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Federico Barbarossa nel dibattito storiografico in Italia e in Germania PDF

387 Pages·1982·32.936 MB·Italian
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Istituto trentino di cultura Pubblicazioni dell'Istituto storico italo-germanico in Trento 1 2 Annali dell’Istituto storico italo-germanico Quaderno 10 Federico Barbarossa nel dibattito storiografico in Italia e in Germania a cura di Raoul Manselli e Josef Riedmann Società editrice il Mulino Bologna 3 Istituto storico italo-germanico in Trento Federico Barbarossa nel dibattito storiografico in Italia e in Germania Atti della settimana di studio, 8-13 settembre 1980 Coordinatori: Raoul ManseUi Josef Riedmann Copyright © 1982 by Società editrice il Mulino, Bologna 4 Sommario Introduzione di Raoul Manselli p. 7 Introduzione di Josef Riedmann 13 Federico Barbarossa nella storiografia tedesca a partire dal XVIII secolo, di Heinrich Appelt 17 Federico Barbarossa nel giudizio dei suoi contempora­ nei, di Odilo Engels 45 Federico Barbarossa davanti allo scisma: problemi e orientamenti, di Ovidio Capit ani 83 Aspirazioni cittadine e volontà imperiale, di Gina Fasoli 131 Gli alleati italiani di Federico Barbarossa (feudatari e città), di Paolo Brezzi 157 I collaboratori tedeschi di Federico I, di Rainer Maria Herkenrath 199 Le premesse storiche della politica “meridionale” di Federico I: la «Siìditalienische Kaiserpolitik», di Ni­ cola Cilento 233 Effetti della politica italiana di Federico Barbarossa in Germania, di Ferdinand Opll 265 La politica economica di Federico Barbarossa in Ger­ mania, di Johannes Fried 311 5 5 6 Introduzione di Raoul Manselli Per un nuovo giudizio su Federico Barbarossa Il giudizio storiografico su Federico Barbarossa è stato in Italia profondamente mutato dal Risorgimento, che ha imposto considerazioni di valore tali da incidere in maniera decisiva rispetto alla tradizione precedente. Que­ sta era stata, in un certo senso, stabilita dalla Storia di Milano di Bernardino Corio, che, riprendendo soprattutto la tradizione cronachistica, rieccheggia l’impressione che sui contemporanei del XII secolo fece la distruzione di Milano. Sentimento civico anima lo storico umanista che parla di Federico II come di «infensissimo imperatore», ma non nasconde che, per esempio, alla distruzione di Milano del 1162 parteciparono con particolare animosità le altre città lombarde, nemiche di Milano. Se di Federico sottolinea la durezza, il Corio neppure accenna all’ispi­ razione nazionale italiana della Lega Lombarda. È questo in fondo l’atteggiamento che ritroviamo in Carlo Sigonio e che in Baronio, negli Annales ecclesiastici, si traduce soprattutto nel grande contrasto fra papato ed impero. Una svolta decisiva in quest’impostazione, che o consi­ dera Milano e il Barbarossa o il papato e l’impero, viene indicata dal grande, anche in questo, Ludovico Antonio Muratori, al quale dobbiamo l’edizione di più cronache relative alle vicende del Barbarossa, lo studio di vari do­ cumenti nelle Antiquitates Italicae Medii Aevi, ma anche la ricostruzione degli eventi negli Annali d’Italia. C’è appena bisogno di dire che l’equilibrio ed il buon senso del Muratori riceve ancora una volta conferma e merita la sua giusta considerazione. Bisognerebbe piuttosto pre­ cisare meglio la figura di un erudito veronese, del tutto 7 dimenticato, che non compare in nessun repertorio degli eruditi del suo tempo: è Domenico Carlini, autore di un’opera sulla pace di Costanza, interessante per l’impe­ gno di comprensione storica e soprattutto di studio delle realtà istituzionali che nella pace di Costanza entrarono in gioco. Curiosamente con l’opera di Georg Voigt sulla storia della Lega Lombarda emerge la convinzione che quell’impor­ tante evento storico fosse in relazione all’esigenza di li­ bertà, avvertita nelle città comunali, e insieme della, an­ cora appena iniziale, coscienza di italianità. Accanto al Voigt ebbe non meno rilievo ed importanza la grandiosa opera di Sismondo de’ Sismondi, Histoire des républiques italiennes, che dedica larga parte a queste lotte dei co­ muni italiani contro gli imperatori, interpretandoli, ap­ punto, quali oppressori, contro cui gli italiani esprimono il loro spirito di ribellione ed il loro desiderio di libertà! In questa chiave si muove l’opera più significativa, rela­ tivamente al nostro problema, del Risorgimento, la storia della Lega Lombarda di Luigi Tosti, nel suo genere un ca­ polavoro, per il sapiente impegno tra erudizione storica e sentimento patriottico. In quest’opera Federico Barba­ rossa diventa la tragica figura di oppressore, che, in realtà, sintetizza tutto lo sdegno dei patrioti italiani verso gli austriaci dominatori nel Veneto e nella Lombardia, nella prima metà dell’Ottocento e, quindi, degli austriaci loro sudditi. In questo libro, più che altrove, si crea quella singolare identificazione degli austriaci dell’Otto­ cento con i tedeschi del Barbarossa; nello stesso tempo, sotto l’influenza del neoguelfismo, la Lega Lombarda as­ sume la fisionomia quasi di una federazione italiana, sotto la guida del papa, contro il nemico straniero. Si forma per quest’opera, recentemente studiata con impegno e pe­ netrazione grandi da Mario Fubini, il cliché tradizionale dell’imperatore cattivo, del duro e bieco tiranno che ha falsato il giudizio storico dell’Ottocento e parte del No­ vecento nei riguardi del grande imperatore tedesco. È vero che nel 1866 compariva come correttivo documen­ tario l’opera fondamentale di Cesare Vignati, La storia 8

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