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Ecologia e complessità. Modelli teorici e prospettive etiche PDF

432 Pages·2012·1.81 MB·Italian
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Università degli Studi di Bergamo Dottorato di Ricerca in ANTROPOLOGIA ED EPISTEMOLOGIA DELLA COMPLESSITÀ (XXIV ciclo) Ecologia e complessità. Modelli teorici e prospettive etiche Supervisore: Chiarissimo Professore Mauro Ceruti Tesi di: Mary Malucchi Anno Accademico 2010/2011 INDICE RINGRAZIAMENTI 4 INTRODUZIONE 7 CAPITOLO 1. MODELLI EVOLUTIVI 17 1. Una drammatica soglia evolutiva 18 2. Dalla visione meccanicistica alla scienza dei sistemi complessi 43 3. L‟intreccio della co-evoluzione 67 CAPITOLO 2. L‟ATTUALITÀ DEL DIBATTITO SULL‟ECOLOGIA 80 1. L‟ambiente nella riflessione globale dei nostri giorni 81 2. La Deep Ecology 117 3. L‟ecologia sociale 156 CAPITOLO 3. L‟UNITÀ NELLA RELAZIONE 182 1. L‟unità sistemica della natura 183 2. L‟ecologia della mente e della natura di Gregory Bateson 220 3. Il mondo di Olos. Verso nuove filosofie della natura? 238 CAPITOLO 4. VERSO UNA PROSPETTIVA COMPLESSA DEI PROBLEMI ECOLOGICI 270 1. L‟ipotesi della decrescita 271 1 2. Uno sviluppo sostenibile 309 3. Un umanesimo ecologico/planetario 332 BIBLIOGRAFIA 354 SITOGRAFIA 430 2 3 RINGRAZIAMENTI Ogni lavoro di ricerca e di scrittura è una realizzazione che prende corpo grazie al contributo di una molteplicità di persone. In questo caso, in particolare, l‟elenco degli apporti è rilevante e significativo, ciascuno in una maniera del tutto speciale. Della Scuola di Dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità dell‟Università degli Studi di Bergamo ringrazio l‟intero Collegio dei Docenti per la didattica sempre stimolante e formativa. In particolare ringrazio Mauro Ceruti, guida insostituibile, che mi ha insegnato a collocare il rigore della ricerca scientifica nella prospettiva di un “nuovo umanesimo planetario”; Gianluca Bocchi che mi ha aiutata a connettere i molteplici ambiti delle scienze in funzione di una più ampia unità ecologica; Enrico Giannetto che mi ha introdotta nel mondo inesplorato della fisica; Roberto Arpaia e Luigi Cepparrone per l‟amicizia che mi hanno regalato durante i tre anni bergamaschi. Un grazie anche ai colleghi e agli amici dottorandi, con cui ho condiviso pomeriggi indimenticabili all‟insegna di coinvolgenti discussioni. Del California Institute of Integral Studies di San Francisco ringrazio Alfonso Montuori per l‟accoglienza calorosa e per gli scambi sempre ricchi e interessanti; Mutombo M‟Panya per le appassionanti lezioni “globali”, alla ricerca costante di una finestra aperta sul mondo; Jennifer Wells, fonte inesauribile di idee e progetti, durante i piacevoli pranzi di lavoro; Riane Eisler e Susan Carter per avermi ricordato che l‟unità del genere umano non può annullare la specificità dell‟universo 4 femminile; Jody O‟Connor, Jelena Mair, Caroline Bergdolt e tutta la comunità del CIIS che mi hanno accolta come in una famiglia. Dello Schumacher College di Dartington ringrazio Emily Ryan per aver tessuto una rete di relazioni che tuttora vive e si preserva; Fritjof Capra, Gustavo Esteva, Philip Franses e Stephan Harding per i chiarimenti teorici e le indicazioni di possibili traiettorie future. Inoltre, ringrazio Edgar Morin per avermi insegnato a credere nella possibilità di una rinascita continua; Ervin Laszlo per i suggerimenti illuminanti sulle connessioni tra sistemi; Vittoria Franco per avermi incoraggiata, anche in questa avventura; Gregorio De Paola, fonte infinita di idee e collegamenti, che mi ha generosamente aiutata a “non perdere la strada”. Ringrazio Marco Lo Russo e Franco Cracolici, esempi straordinari di scienza e di umanità, sorgenti – per me – di una visione olistica della vita. Ringrazio mia madre e mio padre che mi hanno sostenuta, come sempre, in maniera assoluta e incondizionata. E, non ultimo, ringrazio Alessandro per un‟infinità di ragioni e di passioni. 5 6 INTRODUZIONE La tematica ecologica, con il suo impegno per definire le migliori condizioni di sostenibilità ambientale, coinvolge oggi scienziati, politici, filosofi, antropologi, naturalisti di tutte le parti del mondo nell‟elaborazione di strategie efficaci per favorire gli ulteriori sviluppi della specie umana nell‟ambito degli ecosistemi planetari. Proprio la serietà della crisi ambientale e l‟attualità del dibattito concernente le problematiche ecologiche sono all‟origine della presente indagine, che vorrebbe collocarsi sul fronte della ricerca teorica, nel tentativo di ridurre un vuoto epistemologico e filosofico relativo ai fondamenti dell‟idea ecologica e alle sue possibili traiettorie evolutive. Rispetto all‟approccio movimentista dell‟ambientalismo, che ricerca soluzioni concrete ed è spesso incalzato dall‟urgenza dei problemi che si affollano nella contingenza, un approccio teorico più meditato deve sviluppare appieno una visione sistemico-relazionale, sia rispetto alle indagini scientifiche sulle origini fisico-biologiche dell‟intreccio della vita sia rispetto alle prospettive etico-politiche per disegnare progetti per il futuro. Sul piano metodologico questa indagine si è avvalsa di studi comparati sull‟argomento compiuti in ambito nazionale (presso l‟Università degli Studi di Bergamo, la Fondazione Cogeme Onlus, la Biblioteca Nazionale di Firenze) ed internazionale (con soggiorni presso il California Institute of Integral Studies di San Francisco, l‟Università di Berkeley e lo Schumacher College di Dartington), della partecipazione alla convegnistica sul tema che si è svolta negli ultimi 7 anni, dello studio di testi e di riviste italiane e straniere, nonché delle conversazioni con alcuni dei maggiori esperti del settore come Gianluca Bocchi, Fritjof Capra, Mauro Ceruti, Ervin Laszlo e Edgar Morin, che hanno generosamente indicato suggerimenti, itinerari, correzioni. L‟obiettivo della tesi è quello di analizzare il tema ecologico alla luce dei recenti sviluppi delle scienze che studiano il comportamento e l‟evoluzione dei sistemi complessi, che collocano l‟indagine nel tessuto di interconnessioni a cui sono riconducibili le dinamiche della vita e dell‟evoluzione. Accertata l‟inadeguatezza dei modelli prevalenti nella tradizione moderna per affrontare l‟emergenza ambientale, una visione ecologica della complessità restituisce ai sistemi ecologici il loro carattere essenziale di unitarietà interdipendente. Questo, a nostro parere, è un contributo importante sia per oltrepassare le finalità puramente utilitaristiche che oggi prevalgono nell‟economia e nella politica sia per basare lo sviluppo umano su valori di giustizia sociale e solidarietà collettiva che potrebbero incanalare il corso della storia futura su traiettorie maggiormente desiderabili. L‟approccio epistemologico della complessità, che qui assumiamo come punto di osservazione privilegiato per affrontare la questione ecologica, imprime alla ricerca un carattere marcatamente interdisciplinare (che spazia dai saperi scientifici a quelli filosofico- antropologici, fino alle discipline economiche), secondo l‟assunto che solo un‟indagine di ciò che è complexus, ovvero intessuto/intrecciato insieme, possa restituire la trama molteplice di ogni realtà. A partire da un discorso ermeneutico-critico dei processi di globalizzazione intensificatisi negli ultimi decenni del Novecento, con 8 la presente ricerca vorremmo indagare i percorsi e le strategie per la costruzione di prospettive adeguate per quell‟età che è stata definita “postmoderna”. Oggi assistiamo all‟espansione del processo di globalizzazione, cioè all‟affermarsi di un‟interdipendenza planetaria da cui nessun individuo e nessuna collettività può sottrarsi e che influenza fortemente le singole identità individuali e collettive. La ricerca vuole inoltre fornire un quadro complessivo del dibattito avvenuto a livello mondiale sul riformismo ambientale, dei movimenti internazionali di tutela e controllo, delle riflessioni sulla relazione fra uomo e natura e fra natura e strutture societarie umane. Il Novecento ha costituito una soglia di discontinuità nelle relazioni fra l‟uomo e l‟ambiente, perché ha esteso a livello globale gli effetti di processi di inquinamento e sfruttamento della natura che fino a quel momento agivano su sfere di azione più limitate. È con l‟espansione industriale del ventesimo secolo e il predominio unilaterale della produttività economica che vengono ad alterarsi non soltanto innumerevoli dinamiche di ambito ristretto, ma anche gli equilibri degli ecosistemi di portata più ampia, che coinvolgono la vita di moltissime specie viventi. Infatti, oltre ai danni causati dai fertilizzanti artificiali, dalla riduzione della biodiversità naturale, dallo scarico di sostanze nocive nell‟ambiente, si verificano scompensi a livello macrosistemico come il riscaldamento globale, le piogge acide, il buco dell‟ozono, per fare soltanto alcuni esempi. Proprio per contrastare la minaccia di questo degrado planetario, a partire dagli anni Sessanta del Novecento si rafforzano in diversi paesi del mondo azioni politiche e progetti sociali finalizzati alla tutela di ambienti ed ecosistemi, che testimoniano una crescente 9

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mondo”26 che vide rapidamente circolare pomodori, patate, mais, caffè, cavalli Come sintetizza appropriatamente Amartya Sen, “la globalizzazione.
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