Lucia Floridi Edilo, Epigrammi TEXTE UND KOMMENTARE Eine altertumswissenschaftliche Reihe Herausgegeben von Michael Dewar, Karla Pollmann, Ruth Scodel, Alexander Sens Band 64 De Gruyter Edilo, Epigrammi Introduzione, testo critico, traduzione e commento di Lucia Floridi De Gruyter ISBN 978-3-11-062962-0 e-ISBN (PDF) 978-3-11-063000-8 e-ISBN (EPUB) 978-3-11-063097-8 ISSN 0563-3087 Library of Congress Control Number: 2019955083 Bibliographic information published by the Deutsche Nationalbibliothek The Deutsche Nationalbibliothek lists this publication in the Deutsche Nationalbibliografie; detailed bibliographic data are available in the Internet at http://dnb.dnb.de. © 2020 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Boston Satz: Michael Peschke, Berlin Druck und Bindung: CPI books GmbH, Leck www.degruyter.com Premessa Nel proemio della sua Corona, pubblicata intorno al 100 a.C., Meleagro di Gadara associa il nome di Edilo a quello di Posidippo di Pella e di Asclep iade di Samo (AP 4.1.45–46 = HE 3970–3971), due tra i più celebri epigrammisti della prima età ellenistica. Quanto sopravvive della loro produzione poetica consente in effetti di ricostruire, almeno a grandi linee, il loro importante ruolo nello sviluppo dell’epigramma in una fase cruciale della sua storia – quando si andava cioè verificando il passaggio dalla pietra al libro, con con- seguente allargamento dello spettro tematico di un genere originariamente legato alla comunicazione di messaggi epigrafici. Non altrettanto, invece, si può dire di Edilo. Sfuggente è la sua biografia, così come sfuggente è la sua fisionomia poetica. Solo 14 i componimenti conservati, due dei quali di paternità dubbia e altri due per lo più considerati spuri, contro i circa 50 tramandati sotto il nome di Asclepiade e i circa 150 attribuiti complessiva- mente a Posidippo dopo la pubblicazione, nel 2001, del P.Mil.Vogl. VIII 309. Meno di 80 versi (peraltro piuttosto corrotti), ai quali è dedicato questo lavoro, che costituisce la prima monografia sull’autore. Se gli epigrammi di Edilo hanno infatti potuto beneficiare delle cure te- stuali ed esegetiche di Gow-Page, HE, non sono però mai stati oggetto di un lavoro monografico, forse anche in ragione dell’esiguità del corpus. Uno studio di più ampio respiro su Edilo mi è sembrato oggi opportuno, e non solo alla luce della fioritura di edizioni critiche, commenti e saggi monogra- fici dedicati, negli ultimi anni, ai principali epigrammisti greci, ma anche in considerazione delle recenti pubblicazioni papiracee e delle informazioni che si sono andate progressivamente accumulando sull’epigramma elleni- stico, sulle sue caratteristiche formali, sulle tipologie e i temi più praticati, prima che la selezione meleagrea fissasse una sorta di “canone” destinato a imporsi e a condizionare la storia del genere nei secoli successivi. Due gli obiettivi che mi sono posta: fornire un testo critico aggiornato della produzione di Edilo, fondato su un riesame della tradizione e su un va- glio, per quanto possibile esaustivo, dell’attività filologica svolta sui testi in età moderna; approfondire la poetica dell’autore, per chiarire il ruolo svolto da Edilo nello sviluppo del genere epigrammatico, e in particolare della ti- pologia scoptica, spesso considerata un prodotto tipico dell’età neroniana, ma che sembrerebbe in realtà affondare anch’essa, come molte altre, le sue radici proprio in età ellenistica. Ringrazio l’editore per aver accolto il volume in TuK e in particolare Ka- tharina Legutke per averne seguito la lavorazione con precisione e compe- tenza. Grazie a Francesca Angiò, Federico Condello, Regina Höschele, En- rico Magnelli, Francesca Maltomini, Francesco Pelliccio, Marco Pelucchi, https://doi.org/10.1515/9783110630008-201 vi Premessa che hanno letto in anteprima questo lavoro, in tutto o in parte, consentendo- mi di migliorarlo in più punti. A Francesco Valerio sono debitrice, oltre che di un’attenta lettura, di un’amicizia e di un sostegno che vanno ben oltre il comune interesse per l’Anthologia. Di singole questioni ho potuto discutere con alcuni tra i miei interlocutori più assidui, Andrea Capra, Matteo Cadario e Giuseppe Ucciardello. La mia gratitudine va anche a Aude Cohen-Skalli, che mi ha permesso di utilizzare i suoi dati di collazione per il testo di Edilo tramandato da Strabone nel libro 14, e a Maria Kanellou, che ha messo a mia disposizione suoi lavori ancora inediti. Gli errori che restano sono tutti miei. Questo volume è dedicato a chi non lo leggerà: alle mie amiche Brutte e Ciccione, che mi avrebbero voluto per sempre redattrice; a Christian, che tollera la mia insoddisfazione perenne; a Lia, che per non essere come sua madre non studierà mai il greco. Bologna–Firenze, 15 settembre 2019 Indice Premessa ............................................................................................... v Introduzione .......................................................................................... 1 I La vita e l’opera ......................................................................... 1 II Edilo e i suoi contemporanei ...................................................... 10 II.1 Edilo e Asclepiade ............................................................. 10 II.2 Edilo e Posidippo ............................................................... 11 II.3 Edilo e Callimaco .............................................................. 12 III Le fonti ....................................................................................... 15 III.1 Edilo nell’Anthologia Graeca ........................................... 15 III.1.1 P .......................................................................... 15 III.1.1.1 La storia di P e i suoi apografi ............................ 17 III.1.2 Pl ......................................................................... 21 III.1.2.1 L’apografo Q ...................................................... 23 III.1.3 Edilo e le “Sillogi Minori” ................................. 24 III.2 La tradizione indiretta ........................................................ 24 III.2.1 Ateneo ................................................................ 24 III.2.2 Altre citazioni indirette ....................................... 28 III.3 Edilo, l’epigramma scoptico greco e la tematica tolemaica ......................................................... 29 III.4 Il “Vienna Epigrams Papyrus” (CPR XXXIII) .................. 32 IV L’epigramma di Edilo ................................................................. 34 IV.1 I temi .............................................................................. 34 IV.2 I protagonisti ...................................................................... 37 IV.3 Libro e simposio ................................................................ 38 IV.4 Forma e struttura ................................................................ 40 IV.5 Lingue e stile ..................................................................... 42 IV.6 Lunghezza degli epigrammi e ordine delle parole ............ 43 V Prosodia e metrica ...................................................................... 45 V.1 Realizzazioni di verso nell’esametro ................................. 45 V.2 Incisioni e leggi metriche .................................................. 48 V.3 Prosodia ............................................................................. 53 V.4 Conclusioni ........................................................................ 54 Criteri della presente edizione .............................................................. 56 Conspectus siglorum ............................................................................. 58 Testimonia ............................................................................................. 59 viii Indice Testo e commento ................................................................................. 61 1 HE (1825–1830) = AP 6.292 ......................................................... 61 2 HE (1831–1836) = AP 5.199 ......................................................... 72 3 HE (1837–1842) = Athen. 11.486a–b ............................................ 85 4 HE (1843–1852) = Athen. 11.497d–e ............................................ 97 5 HE (1853–1856) = Athen. 11.472f–473a ...................................... 113 6 HE (1857–1862) = Athen. 11.473a–b ............................................ 123 7 HE (1863–1864) = Athen. 8.344f .................................................. 132 8 HE (1865–1870) = Athen. 8.344f–345a ........................................ 137 9 HE (1871–1876) = Athen. 8.345a–b .............................................. 143 10 HE (1877–1886) = Athen. 4.176c-d ............................................ 150 11 HE (1887–1890) = AP 11.123 ..................................................... 160 12 HE (1891–1892) = AP 11.414 ..................................................... 167 Dubia ................................................................................................ 171 *13 = Asclep. HE 40 (996–1001) = AP 5.161 .................................. 171 *14 = SH 459 = Strab. 14.6.3 (683c) ................................................ 181 Auctarium lectionum ............................................................................ 189 Appendix coniecturarum ....................................................................... 189 Bibliografia ........................................................................................... 191 I Opere di consultazione e abbreviazioni ..................................... 191 II Edizioni, commenti e traduzioni ................................................ 193 II.1 Anthologia Palatina ........................................................... 193 II.2 Ateneo ed Epitome ............................................................ 194 III Altre opere citate ........................................................................ 195 Index verborum ..................................................................................... 233 Index locorum ....................................................................................... 239 Index nominum et rerum notabilium .................................................... 242 Carta geografica .............................................................................. 250 Introduzione I La vita e l’opera Poco si sa della vita di Edilo. La nostra fonte principale è Ateneo, che in 7.297b (T1) lo definisce “Samio o Ateniese”. Nello stesso passo lo dice fi- glio di Edile, autrice di un’elegia erotica su Glauco e Scilla, a sua volta figlia di Moschine, giambografa attica1. Come per primo notò Wilamowitz 1924, I, p. 146, n. 1, l’oscillazione nell’indicazione dell’etnico potrebbe essere dovuta a una ragione storica. Atene stabilì una cleruchia a Samo dopo il 365: gli abitanti dell’isola furo- no costretti a emigrare e a lasciare le loro terre, che vennero distribuite ai cittadini ateniesi. Solo nel 322 gli antichi abitanti poterono fare ritorno in patria2. Edilo potrebbe essere appartenuto a una famiglia di origini ateniesi (la nonna, Moschine, è d’altronde esplicitamente detta da Ateneo Ἀττική) e i suoi avi potrebbero essere stati tra i cleruchi inviati nell’isola: è possibile pertanto che il poeta sia nato a Samo da genitori ateniesi (anche se, in assen- za di precisi riscontri per questa ipotesi, la possibilità di una nascita ad Atene non può essere esclusa3). 1 Per la biografia di Edilo vd. Gow-Page 1965, II, p. 289; Galli Calderini 1983; Gutzwiller 1998, pp. 170–171. Sulla Scilla di Edile, Vox 1991, pp. 218–220; Plant 2004, pp. 53–55; Floridi 2018–2019. Sul nome di Edile, in relazione a quello di Edilo, cfr. infra, n. ad 5.2. 2 Sulla cleruchia ateniese a Samo cfr. Landucci Gattinoni 2010. Sens 2011, p. xxxi ha analogamente connesso la biografia di Asclepiade con questo evento storico, anche se la situazione da lui prospettata è speculare rispetto a quella ipotizzata per Edilo: la famiglia di Asclepiade, di Samo, sarebbe stata costretta a riparare in Sicilia in segui- to all’arrivo dei cleruchi ateniesi; di qui il soprannome di “Sicelida” per Asclepiade. 3 Essa era data per certa ad esempio da Rostagni 1916, p. 241, n. 20, secondo il quale Edilo e altri intellettuali «a Samo […] convenivano da varii paesi per farvi i loro studii»; vd. anche Galli Calderini 1983, p. 365. Va peraltro notato che quella di riportare attribuzioni etniche alternative è, per Ateneo, un’abitudine consolidata: cfr. 2.58c (Φύλαρχος ὁ Ἀθηναῖος ἢ Ναυκρατίτης), 6.234d (Πολέμων … εἴτε Σάμιος ἢ Σικυώνιος εἴτ’ Ἀθηναῖος; per una discussione dei diversi etnici attribuiti al Periegeta dalle fonti cfr. Capel Badino 2018, pp. 7-10), 6.241f (Μάχων ὁ κωμῳδιοποιὸς ὁ Κορίνθιος μὲν ἢ Σικυώνιος, ma in 14.664a è solo Σικυώνιος), 7.283d (Ἀπολλώνιος δ’ ὁ Ῥόδιος ἢ Ναυκρατίτης), 7.321f (τὸν Λοκρὸν ἢ Κολοφώνιον Μνασέαν), 13.590b (Νικαινέτου τοῦ Σαμίου ἢ Ἀβδηρίτου), 15.682e (Δημοδάμας … ὁ Ἁλικαρνασσεὺς ἢ Μιλήσιος). Quando è possibile una verifica con altre fonti, il primo etnico parrebbe corrispondere al luogo di residenza, non a quello di nascita: così sembrerebbe essere ad esempio per Apollonio, nato verosimilmente ad Alessandria, ma detto “Rodio” dalla sua successiva sede; Niceneto, nato ad Abdera secondo Steph. Byz. 15.7, α 6, I.18 Billerbeck, s.v. Ἄβδηρα, ma vissuto a Samo (cfr. Gow-Page 1965, II, p. 417). https://doi.org/10.1515/9783110630008-001 2 Introduzione La notizia della sua origine samia non è confermata da nessun’altra fon- te: l’etnico non compare né nei lemmi dell’Anthologia che riportano il suo nome né in altri luoghi. I dati ricavabili dai suoi versi conservati sono scarsi e offrono pochi appigli per una ricostruzione biografica. 6.4 menziona Asclepiade in termini elogiativi e questo dato è stato spesso interpretato come una conferma dell’origine samia dell’autore, che invo- cherebbe un suo celebre compatriota come paradigma di dolcezza poetica. Ma in realtà la menzione di Asclepiade non ci dice nulla su una possibile relazione etnica tra i due, né ci assicura che Edilo sia stato attivo a Samo: indica solo che il poeta conosceva Asclepiade, indubbia auctoritas nel ge- nere epigrammatico, così come lo conosceva il siracusano Teocrito, che lo menziona in 7.37–41 (ricorrendo peraltro allo stesso soprannome di Sicelida utilizzato da Edilo nel suo epigramma: cfr. n. ad 6.4 Σικελίδου). Anche i le- gami intertestuali tra gli epigrammi di Edilo e di Asclepiade (vd. Sens 2011, p. lxi; infra, II.1) testimoniano di un contatto, ma nulla ci assicura che esso sia avvenuto a Samo. Edilo probabilmente frequentò Alessandria, come pare potersi dedurre, in primis, da 4, un epigramma su una dedica nel tempio di Afrodite-Arsinoe a Zefirio (la familiarità con la corte tolemaica potrebbe es- sere confermata, inoltre, dalla menzione di Glauce, citarista attiva all’epoca di Tolomeo II, in 10), e anche Asclepiade potrebbe aver trascorso parte della sua vita alla corte tolemaica, come molti dei suoi contemporanei4. Punti di contatto, d’altronde, sono ravvisabili con altri autori presumibilmente coevi: il macedone Posidippo e il cirenaico Callimaco, anch’essi attivi ad Ales- sandria. Come Posidippo, Edilo scrisse epigrammi sui ghiottoni (cfr. infra, II.2; n. intr. ad 7); il componimento sul tempio di Afrodite-Arsinoe trova a sua volta riscontri tematici in epigrammi di Posidippo – e di Callimaco (cfr. infra, II.2 e II.3; n. intr. ad 4). Affinità con Callimaco mostrano anche 5 e 6, nei quali compare una terminologia critico-letteraria di solito associata al poeta di Cirene, a cui Edilo sembrerebbe contrapporre la propria visione estetica (cfr. infra, II.3). Degli epigrammi di Callimaco, inoltre, Edilo potrebbe aver curato un’e- dizione critica o un commento: i lessici fanno riferimento a una sua opera, di natura forse critico-filologica, Εἰς τὰ ἐπιγράμματα Καλλιμάχου (T2)5, nella Questa tendenza non può tuttavia essere considerata naturalmente una regola, data l’impossibilità di una verifica sistematica. 4 Vd. Guichard 2004, pp. 12–14; Sens 2011, pp. xxxi–xxxii. 5 La dicitura è poco perspicua: εἰς probabilmente indica in modo neutro l’argomento su cui verteva la trattazione (i.e. gli epigrammi di Callimaco), senza alcuna impli- cazione di ostilità o critica (questo, almeno, è l’uso attestato per la preposizione quando compare nei lemmi epigrammatici: un generico “su” piuttosto che “contro”. Il valore non sarebbe insomma troppo distante da quello assunto dalla preposizione περί in titoli come il Περὶ ἐπιγραμμάτων di Neottolemo di Pario, collocabile forse nella prima metà del III sec. a.C., o il Περὶ τῶν κατὰ πόλεις ἐπιγραμμάτων di Pole-