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Furio Jesi. Mito, violenza, memoria PDF

158 Pages·2012·3.761 MB·Italian
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Quatyl Pipaerba·c3 k9s8 I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore Corso Vittorio Emanuele II22,9 00186 Roma telefono 42 81 8417 06 fax 06 42 74 79 31 Siamo su: http:// www.carocci.it http:// www.facebook.com/ caroccieditore http:// www.twitter.com/ caroccieditore EnriMcaon era Furieos 1 Mitvoi,o lmeenmzoari,a @ Cacrcoeid itorQuea lPiatperbacks y a ristlaumglpiao, l 2018 a edizione, novembre 1 2012 © copyright by Carocci editore S.p.A., Roma 2012 Riproduvziieoatnsiaee t ndasil i e gge (a1r71t d.e llleagg ea pr19i41l, ne.6 33) 22 Senrzeag oaluatroer izzazione, èv iertiaptroo qduuervsrotelo u me ancphaer ziaelc moqenun atlems eizazsoi, comprlfeaos tao caonpcpiheaeur, s i on terno od idattico. Indice Introduzione 9 Lo studio del mito dal mondo antico l. alla letteratura moderna 13 Gli scritti giovanili sull'Egitto e sulla Grecia 14 La concezione della storia 18 La teoria delle connessioni archetipiche 22 La critica letteraria e la mitologia moderna 29 Mito e antropologia: funzione sociale, 2. • • • • tecn1c1zzaz1one e utopia 37 Mito genuino e mito tecnicizzato Dalla Grecia alla Germania Il rapporto con Kerényi La critica militante e la riflessione sull'uso politico del mito 54 Scienza della mitologia e mitopoiesi 3. Mito, storia e cultura ebraica 66 La scienza della mitologia come storia della storiografia 70 La critica alla metafisica del mito 75 Lévi-Strauss e Dumézil Il potere performativo del mito 4. Teoria della macchina mitologica La critica dell'antropologia: una nuova scienza della cultura 91 La macchina della teoria e la scrittura dell'archeologia 96 Difesa della ragione e creazione artistica 102 Ermeneutica e politica 105 5. La macchina mitologica in funzione III Il linguaggio mitologico: Rilke, Benjamin, Wittgenstein 114 Mito e linguaggio nella cultura mitteleuropea: Mann, Canetti, Kraus 118 Mitologia e cultura di destra 123 Il caso Eliade e la mitologia antisemita 128 Decostruire le mitologie quotidiane 134 Considerazioni conclusive 139 Bibliografia 143 Indice dei nomi 155 Introduzione Il contenuto reale di un libro è sempre altro in parte da quello che si mostra. C. Levi, Tutitoml i eefil nei 1t9o6,4 Furio Jesi è stato uno studioso dalla straordinaria varietà di interessi, capace di ibridare discipline e di intrecciare problemi apparentemente distanti grazie a un'erudizione profonda, un'intelligenza sottile e una scrittura formidabile. Benché la sua opera sia molto apprezzata al pun­ to da divenire oggetto di culto in ambiti che spaziano tra storia antica, letteratura e politica, l'impianto generale della sua riflessione rimane ancora poco noto. Torinese, di origini ebraiche ma non credente, mili­ tante e teorico della "nuova sinistra", Jesi è stato molto più che mitologo e germanista: fin da giovanissimo si è occupato di storia delle religioni, antropologia, critica letteraria, storia delle idee, filosofia, per approdare a una cattedra universitaria in Lingua e letteratura tedesca (nel 1976 a Palermo e poi a Genova), ambito d'adozione in cui si sono incontrati i diversi interessi e in cui ha svolto un ampio lavoro di traduzione (Rilke, Mann, Bachofen, Canetti). In forza di una concezione pedagogica del lavoro intellettuale ha at­ traversato la storia editoriale italiana degli anni settanta come autore, curatore e consulente, tra gli altri, per Einaudi, Paravia, Garzan­ UTET, ti, Rizzali, Adelphi, Selleria, senza trascurare la pubblicistica su riviste come "Comunità", "Sigma': "Resistenza. Giustizia e Libertà", ma anche "Storia illustrata" o quotidiani come "l'Ora" e "Tuttolibri" di "la Stam­ pa". La sua produzione intellettuale si misura in un'ampia bibliografia stretta tra il 1956 e il 1980, quando a soli trentanove anni un assurdo incidente domestico ha messo fine alla sua vita; a trent'anni da allora la sua opera continua ad essere un crocevia apprezzato dai lettori più diversi e, grazie alle ristampe e alle pubblicazioni di inediti, è possibile rapportarsi al suo pensiero in una nuova stagione di interesse critico e con uno sguardo più ampio reso possibile dalla distanza. Nello studio del mito Jesi è una luminosa meteora che emerge per originalità di stile e di impostazione ed è al tempo stesso una cerniera FURIO JESI IO tra gli studi legati a un umanesimo classico - Pettazzoni, Kerényi, Jung, Cassirer - e la ricezione in tempo reale di una nuova cultura, tra tutti Dumézil, Lévi-Strauss, Benjamin, Barthes. La costante che solca un'o­ pera eterogenea per temi e soggetti donandole organicità e coerenza è la scienza della mitologia, o meglio la sua critica; questa, culminata nell'originale proposta della "macchina mitologica", alimenta l'intera produzione jesiana permettendole di muoversi in un territorio di sor­ prendente vastità. Spostando l'attenzione dal mito, concepito come una sostanza oggettivabile, alle forme mitologiche e alle modalità testuali di produzione di materiali mitologici,Jesi ha indagato il rapporto tra sapere e potere nel quadro di una filosofia del linguaggio: finzioni, miti, luo­ ghi comuni sono entità dotate di un'esistenza nell'immaginario che non di meno alimenta pratiche diffuse e produce conseguenze reali, inserite in contesti storici pregni di interessi di ordine materiale e politico. Una simile ontologia della finzione è anche una teoria critica della cultura, perché interroga ciò che primafa cie si presenta come naturale, eterno e dotato di legittimazione sacrale per mostrare cosa - uomini e idee, valori e presupposti - lo ha prodotto. "Mito" è il nome di una rete intricata di strutture portatrici della memoria, solo apparentemente ovvia, ma che si rivela invece all'analisi filosofica essere ricavata per contrasto proprio dall'assenza di ciò che il termine designa: un mito come sostanza extraumana ed extratemporale che non è mai possibile conoscere veramente come tale. Se per lungo tempo la filosofia ha pensato il mito come superstizione infantile e ir­ razionale, la riflessione contemporanea gli ha restituito una più ampia portata di significato e lo ha concepito come il frutto di una logica sui generis ma pur sempre prodotta dalla ragione. E sempre la razionalità, indagabile solo attraverso se stessa e nelle sue manifestazioni storiche, a essere in questione quando si parla di mitologie. Jesi ha cercato di rispondere alle domande poste dall'intersezione di antropologia, storia delle idee e filosofia a sincrono con quanto suc­ cedeva nella riflessione contemporanea europea. Dopo aver abbando­ nato negli anni sessanta lo studio del mondo antico per dedicarsi alle interferenze tra mito, letteratura e politica nella cultura mitteleuropea, ha mostrato come la scienza del mito ne riveli la funzione di coesione comunitaria nel momento della sua difettività, quando cioè essa nell'e­ tà moderna del disincanto del mondo e della secolarizzazione, con la "morte di Dio", viene a mancare. Ciò che del mito è delineabile, con il tratto leggero di uno schizzo a matita che non ha la presunzione di essere

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