Il mondo globalizzato è solcato dai flussi migratori. !..'.altro vive accanto a noi e ci interroga. Di questa questione concreta eppure densa di spunti di riflessione si è occupato il grande filosofo Paul Ricoeur. Questo libro riunisce per la prima volta tutti i suoi testi su questo argomento. Maestro dell'ermeneutica, la scienza dell'interpretazione, Ricoeur approfondisce in direzione teoretica il concetto di alterità e di straniero, confrontandosi con il fenomeno storico delle migrazioni contemporanee. Da queste pagine dense, scritte in diversi periodi del la situazione migratoria, emerge una vera e propria filosofia della migrazione. Speculazione e concretezza di analisi si uniscono fornendo un'occasione preziosa di riflessione, soprattutto perché proposta da un grande nome che ha fatto la storia della filosofia mondiale. Paul Ricreur ERMENEUTICA DELLE MIGRAZIONI Saggi, discorsi, contributi a cura di Renato Boccali MIMESIS / VOLTI rial du Fonds Ricoeur ijESIS EDIZIONI (Milano-Udine) o/ti,n. 81 857516523 csisedizioni .it 1mento, 33 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) fax: +39 02 89403935 [email protected] INDICE INTRODUZIONE Ermeneutica del legame interumano. Estraneità, ospitalità, dialogo di Renato Boccali 7 ERMENEUTICA DELLE MIGRAZIONI SAGGI, DISCORSI, CONTRIBUTI I. «MIGRAZIONI E ERRANZE». INTRODUZIONE 23 II. STRANIERO, IO STESSO 25 III. L'ESTRANEITÀ DELLO STRANIERO 41 IV. LA CONDIZIONE DI STRANIERO 51 V. MOLTEPLICE ESTRANEITÀ 65 VI. FRAGILE IDENTITÀ: RISPETTO DELL'ALTRO E IDENTITÀ CULTURALE 81 VII. IL DIALOGO DELLE CULTURE. 93 VIII. CULTURE, DAL LUTTO ALLA TRADUZIONE 101 FONTI 105 7 RENATO BOCCALI INTRODUZIONE Ermeneutica del legame interumano. Estraneità, ospitalità, dialogo 1. I flussi migratori di epoca contemporanea richiedono un pensiero «complesso», capace di riflettere adeguatamente sull'inedita condi zione antropologica innescata dai processi di globalizzazione. L'inter dipendenza dei nuovi assetti economici prodotti da finanza e mercati mondializzati assieme alla trasformazione delle dinamiche della vita sociale, del tessuto della convivenza civile, delle tecnologie della co municazione e dell'informazione nell'era della rete globale hanno dato vita a una nuova e polimorfa identità planetaria. A una metamorfosi an tropologica, dunque, radicata nelle ambigue articolazioni dei processi storici avviati già alla fine del XIX secolo, che ha prodotto un volto ine dito del fenomeno migratorio, sia per quanto riguarda la direzione dei flussi sia per la «tipologia» della migrazione, determinando una vera e propria costruzione sociale e istituzionale della figura del migrante. Già agli inizi del secolo scorso Simmel segnalava che il modo ade guato per concepire lo straniero consiste nel «leggere» la sua presen za all'interno del complesso sistema di relazioni della comunità di accoglienza, secondo la prospettiva della particolare configurazione spaziale e determinazione sociologica a cui dà vita. Lo straniero come «forma sociale», quindi, che acquista consistenza solo in un contesto relazionale, occupando determinati spazi sociali e condensando in sé aspetti inquietanti di vicinanza e lontananza, di presenza e provviso rietà1. Si tratta di pensare lo straniero come inserito all'interno di un campo intersoggettivo che comporta una diramazione interpretativa implicante da un lato la relazione con l'alterità, dall'altro la relazione con la comunità. O, detto altrimenti, una fenomenologia dell'inter soggettività e un'ermeneutica delle relazioni interpersonali comunita- Cfr. G. Simmel, «Excursus sullo straniero», in Sociologia [1908], tr. it. di G. Giordano, Milano, Edizioni di Comunità, 1989, pp. 580-584. 8 Ermeneutica delle migrazioni rie. Questo doppio approccio non può essere concepito se non in ma niera unitaria giacché la descrizione fenomenologica dell'Altro passa per un'ermeneutica del legame ihterumano, coniugando la necessità dell'immanenza trascendentale dell'Altro con l'empirismo della radi cale concretezza storica della comunità. Siamo condotti in direzione di una vera e propria fenomenologia dell'incontro in cui l'Altro si presenta non soltanto come alterità ma anche come soggetto culturale che si inserisce all'interno di una co munità intersoggettiva. Inevitabilmente questo comporta il prolifera re di un coacervo di interrogativi e di dubbi, anche relativi alla pos sibilità o necessità di scelte concrete. Lo straniero, nelle sue diverse declinazioni, si offre infatti come un elemento instabile e ambivalente all'interno di una comunità di accoglienza. Ha uno scarso radicamen to territoriale, manca di un passato comune condiviso con i membri della comunità ospitante, appare lontano dal loro spazio sociale or mai consolidato e riconosciuto, è portatore di una diversità culturale spesso legata a un differente sistema di riferimenti cognitivi e morali. Tutto questo si scontra con le esigenze di inclusione sociale genera trici al contempo di culture dell'accoglienza così come di culture del rifiuto e dell'espulsione. Occorre quindi «pensare di più, pensare altrimenti» la condizione dello straniero in tutta la sua estraneità, alterità e fragilità. A offrirci un valido contributo ci viene incontro l'ermeneutica del sé di Paul Ricreur che nei saggi qui proposti si declina in una vera e propria ermeneutica del legame interumano. Si tratta di scritti di varia origine e spesso d'occasione, sicuramente «minori» rispetto alle grandi opere teoretiche, ma non per questo meno rilevanti. Al contrario in questi saggi, interventi a convegni, interviste, articoli di giornale l'autore percorre le pieghe dei fenomeni concreti determinati dai flussi mi gratori per sondare il rapporto tra estraneità e migrazione, offrendoci così un'analisi della condizione di straniero e, correlativamente, del nostro essere a nostra volta stranieri. Attraverso un continuo gioco di rimandi tra fenomenologia della storia e ermeneutica della tradizione si articolano i sentieri della fragile identità e della molteplice estra neità. Così, l'accadere della presenza dell'estraneo si mostra nella sua vivente concretezza, benché all'interno di un quadro interpretativo teoreticamente fondato. Introduzione di Renato Boccali 9 La produzione ricceuriana si caratterizza fin dall'inizio per un im pegno attivo nei confronti della «sfida dell'Altro» biforcandosi tra una riflessione di ordine teoretico, da un lato in aperto confronto con la fenomenologia e dall'altro con la teologia, e una riflessione di ordine pratico-politico volta a una concreta filosofia dell'azione ed effetto della sua partecipazione all'azione sociale e civile. I due tipi di riflessione, pur se autonomi nella metodologia d'indagine, si intersecano quanto all'oggetto, producendo nel corso del tempo un intreccio chiastico sempre più profondo in cui teoresi e empiria si animano l'un l'altra. La centralità antropologica è dunque una cifra costante del pen siero di Ricceur e negli scritti che qui vengono proposti in traduzione - alcuni per la prima volta, altri perché ormai di difficile reperibilità o perché dispersi in una serie diversificata di pubblicazioni - essa as sume una piega concreta alla luce dei macrofenomeni storico-sociali e culturali connessi ai flussi migratori. I temi dell'accoglienza, dell'o spitalità, dell'integrazione sono strettamente correlati agli ingenti spostamenti di popolazione a livello mondiale che impongono pro blemi di convivenza, di identità, di difesa dei diritti, rendendo urgente un'appropriata riflessione sulla figura dell'Altro come straniero. Tutte le scienze umane sono chiamate ad abbozzare delle risposte pratiche in una situazione di estrema contingenza. Anche la filosofia non può esimersi da questo compito e Ricceur ne è sempre stato cosciente: la prova dello straniero passa per la presa in carico di una fenomenolo gia degli eventi storici aperta all'ermeneutica del legame interumano; possibile soltanto alla luce di un lungo percorso, di una «lunga via» che attraversi saperi contigui e complementari. La filosofia esce così dal suo isolamento teoretico coniugando idealismo e realismo, pro vando ad abbozzare delle risposte a sintesi aggiornata. Qui risiede l'interesse degli scritti ricceuriani riuniti per la prima volta e proposti in anteprima al pubblico italiano. Essi accompagnano l'ultimo scorcio di riflessione del filosofo francese a partire dagli anni '90 del secolo scorso fino alle soglie della sua morte, regalandoci l'occasione di poter osservare da vicino il suo laboratorio di pensiero. Si ritrovano infatti temi portanti elaborati in testi come Sé come un altro, La memoria, la storia l'oblio o Percorsi del riconoscimento oltre a richiami continui al tema della traduzione, vero e forse ulti-