Idòla Danna.indd 1 29/05/17 12:37 Danna.indd 2 29/05/17 12:37 Daniela Danna “Fare un figlio per altri è giusto” (Falso!) Idòla | Laterza Danna.indd 3 29/05/17 12:37 © 2017, Gius. Laterza & Figli www.laterza.it Progetto grafico di Riccardo Falcinelli Prima edizione luglio 2017 Edizione 1 2 3 4 5 6 Anno 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Bari-Roma Questo libro è stampato su carta amica delle foreste Stampato da sedit - Bari (Italy) per conto della Gius. Laterza & Figli Spa isbn 978-88-581-2914-2 Danna.indd 4 29/05/17 12:37 Indice Introduzione. Chi dice donna dice dono vii 1. Non è la madre, è una portatrice 3 2. L’utero è mio e lo gestisco io 25 3. Si comprano “servizi gestazionali”, non un bambino 43 4. Fare un figlio per altri è una libera scelta 61 5. I regolamenti tutelano le donne 85 6. È l’amore – e l’intenzione – che fa una famiglia 108 7. La neonata è una tabula rasa 128 8. La maternità surrogata è come la prostituzione 140 Danna.indd 5 29/05/17 12:37 Danna.indd 6 29/05/17 12:37 Introduzione Chi dice donna dice dono Quando si parla di gravidanza come dono, le combinazioni possibili tra i soggetti in gioco so- no alquanto numerose. La donna che fa il do- no regala solamente il servizio della gestazione se l’ovulo che è stato fecondato in vitro non è suo. Solo il suo utero è allora oggetto del do- no. L’ovulo può invece provenire dalla donna che ha intenzione di usufruire del dono di un utero diventando madre della creatura porta- ta dalla donatrice, dopo la sua nascita. Oppure l’ovulo può essere di un’altra donatrice che si è generosamente separata da alcuni suoi gameti mettendoli a disposizione della scienza e della medicina. La donatrice di ovuli può ricevere un rimborso spese per compensarla della sua ge- nerosità, o uno sconto sul dono che a sua volta farà alla clinica, sia che i medici la facciano di- ventare madre sia che non ci riescano. Anche la Danna.indd 7 29/05/17 12:37 VIII introduzione. chi dice donna dice dono donna che fa il dono dell’utero, di nove mesi di gravidanza e del parto può ricevere un rimbor- so spese. Questo rimborso può avere un limite stabilito da leggi nazionali oppure, sempre nel rispetto della legge di un particolare posto, esse- re liberamente contrattato dalle parti, come una sorta di contro-dono elargito per sdebitarsi, in modo che tutti siano d’accordo e nessuno si sen- ta fregato dopo aver donato. Negli Stati Uniti l’associazione dei ginecologi si preoccupa che il dono non sia sproporzionato, e pone un limite di 10.000 dollari – generalmente superato dalla generosità di chi fa e riceve doni. Alcune donne però davvero non vogliono accettare alcun con- tro-dono da coloro che riceveranno una o un ne- onato1 fatto da loro – e molto spesso più di uno perché le tecniche di fecondazione in vitro por- tano a impiantare tanti embrioni e poi magari a “ridurli” se i futuri doni che attecchiscono diven- tano eccessivamente numerosi. I beneficiari di doni umani allora insistono perché le donatrici ricevano qualcosa in cambio, non volendo evi- dentemente avere più molto a che fare con loro. Oppure sì, vogliono rimanere in contatto, ma a propria discrezione e sotto il proprio controllo. Quel qualcosa che vogliono donare in cambio 1 Nel testo alternerò il maschile e il femminile nelle generaliz- zazioni, invece di usare il maschile in funzione di neutro secondo la convenzione. Danna.indd 8 29/05/17 12:37 introduzione. chi dice donna dice dono IX sono dei soldi. Il denaro infatti scioglie i legami sociali, mentre il dono li mantiene o li crea. È complicato il quadro della gravidanza co- me dono, perché coloro che ricevono in dono i bambini possono essere persone che non sono in grado di procreare, ad esempio una donna che ha le ovaie, le quali producono i gameti femmi- nili (gli ovuli), ma non ha l’utero dove si sviluppa il futuro bambino. Oppure una donna può avere qualche malattia che le rende pericolosa la gra- vidanza – un rischio troppo grande per pensare di farla in prima persona. Se trova una donna generosa che le dona il suo corpo e il suo tem- po per nove mesi e fa un bambino al posto suo, potrà anche lei diventare madre. Oppure una donna può essere troppo vecchia perché i suoi ovuli fusi con spermatozoi possano generare una bambina o un bambino. Oppure ancora quella donna può avere accettato l’offerta della sua ditta (succede negli Stati Uniti) di far congelare i suoi ovuli quando, ancora giovane, ha cominciato a lavorare per loro. Gli ovuli, tenuti nel congelato- re di un’altra ditta specializzata, non invecchiano e quando lei e il suo compagno saranno pron- ti a diventare genitori, potrebbero a quel pun- to cercare una donna a cui subappaltare la sua gravidanza fatta con gli ovuli di quando era più giovane. La ditta l’aiuterebbe anche in questo, se ciò che lei guadagna e fa guadagnare in quei no- ve mesi (o anche molti meno, perché non è che Danna.indd 9 29/05/17 12:37