Nei suoi racconti, scritti con ritmo incalzante e forte tensione, Ivan McEwan ci introduce in un universo sempre in bilico tra visioni oniriche e desolante quotidianità, tra grottesche, paradossali ossessioni e impietosa autoironia, tra sdoppiamenti di personalità, allucinazioni solitarie e incapacità di comunicare. Uno scimmione, maestro di sensibilità e di ironia, si lascia dominare da una scrittrice inaridita, che sintetizza con efficacia l'incubo di tutti i giovani scrittori; un manichino con sembianze femminili prima appaga e poi distrugge le più folli speranze di un feticistico, monologante industriale, animato da volontà demiurgiche. La violenza esplode in una serie di oggetti lucenti: bisturi destinati a riproporre ataviche angosce, lucchetti, spade che forniscono gli ultimi echi di spettacolarità a un futuro degno dei classici della fantascienza.