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Gillo Pontecorvo: Il sole sorge ancora. Tra politica, giornalismo e cinema PDF

168 Pages·2019·47.872 MB·Italian
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MIMESIS / CINEMA n.84 Comitato scientifico: Mariapia Comand (Università degli Studi di Udine) Raffaele De Berti (Università degli Studi di Milano) Massimo Donà (Università Vita-Salute San Raffaele) Roy Menarini (Università degli Studi di Bologna) Pietro Montani (Università “La Sapienza” di Roma) Elena Mosconi (Università Cattolica di Milano) Pierre Sorlin (Università Paris 3 - Sorbonne Nouvelle) Franco Prono (Università degli Studi di Torino) Andrea Rabbito (Università degli Studi di Enna “Kore”) Gillo Pontecorvo IL SOLE SORGE ANCORA Tra politica, giornalismo e cinema a cura di Fabio Francione MIMESIS Le fotografie della postfazione sono riprodotte per gentile concessione della Famiglia Pontecorvo. Le interviste dell’appendice sono riprodotte per gentile concessione dell’Archivio Sto- rico del Museo Nazionale del Cinema di Torino, Fondo Gillo Pontecorvo. Uno speciale ringraziamento a Simone Pontecorvo. MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) © 2019 – MiMesis edizioni (Milano – Udine) isbn: 9788857560403 issn 2420-9570 Collana: Cinema, n. 84 www.mimesisedizioni.it / www.mimesisbookshop.com Via Monfalcone, 17/19 – 20099 Sesto San Giovanni (MI) Telefono +39 02 24861657 / 02 24416383 E-mail: [email protected] INDICE Nota al testo 7 Introduzione Dalla carta stampata alla pellicola cinematografica I tre anni di Gillo Pontecorvo alla direzione di “Pattuglia” di Fabio Francione 9 Articoli 1. Meglio come stavolta senza soldi che con tutti i milioni della GIL 17 2. Parliamo alla Celere, la Celere ci parla… 21 3. Tutti a Genova a rifare l’Italia 25 4. È nata l’alleanza giovanile 29 5. Indispensabile per la pace la vittoria del “Fronte” 31 6. La risoluzione del Cominform e i giovani comunisti. Intervista con E. Berlinguer 33 7. Un appello del nostro direttore ai lettori 35 8. Chiedetelo a… 37 9. Nella grotta col mostro 39 10. Senza risposte le nostre domande sulla pace ai dirigenti di A.C. 47 11. Se vedessero tre di noi braccio sotto braccio… 49 12. Un misterioso messaggio ha segnato la fine del segreto atomico 53 13. Un anno con Curiel 59 14. Un ragazzo issa la bandiera della pace su Palazzo Chigi 65 15. Libertà di critica - Condizioni di lavoro 69 16. Dopo aver visto “lo smilzo” 71 17. Carretto d’accordo col Senatore Cannon 75 18. I 7 giorni nel mondo 79 19. Perché rossa di sangue la lotta dei braccianti? 81 20. Non ti far sfottere Cina 83 21. Lettera del direttore ai Pat diffusori e corrispondenti 87 22. 26 giugno. I convegni della pace 89 23. La situazione in Piemonte 93 24. La situazione della diffusione in Lombardia 95 25. Le imponenti manifestazioni per la pace e la libertà 97 26. Per le vie e le piazze d’Italia con una gioventù combattiva e decisa a sgominare il fascismo e la guerra 101 27. Vita, battaglie, letture, amarezze delle sartine ragazze sfruttate 105 28. Siamo con D’Onofrio 109 Tra politica, giornalismo e cinema. Una postfazione fotografica 111 Appendice Quattro interviste a: 137 1. Il grande scienziato francese Jolliot Curie dichiara a “Milano-Sera”: la Francia svela i miei segreti 139 2. Jolliot Curie ci ha detto: salviamoci dal freddo con l’energia atomica 145 3. Il sassofono di Picasso 149 4. Marlène ha una gamba a Parigi e una a Hollywood 157 5. Intervista con René Clair 163 Post-scriptum confidenziale 167 NOTA AL TESTO La presente antologia, contenente la quasi totalità degli ar- ticoli, editoriali e interviste pubblicati su “Pattuglia” da Gillo Pontecorvo, è ricavata da tutti i numeri della rivista fino a ora ritrovati e provenienti da varie biblioteche e collazionati in ri- produzione originale per la consultazione on line al link www. ilpionere.org/1946-1950/pattuglia.html. Si deve il suggerimento di partenza per la costruzione del li- bro e il raffronto degli articoli a Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma. Sono stati espunti solo alcuni appelli ad abbonarsi e ove è sta- to possibile, peraltro in rari punti dei testi, si è operata una ri- costruzione delle lacune presenti nei fogli originali della rivista, dovuti perlopiù al deterioramento della carta e all’incuria con i quali sono stati conservati. Inoltre, si è voluto chiudere il libro con una postfazione inte- ramente fotografica a testimonianza del passaggio di Pontecorvo dal giornalismo al cinema, anche attraverso la fondamentale av- ventura resistenziale. Tale cornice visuale consente di espandere in avanti fino al 1953 e retrocedere il triennio 1947-1950, condotto alla guida di “Pattuglia”, tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40. Tale operazione ha il compito di evidenziare la fitta rete di relazioni e di interessi intessuta dal futuro regista. E in che modo questi contribuirono, dopo il secondo conflitto mondiale e i ruoli dirigenziali ricoperti nel Partito Comunista, alla formazio- ne politica e morale che sostanzia tutta la sua filmografia, appro- fondita dall’indirizzo bibliografico che segue questa nota. Allo stesso modo va letta l’appendice contenente quattro in- terviste ad altrettanti personaggi e amici del tempo come Pi- casso, René Clair, Marlene Dietrich e il fisico Joliot-Curie (da notare che la grafia a stampa, mantenuta anche nel testo, oscilla nel raddoppio della “l” del cognome dello scienziato francese). Indirizzo bibliografico Gillo Pontecorvo (intervista a), Un equilibrio di 10.000 anni, in “Schermi: mensile internazionale del cinema”, novembre 1960. Gillo Pontecorvo, Il fantastico nel reale, in “Filmcritica”, n. 134, a. 14, giu- gno 1963. Gillo Pontecorvo (colloquio con), Il mio film sull’Algeria, in “Bianco e nero”, nn. 7/9, a. 28, 1967. Massimo Ghirelli, Gillo Pontecorvo, Il Castoro Cinema - La Nuova Italia, Firenze 1979. Fausta Leoni (appendice a), Gillo Pontecorvo, Alla ricerca dell’aldilà. In- chiesta televisiva, in Fausta Leoni, Karma. Storia autentica di una rein- carnazione, Edizioni Mediterranee, Roma 1979 (prima edizione Palaz- zi, Milano 1969). Gillo Pontecorvo (presentazione di), in Sergio Pastore, Proibitissimo. La censura nel tempo, Gallina, Napoli 1980. Gillo Pontecorvo (introduzione di), in Krzysztof Kieślowski, Tre colori: blu bianco rosso, Bompiani, Milano 1994. Gillo Pontecorvo (con intervento di), in Irene Bignardi (a cura di), Film und drang. Amore, musica e morte nel cinema sul Romanticismo tede- sco, Teatro Comunale – Maggio Musicale Fiorentino, Firenze 1995. Gillo Pontecorvo (prefazione di), in Primo Lazzari, Storia del Fronte della Gioventù nella Resistenza: 1943-1945, Mursia, Milano 1996. Aa.Vv., Gillo Pontecorvo: la dittatura della verità. Primo piano sull’autore, ANCCI, Assisi 1998. Irene Bignardi, Memorie estorte a uno smemorato. Vita di Gillo Pontecor- vo, Feltrinelli, Milano 1999. Fabio Francione (a cura di), Il coraggio delle idee: Gillo Pontecorvo intellet- tuale e cineasta cosmopolita, GS Editrice, Santhià 2000. Gillo Pontecorvo (prefazione a), in René Prédal, Fernando Solanas ou la rage de transformer le monde, Télérama, Paris 2001. Antonio Medici (a cura di), Gillo Pontecorvo. Giovanna: storia di un film e del suo restauro, Ediesse, Roma 2002. Carlo Celli, Gillo Pontecorvo. From Resistance to Terrorism, Scarecrow, Maryland 2005. Ivelise Perniola, Gillo Pontecorvo o del cinema necessario, ETS, Pisa 2016. Fabio Francione (a cura di), Gillo Pontecorvo. Brevi scritti veneziani 1992 – 1996, Cinemazero/Le voci dell’Inchiesta, Pordenone 2019. Fabio Francione INTRODUZIONE DALLA CARTA STAMPATA ALLA PELLICOLA CINEMATOGRAFICA I tre anni di Gillo Pontecorvo alla direzione di “Pattuglia” Incuriosisce la distanza che nel tempo si è allargata tra il cine- ma di Gillo Pontecorvo, conosciuto nel mondo e amato da registi del calibro di Steven Spielberg, e l’ostinata caparbietà con cui la critica italiana ha accolto i suoi film. Infatti, la celebrità del regista di capolavori avvolti nella leggenda come La battaglia di Algeri non è assolutamente misurabile con la sua posizione nel canone storico del cinema italiano. Qualche luogo comune è andato sfal- dandosi: l’edizione in dvd di Kapò, pellicola molto discussa all’e- poca dell’uscita per l’anatema lanciatogli da Jacques Rivette sui “Cahiers du cinéma” e rincarato qualche decennio dopo da Serge Daney, ha riconsegnato al film lo status di capolavoro. Caduto l’argomentare di Rivette, meriterebbe anche di essere riportata alla luce la risposta che Pontecorvo scrisse all’indirizzo del regi- sta di Parigi ci appartiene. Film non citato a caso perché coevo di Kapò. Più volte si è parlato di lui come un’assoluta anomalia nel panorama del cinema italiano, scambiando per presunta pigrizia l’esigua e limitata filmografia quand’invece era solo ansia di per- fezionismo: gli era sempre stata accanto nei suoi lavori sin da gio- vane e la si coglie esaminando i tanti progetti incompiuti, rimasti su carta o non realizzati anche se in fase avanzata di lavorazione. Su questa incomprensione di fondo, Pontecorvo è stato margi- nalizzato in zone periferiche e inadeguate alla sua caratura inter- nazionale, sopravanzato peraltro da registi e autori che avevano la medesima formazione intellettuale e provenivano dai ranghi dell’antifascismo militante o derivato. Una dimostrazione di ciò arriva dal quinquennio trascorso alla direzione della Festival di Venezia e dai palinsesti concorsuali e retrospettivi che riuscì a or- 10 Il sole sorge ancora ganizzare, consegnando negli anni ’90 un’idea di cinema che si poteva realizzare anche con i film degli altri. Atto critico raccolto e attuato ancor oggi, pur nelle diverse declinazioni e distinguo. Detto questo, qualcosa sembra muovere e spostare da triti luoghi comuni la ricezione critica e storiografica del cinema di Pontecor- vo: dalla grande mostra romana organizzata in occasione del de- cennale della scomparsa e dall’attuale centenario della nascita si sta operando, infatti, una nuova e inedita lettura dell’intera opera che, se ha il suo centro nevralgico di verifica nel suo cinema, riser- va ulteriori messe a punto sia di comprensione del suo itinerario intellettuale, proprio nella sua formazione giovanile con le fre- quentazioni parigine alla vigilia della Seconda guerra mondiale, l’iscrizione al Partito Comunista, la militanza nella Resistenza e l’inizio di un’attività giornalistica che avrà il suo apice con la dire- zione di “Pattuglia”, uno dei periodici destinati alla gioventù co- munista e socialista europea, che non avrà vita lunga né facile – e dal 1946-47 al 1953, anno in cui cesserà le pubblicazioni, sposterà la sua redazione da Milano a Roma e nella capitale in più sedi –ma che sarà palestra di vita sia per il futuro regista, che vi lavo- rerà fino al 1950, sia per la nuova classe dirigente e intellettuale del paese, contando tra i suoi collaboratori Italo Calvino, Andrea Camilleri (la rivista ospiterà una sua poesia dedicata al Natale), Mario Pirani, Enrico Berlinguer, più come intervistato che altro, avendo anche la funzione di supervisore della testata. È sorpren- dente come un giornale prettamente politico ospitasse rubriche sportive dedicate al ciclismo, alla boxe e al calcio, quest’ultimo tenuto da una rubrica di Fulvio Bernardini, il futuro commissa- rio tecnico della Nazionale ai Mondiali germanici del 1974. Pie- tro Nenni sarà più volte intervistato a dimostrazione di quanto la rivista intrecciasse gli interessi sia del Partito Socialista sia di quello Comunista, anche se i primi avevano qualche lamentela da fare, “con buona ragione”. Tra i collaboratori vi era anche Gianni Rodari. Interrompiamo qui l’abbrivio sulla rivista per aprire uno squarcio sulla vita di Pontecorvo. Nato a Pisa, il 19 novembre del 1919, Gilberto chiamato Gillo è il quintogenito e terz’ultimo dei figli di Massimo Pontecorvo, imprenditore addentellato nell’industria tessile e Maria Maroni Introduzione 11 che non pochi meriti ebbe nell’instillare nella numerosa fami- glia la passione per la cultura e le idee più innovative dell’epoca. Oltre Gillo che che si darà al cinema, dopo essere stato un otti- mo tennista e aver saggiato le arditezze della musica dodecafo- nica, accarezzando anche l’idea di diventar musicista (prenderà lezioni sia da Schonberg sia più tardi in Francia da René Lei- bowitz e la musica rivestirà sempre un ruolo importante nei suoi film), nella famiglia Pontecorvo si contano il genetista Guido e soprattutto Bruno, uno dei ragazzi di Via Panisperna, il gruppo di giovani scienziati diretti da Enrico Fermi che avrà tanta parte nella rivoluzione scientifica del ’900 e che lascerà l’Occidente per andare a lavorare oltre la cortina di ferro, in Unione Sovieti- ca. La promulgazione delle Leggi Razziali del ’38 costringerà la famiglia a rifugiarsi in Svizzera, il biologo Guido andrà a Edim- burgo a proseguire i suoi studi, mentre Gillo, mancato chimico, emigra a Parigi, capitale dell’arte del XX secolo. Incontra tutti i maggiori artisti, filosofi, pittori e registi del tempo. Diventa amico di qualcuno di loro (Picasso, Yves Allegret con cui avrà le prime esperienze su un set cinematografico), conoscente di altri (Sartre), ma soprattutto incontra sia l’amore (sposerà in prime nozze la figlia di un industriale, Henriette Niépce) sia la politica (in pieno conflitto mondiale s’iscrive al Partito Comunista allora clandestino). Nel contempo scrive corrispondenze per France Press e per alcuni giornali italiani, al contempo tiene vivi i colle- gamenti tra i fuoriusciti e coloro che sono rimasti in Italia a com- battere il nazifascismo. Richiamato in Italia dalla piega tragica che sta prendendo la guerra, si dà alla macchia e alla Resistenza rendendosi partecipe in prima persona di alcune azioni in terre di Piemonte e Lombardia. È conosciuto in battaglia con il nome di Barnaba. Il dopoguerra è entusiasmante, l’impegno politico con il Partito Comunista diventa professione. Molti sono i comi- zi in giro per l’Italia, le elezioni si approssimano e vedono tutti i protagonisti della guerra partigiana in prima linea. Dunque, Pontecorvo non è da meno degli altri, anche se in questi anni tocca di nuovo il cinema, partecipando come attore in uno dei film capitali del nascente neorealismo. Interpreterà un operaio fucilato in Il sole sorge ancora di Aldo Vergano. Qui matura la sua idea di arte che sì è vicina alla realtà, ma che è anche capace

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