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Economia libidinale PDF

163 Pages·1978·38.7 MB·Italian
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J°eanfrançois lyotard • economi•a libidinale colportage ' ' titolo originale: « Economie -libidinale » Chi non st1 ulare non sa amare. © 1974, Les Éditions de Minuit traduzione di Mario Gandolli © 1978, Colportage grafica e copertina di Auro Lecci , I . ' tl , I ' nota. Tuttavia si può far appello ad una ragione meno banale: mi sembrava che entrando dal laro del disordine occorresse che la difficoltà della domanda ( come può l'ordine generarsi a partire dal disordine?) divenisse percepibile nel linguaggio che la poneva, e che questo linguaggio suscitasse fraintendimenti al modo stesso PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA di quella potenza di disordine che Freud chiamava inconscio. Ave vo deciso di assumere, non solo nei temi filosofici o politici. ma Il problema su cui si esercita la moderna immaginazione politica nella scrittura stessa, ciò che ha di insopportabile il principio di e filosofica non è: perché c'è dell'ordine o del disordine, ma: in metamorfosi (paragoniamolo, ad esempio, alla « natura » sadiana che modo? Ciò ammesso, vi sono almeno due modi per entrare come principio di snaturamento) e il misconoscimento con cui lo in questo ,labirinto, uno attraverso l'ordine, l'altro attraverso il spirito da esso si difende. disordine. In un precedente libro, Discours, figure, si diceva che Il discorso del sapere, anche decostruito, mi sembrava dovesse è il disordine a far problema. Con l'aiuto di una sorta di teologia apparire come derivante da questo misconoscimento e da questa negativa si immaginava un principio chiamato il figurale mediante difesa. Esso è necessariamente dalla parre dell'ordine. Non potevo il quale le forme (le organizzazioni, fantasmatiche o no, che filtrano avvalermi del genere letterario che esso, fra altri, costituisce né l'energia pulsionale o plastica o linguistica o socioeconomica) ven per spiegare né per descrivere il generamento delle forme stabili gono sottoposte a incessanci metamorfosi. In modo che la ricerca che era l'oggetto del libro e di cui quel discorso stesso è espres di una forma prima ( trauma iniziale in un certo freudismo, origine sione. dello stato in un certo marxismo) o ultima (,tutte le finalità intelle In questo nuovo procedimenco il dualismo dell'ordine e del gibili) veniva resa impossibile. disordine, dei processi primari e dei processi secondari, della ra In Economia libidinale si entra nel labirinto dall'altro lato: gione e del pathos, doveva quindi subire una eclissi. Il labirinto partendo dal disordine ci si chiede come possa derivarne ciò che pareva più inestricabile in quanto non poteva e non doveva essere viene chiamato ordine. Procedimento indubitabilmente ingenuo sorvolato. Per questo cieco partito preso mi avvalsi della teoria quanto il precedente. Ma che comporta alcuni spostamenti. fiction elaborata da Freud nel 1920. In Jenseits des Lustprinzips, L'impiego di parole come economia, desiderio, etc., prese dal il dualismo pulsionale è appena marcato. Il solo tratto differen lessico freudiano, può ingenerare confusione: la problematica freu ziale ammesso da Freud fra pulsioni di vita e pulsioni di morte diana è per principio dualista e simili termini assolvono funzioni è il ritmo: tutte -le pulsioni mirano a sopprimere o a diminuire le che solo quel dualismo può loro assegnare. Da qui un totale frain tensioni nell'organismo o nell'« apparato psichico», ma le seconde tendimento, se si soppesa il libro con la bilancia psicoanalitica. La <·onducono più rapidamente a questo risultato, mentre le pulsioni stessa osservazione vale mutatis mutandis per una lettura politica di vita Io ritardano. marxista. Perché si è allora insistito nell'utilizzare termini che rinviando Ogni sistema organizzato è dunque mosso da un duplice fun zionamenco e dà luogo ad effetti che possono valere indiscernibil ad approcci contrari favorivano i fraintendimenti? In primo luogo perché que1lo spostamento, mentre il libro si andava facendo, non mente come effetti di vita e/o di morte. Nel sistema del capitale, era chiaro per l'autore quanto lo è stato dopo. Situazione ben una crisi come quella del 1929 attesta l'esistenza di questi due li Prefazione ritmi, il lento e il rapido, ai quali corrispondono rispettivamente le capitolo primo funzioni di riproduzione e di saccheggio. Queste sincopi dovute ai cambiamenti o alle sovrapposizioni di ritmo: tale era la risposta che il libro dava al problema del generamento delle forme stabili. Cos'è il capitale? Saccheggio, ma differito. Cos'è la teoria? La stessa frenesia di parole che tro viamo in altre arti del linguaggio, ma sospesa. Ciò che Freud chiamava vita o Eros era dunque frenaggio nella corsa alla morte; e i segni intellegibili che formano sistema contenevano intensità La Grande Pellicola insensate e fugaci. Non si trattava cerco di smascherare l'inibizione come una vol gare repressione, né la dissimulazione come una menzogna. L'ordi Effimera ne non è cattivo in sé, né buone le passioni. Esiste anzi una pas sione d'ordine, un amore per la teoria, un apollinismo intenso, l'investimento violento delle regole. T ritmi lenti non hanno meno I fascino di quelli rapidi. r ' Il libro non conclude, non può concludere. E' un grido contro l il pensiero e la politica del concetto e della significazione, siano essi di destra o di sinistra. In sé un grido non è più forte di un I T argomento, né meno forte. Ma è un diverso gioco di linguaggio: ,i implica un referente, un destinatario e un destinatore· completa mente differenti da quelli di un cra1tato di filosofia poli1ica. In un Università italiana ho sentito un giovane ricercatore universi tario ( che non era italiano) parlare per due ore per dimostrare t l'inconsistenza di economia libidinale, e il suo carattere nefasto: inaccessibi-le alla pragmatica del grido, come Hegel lo era a quélla dell'humour. Più interessante è vedere se questa scansione ( nel senso di scanning) può far nascere un pensiero e una politica che non siano ,. quelle che, da Platone in poi, non cessano di stancarci. E in quale ' linguaggio, e con quale pragmauca. Settembre 1978. I JF.AN-FRANço1s LYOTAR)) i • 111 .. • APERTURA DELLA SUPERFICIE LIBIDINALE I,. Aprite il cosiddetto corpo e dispiegate tutte le sue superfici: non solo la •pelle con ognuna delle sue pieghe, rughe, cicatrici, con i suoi grandi piani vellutati, le unghie, il corno trasparente sotto il tallone, le leggere grinzosità, l'attaccatura delle ciglia, delle palpebre, ma aprite e esponete, mostrate le grandi labbra con la loro sottile trama , ' blù e umida di muco, dilatate il diaframma dello sfintere anale, tagliate longitudinalmente e stendete il nero condotto del retto, poi del colon, poi dell'intestino cieco, ormai banda dalla superficie striata e invasa dalla merda. colle vostre forbici da sarto in procinto di aprire il g.1mhale di un vecchio pantalone, andate, portate alla luce il cosiddetto interno dell'intestino tenue, il digiuno, l'ileo, il ' }' duodeno, oppure, dall'altro laco, squarciate la bocca dalle commessu re, sollevate la lingua fino alla sua lontana radice e tagliatela, esponete le ali di pipistrelk, del palato e dei suoi umidi sot-tosuoli, aprite la trachea e fatene l'ossatura di uno scafo in costruzione; armati di bisturi e delle pinze piì1 affilate ~m,intellate e staccate i r fasci e i corpi del! 'encefalo; poi disponete tutto il sistema sanguigno intatto su un grande bancone, e il sistema linfatico e i sottili filamenti ossei del polso, della caviglia, smontateli e poneteli di fronte a tutti gli strati del tessuto nervoso eh..: racchiude l'umor.: acquoso, e al corpo cavernoso della verga; estraete i grandi muscoli, i grandi filetti dorsali e stendeteli come lisci delfini dormienti. Fate il lavoro che compie il sole, o l'erba, quando ne fate un hagno. E ancora non è tutto. Su queste labbra ci vuole una seconda bocca, una terza, molte altre bocche, una, vulve, capezzoli; e intorno alla pelle dove finiscono le dita, raschiati dalle unghie, ci vogliono forse grandi lembi sewsi di pelle presi ai lati interni delle cosce, in fondo alla nuca, oppure, corde di chitarra. E contro il l' 5 .. r- ' . Economia libidinale La Grande Pellicola Effimera palmo pieno di nervature e spiegaz:rnto come una foglia ingiallita, interamente coperta di asperità, cantucci, sinuosità, caverne che al bisognerà forse mettere dell'argilla, oppure un'impugnatura di legno « primo » giro saranno caverne, ma al « secondo » forse saranno incrostata <li argent~, un volante <l'auto o la corda <li una vela. La gobbe. Ma nessuno sa, né saprà, a quale «giro» siamo, nell'eterno lingua e tutte le parti dell'apparato fonatorio, non dimenticando di giro. La banda interminabile a geometria variabile (perché niente aggiungervi i suoni di cui è capace, e inoltre tutta quella rete obbliga un incavo a restare concavità, che inoltre al «secondo giro» selettiva di suoni che è un sistema fonologico, perché anch'esso sarà necessariamente convessità, almeno nel caso persista) non ha appartiene al corpo libidinale, così come i colori che bisognerà due lati, ma uno solo, e dunque non ha né esterno né interno. aggiungere alla retina, come certa grana all'c::pi<lermi<le, come certi Non si tratta perciò di teatro lidibinale; niente spessore, le odori dedicati alle pareti nasali, come cene parole e simassi che si intensità corrono qua e là, posandosi, sfuggendosi, senza che ,possa preferiscono alle bocche che le dicono o alle mani che le scrivo no venir mai racchiuse in un volume sala/s cena. La tearralità e no. Come si vede, non basta dire come Bellmer che la piega rappresentazione non va considerata come un dato libidinale, a dell'ascella del bimbo sognante col gomito appoggiato al tavolo, il fortiori metafisico, ma risulta, invece, da un certo lavoro sulla banda mento nel palmo della mano, può 11alcre per quella dell'inguine o labirintica e moebiana, lavoro che imprime queste pieghe e ripiega anche per la commessura delle labbra del sesso. La questione del ture speciali il cui effetto è una scatola chiusa su se stessa che filtr.a le « valere per » non abbiamo nessuna fretta di porla e ancor meno di impulsioni lasciando apparire sulla scena solo quelle che, venute da risolverla. Non è una parte dd corpo, di quale corpo? corpo ciò che ormai si chiamerà l'esterno, soddisfano le condizioni organico, organizzato in base alla sua sopravvivenza a tutto ciò che dell'interno. La camera rappresentativa è un dispositivo energetico. lo scuote a morte, assicurato contro l'urto e l'emozione; non una Descriverla e seguire il suo funzionamento, ecco delle cose da fare. parte che viene a sostituirsi ad un'altra, come nel rnso di quesrn Nessun obbligo di far la critica della metafisica (o dell'economia ragaziina il grasso delle braccia a quello delle co~ce e quella lcgge~,1 politica, che è la stessa cosa), perché la critica suppone e ricrea piega a gucsta fessura più intrnvagant,·; non è guesto spostamento continuamente quella stessa tearralità, piuttosto, starci dentro e di parti, riconoscibili nell'economia politica del corpo organico (esso dimen·ticarla, è la posizione della pulsione di morte, piuttosto stesso concate!1amento di pani distinte e appropriate, queste non descrivere, descrivere queste piegature e incollamenti, queste azio andando senza quello) che bisogna inizialmeJ1te prendere in conside ni dei vettori energetici che determinano sulla superficie unica e ete razione. Un simile spostamento, la cui funzione è <li rappresentazio rogenea il cubo teatràle con i suoi sei lati omogenei. Andare dalla ne, di vicariato, suppone un 'unità corporale sulla quale si inscr-ive pulsione alla rappresentazione, e descrivendo questo insediamento, come trasgressione. Non bisogna cominciare dalla trasgressione, si questa sedentarizzazione degli ·influssi, evitare di darsi la facilità so deve andare subito fino in fondo alla crudeltà, fare l'anatomia della spetta del concetto di mancanza, il facile trucco dell'Alterità vacan perversione polimorfa, dispiegare l'immensa membrana del « cor te, di uno Zero al silenzio del quale viene a urtare e a rompersi la po» libidinale, che è il contrario di una membratura. Essa è formata domanda (domanda, dunque già parola? e già indirizzata, e a qual J dalle testure più eterogenee, ossa, epitelio, fogli per scrivere, arie da cosa? sì, ·a questo Altro; e attraverso qualcosa che sa già parlare? sì, far vibrare, acciai, vetrerie, popoli, erbe, tele per dipingere. Tutte anche se sarà con gesti, pianti, furori, torpori di neonato ingolfato, queste zone confluiscono in una banda senza rovescio, banda di interiezioni). Perché con questo trucco della domanda e del silenzio Moebius, interessante non perché chiusa, ma perché unilatera, pelle dello Zero •non resta altro che inaugurare e avviare il teatro e il moebiana non liscia, ma ( è topologicamente possibile?), al contrario, potere, il teatro del potere dove si recit.i la realizzazione del 6 7 il ;(- Economia libidinale .... La Grande Pellicola Effimera ';:.- perché non si avrebbe il diritto di salire sulla scena - che si ha desiderio nato proprio da quella pretesa mancanza. Dobbiamo al Contrario, si vedrà più in là, descrivere il cubo partendo dalla banda voglia di montarvici e di impossessarsene. La libido non manca di del.corpo libidinale apt:rto esposto secondo il suo unico fato senza regioni da investire e non investe sottostando alle condizioni della rovescio, lato che non nasconde nulla. • mancanza e deH'appropriazione. Investe senza condizioni. Condizio ne è regola e sapere. Ma il passaggio di emozione sulla mano che sta E •nemmeno dobbiamo confondere la chiusura della rappresenm zione, che non è che una trovata sarcastica, una falsa •rivelazione lisciando le sopracciglia, cosa importa che ubbidisca a delle regole, leggi dell'emozione o altre insulsaggini, cosa importa conoscere la apparsa a quei pensatori che vengono a dirci: quello che è all'ester no è in realtà all'·interno, non c'è esterno, l'esterno del teatro è anche , causa della timidezza di questa donna di fronte al vostro supposto il suo interno · non scambiate questa triste novella, questo caccange~ personaggio (parterno evidentemente. .. ), cosa importa tutto questo, lo che non è che il converso del vangelo, questo miserabile annuncio questo guazzabuglio di paroie che cercano di render conto e di che dice che i portatori d'artefatti che costeggiano il loro muretto rendere dei conti? Sono queste parole che mettono quel gesto in alle spallè degli schiavi seduti e incatenati nel fondo della loro ca rappresentazione e lo producono nell'esteriorità interna a ogni J, , · discorso, e la legge che inventano per spiegare l'esteriorità e lo verna, non esistono, o ciò che è lo stesso: che anch'essi non sono al tro che ombre nella caverna del mondo assolato, tristezza raddoppia spettacolo è la loro legge come legge del sapere. ta, - dunque non confondete questo messaggio indispettito, questa 'Lungi dal considerare il grande Zero come il motivo ontologico rappresentazione di un teatro completamente chiuso con la nostra imposto al desiderio di differire sempre tutto, ci-presentare e simula pellicola moebiana-labirintica, patchwork unilatero di tutti gli orga re in un riporto infinito, noi, economisti libidinali, affermiamo che ni (i:norganici e inorganizzari) che la libido può attraversare: perché questo Zero stesso è una figura, l'ingranaggio di un potente disposi se anch'essa è chiusa su se stessa come una buona banda moebiana, I tivo, sanguinario come il dio degli ebrei e pallido come il vuoto di non Io è nel senso di un volume, e a differenza del cubo rappresenta Lao-Tse, dispositivo della circonversione in cui, è certo, più posizio ni libidinali vengono affermate insieme, tanto che ci perderemmo a tivo è infinita, le intensità vi corrono senza incontrare un termine, senza mai urtare nel muro di un'assenza, di un limite che sarebbe il districare e smontare con tatto, a sciogliere senza urti, alla giappone se, i bastoncini mescolati di questo shanghai -e dimostreremo che marchio di una ma'ncanza, no, la ·libido non manca di niente e tanto meno di regioni da investire; il dito sottile e scuro della mano per seguire il percorso delle intensità sul -labirinto, non solo non è necéssario passare dallo Zero, ma che il suo stesso passaggio è un sinistra che la ragazza tormenta durante la conversazione perché t_eme ciò che crede essere il vostro sapere passa sulle sopracciglia, percorso libidinale speciale, che anche la posizione del Significante o dell'Altro nel dispositivo della circonversione è una posizione di inentre l'altra mano fuma una sigaretta, ecco una vera regione da investire, si può morire per questo, si può donare tutta l'organici godimento, che il « rigore della legge » lo fa rizzare a più d'uno e tà, il corpo ordinato, il funzionamento dei suoi organi, la sua che con questo -Niente non si ha a che fare con una necessità memoria d'organi, lo statuto socio-professionale, il preteso passato, ontologica, ma piuttosto con una fantasia religiosa, dunque libidi il preteso futuro per tutto ciò, il memento e il teatro intimo, si può '· nale, e, diciamolo, come tale accettabile, se non fosse, disgraziata aver voglia di pagare molto caro, senza prezzo, quel dito che è come mente, terrorista e deontica. Dobbiamo modellare un'idea afferma la punta di un incisore e tutto lo spazio orbitale, cranico; vaginale tiva dello Zero. che esso genera intorno all'occhio. E non è perché è proibito che Cosl noi ricominci>amo la critica della religione, ricominciamo la distruzione della pietà, cerchiamo anche noi l'ateismo; intelligenti, viene investito, non perché rappresentato oltre un quadro di scena e 8 9 ' La Grande Pellicola Effimera Economia lihidinalc , . .;. religione da Basso Impero che Agostino detestava e scherniva, in anche noi, abbiamo capito che la reint-roduzione dello Zero, cioè del quella religione neUa quale per il minimo s_inghiozzo, .per il più negativo,. nell'economia del desiderio, è semplicemente quella della piccolo scandalo, per un coito da niente, un parto, una pisciata, una contabilità nelle materie libidinali, è l'economia politica, ovvero il decisione militare, esisteva un dio, una dea, più dei e dee che capitale, portata fin nella sfera delle passioni, e con questa economia assistevano l'atto, il paziente e l'agente, non •per ·raddoppiarli ·in un ~I capitale, necessariamente, ancora una volta, abbiamo capito che inutile spettacolo, come finge di credere Agostino, e tanto meno per s1 persegue la pietà, il dispositivo pulsionale e passionale della togliere la responsabilità al supposto soggetto implicato nell'atto in religiosità, in quanto identificata con la forza della mancanza, la •· ' 1' questione, ma perché in questo modo tutti quei gesti, tutte quelle religi_osità capitalista, che è quella del denaro che si genera da solo, situazioni, quelli e queste della vita detta (poi) quotidana, ( come se causa sui. Dunque noi« facciamo della politica», desideriamo che la ce ne fosse un'altra), da un lato assumevano valore come •intensità, forza della mancanza pericliti, degeneri, amiamo e vogliamo tutto non potendo scadere in « utilità », e dall'altro non avevano bisogno ciò che affer~a che questo zero né si autogenera né viene ge di venir collegate con un legame paradossale, dialettico, arbitrario, nerato da un'altra forza (la forza-lavoro, suppone Marx, ma ap· terrorista, a una Legge o a un Senso assenti, ma venivano in punto, ancora una volta, in quanto mancante, cancellata « appa vece sentiti come singolarità, 'interamente risolti nell'asser.i:ione rentemente » dalla scena sociale), ma soprattutto che le questioni sul di se stessi. Il divino non era che questa autoaffermazione. Niente è generamento siano prese in trappola, esse portano in sé « il sapere » forse più vicino a ciò che accade sulla banda libidinale della parodia e le sue « risposte » che v•i ridono in faccia, . no, noi non subordi che la « teologia teatrica » fa di questa religione popolare, semiscet niamo la nostra politica anti-religiosa, cioè anti-capitalista, alla sa tica, semistoica, della tarda Roma. Essa è in ogni caso, anche se pienza della vera origine del senso, cioè del plus-valore, e neanche -al siamo ingiusti a suo beneficio, ben più atea del discorso della sapere che non c'é origine, e non solo in quanto questa o quella, ma scienza, della politica e della critica dei nostri contemporanei libera proprio in quanto origine, noi vogliamo e facciamo una •politica tori di desiderio, di donne, di omosessuali, bambini, neri, indiani, di smembrata, non contabile, empia per i politici, ed è in questo senso spazi, di proletari, liberatori che noi amiamo e che del resto anche che la critica della religione che noi ricominciamo non è più noi siamo. assolutamente una critica, non -resta più nella sfera ( cioé il volume Fra la teologia teatrica e quella giudaico-cristiana che ancora oggi teatrico, notatelo) di ciò che critica, - poiché a sua volta la critica governa la critica della religione e dell'economia politica, non c'è riposa sulla for;,a della mancanza, perché la critica è ancora la l'opposizione tra un elogio del divino nel mondo e una lode a Dio religione. fatta a scapito del mondo e in absentia, c'è la differenza tra due dispositivi di pathos. Qui comincia Klossowski. Dietro suo consi glio ascoltiamo Agostino discutere la disgiunzione operata da Varro TEATRICA PAGANA ne tra una teologia favolosa o mitica e una teologia civile e politica. ' Il cristiano fa l'esempio dell'accoppiamento nuziale: « E certo se è Noi desideriamo l'ateismo della banda libidinale, e se non potrà presente la Dea Virginensis per togliere la zona alla vergine: se vi essere critico, cioé religioso, dovrà allora essere pagano, cioé affer è il dio Subigus, perché obbedisca al marito: se vi è la dea Prema, mativo. Possiamo saltare così due frontiere, quella che separa la perché, una volta obbedito, non si penta e si ritragga, la dea J>?l_itiOI daH'a-politica, e quella che separa il religioso dal laico, Pertunda che ci fa? Si vergogni: esca fuori: faccia qualche cosa d1c1amo ad esempio che forse c'è più ateismo (affermativo) in quella t 11 IO Economia libidinale La Grandi! Pt!llicola Effimera anche il marito! E' cosa disonesta che si chiami lei e vi sia altri che ';,; sta per cadere, e, sovraimpresso, l'allacciamento di un altro nodo faccia quel che deve fare il marito. Ma forse è tollerata perché si dice che si va formando tra braccia, spalle, ventri, cosce, tra introitus e che è una dea e non un dio. .. Ma perché dico questo dal momento · exitus? Virginensis è il grido emesso da tutto questo. Grido formato che vi è presente anche Priapo, maschio, energico, sopra •il cui· da più grida incompossibili: ch'essa si apra, ch'egli mi prenda, membro smisurato e turpe, la nuova sposa è obbligata a sedersi, ch'essa -resista, ch'egli st·ringa, ch'essa si abbandoni, ch'egli cominci e secondo il costume, onesto e religioso, delle matrone? Vadano ch'egJ.i cessi, ch'essa obbedisca e comandi, che questo sia possibile e ancora a distinguere la teologia civile dalla favolosa, le città dai sia come impossibile, supplica. e ordine, oh cosa possente fra tutte, teatri, i templi dalle scene, le cose sacre dei pontefici dai carmi che le attraversi, fa ciò che il desiderio desidera, sii suo schiavo, al poetici, come le cose oneste dalle turpi, le vere dalle false, le gravi laccia, io ti nomino. dalle leggere, le serie dalle ridicole, le desiderabili da quelle che E per ogni allacciamento un nome divino, per ogni grido, intensi devono essere ripudiate! » (Civitas Dei, VI, 6). tà e allacciamento portati dagli incontri attesi e -inattesi, un piccolo Agostino furbescamente così argomenta: se Varrone intende le dio, una piccola dea, che ha l'aria di non servire a nulla, quan rispetti ve rappresen razioni del di vino sulla scena tea trai e e sulla do lo si guarda con gli occhi tristi acquosi platonico-cristiani, che in scena sociale come in definitiva indiscernibili, è perché questo effetti non serve a nulla, ma che è un nome di passaggio d'emozioni. pagano è già abitato dalla certezza che vera è solo la teologia Così tutti gli incontri danno luogo a divinità, tutti gli allacciamenti naturale, quella dei filosofi, leggete di Platone, e quindi quella di a inondazioni d'affetti. Ma Agostino, passato nel campo del grande Agostino, leggete di Cristo. Tutti i simulacri, siano essi di 'istrioni o Zero, non capisce più niente di tutto questo, egli vuole e invoca la di preti, vengono spodestati daJ.lo stesso lato, dal lato del menzogne rassegnazione, abbandonate la banda libidinale, dice, una sola cosa ro, dell'illusorio, dell'impuro; il nuovo limite viene a separare tutto merita affetto, è il mio Zero, il mio Altro, è da lui che vi giungono le questo, che è apparenza, daWessenziale che è puro e veridico. Cosa emozioni, gliele dovete, andate, conservategliele, rendetegliele, ve le fa Agostino in questo modo? Crede di farla finita con il teatro e lo ricompenserà il redentore. Cosa vuole il cristiano? La svalutazione inventa, Io re-inventa dopo Platone e gli altri, ripristina quello che dell'allacciamento, e il quasi slacciamento, il prossimo, ridicola avevano demolito i seguaci di Subigus, Prema e Pertunda, cioè la parola! L'altro viene posto nell'atmosfera dell'allontanamento affet svalorizzazione del qui e ora, la sua subordinazione all'Altro, -rifor tivo, poi richiamato il più vicino possibile da uno sforzo particolare ma la teatralità voluminosa e ripete il dispositivo grazie al quale la e paradossale, chiamato caritas perché costa caro (si dona senza sala viene ignorata a beneficio della scena, e la scena vol'ata a ricambio, si donano distanze d'allontanamento, è lo Zero che perce rappresentare un Esterno lasciato alla porta del teatro e giudicato pisce le donazioni e le fa fruttare). Con questo slacciamento le una volta per tutte non teatrale. singolarità scompaiono. Caritas è la risposta a tutto. E' per questo Ora, la teatrica varroniana e popolare non presentava affatto tale che ogni cosa si svalorizza, scissa nella sua apparenza che è diventata distribuzione di funzioni nella sua scenografia. Come immaginare • vecchio Dio, V•irginensis, Priapo, buffone, e nella sua essenza, che è I che il giovane sposo sollecitando Virginensis a slacciare la cintura nuovo dio, lo Zero centrale, il regista. della ragazza che si apprestava a defforare, facesse ciò per indecenza, Nella sua apparenza il delirio o la follia, nella sua essenza le buffoneria e menzogna? E non è evidente che Virginensis è il nome intenzioni divine. Ascoltate il padre della chiesa nel tentativo di dell'impazienza del vir desiderans e dell'attesa più meravigliata ma separare le intensità: « Dicono che Libero si chiami cosl da Libe altrettanto al di fuori di lei della virgo, e della c\ntura slacciata che ramentum, perché i maschi, unendosi alle femmine, per suo be- 12 13 Economia libidinale La Grande Pellicola Effimera neficio, siano liberati dal seme che èmettono. .. A queste cose (- , accumulano, figure che sono quest'energia stessa captata un •istante e aggiungono che le donne e il vino sono attribuiti a Libero per un'eternità e che la divorano, domatrici di bel-ve. Figura egizia, cr-i eccitare la libidine. Cosl vengono celebrati i Baccanali con immensa niera di Neguev, androgino bistrato, intrattabile bambino femmina. follia. Varrone stesso confessa che i Baccanti non potevano fare Con questo dolore forse al centro, questa nuova occorrenza certe cose se non colla fantasia esaltata, nisi mente commota. .. veramente terribile: quel volto egizio, che nella sua impassibilità Certamente queste cose non si farebbero nei teatri, perché lì giuoca guarda non si sa dove, è diventato-ieri sera, stanotte, nero. La figura no ma non infuriano, quantunque l'aver degli dei che si dilettano di di ragazza è diventata la maschera mortuaria di un giovane picchiato tali ludi equivalga alla follia, .rimi/e furoris ». (Civitas Dei, VI,9) per due anni nella prigione di un'isola sulla costa del litorale Ecco come l'eccellente padre prepara l'internamento generalizzato africano dai suoi sorveglianti poliziotti che ne hanno nascosto il delle-apparenze-sotto il nome di sintomi. La svalorizzazione del dato corpo dopo che il padre, avendolo esaminato, ha rifiutato la loro funziona in pieno, cioè a vuoto: il movimento delle forze diventa versione di morte da suicidio. E' lo stesso volto, la stessa fronte commozione dello spirito, e subito dementia e amentia. I pagani li stretta, il grande naso leggermente aquilino, il lungo dito medio chiamavano Dionysos e Bacchus, nomi di inestimabili singolarità. E tipicamente abissino, la stessa finezza deOa mascella. E mentre lei notate il paralogismo di Agostino, maniera balbuziente di far tutta tace, lui non faceva che parlare, con i suoi fiumi di parole agile via onore alla forza della loro teatrica: le Baccanti erano in preda al fuggiva la morte e la cercava, parlava come un negro, moltiplicav,a i furore; questo non si vede al teatro dove si recita soltanto; anche se trabocchetti delle parole, ma le sue parole erano cosl dolci e le recite del teatro sono tali da non poter piacere che a dèi anch'essi imperiose che avevano effetti visibili come fossero azioni. Se la sua in preda al furor. L'implicazione è diretta e pagana: il furor è divi morte potesse sbocciare come sbocciavano le sue parole, in trasfor no, il divino è furor, sia nei riti sacri che nei ludi scenici non vi è mazioni palpabili, quando egli era ancora il suo corpo! Fare della sua niénte che rimanga fuori da questo percorso. Qui noi sorprendiamo morte di nuovo il suo corpo attivo, trasformatore. Anagrammi Agostino nell'atto di ripiegare la banda libidinale su se stessa, per del suo 11ome11 erano Roma. Amor. produrvi volume e camera di presenza/assenza. Le intensità do E questa tensione, difficoltà e intoHeranza prima di tutto, è vranno essere filtrate e messe all'attivo del grande Zero a s.rldo di associata all'incompossibilità di tutte queste figure simultanee. Bi ogni conto. E vediamo come non ci riesca, vediamo come la diffe sogna già essere cristiani e fessi per immaginare questi romani e renza fra la recita e il furore, il simulacro e la verità, lo scherzo e questi negri come degli sprovveduti libidinosi, innocenti dediti allo la serietà, non arrivi a porsi. stupro. Questa sofferenza da eccesso -è quella delle baccanti, procede E tutto ciò, questa affermazione della banda, questo banditismo, è dall'incompossibilità delle figure, delle maschere che occupano lo scritto in un dolore che fa tremare la mano. Ascoltiamolo, esso è stesso spazio-tempo, rivelando cosl la banda libidinale, poiché una sicuramente più importante di qudlo che si dice. Questo dolore non tale incompossibilità, dove si affermano contemporaneamente parti è una tristezza o una perdita di forze, ma il contrario. E' l'impronta differenti del supposto corpo organico, o, se si preferisce, dove si del dispendio di una grande quantità di energie impiegate per affermano contemporaneamente sezioni dell'apparato psichico e so rendere sopportabile qualcosa che non lo è, qualcosa che forse è ciale che dovrebbero affermarsi separatamente o successivamente, proprio quest'accumulazione di potenza. Piangere, urlare, sono a questa incompossibilità è insopportabile. Forse perché è la dissolu portata di mano. Le figure, mentre la mano continua a dirigere la zione dell'unità, della supposta sintesi? Per noi che veniamo dopo, penna nei boschetti di Dionysos, le figure di vita e di morte si vecchi di secoli, quasi due mmenni di abitudini cicatrizzanti conser- 14 15

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