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Elementi di estetica analitica PDF

214 Pages·2005·1.091 MB·Italian
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DISCIPLINE FILOSOFICHE Anno XV, numero 2 Quodlibet DISCIPLINE FILOSOFICHE Anno XV, numero 2 Rivista fondata da Enzo Melandri. Periodicità semestrale. Aut. Tribunale di Ravenna, n. 707/stampa del 19.3.1982 ISSN: 1591-9625 Direttore responsabile Barnaba Maj Direttore Stefano Besoli Comitato di redazione Mauro Antonelli, Roberto Brigati, Andrea Cavazzini, Girolamo De Michele, Roberto Dionigi†, Gabriele Franci, Roberto Frega, Michele Gardini, Alberto Gualandi, Luca Guidetti, Barnaba Maj, Marina Manotta, Riccardo Martinelli, Giovanni Matteucci, Maurizio Matteuzzi, Davide Messina, Luigi Neri, Lisa Regazzoni Direzione e redazione Dipartimento di Filosofia, via Zamboni 38 - 40126 Bologna. Tel 051-2098344. Fax 051-2098355 E-mail: [email protected] http://www.filosofia.unibo.it/discfil/Welcome.html Copertina Augusto Wirbel © Copyright 2005 Quodlibet ISBN: 88-7462-058-6 Quodlibet edizioni via Padre Matteo Ricci 108, 62100 Macerata tel. 0733-264965 fax 0733-267358 e-mail: [email protected] Finito di stampare nel mese di ottobre 2005 dalla Copy Card Center s.r.l., San Donato Milanese (MI) Questa rivista è pubblicata con un contributo dai fondi PRIN cofinanziati dal MIUR e dal Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pisa. I dattiloscritti, i libri e le riviste in cambio devono essere spediti unicamente all’indirizzo della Direzione. La redazione si rammarica di non potersi impegnare a restituire i dattiloscritti inviati. Abbonamento annuale: Italia 26 euro, Estero 40 euro, da versare sul ccp 14574628 intestato a Tempi provinciali soc. coop. a r.l., via Padre Matteo Ricci 108, 62100 Macerata. Gli abbonamenti decorrono dal gennaio di ciascun anno. Chi si abbona durante l’anno riceve i numeri arretrati. Gli abbonamenti non disdetti entro il 31 dicembre si intendono rinnovati per l’anno successivo Per cambio di indirizzo allegare alla comunicazione la targhetta-indirizzo dell’ultimo numero ricevuto. Indice Elementi di estetica analitica, a cura di Giovanni Matteucci 5 Avvertenza del curatore 7 Paolo D’Angelo Analitici e Continentali, in estetica 25 Giovanni Matteucci Approccio all’estetica analitica 43 Joseph Margolis «Vedere-in», «finzione», «trasfigurazione». La percezione della rappresentazione pittorica 59 Dominic McIver Lopes Le immagini e la mente rappresentazionale 81 John W. Bender Esemplificazione ed espressione: le teorie di Goodman sono sba- gliate 97 Susan Feagin La rappresentazione pittorica e la pittura come arte temporale 111 Alan H. Goldman Rappresentazione ed espressione in pittura e in musica 129 Jerrold Levinson Il piacere nella musica contemporanea 143 Stephen Davies Ontologie delle opere musicali 4 INDICE 161 Robert Howell La finzione e i suoi oggetti 181 David Davies Il contestualismo e la rilevanza artistica della produzione dell’ar- tista 201 George Dickie L’artista romantico 211 H. Gene Blocker L’estetica non-occidentale come invenzione coloniale 223 Gli autori di questo fascicolo Avvertenza del curatore Questo fascicolo monografico di «Discipline Filosofiche» intende offri- re una panoramica di alcune delle ricerche più significative condotte at- tualmente nell’ambito dell’estetica analitica. A tal fine vengono ospitati sag- gi quasi sempre originali di filosofi angloamericani che affrontano argomen- ti diversi, volendo così restituire anche il ventaglio di temi e problemi di cui si occupa la recente filosofia analitica dell’arte. Poiché, tuttavia, in Italia questo settore di ricerca è ancora scarsamente conosciuto e frequentato, si è ritenuto opportuno introdurre il fascicolo sia chiarendo il contesto nel quale dovrebbe situarsi un eventuale dibattito sull’estetica analitica (o meglio: su alcuni risultati che il metodo dell’analisi ha fruttato nell’ambito della riflessione sull’arte), sia delineando alcuni pun- ti utili a favorire un approccio fecondo con le ricerche qui documentate. Il primo compito è affidato al saggio introduttivo di Paolo D’Angelo; il se- condo viene invece svolto suggerendo un percorso che attraversa i contenu- ti dei lavori raccolti. La successione dei saggi tradotti segue un ordine tematico, in parte giu- stificato nel secondo intervento introduttivo. In tal modo si è cercato di ri- spettare l’impostazione del pensiero analitico nel suo prediligere una scan- sione dei contenuti filosofici per problemi e soluzioni. Nel licenziare il fascicolo desidero ringraziare gli Autori che hanno ac- cettato di contribuire al progetto, e i Traduttori che si sono sobbarcati spes- so un compito pioneristico. In particolare, poi, sono grato a Paolo D’An- gelo per aver collaborato a questa iniziativa sia con il suo saggio che con i suoi preziosi consigli. G.M. Paolo D’Angelo Analitici e Continentali, in estetica 1. Cominciamo da alcuni fatti recenti. Nella primavera del 2002 esce presso Einaudi, a cura di Franca D’Agostini e Nicla Vassallo, una Storia della filosofia analitica. Il volume è articolato per settori o discipline: dopo l’ampia introduzione, i saggi successivi coprono le singole aree (filosofia del linguaggio, logica, ontologia, epistemologia, etica, filosofia politica etc.), ri- costruendo lo sviluppo della filosofia analitica nei diversi ambiti della filo- sofia. A scriverli sono chiamati studiosi italiani, spesso di primo piano (Car- lo Penco per la filosofia del linguaggio, Achille Varzi per l’ontologia, Mauro Dorato per l’epistemologia, solo per fare qualche esempio). Nel caso dell’e- stetica, però, questo non accade. Il contributo sull’estetica analitica viene affidato ad uno studioso statunitense, Jerrold Levinson. Si tratta di un auto- re tra i più attivi e conosciuti nell’ambito dell’estetica analitica, quindi la scelta è del tutto giustificata. Ma resta il fatto che essa segnala come, nell’ambito dell’estetica, manchi in Italia uno studioso autorevole di orien- tamento analitico o anche solo sufficientemente interno ai temi dell’estetica analitica1. Sempre nello stesso anno, la Utet traduce dal francese, con il titolo Le sfide dell’estetica, un volume di Jean-Pierre Cometti, Jacques Morizot, Ro- ger Pouivet. Sono tutti e tre studiosi di orientamento analitico e di fatto il libro è un panorama dell’estetica analitica angloamericana. L’operazione, anche se la prefazione tende a conferirle tendenziosamente un valore pole- mico, è in se stessa del tutto legittima2. Ma resta curiosa. Perché mai do- vremmo apprendere da studiosi francesi il pensiero di autori angloamerica- ni, o comunque anglofoni, molti dei quali ancora attivi e che hanno più vol- te scritto essi stessi lavori di taglio introduttivo o complessivo? 1 F. D’Agostini e N. Vassallo, a cura di, Storia della Filosofia Analitica, Einaudi, Torino, 2002. È vero che la stessa cosa avviene per la filosofia della religione e per la logica: ma, per motivi diversi (nel primo caso si tratta di una disciplina che non ha, in Italia, una tradizione al- trettanto consolidata, nel secondo di una disciplina fortemente “tecnica”), la circostanza appa- re meno singolare. 2 J.-P. Cometti, J. Morizot, R. Pouivet, Le sfide dell’estetica. Momenti e problemi della con- temporaneità, Utet Libreria, Torino, 2002 (titolo originale: Questions d’esthétique). 8 PAOLO D’ANGELO D’altra parte, se si consulta il sito della Società Italiana di Filosofia Ana- litica, si scopre che la società conta trecentoottanta iscritti (al Novembre 2004), ma di essi duo vel nemo si occupano di estetica, anche se sono rap- presentati studiosi di tutte le altre aree della filosofia. Sono tre circostanze di ordine e portata diversa, e tuttavia convergenti. Evidentemente, non solo mancano in Italia studiosi di estetica di orienta- mento analitico (nessun docente universitario di estetica risulta socio della SIFA), ma la stessa estetica analitica praticata all’estero è da noi ben scar- samente studiata. Se si approfondisce la questione spostando l’esame su aspetti più so- stanziali, il risultato non cambia. Per esempio, i libri di estetica di orienta- mento analitico sono da noi ben scarsamente tradotti. Nelson Goodman è stato pubblicato parecchi anni fa da Laterza e dal Saggiatore. Di Richard Wollheim è stato proposto al lettore italiano un solo libro più di trent’anni fa, altrettanto si è fatto per Arthur Danto, per di più presso un editore mol- to marginale. A Stanley Cavell è andata indubbiamente meglio, ma solo perché i suoi volumi tradotti non sono, o almeno non sembrano, saggi di estetica3. Al di fuori di questi nomi (per alcuni dei quali si potrebbe per al- tro contestare l’etichetta di pensatore analitico: ma questo è un problema ulteriore, su cui torneremo), poco o nulla si è fatto, e comunque con carat- tere del tutto occasionale4. Anche i testi italiani che si confrontano con l’estetica analitica sono pochi e non recenti. Ermanno Migliorini si era oc- cupato di Charles Stevenson, e nel 1979 era uscito un testo miscellaneo E- stetica e Filosofia analitica5. Ed è singolare che l’unico a sviluppare in modo produttivo, in Italia, le tesi di Nelson Goodman sull’arte sia stato un teorico della letteratura piuttosto che un filosofo dell’estetica, Franco Brioschi6. Ciò che colpisce è la diversità della situazione sia rispetto ad altri settori della filosofia, sia rispetto a quel che accade in altri paesi europei. In filoso- fia del linguaggio, epistemologia, ontologia, filosofia della mente il confron- to con studiosi di orientamento analitico è costante; è, anzi, la regola piut- tosto che l’eccezione. Ma anche settori, come l’etica, sono tutt’altro che im- permeabili agli analitici. Il dibattito su Analitici e Continentali, in Italia, è vivace almeno da quando esso è stato portato alla ribalta dal volume omo- 3 Di N. Goodman: I Linguaggi dell’arte, Il Saggiatore, Milano, 1976; Vedere e costruire il mondo, Laterza, Roma-.Bari, 1988; di A. Danto: La destituzione filosofica dell’arte, Tema Cele- ste, Siracusa, 1986; di S. Cavell: Alla ricerca della felicità, Einaudi, Torino, 1997; Il ripudio del sapere, Einaudi, Torino, 2004. 4 Per esempio, V.C. Aldrich, Filosofia dell’arte, Il Mulino, Bologna, 1970. 5 Estetica e Filosofia analitica, Antenore, Padova, 1979. 6 Di Brioschi va visto soprattutto Critica della Ragion poetica, Bollati Boringhieri, Torino, 2002, che raccoglie saggi dal 1987 in avanti. ANALITICI E CONTINENTALI, IN ESTETICA 9 nimo di Franca D’Agostini, che è del 1997. Ma in esso, caratteristicamente, l’estetica è quasi del tutto assente. Paradossalmente, essa risulta assente an- che nel numero della «Rivista di Estetica» dedicato appunto alla disputa tra Analitici e Continentali, curato da Armando Massarenti7 l’anno seguente. D’altra parte, anche uno sguardo a quello che avviene al di fuori del no- stro paese mostra una situazione sensibilmente diversa dalla nostra. Esclu- dendo, in aggiunta ai paesi anglofoni in cui la filosofia analitica è predomi- nante, quei paesi in cui l’orientamento analitico si è diffuso fino a diventare egemonico, anche in estetica, come per esempio i paesi scandinavi o l’Olan- da, è possibile constatare che il confronto con l’estetica analitica è ormai presente anche in paesi nei quali domina, tradizionalmente, la filosofia “continentale”. Il caso della Francia è significativo. Non solo, come abbia- mo visto, ci sono importanti studiosi che possono essere considerati deci- samente interni a una prospettiva analitica (Cometti, Morizot, Pouivet), ma, per esempio, un autore come Genette si è confrontato sistematicamente con la tradizione analitica nel suo opus maius estetico, L’Œuvre de l’art, e ha curato una antologia di testi molti dei quali di filosofi analitici8. Del resto in Francia già nel 1988 era uscita una raccolta antologica di saggi fondamenta- li dell’orientamento analitico, e non mancano confronti critici con l’estetica analitica 9. Il caso della Germania sembra, a prima vista, più simile al nostro, nel senso che gli studiosi di maggior spicco non manifestano interesse per l’estetica analitica. Però, se si guarda meglio, si vede che in Germania c’è almeno una introduzione complessiva all’estetica analitica (K. Lüdeking, Analytische Philosophie der Kunst) e un’antologia di testi di estetica analiti- ca (T. Hecken, A. Spree, Nutzen und Klarheit)10. Forse neppure i paesi i- spanici presentano, a questo riguardo, una situazione paragonabile alla no- stra, se è vero che, ad esempio, l’anno passato si è tenuto in Spagna un im- portante convegno internazionale sull’opera di Arthur Danto. 7 A. Massarenti, a cura di, Analitici e continentali, «Rivista di estetica», 1998 (38), n. 7. Nessuno dei numerosi autori convocati a discutere si occupa nell’occasione, nemmeno tangen- zialmente, di estetica. Anche in S. Cremaschi (a cura di), Filosofia analitica e filosofia continen- tale), La Nuova Italia, Firenze, 1997, l’estetica è assente. 8 G. Genette, L’Œuvre de l’art, Seuil, Paris, vol. I: 1994, vol. II: 1997, trad. it. L’Opera dell’arte, a cura di F. Bollino, Clueb, Bologna, vol. I: 1999, vol. II: 1998; G. Genette (a cura di), Esthétique et poétique, Seuil, Paris, 1992. 9 D. Lories (a cura di), Philosophie analytique et esthétique, Klinksieck, Paris, 1988. D. Chateau, La question de la question de l’art, PUV, Saint Denis, 1994. 10 K. Lüdeking, Analytische Philosophie der Kunst. Eine Einführung, Fink, München 1998, 2003; T. Hecken, A. Spree, Nutzen und Klarheit. Angloamerikanische Ästhetik im XX Ja- hrhundert, Paderborn, 2002. Da ricordare anche J. Zimmermann, Sprachanalytische Ästhetik. Ein Überblick, Frommann-Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1980. 10 PAOLO D’ANGELO Naturalmente, è possibile cominciare a scorgere dei segnali di cambia- mento, anche per quanto attiene alla situazione nostrana. Questa stessa rac- colta, ideata e curata da Giovanni Matteucci, è, evidentemente, un impor- tante segnale di questo genere, dato che propone esclusivamente contributi di esponenti autorevoli dell’estetica analitica. Né si tratta in tutti i sensi di un segnale isolato. Anche la rivista «Studi di Estetica» ha dedicato, in que- sto stesso periodo, una scelta di autori stranieri di orientamento analitico affiancati da saggi di autori italiani sulle tematiche degli analitici11. La ripre- sa di attenzione per le questioni di ontologia dell’arte ha portato con sé il sorgere di un certo interesse per gli orientamenti analitici, dato che si tratta di una ontologia assai più prossima a quella analitica che a quella di taglio fenomenologico12. Inoltre, è stato tradotto un piccolo libro di Nigel War- burton, La questione dell’arte, che è tutto dedicato al problema della defini- zione dell’arte così come esso è affrontato all’interno dell’estetica analitica13. Non è moltissimo, ma è quasi tutto quel che c’è da ricordare, se si escludo- no alcune ricerche specifiche che prendono in considerazione quanto, sul tema, proviene dall’ambito analitico14. 2. Mentre può risultare relativamente facile indicare i motivi di un inte- resse, risulta spesso difficile spiegare le ragioni di una mancanza di interes- se. Se ci chiediamo perché l’estetica analitica sia stata finora così poco po- polare in Italia (è chiaro che stiamo parlando di popolarità fra gli addetti ai lavori, la sola che sia qui in questione) le prime motivazioni che possono venire in mente sono anche quelle che credo debbano essere scartate. Per esempio, non si può sostenere che l’estetica analitica abbia avuto da noi un’udienza così limitata a paragone di quella che hanno ottenuto gli studi di orientamento analitico in altri settori della filosofia perché, anche nei pa- esi in cui la filosofia analitica domina, l’estetica rappresenterebbe una sorta di Cenerentola, di campo di studi del tutto marginale. Ciò è stato vero sol- tanto in un periodo iniziale, e ormai molto remoto: grosso modo, vale ap- 11 «Studi di Estetica», nn. 27 e 28, 2003 e 2004, a cura di F. Bollino. 12 Nel numero della «Rivista di Estetica» dedicato alla Ontologia dell’arte (43, 2003/2) al- meno gli articoli di Pietro Kobau, Jerrold Levinson e Alfonso Ottobre hanno un taglio deci- samente analitico. Nel numero Ontologie analitiche (44, 2004/2), il saggio di M. Ferraris L’opera d’arte come fidanzata automatica si confronta con parecchia letteratura di taglio analiti- co. 13 N. Warburton La questione dell’arte, Einaudi, Torino, 2003. 14 È il caso, per esempio, delle ricerche sulla percezione estetica. Io stesso, occupandomi di estetica ambientale, ho dato spazio alle ricerche di environmental aesthetics provenienti dall’ambito analitico (cfr. Estetica della Natura. Bellezza naturale, paesaggio, arte ambientale, Laterza, Roma-Bari, 2001, in part. Cap. II)

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