande fantasticatore erudito fu ricchis sima e disparata. Così la descriveva il suo primo biografo. H.A. Page: «I cdqtribu ti di De Quincey a riviste e periodici spa ziano su una vastissima area di argomen ti. Il più compendioso e non certo il più scorretto titolo generale che essi potreb bero avere sarebbe De omnibus rebus et qui- busdam aliis. Questi suoi scritti possono essere divisi in storici, biografici, critici, politici, personali e miscellanei». Anche The Last Days of Immanuel Kant, qui tra dotto per la prima volta in italiano, ap parve su una rivista, il «Blackwood’s Mag- azine» del febbraio 1987. De Quincey in cluse poi il testo, ampiamente rielabora to, nel terzo volume delle sue opere, pub blicato nel 1854. Marcel Schwob ne die de una mirabile traduzione francese (non completa), che apparve su «La Vogue» nel 1899. « In realtà quest’opera è, riga per riga, uni camente di De Quincey: con un mirabile artificio, già consacrato da Defoe nel suo immortale Diario della peste di Londra, De Quincey si è rivelato anch’egli un “falsa rio della natura”, e ha sigillato la sua in venzione con il sigillo contraffatto della realtà». MARCEL SCHWOB PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI 146 Thomas de Quincey GLI ULTIMI GIORNI DI IMMANUEL KANT A cum di FleurJ aeggy ADELPHI EDIZIONI TITOLO originale: The Last Days of Immanuel Kant Prima edizione: marzo 1983 Sesta edizione: marzo 2011 © 1983 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO www.adelphi.it ISBN 978-88-459-0528-5 INDICE Gli ultimi giorni di Immanuel Kant 9 Note 81 Breve biografia congetturale di Fleur Jaeggy 103 GLI ULTIMI GIORNI DI IMMANUEL KANT nota al testo. The Last Days of Immanuel Kant fu pubblicato per la prima volta nel « Blackwood’s Magazine », febbraio 1827, come parte di una se rie che De Quincey aveva intitolato: Gallery of the German Prose Classics, by the English Opium- Eater. Ampiamente rielaborato, questo testo venne ristampato nel 1854 da De Quincey nel terzo volu me delle sue opere.