• '91. P. Maltese - R. Sorrentino t . . ELEMENTI DI MECCANICA QUANTISTICA Introduzione all'Elettronica dello Stato Solido ,l ~ J ;~ ~ .., 1 - Fondamenti di Meccanica Quantistica l '.(. I '1 ' ;~ • .. 1. J ··~ EDIZIONI INGEGNERIA 2000 I ...· " t La cultura è 'un bene dell'umanità ([email protected]) . • La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) P. Maltese - R. Sorrentino ELEMENTI DI MECCANICA QUANTISTICA Introduzione all'Elettronica dello Stato Solido 1 - Fondamenti di Meccanica Quantistica EDIZIONI INGEGNERIA 2000 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 1. LE PRIME IPOTESI QUANTISTICHE Nel secolo scorso furono compiuti imponenti progressi nella conoscenza delle leggi della natura, non solo attraver so il completamento della scienza della dinamica, iniziata due secoli prima da Galileo e da Newton, ma anche attraverso la brillante sintesi delle proprietà dell'elettricità e del magnetismo nella teoria elettromagnetica di Maxwell. La termo dinamica divenne una scienza esatta e furono poste le basi del la teoria cinetica della materia con lo sviluppo della mecca- nica statistica classica effettuato da Maxwell, Boltzmann, Gibbs e altri. La comprensione, o potenziale comprensione, del le leggi della natura appariva così soddisfacente che molti - fisici ritennero che la ricerca di base avrebbe subìto un ine vitabile declino. Tuttavia, proprio l'alto grado di perfezione raggiunto nelle teorie classiche rese manifeste insolubili contraddizio ni che sorgevano nell'interpretazione di alcuni dati sperimeE: tali. Si rese pertanto evidente la necessità di introdurre nuove leggi, che potessero spiegare una serie di dati speri mentali che la fisica classica non era in grado di giustifi care. La prima ipotesi di tipo quantistico fu proposta da Max Plank nel 1900 per spiegare la distribuzione spettrale della emissione di energia elettromagnetica da parte dei corpi ri scaldati, laddove le teorie classiche portavano a risultati inaccettabili. L'emissione termica di una superficie qualunque può es sere ricondotta all'emissione di un corpo nero ideale, tale cioè da presentare un coefficiente di assorbimento della ra diazione pari al a tutte le lunghezze d'onda. E' possibile realizzare sperimentalmente con grande accuratezza qualcosa di equivalente ad esso praticando un foro in una cavità avente temperatura costante. Lo studio teorico del problema era stato condotto, sul le basi della termodinamica e della meccanica statistica, SU.E_ ponendo la radiazione elettromagnetica, contenuta nella cavi tà, equivalente a un _fluido in equilibrio termico con le par~ ti. Notevoli successi erano stati ottenuti con questo tipo di studio, che permise di spiegare con accuratezza molti aspetti del fenomeno. In particolare erano state così stabilite le le~ gi di Stefan-Boltzrnann e di Wien. La rima reve.d_e_che_la. po tenz-;-;messa per unità di superficie del corpo è proporziona- lla uarta otenza--aet-1-a _sua temper-_a~ra assoluta T ;\ la La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 2. legge di Wien stabilisce che la distribuzione spettrale della emissione (cioè la potenza emessa ~ unità di super ficie nell'intervallo di lunghezza d onda c~mpJesO-tra À e À + dÀ) è esprimibi e ne a orna:1 I (À, T) = T5 f (À T) In relazione ai dati sperimentali sull'emissione del corpo ne ro, schematicamente rappresentati in fig.l, questa legge com~ porta, in particolare, che la lunghezza d'onda a cui e massi ma l'emissività sia inversamente proporzionale alla tempera tura assoluta del corpo. Nel tentativo di de terminare f (ÀT), però, gli I(,\) studi i tipo statistico 3000 oK portavano a conclusioni inaccettabili. Infatti, dal punto di vista elettr~ magnetico, una cavità è se. de di un numero infinito - di oscillazioni le quali, nel loro insieme, costitui scono la radiazione termi~ ca; poichè, per il princi pio di equipartizione del- l 2 3 1 'energia termica, a ogni À( µa) oscillazione compete una ( energia mecha par~KV_; , Fig. l (K = 1,--:38042- 10~ J I °K, CO Rappresentazione schematica stante di Boltzmann), la - dell'emissività di un corpo energia totale della radia nero a varie temperature. zione sarebbe risultata in finita. Inoltre, la f (ÀT) determinata per questa via, pur accordandosi con i risultati sperimentali per grandi valori di À, non aveva un massimo, ma tendeva all'infinito al tendere a zero della lunghezza d'on da (la cosiddetta "catastrofe dell'ultravioletto"). Per giustificare la distribuzione spettrale dell'irrag giamento del corpo nero, Planck ammise che ogni oscillazione del campo elettromagnetico interagisse con oscillatori armoni ci dotati di carica elettrica, contenuti nella materia costi= tuente le pareti della cavità e tali da poter assorbire ener gia con continuità dal campo elettromagnetico, ma poterla emet tere soltanto in forH! di "quanti". Per i quali Planck postu-- La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 3. lò l'espressione: LlE ~\ = essendo v la frequenza dell'oscillatore eh una çg~~ante in~_o_ ~ Sulla base di tale ipotesi, mediante calcoli termodina miei, egli dimostrò l'espressione (in cui e è la velocità del la Tuce2__: l(À,T) 2 1T c2 h oggi chiamata legge di Planck, che era allora gia nota come ottima approssimazione della I (l,_f) m:!-su_rat_~_ s erimentalmente. L ipotesi di partenza, tuttavia, appariva alquanto in sensata, e Planck trascorse la restante parte della sua vita cercando invano il modo di prescinderne. Ciò nonostante, qual che anno dopo, Einstein raccolse le sue idee e le applicò al fenorneno dell'emissione_ 9-L ?_l_eJ;_p gµi_ _n e_l vuoto_ da_ paLte_c!_i __ un": ~er:fICieill~~ta. \ Dell effetto fotoelettrico si sapeva, da studi allora 1 recentissimi, che il numero di elettroni emessi è proporzio- Il nale all 1 in~~nsità luminosa, mentre l'energ~tica co cui vengono emessi non dipende da essa, ma è tanto maggioxe quanto piu icco a e a lunghezza d'onda dell~ luce Inoltre, l~'emissi o~'n-e-' "d-i= ~~e~l~e-t=t-r"o--n'i- -c'e-"s'--s'-'-a- =q-u'a-n'd-o- ~l-a- =l-u~n~g~h~~e~z~z-a- 'd 'onda su- pera un certo valore critico, il quale è tanto più elevato quanto più elettropositivo (1) è il metallo adoperato come fo tocatodo. Tutto ciò era assolutamente inspiegabile con le teo rie classiche. Planck aveva introdotto l'ipotesi quantistica su onen- do che i soli oscillatori armonici fossero uantizzati; Ein stein propose che anche il campo di radiazione potesse esse~e Auantizzato. Egli suggerì che la luce potesse essere assorbi \ 'ta solo sotto forma di uanti aventi energia'. hv] ("fotoni"), in cui v è ora la frequenza della ra iazione luminosa, e che conse uentemente otesse essere-emesSO\ln--e ettrone avente ~ia cinetica: (1) Cioè quanto più grande e positivo è il potenziale di con tatto rispetto a un qualunque metallo usato come riferi- mento. La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 4. in cui v0 è la frequenza di soglia sotto la_ -~ale l'emissione cessa. La relazione di Einstein si basa sull'ipotesi cheB.I-=- l'elettrone possa essere ceduta dalla luce una quantità di~ nergia < hv dì""cui una parte (hv0 ) viene pèrduta per superare Ìa barriera di potenziale _LL superfic · e_del metallo.(- -- Nel 1905, anno in cui fu pubblicata questa teoria, non vi erano dati quantitativi sufficienti per avvalorare o con futare l'ipotesi di Einstein. Successivamente, tuttavia, furo no eseguite misure molto precise che permisero di verificare - completamente e definitivamente questa relazione, -rendendo quindi estremamente fondata l'ipotesi quantistica. Essa p~rmi s~i__misur.ar:.e_i_n maniera mol t_o __ JJ~eci_s~ il valore d~ la costante di Planck (h = 6,6252x10-:i4 Js). successo della teoria di Einstein mise in evidenza il carattere corpuscolare della radiazione, facendo risorgere l 'antica questione riguardante la vera natura della luce, es sendo a quel tempo ben accertato che la radiazione è un f eno meno on ulatorio., i poneva dunque il problema della dualità onda-particella per la luce, per risolvere il quale--si rende va necessaria un'elettrodinamica quantistica che rendesse co~ to di entrambi questi aspetti. Incidentalmente, è il caso di sottolineare che il fatto che la radiazione si comporti sia 1come una- partice la che--comelin'onda no-n signiffra che entra.m 1b_i_ questi aspetti debb@Q___g_ssere -e-s-plici•t amente trattati• i• n --=- c-iascun problema pratico. - - · Un altro- fenomeno,- che risultava inspiegabile con le teorie classiche, è il fatto che la capacità termica dei so lidi, al diminuire della temperatura assoluta, diminuisce ten dendo a zero con essa. Nei solidi costituiti da atomi uguali, le posizioni de gli atomi del reticolo cristallino possono oscillare secondo un numero di modi indipendenti pari a tre volte il numero to tale di atomi. Il principio di equipartizione dell'energia ter mica, assegnando a ogni modo un'energia media pari a (1/2)KT, conduceva a valutare un calore specifico (a volume costante, per chilogrammo-mole) costante con la temperatura e uguale per tutti i solidi del tipo suddetto. Ciò si verifica tuttavia solo asintoticamente a temperature abbastanza elevate (legge sperimentale di Dulong e Petit, 1818). Un'ulteriore giustificazione quantistica fu necessaria. Considerando gli atomi come oscillatori aventi tutti una fre quenza di oscillazione v e ipotizzando che la loro energia 0 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 5. potesse variare solo di multipli interi di hv0 , Einstein, nel 1907, mostrò che la capacità termica dei solidi doveva varia re con la temperatura in un modo molto simile a quello cono ~c~u_to ,_ ~~dendo _a Z~E_c:_~o.::_ la temperatura assoluta. )Si noti come questa nuova ipotesi di- quantizzazione sia più rigida di quella formulata da Planck per i suoi oscillatori. Una teoria più precisa fu sviluppata da Debye nel 1912, il quale applicò l'ipotesi di quantizzazione ai modi di oscil e lazione esistenti nel cristallo arra"i-~lati~;--distr-ib~~-ne d~ frequenze, ottenen o risu t~i i uon accordo uantitati-::. VO COrl l'esper~e~za. \ ~ LA STRUTTURA CORPUSCOLARE DELLA MATERIA Fino alla fine del secolo scorso l'ipotesi che la matE ria fosse costituita da atomi era ritenuta da eminenti scien ziati, quali Maxwell e il chimico Ostwald, una teoria non pr~ vata dall'esperienza. Forse a ciò contribuì il grande succes so raggiunto dalle scienze nel secolo diciannovesimo, dovuto princ· almente a costruzioni matematiche che sembrava impli c~~e_I_9 la continui_ta d~Jl_ unrver~_J Le equazioni dìfferenzi~ ~evano mirabilm~i:_e_ i !:_noi:i_en~ nei me~ ) m~ non sem ~van~ a a~ al~~aescrizione ai strutture discon l tinue. Tuttavia, semplici evidenze della struttura corpuscola re della materia si hanno in fenomeni ben noti. Ad esempio, se si esamina un liquido in cui sono in sospensione dei corp.::_ scoli molto leggeri, con un microscopio a forte ingrandimento si osserva un moto disordinato dei corpuscoli stessi, che fu scoperto nel 1827 da Robert Brown. Tale moto, detto brownia no, è dovuto all'agitazione termica delle molecole che costi tuiscono il liquido e che urtano contro i corpuscoli in esso sospesi. Lo studio teorico del moto browniano fu sviluppato nel 1905 da Einstein. Fu tale studio e la spiegazione dell'ef fetto fotoelettrico che gli valsero il premio Nobel, e non la enunciazione (sempre nel 1905) della teoria della relatività ristretta. \Altra semplice evidenza della natura corpuscolare della materia uò aversi osservando il com2ortamento di una I>- -------- -- - - - -- --- goccia d1olio su~l'acqua.I L'olio si spande in un film di sot- tilisslmo- spessore e di area limitata. Se si tenta di aumenta La cultura è un bene dell'umanità ([email protected])