T.LI A cura di Enrico Castiglione {. 39 . EDITORIALE PANTHEON A hi era Wolfgang Amadeus Mozart? A questa domanda si potrebbe rispondere in molti modi. Eppure, nonostante In que- st'ultimi anni la figura e l’opera di Mozart abbiano raggiunto una popolarità mai con- seguita prima, la vita e soprattutto la perso- nalità di Mozart resta ancora tristemente avvolta da un alone di mistero che se pur rende sempre più intrigante la sua eccezio- nale produzione musicale, in realtà conti- nua a fornire di Mozart un'immagine del tutto falsa. Di qui, dunque, la necessità di avvicinare, conoscere ed amare Mozart sen- za intermediari, ma direttamente, attraverso le sue lettere. E questo volume, che per la prima volta raccoglie numerose lettere ine- dite tradotte integralmente, ne costituisce l'edizione italiana più completa, agile e do- cumentata, frutto della passione d'un cura- tore d'eccezione: il regista Enrico Castiglio- ne, autore di numerose regie delle opere di Mozart e fine conoscitore della sua musica. Il lettore potrà così ricavare dalla lettura dell'Epistolario gli aspetti più emblematici della straordinaria sensibilità mozartiana. In ogni lettera, infatti, emerge, come ha scritto lo stesso Enrico Castiglione, «la gran- de umanità d'un unomo che ha sempre vis- suto nell’avversità con la speranza d'una “condizione migliore” che s’egli ha da un lato sublimato nella purezza della sua musi- ca, dall'altro, nella cruda realtà della vita quotidiana, non è mai riuscito a raggiunge- re. Di qui, sia quando il compositore della Jupiter si sofferma sulla descrizione tragico- mica di un viaggio e delle qualità pur inti- me d'una cantante senza voce, sia quando il genio si diverte con incredibili giochi di pa- role — componendo, si direbbe, anche con le parole! —, sia quando “il compositore di cor- te” che disdegna l'aristocrazia si appella al- l'amico “amatissimo” per continuare dispe- ratamente a sopravvivere e ad assaporare il gusto della propria arte, sia quando si espri- me con frasi e parole in libertà che il ben- pensante ancora oggi definirebbe volgari, ecco che dalla penna implacabile di Wolf- gang vien immancabilmente fuori la bontà, la schiettezza, l’ingenuità e, a volte, l’argu- zia innocente di uno spirito libero, ovvero l’estrinsecazione di colui che è stato il più sconvolgente “giullare metafisico” della sto- ria della musica». x t) è Ù x î fr US CI + res4) sara Md È PPC È tiro Yui «i Nina d'ha : si (8 - 9 antyii i iti ne cui ;' è Jiurea MUSICALIA Collana diretta da Enrico Castiglione di Digitized by the Internet Archive in 2022 with funding from Kahle/Austin Foundation https://archive.org/details/epistolario0000moza Wolfgang Amadeus Mozart EPISTOLARIO A cura di Enrico Castiglione EDITORIALE PANTHEON Nella stessa collana Leonard Bernstein - Enrico Castiglione UNA VITA PER LA MUSICA Herbert von Karajan LA MIA VITA Gioachino Rossini LETTERE Rudolf Nureyev CONFESSIONI Adriano Mazzoletti EDDI LANG, STRINGIN’ THE BLUES Giancarlo Governi - Leoncarlo Settimelli MISTER VOLARE Lino Patruno - Francesca Biagi LINO PATRUNO UNA VITA IN JAZZ, E NON SOLO ... Tita Tegano RENATO BRUSON: 40 ANNI DI “RECITAR CANTANDO” (1961-2001) I edizione Dicembre 2001 II edizione Marzo 2005 © 2005 Editoriale Pantheon srl Via Alatri, 30 - 00171 Roma (Italia) Tel. Fax. +39 06.21.80.96.59 www.editorialepantheon.it Proprietà letteraria riservata - Printed in Italy Prefazione La grandezza d’un uomo, si suol dire, è proporzionata all’inten- sità di quel che suscita e di quel che, di quest’intensità, nel tempo dura. Ebbene, a duecento anni dalla sua scomparsa, l’opera di Wolfgang Amadeus Mozart costituisce uno degli universi più affa- scinanti che siano mai stati creati dall’uomo e la sua grandezza non è soltanto dovuta a quel che in tutti questi anni, lungo il percorso della storia della musica, e comunque dell’arte, le sue composizio- ni hanno destato nell’animo di chiunque sia stato e sia tutt'ora dota- to d’un briciolo di sensibilità, bensì all’intrinseca profondità della sua purezza metempirica. Di lui, di questo musicista cui ci si affida come fosse un’unica speranza di salvezza dal fardello opprimente della nostra esistenza, di questo compositore la cui musica si rinno- va di volta in volta come un’impressionante isola di straordinaria naturalezza, di quest'uomo che la storia ha disumanizzato diviniz- zandolo come nessun altro, nel corso di tutti questi anni è stato detto e scritto di tutto, ma proprio questo «tutto» non ci rivela ancora chi in realtà sia stato. Eppure, la sua personalità e soprattutto la sua ster- minata produzione musicale hanno ormai raggiunto in tutto il mondo una popolarità che, durante la sua travagliata esistenza, Mozart avrebbe potuto invidiare soltanto a Franz Joseph Haydn, certo il più celebre compositore del Settecento illuminista. Ma, in verità, si tratta d’una popolarità che ha poco a che fare con lo spiri- to di Mozart, la cui sensibilità resta tutt'ora avvolta da un alone di mistero che, se pur da un lato, rende ancor più intrigante la cono- scenza della sua opera, dall’altro continua a fornire di Mozart un’immagine scontata, grossolana, il più delle volte superficiale, se non proprio degradante. Qual è, allora, il Mozart autentico ch’e- merge dalla lettura dell’«epistolario»? L'uomo baciato fin dalla nascita dallo sguardo benevolo di Dio o il dio dalle sembianze umane fattosi musicista per donare all’umanità qualcosa di subli- me? Il compositore che non è mai riuscito a scrivere un brano sca- dente o l’eccezionale assimilatore che ha saputo così genialmente riscrivere musica altrui? Lo spirito superiore che ha sublimato l’a- 8 PREFAZIONE more più adamantino o lo scaltro libertino che, pur mascherandosi cantore dell’amore più sincero, era in verità anch’egli uno «spieta- to e crudele» Don Giovanni? La risposta a queste e ad altre simili domande le troviamo nella stessa musica di Mozart, eppure proprio le sue lettere, attraverso le sue stesse parole, ci permettono di scoprire in modo diretto il suo animo, eliminando quell’alone di mistero che ci nasconde l’essen- za di quest'artista «divino». Di lui, infatti, di quest'uomo che scri- veva all’«amatissima sorella» con la generosità e l’impertinenza d’un fratello capriccioso, di questo musicista dignitoso che scrive- va al «padre carissimo» con la riverenza e il rispetto d’un «figlio devotissimo» (il quale, però, decideva ed operava poi come meglio credeva, certo di far così non solo il proprio bene, ma anche quello della sua famiglia), di questo scellerato che nelle lettere alla cugina sapeva nobilitare come nessun altro piaceri sessuali e fisiologici, abbandonandosi ad ogni sorta di gioco linguistico che avesse a che fare con il desiderio più lascivo e comunque con un erotismo a dir poco sfrenato, le lettere ci forniscono il ritratto più compiuto, al di là di quella pseudo-cultura diffusasi soprattutto in quest’ultimi anni che ha fatto di lui soltanto un genio dissoluto, fondamentalmente ipocrita, triviale, amante del piacere oltre ogni misura, e, perché no?, anche invidioso, ambizioso, nevrotico. Dalle sue lettere emer- ge invece un Mozart diverso, quello autentico: un uomo semplice, eccezionalmente dotato come compositore e come pianista, attratto dalla vita e dall’arte in modo inebriato e inebriante, il quale, non dimenticando mai di lodare Dio con la propria musica, scriveva ogni giorno almeno una letterà, sempre di fretta e in modo poco comprensibile, per rinchiudervi tutta la propria sensibilità, senza alcuna remora, senza alcuna costrizione, senza alcun falso pudore. Tuttavia, scrivere una lettera per Mozart non significava altro che utilizzare l’unico e più immediato mezzo di comunicazione del proprio tempo. Di conseguenza, le sue lettere non costituiscono un vero e proprio diario dell’anima, né un manuale di composizione. Mozart, piuttosto, si affida alla lettera per descrivere ai propri inter- locutori lo scorrere della propria vita, comunicando ogni nuova conoscenza, i propri contatti, le esperienze, le impressioni, qualche idea sull’arte del cantare e del comporre, senza mai trascurare la propria arte. Dichiara anzi, di tanto in tanto, il proprio amore verso il teatro e il desiderio, vivo e coinvolgente, di dar vita ad un teatro musicale propriamente tedesco, intrecciando, sempre e comunque, il romanzo della propria esistenza attorno al cerchio della propria