Maria Chiara Monaco IMPIANTI ARTIGIANALI CERAMICI AD ATENE ED IN ATTICA Maria Chiara Monaco STUDIA ARCHAEOLOGICA 110 1 - DE MARINIS, S. - La tipologia del banchetto nell'arte etrusca arcaica, 1961. 2 - BARONI, F. - Osservazioni sul «Trono di Boston», 1961. 3 - LAURENZI, L. - Umanità di Fidia, 1961. 4 - GIULIANO, A. - Il commercio dei sarcofagi attici, 1962. 5 - NocENTINI, S. - Sculture greche, etrusche e romane nel Museo Bardini in Firenze, 1965. 6 - GIULIANO, A. - La cultura artistica delle provincie greche in età romana, 1965 7 - FERRAR!, G. - Il commercio dei sarcofagi asiatici, 1966 ERGA STERIA 8 - BREGLIA, L. - Le antiche rotte del Mediterraneo documentate da mone- te e pesi, 1966. 9 - LATTANZI, E. - I ritratti dei «cosmeti» nel Museo Nazionale di Atene, IMPIANTI ARTIGIANALI CERAMICI 1968. 10 - SALETTI, C. - Ritratti severiani, 1967 . 11 - BLANK, H. - Wiederverwendung alter Statuen als Ehrendenkmaler AD ATENE ED IN ATTICA bei Griechen und Romern. 2a Ed. riv. ed. ill., 1969. 12 - CANCIANI, F. - Bronzi orientali ed orientalizzanti a Creta nell'vm e VII sec. a.e., 1970. 13 - CONTI, G. - Decorazione architettonica della «Piazza d'oro» a Villa DAL PROTOGEOMETRICO Adriana, 1970. 14 - SPRENGER, M. - Die Etruskische Plastik des v. Jahrhunderts v. Chr. und ihrVerhaltnis zur griechischen Kunst. 1972. ALLE SOGLIE DELL'ELLENISMO 15 - PoLASCHEK, K. - Studien zur Ikonographie der Antonia Minor, 1973. 16 - FABBRICOTTI, E. - Galba, 1976. 17 - PoLASCHEK, K. - Portrattypen einer Claudischen Kaiserin, 1973. 18 - PENSA, M. - Rappresentazioni dell'oltretomba nella ceramica apula, 1977. 19 - COSTA, P. M. - The pre-Islamic Antiquities at the Yemen National Mu- seum, 1978. 20 - PERRONE, M. - Ancorae Antiquae. Per una cronologia preliminare delle ancore del Mediterraneo, 1979. 21 - MANSUELLI, G. A. (a cura di) - Studi sul'arco onorario romano, 1979. 22 - FAYER, C. - Aspetti di vita quotidiana nella Roma arcaica, 1982. 23 - 0LBRICH, G. - Archaische Statuetten eines Metapontiner Heiligtums, 1979. 24 - PAPADOPOULOS, J. - Xoana e Sphyrelata. Testimonianze delle fonti scritte, 1980. 25 - VECCHI, M. - Torcello. Ricerche e contributi, 1979. 26 - MANACORDA, D. - Un'officina lapidaria sulla via Appia, 1979. 27 - MANSUELLI, G. A. (a cura di) - Studi sulla città antica. L'Emilia Romagna, 1983. 28 - ROWLAND, J. J. - Ritrovamenti romani in Sardegna, 1981. 29 - ROMEO, P. - Riunificazione del centro di Roma antica, 1979. I 30 - ROMEO, P. - Salvaguardia delle zone archeologiche e problemi viari nelle città, 1979. 31 - MACNAMARA, E. - Vita quotidiana degli Etruschi, 1982. 32 - STUCCHI, S. - Il gruppo bronzeo tiberiano da Cartoceto, 1988. 33 - ZUFFA, M. - Scritti di archeologia, 1982. 34 - VECCHI, M. - Torcello. Nuove ricerche, 1982. 35 - SALZA PRINA RICOTTI, E. - L'arte del convito nella Roma antica, 1983. 36 - G!LOTTA, F. - Gutti e askoi a rilievo italioti ed etruschi, 1984. 37 - BECATTI, G. - Kosmos. Studi sul mondo classico, 1987. 38 - FABRINI, G. M. - Numana: vasi attici da collezione, 1984. 39 - BuoNocoRE, M. - Schiavi e liberti dei Volusii Saturnini. Le iscrizioni del colombario sulla via Appia antica, 1984. 40 - FUCHS, M. - Il Teatro romano di Fiesole. Corpus delle sculture, 1986. 41 - BURANELLI, F. - L'urna «Calabresi» di Cerveteri. Monumenti. Musei e «LERMA» di BRETSCHNEIDER · Gallerie Pontificie, 1985. 42 - PICCARRETA, F. - Manuale di fotografia aerea: uso archeologico, 1987. continua dopo le tavole MARIA CHIARA MONACO INDICE Ergasteria: impianti artigianali ceramici ad Atene ed in Attica dal protogeometrico alle soglie dell'Ellenismo Premessa ........................................... . Pag. 7 © Copyright 2000 «"[ERMA» di BRETSCHNEIDER Via Cassiodoro, 19 -00193 Roma Avvertenze .......................................... . 9 )) Progetto grafico: «"[ERMA» di BRETSCHNEIDER Introduzione ........................................ . }) 11 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione PARTE PRIMA: Atene .................................. . 15 )) di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dell'Editore. Capitolo Primo: Agorà ................................ . 17 )) Età protogeometrica .............................. . 17 )) Età geometrica ................................... . 24 }) Età protoattica ................................... . 29 )) Età arcaica ...................................... . 34 }) Età classica ...................................... . 46 )) Età tardo-classica ................................. . 54 }) Monaco, Maria Chiara Capitolo Secondo: Melite .............................. . 57 }) Ergasteria : impianti artigianali ceramici ad Atene ed in Attica dal proto geometrico Capitolo Terzo: Ceramico Interno ....................... . 59 )) alle soglie dell'ellenismo I Maria Chiara Monaco. - Roma : «L'ERMA» di Capitolo Quarto: Ceramico ............................ . 70 BRETSCHNEIDER, 2000. - 290 p., [69] c. di tav. : ill. ; 30 cm. - (Studia }) archaeologica ; 110) Capitolo Quinto: Strada per il Kolonos Hippios ........... . 81 )) ISBN 88-8265-083-9 Capitolo Sesto: Demosion Sema ........................ . 96 }) CDD20. 738.3'0938 Capitolo Settimo: Area delle Lunghe Mura 104 }) 1. Ceramiche greche -Sec. 8.-3. a.C. PARTE SECONDA: Attica 111 )) Capitolo Primo: Le evidenze archeologiche . . . . . . . . . . . . . . . . » 113 Capitolo Secondo: I materiali ceramici 122 }) Considerazioni diacroniche conclusive 129 }) Excursus: La fornace sull'Acropoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 155 5 CATALOGO .......................................... . Atene ........................................... . Attica ........................................... . Appendice al Catalogo ................................ . Abbreviazioni Bibliografiche ........................... . Appendice Bibliografica .............................. . Indice analitico ...................................... . Referenze fotografiche ................................ . Tavole ............................................. . Non è in ossequio ad una prassi ormai consolidata che desidero inizia re ringraziando. Al contrario, con viva e sincera gratitudine, mi sia consen tito ricordare quanti, in questi anni, unitamente ai famigliari ed agli amici, mi sono stati vicini ed hanno facilitato, con ogni mezzo, il mio lavoro. In nanzi tutto L. Beschi ed E. La Rocca che 1ni hanno seguito costantemente con grande pazienza, fornendomi preziosi consigli e suggerimenti. Ad Atene, dove ho trascorso lunghi periodi, devo molto alla generosa disponibilità de gli archeologi delle diverse Eforie e Scuole Straniere. Un sentito e vivo rin graziamento va dunque ad O. Alexandri, già Direttrice del Museo Naziona le, ed a O. Stassinopoulou, responsabile della Sezione Ceramica, che mi hanno permesso di prendere in esame alcune matrici inedite. Del personale dell'Eforia di Atene mi sia consentito ricordare, in special modo, L. Parla mà ed E. B. Valavani che, pur essendo interessata a questo stesso tipo di indagine per una futura ricerca, non ha esitato a 1nettere a mia disposizio ne le sue ampie conoscenze in materia. Un grazie di cuore a B. Petralws, Direttore dell'Eforia dell'Attica, ad I. Delwulalwu e E. Tsirivalws che mi hanno offerto l'opportunità di esaminare una parte dei materiali inediti provenienti dallo scavo di Ano Voula. E ancora a E. Papastavrou e K. Eu stratiou dell'Eforia dell'Attica che hanno, con ogni mezzo, facilitato il niio lavoro. Né posso dimenticare la disponibilità di M. Korres che mi ha fornito consigli e suggerimenti riguardo alla fornace rinvenuta nelle immediate vi cinanze meridionali del Partenone. Ho -frequentemente messo a dura prova la generosità e la pazienza del personale dello Scavo dell'Agorà di Atene: molto devo al Direttore degli Sca vi, J. McK. Camp II, come pure alla estrema disponibilità e cortesia delle Segretarie J. Jordan e S. Dumont. Sono sinceramente grata a J. Papadopou los e R. Nicholls che non mi hanno lesinato preziose indicazioni su nume rosi contesti inediti dell'Agorà a loro affidati in studio. :' i 7 6 I I Ed ancora un sincero ringraziamento a K. Fittschen, alle Direttrici degli scavi del Ceramico, U. Knigge e J. Stroszeck, a F. Willemnsen, a M. Kreeb e a tutto il personale dell'Istituto Archeologico Gennanico di Atene, che in va rio modo non nii ha mai fatto mancare il suo aiuto. Last but not least, desidero esprimere la mia più sincera e viva gratitu dine ai Direttori della Scuola Archeologica Inglese di Atene E. French e D. Blackman, al Direttore del Fitch Laboratory I.K. Whitbread e a tutto il per AWERTENZE sonale della Scuola dove, in questi anni ho soggiornato per lunghi periodi di studio. 1) Nel Catalogo, per individuare le schede sono state usate le seguenti lettere: Atene; settembre 1997 A= Agorà B = Ceramico Interno C =Ceramico D = Strada per il Kolonos Hippios E = Demosion Sema F = Melite Il presente studio è nato come oggetto della mia tesi di dottorato in G = Area delle Lunghe Mura Archeologia presso l'Università degli Studi di Firenze (consorzio con Pisa AR = Arghiroupoli e Siena), discussa nel dicembre 1995. Ancora un sentito grazie alla Giu AV = Ano Voula P = Haghios Panteleimon ria del IX Premio «LErma» di Bretschneider che, nel marzo 1998, lo ha S = Spata valutato positivamente giudicandolo, in ex-aequo, vincitore. :Laggiorna T = Tsepi mento bibliografico posteriore a tali date è da ritenersi parziale. Queste lettere sono seguite da numeri romani progressivi che indicano le di verse unità topografiche e da numeri arabi, anch'essi progressivi, che contraddi Firenze, giugno 1999 stinguono invece singoli frammenti o nuclei stilisticamente unitari. Laddove se ne sia riscontrata la necessità abbiamo operato una ulteriore specificazione in troducendo un'altra lettera, stavolta minuscola, dopo il numero romano. 2) Le schede dell'Appendice sono contraddistinte dalla sigla APP. In questa sezione sono state riunite quelle evidenze che, generalmente messe in relazione con impianti di produzione ceramica, ci sono sembrate prive di sufficienti indi cazioni in questo senso o che sono risultate decisamente pertinenti ad altre real tà, produttive e non. 3) Le misure si intendono sempre indicate in metri. 4) Nelle Tavole allegate al testo le evidenze topografiche sono contraddistinte con i seguenti colori: giallo: depositi, riempimenti di pozzi o resti di ergasteria da mettersi in rela zione alla produzione di vasellame o di elementi architettonici fittili; rosa: depositi, riempimenti di pozzi o resti di ergasteria da mettersi in relazio- ne alla produzione di terrecotte e figurine; rosso: riempimenti di pozzi da mettersi in relazione all'abitato; verde: sepolture; blu: probabili punti di vendita di materiali ceramici. 8 9 INTRODUZIONE Se, partendo dai dati archeologici in nostro possesso, si volesse deli neare, una seppur veloce storia degli studi del Ceramico di Atene, inten dendo per Ceramico la zona o le zone dell'antica città contraddistinte dalla presenza di ergasteria dediti alla produzione ceramica, il lavoro sa rebbe presto fatto. Ad eccezione di un recentissimo intervento panorami co di E. Mm:xçuownouÀou BaÀa~civl) 1, relativo all'età classica, ci trove remmo di fronte il vuoto assoluto. Ancora più vistosa appare poi questa lacuna bibliografica se si considera solo per un attimo la qualità e la quantità della produzione che, fin dal Protogeometrico, contraddistingue costantemente il nucleo di installazioni artigianali di Atene e se si tiene in considerazione l'ormai elevato quantitativo di testimonianze ricavate dal procedere incessante dei lavori di scavo, in parte dovuti ad interventi pro grammati, in parte frutto di operazioni dettate dall'emergenza2• Diversa mente, in altri ambiti geografici, il mondo produttivo di età arcaica, clas sica ed ellenistica risulta investigato da tempo, sia in relazione ai singoli rinvenimenti, sia in maniera panoramica. Per rimanere in suolo greco, mi riferisco, ad esempio a Corinto, laddove, pur non mancando lacune an che vistose, si riscontra comunque la presenza di una ben più ampia bi bliografia di base3. Ed ugualmente indagato, seppure solo in anni recenti, risulta anche l'Occidente, in special modo negli ambiti magno greco4 e si- 1 MrrAzmTOIIOYAOY BAAABANH 1994, p. 45 ss. 2 Per recenti contributi d'insieme sulle nuove acquisizioni di scavo: KAPAnnPrA LTA GAKOIIOYAOT 1988, p. 87 ss.; TIAPAAMA 1993, p. 231 ss.; BESCHI 1994, p. 496 ss. 3 STILLWELL 1948, passim; WILLIAMS 1981, p. 408 ss.; WILLIAMS 1982, p. 9 ss.; BEN SON 1984, p. 98 ss. Per i materiali si confrontino: STILLWELL 1952; STILLWELL-BENSON 1984. Ed inoltre JoNES 1986, p. 175 ss. 4 In tal senso, senza pretese di completezza, si vedano, per Locri Epizefiri: BARRA BA GNAsco 1980, p. 321 ss.; BARRA BAGNASCO 1984, p. 505 ss.; BARRA BAGNASCO 1985, p. 195 ss.; BARRA BAGNASCO 1989a, p. 37 ss.; BARRA BAGNASCO 1989b, p. 27 ss.; CUOMO DI CA PRIO 1992b, p. 81 ss.; per Metaponto: D'ANDRIA 1975, p. 355 ss.; D'ANDRIA 1980, p. 117 ss.; CUOMO DI CAPRIO 1992b, p. 74 ss.; per Siris-Eraclea: ADAMESTEANU 1969, p. 236 ss.; CUOMO DI CAPRIO 1970, p. 416 ss.; D'AGOSTINO 1973, p. 229 ss.; CUOMO DI CAPRIO 1992b, p. 78 ss.; per Taranto: FORTI 1965, p. 110; Lo PORTO 1970, p. 381; CUOMO DI CAPRIO 1992b, p. 69 ss. Inoltre, per una visione panoramica dei maggiori centri, si confrontino ancora: CuoMo DI CAPRIO l 992b, p. 69 ss. (con bibl. prec.); BARRA BAGNASCO 1996, p. 357 ss. Per un quadro complessivo su tutto il territorio italiano: CuoMo DI CAPRIO 1970, p. 371 ss. 11 celiota5. Alla luce di tali considerazioni ci è quindi sembrato importante, quindi inserito nel Catalogo e nella discussione diversi contesti che, seb bene non inequivocabili, sembrerebbero comunque legati, con maggiore ed al contempo utile, affrontare una ricerca volta all'individuazione degli probabilità, al mondo della vendita che non a quello della produzione. ergasteria ceramici di Atene e della sua chora, con l'intento di localizzare Individuati i singoli nuclei, nel tentativo di rispondere nel modo più l'area, o meglio le aree che, nel corso dei secoli siano risultate interessate adeguato allo scopo sostanzialmente topografico del nostro lavoro, ab ai processi produttivi e di metterle in relazione con il territorio circostan biamo proweduto ad inserirli all'interno di più vaste unità territoriali, te. L'ampiezza del tema e la quantità dei rinvenimenti presi in esame ci esaminate nelle loro diverse funzionalità. Partendo dall'Agorà, l'area al hanno indotto a limitare la ricerca alle soglie dell'Ellenismo, nel momen momento più ricca di dati e soprattutto contraddistinta dalle attestazioni to in cui le produzioni si moltiplicano ed i centri artigianali sembrano più antiche, si è proceduto ad esaminare i contesti rinvenuti all'interno spargersi a macchia d'olio sul territorio. Al fine della loro individuazione della cerchia muraria temistoclea relativi, rispettivamente, al demo di ci è parso metodologicamente corretto procedere partendo dalla esclusi Melite ed al Ceramico Interno. Infine abbiamo vagliato le zone indivi va considerazione delle fornaci, delle strutture edilizie relative agli im pianti e dei depositi di scarto. È evidente come non si pos~a attribuire a duate all'esterno delle mura di età classica procedendo da nord a sud: il moderno Ceramico, la strada per il Kolonos Hippios, il Dromos ed un queste distinte serie di dati lo stesso valore in ordine ad eventuali localiz tardo gruppo di evidenze situate più a meridione, intorno alla collina di zazioni topografiche. Fornaci e strutture murarie costituiscono prove in Filopappo. È evidente come tale ordinamento espositivo, dettato da esi controvertibili; diversamente, la presenza di provini, di forme malcotte e genze di stampo puramente funzionale, non vada assolutamente inteso di matrici all'interno di depositi o pozzi, pur costituendo un indizio di si in modo rigido, né costituisca barriere impermeabili, ma piuttosto tenti curo rilievo, non è sufficiente, da sola, ad individuare con esattezza la di ricollocare i singoli contesti all'interno delle diverse realtà locali. dislocazione di pur probabili e vicini impianti produttivi. Ciò risulta tan Abbiamo ritenuto opportuno dedicare un breve excursus ad una for to più evidente soprattutto in relazione alla presenza delle matrici che, nace situata sull'Acropoli, immediatamente a sud del Partenone. Infatti, un tempo indistintamente collegate alla sfera artigianale ceramica, sono nonostante il diverso, anche recente, orientamento bibliografico, ci è oggi, diversamente, spesso ricondotte, sulla base delle loro diverse fun zionalità, ad ambiti produttivi differenti6. Si tratta soprattutto in que sembrato che il rinvenimento per tipologia, morfologia, caratteri e dislo cazione territoriale, esuli decisamente dallo specifico ambito della ricer st'ultima circostanza, di dati estremamente elusivi dal punto di vista do ca. In questa sede, ci siamo comunque limitati ad una preliminare espo cumentario che, in quanto tali, risultano discussi volta per volta, in sizione dello studio, di carattere puramente dimostrativo, desiderando relazione alla localizzazione, alla giacitura, alla complessiva analisi del sottolineare come la fornace non possa essere considerata nel novero del contesto ed anche alla consistenza quantitativa. L'esame di questi riempi le strutture dedite ai processi produttivi ceramici. Per l'esame di tutta la menti, nel suo insieme, ha consentito comunque di delimitare spazial fitta serie di problematiche collaterali che la nuova esegesi mette in cam mente, seppure a largo raggio, le zone a funzione prevalentemente pro po, si rimanda invece ad una futura e specifica pubblicazione. duttiva e di distinguerle, laddove possibile, dalle aree abitative o di Era opportuno, infine, non limitare la nostra indagine alla sola Atene, necropoli. Infine, anche in considerazione dei diversi significati che nel- 1' antichità contraddistinguevano il termine ergasterion7, non abbiamo ri ma piuttosto estenderla, comprendendo, seppure a grandi linee, la vexata quaestio dell'esistenza di probabili centri di produzione attici. A tale approc tenuto opportuno limitarci esclusivamente all'esame di questo genere di cio, fondato sulla sostanziale considerazione dell'impossibilità di opera documenti. Soprattutto con ergasterion si intendeva contemporaneamen re, in età arcaica e classica, dei distinguo tra polis e chora, non sfuggono te ed, in qualche modo indistintamente, sia il luogo di lavorazione arti veloci spunti della bibliografia più recente, generalmente tesa all'indivi gianale, sia quello di vendita. Alla luce di questa considerazione abbiamo duazione, su base stilistica, di dettami definibili come locali o provincia li. Dato lo stato degli studi e la considerazione della pochezza delle evi 5 In tal senso, limitatamente alle attestazioni di età arcaica, classica ed ellenistica, si denze strettamente archeologiche in nostro possesso, abbiamo ritenuto veda l'elenco proposto da CuoMo DI CAPRIO 1992a, p. 71 ss. opportuno articolare questa seconda parte in due capitoli distinti. L'uno, 6 ~Il tal senso: REEDER WILLIAMS 1976, p. 41 ss.; SCHÙNE DENKINGER 1993, p. 152 ss. (per l'l.ttilizzo di. alcune matrici nell'ambito della toreutica); diversamente, in precedenza, volto all'analisi ed alla considerazione dei rinvenimenti provenienti dagli ZùCHNER 1951, p. 205; ZERVOUDAKI 1968, p. 4 ss. Ed ancora: GRANDJOUAN 1989, passim scavi; l'altro, teso invece ad indagare la possibilità di produzioni locali (limitatamente alle matrici per le lastre a rilievo, dalla funzionalità ancora discussa). partendo dall'esame dei prodotti finiti, in riferimento quindi a quei nu- 7 Al riguardo, recentemente: BETTALLI 1985, p. 29 ss. 13 12 dei di materiali che, per peculiarità storiche, per esigenze funerarie o santuariali, o anche in base a considerazioni di ordine meramente stili stico, sembrano potersi ricondurre a centri di produzione locale lontani da Atene. È evidente il diverso valore documentario affidato alle due di stinte sezioni. In realtà, il secondo capitolo, non supportato da dati ar cheologici relativi a strutture produttive, si limita in sostanza, a fornire una veloce serie di spunti dal valore essenzialmente ipotetico e propositi vo, in attesa che nuove analisi o rinvenimenti forniscano smentite o con ferme. PARTE PRIMA ATENE 14 CAPITOLO PRIMO AGORÀ ETÀ PROTOGEOMETRICA Significativamente in coincidenza con l'inizio dell'età protogeometri ca appaiono, in quella che sarà la più tarda Agorà di Atene, le prime pale si evidenze volte a qualificare l'area come centro di abitazione e di pro I duzione ceramica. Al dato del mondo funerario, che conosce una I , continuità ininterrotta - testimoniata sovente dall'insistenza, nelle stesse zone, di sepolture sub-micenee e di necropoli protogeometriche8 - si af fiancano ora attestazioni produttive ed abitative generalmente ricavabili dall'esame dei riempimenti di scarto di numerosi pozzi9. In tal senso, il più antico dato in nostro possesso è costituito dal riempimento di scarto del pozzo N 12:3 (Cat. A I; Tav. 1), sito nell'area centrale della più tarda Agorà, a pochi metri dall'angolo sud-orientale dell'Odeion. Il contesto, di età «submicenea» e protogeometrica iniziale, ha restituito materiali rife ribili al mondo domestico unitamente ad alcuni provini10. Tali porzioni, pertinenti ad una coppa e ad un cratere, sono, con ogni probabilità, riconducibili ad un vicino impianto di produzione ceramica. Qui i fram menti, prima di essere scartati sarebbero stati forati, inseriti nella forna ce ed estratti ad intervalli regolari, consentendo di verificare direttamen- 8 Sulle più antiche fasi di vita dell'Agorà si confrontino: IMMERWAHR 1971, passim. Per sintesi sul momento di passaggio relativamente a quest'area: THoMPSON-WYCHERLEY 1972, p. 2 ss.; CAMP 1986, p. 24 ss. Per una, più generale, visione delle evidenze archeologiche del periodo: D'AGOSTINO 1990, p. 148 ss. 9 In generale, per considerazioni di tipo tecnico sui pozzi dell'Agorà, si vedano: BRANN 1962, p. 107 ss.; CAMP 1977, passim. Inoltre, sull'origine prevalentemente domestica dei ri empimenti dei pozzi già BRANN 1961, p. 108 che, esaminando i singoli contesti, ne sottoli neava, la generalizzata e quasi totale assenza di pissidi, vasi funerari per eccellenza. 10 Alla gentilezza ed alla disponibilità di J.K. Papadopoulos, che ha avuto l'incarico di pubblicare i materiali della prima età del Ferro provenienti dagli scavi dell'Agorà, devo que sta preziosa indicazione, svariati suggerimenti, l'opportunità della diretta visione e della menzione, in questa sede, di un nutrito gruppo di provini, di frammenti e di scarti. 17 Il frammentario stato di conservazione dei provini e l'esiguo numero te lo stato dell'argilla e la resa delle vernici nell'alternarsi delle fasi ossi danti e riducenti del processo di cottura 11. di coeve forme ceramiche pubblicate, non sempre consentono di riferire Levidenza non risulta affatto isolata dal momento che, nella stessa con tutta sicurezza queste porzioni a morfologie vascolari note. Tra i pro dotti della bottega si riconoscerebbero comunque anfore di grandi di zona, al di sotto dell'Odeion, 130 metri circa a sud dell'attuale corso del mensioni (Cat. A II, 1; A II, 2; A II, 3; A II, 4; A II, 5; A II, 6; A II, 7; A II, 8; l'Eridano, il poco più tardo e basso pozzo L 11:1 (Cat. A II; Tav. 1), privo di fasi d'uso, si caratterizza per un riempimento di scarto, anch'esso ri A II, 9; A II, 10; A II, 11); probabilmente una oinochoe (Cat. A Il, 12) ed conducibile ad un vicino centro produttivo. In quest'ottica trovano giusti una lekythos16 (Cat. A Il, 14); una coppa monoansata (Cat. A II, 15) ed in ficazione numerosi provini di età protogeometrica iniziale12. Tali porzio fine diversi skyphoi (Cat. A II, 16; A II, 17; A II, 18). Linsieme di tali dati ed elementi qualifica dunque la zona del più tar ni, ricavate da vasi modellati, a volte già decorati con cura (Cat. A II, 3; A do Odeion come area produttiva, sede di uno o più ergasteria ceramici Il, 8; A II, 17), a volte acromi (Cat. A II, 11; A II, 13; A II, 15), sono gene attivi durante il Protogeometrico iniziale. Ad ulteriore conferma di tale ralmente contraddistinte da un successivo, corsivo, retieolo di pennellate localizzazione si pone ora anche l'esame del ricostituito contesto relativo e da un foro eseguito prima della cottura. La presenza, o viceversa, l'as al riempimento del vicino pozzo K12:1, datato alle mature fasi del Proto senza totale di una qualsiasi decorazione accurata, sono da mettersi in geometrico (Cat. A IV; Tav. 1). Anche in questo caso si tratta di un pozzo relazione alle diverse fasi lavorative durante le quali si è provveduto a non molto profondo, sito circa 12 metri ad ovest dell'angolo sud-occiden trasformare un vaso, più o meno finito, in un provino. In alcuni casi tale dell'Odeion e caratterizzato da un denso riempimento di scarto: otto un'intera coppa (Cat. A II, 15), rottasi probabilmente quando l'argilla era provini pertinenti a skyphoi, anfore, oinochoai o a più generiche forme ancora a durezza cuoio, è servita come unico test di prova; altre volte in chiuse (Cat. A IV, 1), lo pongono in immediata connessione con l'area di vece, manufatti di maggiori dimensioni sono stati smembrati in più par produzione già individuata. ti, destinate a provini distinti (Cat. A II, 3; A II, 4; A II, 5). I due depositi, unitamente ai dati provenienti da N 12:3, si possono Tralasciando considerazioni di stampo prettamente tecnologico, fuori con tutta probabilità far risalire ad uno o più impianti che, operativi a luogo in questa sede, vale invece la pena sottolineare come tali evidenze, partire dalla fine dell'XI secolo e poi per tutta l'età protogeometrica, numerose e compatte, non risultino affatto isolate all'interno del contesto avrebbero prodotto una grande quantità di vasi rispondenti a morfologie di cui sono parte. È infatti estremamente probabile che tutto il riempi diverse. Mancano prove archeologiche concrete volte a localizzare con mento di scarto in questione sia da riferirsi, come tale, ad una bottega maggiore puntualità tali installazioni artigianali, anche se la convergenza ceramica13. In quest'ottica si vedrebbe giustificata anche la presenza dei cd. dischi di argilla, da interpretarsi probabilmente come tornii 14 e degli dei dati in nostro possesso tende a circoscriverle, con ogni probabilità, anelli fittili, da intendersi forse come distanziatori 15. alla zona compresa all'interno o subito all'esterno dei tre pozzi, nel cen tro dell'Agorà, sotto il più tardo Odeion (Tav. 1). In tal senso, la conside razione della consistenza del deposito Lll:l, totalmente riferibile ad un 11 A questo proposito si confrontino: HARTWIG 1899, p. 164 ss., nota 21; WINTER 1959, impianto artigianale, e per contro, la presenza della componente anche p. 33; FARNSWORTH 1960, p. 72 ss.; PEMBERTON 1970, p. 302; NoBLE 1988, p. 153 ss. Sulle fasi ossidanti e riducenti del processo di cottura, si vedano, tra gli altri: FARNSWORTH 1959, domestica che sembra contraddistinguere gli altri due riempimenti, in p. 242 ss.; ZIOMECKl 1964, p. 25 ss.; SCHEIBLER 1983, p. 104 ss.; NOBLE 1988, p. 150 ss.; durrebbero forse a collocare con maggior sicurezza, il nucleo produttivo HEMELRIJK 1991, p. 239 ss.; SCHNEIDER 1992, p. 103. 12 Ai frammenti con foro nella parete segnalati da THOMPSON (1947, p. 209) si aggiun gono le porzioni contraddistinte da Numeri di Inv. quali 20476 e seguenti individuate in un 432, n. 334, fig. 68; A.A.V.V. 1976, pp. 83, 365, 561 ss., 634, n. 18; 635, n. 21; 653, n. 81, tavv. secondo tempo da E.L. Smithson. LXXXIV; CI: 5, 11; CXIII: 13-18; IIEPILTEPH-BLONDÉ-PERREAULT-BRUNET 1985, p. 32, fig. 3 13 Al riguardo si confronti PAPADOPOULOS 1998, p. 111, nota 10: su 1972 frammenti qui rinvenuti almeno 202, e cioè circa il 10% del totale sembra potersi classificare con certezza (non eseguiti al tornio); ZAXAP!AilOY-KYPIAKOY-MilAZKlTOilOYAOY 1985, p. 42, fig. 3; boOYA lEPH lNTZEnAO!AOY 1987, p. 440, tav. 93 b-g; PAPADOPOULOS 1992, p. 215 ss. (con bibl. come scarto di produzione. 14 A questo proposito si vedano, tra gli altri: RIETH 1960, p. 38 ss.; HAMPE 1967-1968, prec.); ROTROFF-OAKLEY 1992, p. 128, Il. 370, tav. 61; ZACHARIADOU-KYRIAKOU-BAZIOTO POULOU 1992, p. 56, fig. 4; STOPPIONI 1993, p. 120, fig. 6; p. 124, fig. 11; GUGLIELMINO p. 178 ss. 1994, p. 205, fig. 3; MnAZIQTOilOYAOY BAAABANH 1994, p. 52, fig. 6; boOYArEPH INTZELIAO!AOY 15 Per anelli d'argilla interpretati come distanziatori da fornace cfr. Cat. DIV, 2 ss. An 1997, p. 74, tav. 60. Infine, su tale uso ancora nel nostro secolo: HAMPE-WINTER 1962, p. 69, cora, per esemplari di epoca più tarda si vedano, tra gli altri: PASOUI 1903, p. 456 ss.; fig. 41 e tavv. 10-11; HAMPE-WINTER 1965, p. 100 e tav. 38, pp. 118, 124, 153, 238 ss. BRUECKNER 1909, p. 120 ss.; DAVIDSON-THOMPSON 1943, p. 31, Il. 29, fig. 14; EDWARDS 16 Per un considerevole nucleo di questi vasi provenienti da un'area di necropoli si con 1956, p. 108, nn. 121, 122, tav. 50; ORLANDINI-ADAMESTEANU 1960, p. 131 ss., fig. 13; DE fronti: SMITHSON 1961, p. 159 ss., tav. 25 ss. MIRO 1963, coli. 155 ss., figg. 71-72; KAAOrEPOilOYAOY 1970, p. 429 ss.; D'ANDRIA 1975, p. 19 18