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Eufonia e onomatopea: interpretazioni dell'iconismo nell'antichità classica PDF

165 Pages·2005·3.983 MB·Italian
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BIBLIOTECA DI ATHENAEUM 53 CESARE MARCO CALCANTE EUFONIA E ONOMATOPEA Interpretazioni dell'iconismo nell’antichita classica EDIZIONI NEW PRESS Como 2005 Proprietà letteraria riservata Printed in Italy Copyright © 2000 by Biblioteca di Athenaeum aprile 2005 INDICE Premessa Pag: CAPITOLO PRIMO La íuncturz un modello fonoretorico dell'ordine delle parole 1. LA TEORIA RETORICA DELLA /UNCTURA: DIONIGI D'ALICARNASSO, QUINTI- LIANO E DEMETRIO » 5 M 1.1 Il De compositione verborum di Dionigi d'Alicarnasso 2 M 1.2 L'Institutio oratoria di Quintiliano e il De elocutione di Deme- trio 13 1.2.1 Il cacemphaton 13 1.2.2 Lo iato e i suoi sistemi codificanti 13 1.2.3 La iunctura consonantica 25 1.2.4 La ripetizione 25 1.2.5 La iunctura dei membri e degli incisi 26 CAPITOLO SECONDO Callida iunctura, acris iunctura e la teoria della compositio verborum IUNCTURA E SENSO 34 CALLIDA IUNCTURA: IL POTERE ESORNATIVO DELLA COMPOSITIO VERBORUM 35 COMPOSITIO VERBORUM E TEORIA DELL'ELOCUTIO SATIRICA 41 ACRIS IUNCTURA: | FONDAMENTI DELLA RETORICA DELL'ASPREZZA 46 VERBA TOGAE, ACER TERES AMBIGUITÀ E POLIMORFISMO DELLA FARRAGO SATIRICA 49 » LITTERA CANINA: I DISPOSITIVI DELL'ASPREZZA 54 » CAPITOLO TERZO Il sistema fonoretorico dei genera dicendi tra selezione e combinazione 1. ELECTIO VS COMPOSITIO: UNA POLEMICA DI DIONIGI CONTRO TEOFRASTO 62 » 2. LA TEORIA FONORETORICA DELL'ELECTIO VEROBORUM E I SUOI RAPPORTI CON LA COMPOSITIO 67 » 2.1 Il De compositione verborum di Dionigi e l’Institutio oratoria di Quintiliano 68 2.2 Il De elocutione di Demetrio 69 » 2.3 La Poetica di Filodemo 72 —6— 3. ILA RIPETIZIONE: UN MODELLO SINTAGMATICO DEBOLE pag. 4. DIACRONIA DEL SISTEMA FONORETORICO » CAPITOLO QUARTO Da Cratilo a Dionigi d’Alicarnasso: eufonia e iconismo 1l. L'ICONISMO LINGUISTICO TRA SEMIOTICA, PSICOLOGIA E TEORIA DELLA LETTERATURA » 90 2. L'ICONISMO NELLA FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO: LA TEORIA DEI PROTONIMI » 97 2.1 ll cratilismo ovvero il mito di una lingua trasparente » 97 2.2 Iconismoe eufonia nella teoria dei protonimi » 104 3. DAI PROTONIMI ALL'ONOMATOPEA » 107 4. IL SISTEMA DELL'EUFONIA » 111 4.1 L'eufonia tra grammatica e musicologia » 111 4.2 Il sistema dionisiano dell'eufonia » 115 S. IDAL FONEMA AL LESSEMA: EUFONIA E ONOMATOPEA NELLA TEORIA DELLA ELECTIO VERBORUM » 116 5.1 L'eufonia nella teoria dell’electio verborum » 117 5.2 L'óvoyatonotía come protonimo: il cratilismo dionisiano — » 120 6. Dal lessema al sintagma: un codice dell'iconismo poetico — . » 122 7. I genera dicendi come sistema dell’iconismo testuale » 127 8. L'iconismo tra retorica, grammatica e filosofia » 129 Appendice I » 131 Appendice II » 136 CAPITOLO QUINTO Il prepon fonoretorico come teoria dell’iconismo 1. LA TEORIA DEL PREPON NEL DE COMPOSITIONE VERBORUM DI DIONIGI D'ÁLICARNASSO » 140 1.1 Tra prepon e mimesis » 140 1.2 1] prepon in Omero: la roccia di Sisifo » 143 1.2.1 L'analisi del livello fonico-ritmico » 143 1.2.2 Critica del'iconismo » 147 2. RETORICA E POETICA » 149 Bibliografia » 153 Indice dei passi » 161 PREMESSA Gli studi raccolti nel presente volume (!) sono stati originariamente concepiti come introduzione allo studio delle strutture fonostilistiche della poesia latina. In un secondo momento, l'ampiezza e la complessità di tematiche che si collocano al- l'intersezione tra retorica, grammatica, musicologia e filosofia del linguaggio, hanno imposto al progetto un taglio prettamente monografico, limitato alla sola teoria fo- noretorica. L'indagine non segue lo schema, ampiamente collaudato negli studi di filologia classica, dell'excursus storico, ma privilegia un'ottica sincronica incentrata sullo studio dei sistemi codificanti che presiedono all'organizzazione del livello fo- nico del testo letterario. In questa prospettiva, assume particolare rilievo la contrap- posizione tra due diversi modelli retorici che attribuiscono l'effetto fonico della lin- gua letteraria rispettivamente alle parole considerate isolatamente (modello fonopa- radigmatico) o alla loro combinazione (modello fonosintagmatico). Tale opposizio- ne, da leggere all'interno della dottrina aristotelica della λέξις ἀγωνιστική e γραφική, si fonda su due diverse concezioni dell'eufonia, che alcuni retori identi- ficano con l'alto volume sonoro dell'e/ocutio richiesto dalle esigenze della declama- zione, altri con la facilità di articolazione in un contesto di ἀνάγνωσις. Queste considerazioni non spiegano peró per quale motivo determinati tratti acustico-articolatori venissero valutati come eufonici. Un contributo determinante a una più approfondita comprensione del problema proviene dalla psicologia della percezione il cui approccio presenta significative analogie con quello dei retori. Dio- nigi d'Alicarnasso classifica i fonemi secondo il grado di eufonia muovendo da un livello prelinguistico, in cui i fonemi vengono considerati in assenza del senso; la posizione di ciascun fonema nella scala dell'eufonia è legata alle particolari associa- zioni ecoiche e sinestesiche suggerite: cosi vengono valutati positivamente i fonemi che evocano sensazioni o vissuti gradevoli, come dolce, levigato, morbido. Solo in un secondo momento il retore esamina il rapporto tra eufonia e senso nel microcon- testo stilistico e successivamente nel testo considerato nella sua globalità; l'operazio- ne prende corpo all'interno della dottrina del πρέπον, che, proprio in quanto fon- data sul principio dell'isomorfismo tra suono e senso, viene a costituire una prima descrizione e teorizzazione del fenomeno dell'iconismo. L'auspicio conclusivo è che (1) I capp. 1 € 2 sono già comparsi in «Rendiconti dell'Istituto lombardo di Scienze e Lettere» (Classe di Lettere e Scienze Morali e Storiche) 136 (2002); il cap. 3 in «Accademia delle Scienze di Torino - Memorie scienze morali» 27 (2003); il cap. 4 in «Athenaeum» 93 (2005). È invece inedito il cap. 5. -- 8-- le tematiche affrontate nel volume possano offrire spunti e stimoli per un riesame complessivo del problema dell'eufonia nelle letterature classiche. Ringrazio i proff. Emilio Gabba, Giancarlo Mazzoli ed Elisa Romano che han- no fornito contributi diversi ma sempre fondamentali alla elaborazione e alla pub- blicazione del volume. CAPITOLO Primo LA JUNCTURA: UN MODELLO FONORETORICO DELL'ORDINE DELLE PAROLE Nella retorica antica, la fonostilistica occupa una posizione ambigua in rappor- to alla tradizionale partizione dell’elocutio in electio e compositio verborum: gli effetti di suono poggiano infatti sia sulla struttura fonica delle parole che sulla loro com- binazione. I due procedimenti danno luogo a due distinte interpretazioni del livello fonologico (fonoparadigmatica e fonosintagmatica) che, pur essendo, in linea teori- ca, complementari, appaiono, di fatto, difficilmente riconducibili a un modello teo- rico unitario e coerente. Sebbene i procedimenti della selezione precedano logicamente quelli della combinazione, la nostra indagine prenderà le mosse dalla teoria fonosintagmatica e in particolar modo dal concetto di iuncturz, che risultano meglio documentati nel- le fonti in nostro possesso (!). Questa operazione preliminare consentirà una miglio- re messa a fuoco della teoria fonoparadigmatica, meno attestata e spesso miscono- sciuta dalla critica. 1. LA TEORIA RETORICA DELLA /UNCTURA : DIONIGI D'ALICARNASSO, QUINTILIANO E DE- METRIO 1.1 // De compositione verborum di Dionigi d Alicarnasso Se si escludono i fugaci riferimenti di Cicerone alla verborum iunctio (De orat. 3,191) e alla coniunctio (ib. 5,175), termini che la critica ha spesso considerato sino- nimi di iunctura, sulla scorta di Quintiliano, che impiega indifferentemente l'uno o l'altro termine (cfr. 9,4,22 ordo, iunctura, numerus, 9,4,147 ordo, coniunctio, nume- rus), ma che in Cicerone indicano piuttosto la combinazione delle parole ed equival- gono quindi a compositio, la prima fonte che tratti con sistematicità della iunctura o συζυγία è il De compositione verborum di Dionigi d'Alicarnasso (2). Qui la iunctura (!) Per una visione d'insieme dei problemi toccati nel presente capitolo v. A. Scaglione, 75e Clas- sical Theory of Composition from the Origins to the Present. A Historical Survey, Chapell Hill 1972; una buona introduzione allo studio della fonoretorica è L.P. Wilkinson, Golden Latin Artistry, Cambridge 1970, p.9 sgg. (2) Una buona sintesi della dottrina retorica di Dionigi è offerta da S. Bonner, The Literary Treatises of — 10— assurge a procedimento stilistico privilegiato nella definizione dei tre tipi di compositio o ἁρμονίαι descritti dal retore (3); l’adotnpà ἁρμονία (22) presenta come tratto caratterizzante la disfonia che si contrappone all'eufonia e alla levigatezza (λειότης) della γλαφυρὰ ἁρμονία (23) (4); la μέση ἁρμονία presenta invece un'alternanza c una mescolanza dei tratti stilistici peculiari delle altre due ἁρμονίαι (24). Come dimostra Dionigi attraverso un'analisi puntuale ed esaustiva dell'incipit di un ditirambo di Pindaro (fragm. 75 Schróder = De comp. verb. 22,11 sgg.) e del proemio dell’opera di Tucidide (22,34 sgg.), la disfonia è il risultato di fenomeni fonosintattici come iato e dissimilazione: lo iato si riscontra ad esempio tra primo e secondo colon (secondo la terminologia di Dionigi) del testo pindarico, cioè tra Ὀλύμπιοι e ἐπί del verso successivo. Esempi di dissimilazione sono le sequenze V X (in ἐν χορόν), v x e v A. In questi casi la sequenza fonica non può essere ar- ticolata attraverso un'unica emissione (22,37 συνεκφορά) perché i fonemi presen- tano un punto (22,31 τόπος) e un modo di articolazione (σχηματισμός: la po- sizione degli organi fonatori) diversi; si producono quindi delle discontinuità nella sequenza fonica che creano ‘tempi’ tra le parole (5) (22,1 ἀπέχειν τε ἀπ᾿ ἀλλήλων τὰ μόρια διαστάσεις ἀξιολόγους αἰσθητοῖς χρόνοις διειργόμεναλ) e un ef- fetto di rallentamento; il fenomeno qui descritto è quello ben noto della διάστασις o χρόνος κενός, il cosiddetto ‘tempo vuoto’ o pausa (9). Iato e dissimilazione dan- no luogo a una τραχεῖα συζυγία (22,29) derivante dall'alterazione della φυσικὴ συζυγία (22,31), cioè della sequenza ‘normale’ dei fonemi nella lingua (?): infatti Dionysius of Halicarnassus, Cambridge 1939. Specificamente sul De compositione verborum si veda di recente F. Donadi, Lettura del «De compositione verborum» di Dionigi d'Alicarnasso, Padova 2000. (3) Il termine ἁρμονία, mutuato dal linguaggio musicale (cfr. De comp.verb. 21,3), indica propria- mente l'aspetto fonoretorico della compositio. (4) Sul problema v. di recente Ja. Vaahtera, Phonetic and Euphony in Dionysius of Halicarnassus, «Mne- mosyne» 50 (1997) pp. 586-95: l'esame statistico degli specimina dionisiani conferma le analisi del retore per quanto concerne lo iato, ma non nel caso delle altre ;uncturae (cfr. infra). Sulla problematica relativa all'eu- fonia e alla fonoretorica nell'antichità si veda il recente studio d'insieme di G.M. Rispoli, Dal suono all'imma- gine. Poetiche della voce ed estetica dell'eufonia, Pisa-Roma 1995; cfr. anche Ead., L «errore necessario»: per una poetica della δυσφωνία, «Cron. erc.», 28 (1998) pp. 119-32; si possono vedere anche W.B. Stanford, Tbe Sound of Greek. Studies in the Greek Theory and Practice of Euphony, Berkeley-Los Angeles, 1967, p. 49 sgg; F. Sbordone, Contributo alla poetica degli antichi, Napoli 1961; Id., Sui papiri della ‘Poetica’d i Filodemo, Napoli 1983. (5) Questa analisi dell'effetto dello iato trova un riscontro già in Anassimene (Rber. ad Alex. 25,4) che ammette lo iato solo nel caso in cui vi siano una ἀνάπαυσις o una διαίρεσις. (6) Aristide Quintiliano 27,6 Jahn κενὸς μὲν οὖν ἐστι χρόνος ἄνευ φθόγγου πρὸς ἀναπλήρω- σιν τοῦ ῥυθμοῦ; sul problema si veda L.E. Rossi, Metrica e critica stilistica. Il termine «ciclico» e [ἀγωγή ris- mica, Roma 1963, p. 63 sgg. (7) Il concetto di ordine naturale dei fonemi all'interno della parola ricorre in Arist. EZ. harm. 1,27, p. 35 Da Rios; Pausimaco in Phil. Poet. 1,120 Janko οὕτω(ι}! μὲν τοίνυν κατὰ φύσίι)ν ἣ ἀποσημασία γίνεται, ἐκείνως δὲ παρὰ φύσιν.

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