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Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia PDF

335 Pages·2008·1.617 MB·Italian
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Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina I Storia e Società Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina II © 2008, Gius.Laterza & Figli Prima edizione 2008 Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina III Margherita Pelaja Lucetta Scaraffia Due in una carne Chiesa e sessualità nella storia Editori Laterza Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina IV Referenze iconografiche Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Fig. 1: © Contrasto Fig. 2: Per gentile concessione della Finito di stampare nel luglio 2008 Soprintendenza BAPPSAE dell’Umbria SEDIT - Bari (Italy) Fig. 3: © 1999. Foto Scala, Firenze per conto della Fig. 4: © Contrasto Gius. Laterza & Figli Spa Fig. 5: © 1990. Foto Scala, Firenze ISBN 978-88-420-8739-7 Fig. 7: © Contrasto Fig. 8: Su concessionedel Ministero per i Beni e le Attività Culturali ©1990. Foto Scala, Firenze Fig. 9: MSK Ghent, photo ©Lukas-Art in Flanders vzw Fig. 10: Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ©2007. Foto Scala, Firenze L’Editore è a disposizione di tutti È vietata la riproduzione, anche gli eventuali proprietari di diritti parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, sulle immagini riprodotte, là dove compresa la fotocopia, anche non è stato possibile rintracciarli ad uso interno o didattico. per chiedere la debita autorizzazione. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina V Introduzione DUE IN UN LIBRO Due nomi, due biografie, due passioni intellettuali. Sono mol- ti i libri che affiancano autrici e autori diversi in una stessa pro- spettiva di ricerca, in un comune progetto conoscitivo. In questo libro le differenze tra le autrici sono più profonde, perché toccano la concezione stessa dell’oggetto di indagine; ma aggiungono senso alla ricerca, perché si propongono di mostrare la possibilità di confrontare, interrogare – mai contrapporre ideo- logicamente e mai mediare per opportunità politica – due visioni diverse nella sostanza. E il lavoro comune si basa su una condivi- sa volontà di riesaminare e verificare stereotipi acclamati, come quello che il cristianesimo prima, e la Chiesa cattolica poi, siano caratterizzati da una sostanziale sessuofobia. Si basa anche sulla fiducia – che qui diventa una concreta scommessa – che un lavo- ro di ricerca storica possa essere svolto insieme da due studiose che pure si collocano su posizioni ideologiche per alcuni aspetti opposte. Margherita Pelaja è laica. Storica e militante femminista negli anni Settanta, ha progressivamente saldato interessi scientifici e passione politica nel progetto e nell’esperienza della storia delle donne. Insieme con altre studiose ha fondato nel 1981 «Memo- ria», una rivista importante nel panorama dei gender studiesin Ita- lia, e più tardi la Società italiana delle storiche. Ha orientato le sue ricerche soprattutto sull’interazione di donne e famiglie con la giustizia e gli apparati giudiziari tra Sette e Novecento, privile- giando i conflitti che avevano al loro centro questioni sessuali. Nello studio dello Stato pontificio ha così potuto analizzare le po- litiche delle diverse istituzioni ecclesiastiche nelle loro articola- Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina VI VI Introduzione. Due in un libro zioni storiche, scegliendo – pur con una certa inquietudine – di non prendere in considerazione le critiche di chi ritiene parziale o addirittura fuorviante un’analisi che non comprenda in sé la di- mensione spirituale e la questione della fede. Lucetta Scaraffia condivide la lunga pratica di storia delle don- ne e di femminismo, ma da circa vent’anni è tornata a sentirsi ap- passionatamente cattolica, e quindi ad affiancare alla sua attività di ricerca sulla storia delle donne e della vita religiosa un impegno culturale che si può definire militante. Oggi, oltre a insegnare Sto- ria contemporanea all’Università di Roma «La Sapienza», è mem- bro del Comitato nazionale di bioetica. Il suo impegno culturale e quello religioso si fondono quindi in molti suoi libri e articoli, ma sempre con l’avvertenza di non piegare la realtà studiata a obiettivi ideologici, con la certezza che solo una onesta conoscen- za della storia può permettere di capire il presente, anche per in- tervenirvi polemicamente. Esaurite le presentazioni, possiamo cominciare a esprimerci al plurale, usando un «noi» che indica la convinzione che fosse non solo possibile, ma anche fecondo e stimolante, scrivere insieme un libro che non c’era: la ricostruzione di lungo periodo del discorso e della politica della Chiesa sulla sessualità. Una ulteriore ragione è la complementarietà delle nostre direzioni di ricerca: più socia- le quella di Margherita Pelaja, più culturale e teorica quella di Lu- cetta Scaraffia. Le ricerche finora disponibili sul tema che affrontiamo sono infatti indagini dettagliate su contesti specifici e cronologicamen- te delimitati; oppure sintesi su singoli aspetti della sessualità (la contraccezione, la masturbazione); o ancora testi che con una cer- ta frettolosità divulgativa sembrano partire tutti da assunti ideo- logici preconfezionati, da ribadire soltanto nel corso dell’esposi- zione. E, più in generale, sembrano confermare un’antica dicoto- mia, prendendo in esame le norme da una parte, e i comporta- menti – preferibilmente «devianti» – dall’altra, trascurando tra l’altro quello che per Michel Foucault era l’aspetto centrale di uno studio sulla sessualità: il discorso prodotto sul tema, che com- prende anche gli aspetti simbolici, l’arte, l’immaginario. Ci sembrava importante, come abbiamo detto, porre in que- stione soprattutto il pregiudizio più diffuso e radicato: quello che attribuisce alla Chiesa cattolica un’antica e lineare sessuofobia, Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina VII Introduzione. Due in un libro VII che si dipana nel corso dei secoli in un atteggiamento repressivo costante e generalizzato. Il luogo comune è solido: per il cattoli- cesimo il piacere è colpa, il sesso è peccato. Da praticare con par- simonia e disagio esclusivamente nel matrimonio, e principal- mente per procreare. Non tutto del luogo comune va sfatato; al- cuni enunciati si ripetono nel corso del tempo nella predicazione cattolica, fino a rendere possibile una sintesi così brutale. Ma sen- sibilità più libere, analisi circostanziate dei testi e delle politiche possono di volta in volta articolare, smentire, porre in relazione con territori e finalità diverse, fino a sgretolare forse il potenziale interpretativo di un assunto così generico. Sul piano teologico va richiamato subito per esempio il modo completamente nuovo con cui il cristianesimo affronta il proble- ma del rapporto sessuale: il rapporto sessuale fra una donna e un uomo deriva dall’Incarnazione, è metafora del rapporto fra l’ani- ma e Dio, fra la Chiesa e Cristo, anticipo del piacere d’amore che si vivrà in paradiso. E poiché l’Incarnazione promuove il corpo al- lo stesso livello dello Spirito, all’atto sessuale viene dato un signi- ficato spirituale inedito, che lo carica di un’importanza e di una luce che lo assolvono, per sempre, dal sospetto e dal disprezzo con cui lo guardavano, per esempio, gli stoici. Ne deriva una conse- guenza fondamentale: se il rapporto sessuale è pervaso di signifi- cati spirituali, esso deve essere privato dell’aspetto ludico che lo aveva contrassegnato nel mondo pagano, e soprattutto deve venir regolamentato con attenzione e severità. La storia della genesi e delle contraddizioni che di volta in volta si addensano su tale re- golamentazione è anch’essa ricostruita in questo libro. Non sem- pre infatti l’unità indissolubile fra anima e corpo che caratterizza la visione cristiana viene rispettata; la tentazione di giocare lo spi- rito contro la carne segna periodi e figure della storia della Chie- sa, pur non determinandone in modo continuativo l’impronta cul- turale e morale. Ci siamo mosse quindi cercando di affiancare l’indagine sulle Scritture, sui trattati, sulle opere di formazione del clero e dei fe- deli alla verifica di quanto di quei testi trovasse applicazione nel governo delle anime, e in che modo. Una prospettiva questa che ha contribuito a definire l’architettura di tutto il nostro libro, chesi compone di capitoli insieme tematici e cronologici. Non ab- biamo considerato però la cronologia come una gabbia rigida, ma Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina VIII VIII Introduzione. Due in un libro abbiamo preferito ampliare di volta in volta la trattazione dei sin- goli temi con ampi flashback oppure con anticipazioni sul futuro, scegliendo di privilegiare l’interpretazione anche a scapito del ri- spetto di una periodizzazione predefinita. Si trattava insomma di individuare ciò che in ogni epoca storica ha contraddistinto l’at- teggiamento del cristianesimo prima e della Chiesa cattolica poi verso i molteplici aspetti della sessualità umana e – come in ogni ricerca storica – di dar conto di tali tratti distintivi nelle trasfor- mazioni, nelle permanenze, nelle flessibilità. Alle fondamenta della morale sessuale cristiana – dalle Scrit- ture alla patristica – è dedicato il capitolo d’inizio, che copre tut- to il primo millennio; il capitolo successivo, sui simboli e l’imma- ginario, si sofferma sulla disinvoltura con cui – sulla scorta del Cantico dei cantici– la cultura cristiana ha usato per secoli ardite metafore sessuali per trattare del rapporto dell’anima con Dio, raggiungendo vette stilistiche importanti con i mistici. Allo stesso modo, fino al Cinquecento, l’arte rappresenta con simboli sessua- li dogmi teologici, come quello della vera umanità di Cristo, ri- tratto a questo fine con l’organo sessuale in erezione. La cesura è operata dalla Riforma, che denuncia la corruzione e il lassismo della Chiesa di Roma anche nel campo della morale sessuale. Si aprirà da qui una lunga stagione densa di contraddi- zioni, nella quale il cattolicesimo amplierà e perfezionerà il pro- prio apparato normativo accentuando il rigore degli enunciati e mettendo in atto nello stesso tempo strategie articolate di con- trollo e tolleranza. È il lento processo del disciplinamento, che prende le mosse dagli ultimi secoli del Medioevo per protrarsi almeno fino al Set- tecento. Centrato su due strumenti decisivi, il diritto e la confes- sione auricolare, il disciplinamento si propone di definire gli am- biti e le forme entro cui può esprimersi la sessualità, e di affinare i dispositivi più adatti a saldare la presa sulle coscienze dei fedeli. Ma è anche la stagione della politica. Una politica della ses- sualità che deve esibire la capacità della Chiesa di governarei com- portamenti dei fedeli: si articolano allora gerarchie e responsabi- lità, affidando ai parroci e ai confessori il compito di temperare l’universale intransigenza delle norme con le necessità quotidiane e particolari della carne e del desiderio. Flessibilità e pragmatismo diventano così le chiavi di volta di un sistema di controllo che Pelaja-Scaraffia.qxp 15-07-2008 12:56 Pagina IX Introduzione. Due in un libro IX mentre ripete condanne assolute – della masturbazione, della so- domia, della prostituzione – alterna repressione e clemenza, aven- do ben cura di instillare e rafforzare nelle coscienze quel senso del peccato e della colpa che garantisce la perpetua soggezione delle anime. È un sistema raffinato, capace di funzionare per secoli e di re- sistere alle sollecitazioni più diverse fino a quando un altro pro- cesso – che gli storici hanno chiamato modernizzazione – ne in- crinerà le basi, facendo emergere nuove agenzie che contesteran- no alla Chiesa il monopolio sulla morale sessuale. Il conflitto nasce alla fine del Settecento e si inasprisce nel se- colo successivo, quando il discorso sulla sessualità viene attribui- to all’esclusiva competenza di medici, biologi, antropologi e poi psicoanalisti. I nuovi scienziati negheranno alla Chiesa il diritto di imporre norme universali e ai teologi la capacità di definire il sen- so e il valore dell’atto sessuale, ai loro occhi ormai depotenziato di ogni significato spirituale. Mentre molti Stati e molte leggi si proporranno di erodere la sovranità esclusiva del diritto canoni- co sui comportamenti sessuali. La contesa non occupa soltanto il terreno della teoria, ma è an- zi l’eco di sommovimenti profondi, che toccano gli assetti sociali, economici e culturali di tutti i paesi occidentali: dalla rivoluzione demografica ai mutamenti culturali indotti dall’Illuminismo, dal- l’affermarsi dell’individuo come soggetto di diritti al fatto che il sesso viene progressivamente sottratto alla dimensione religiosa per essere studiato come fenomeno scientifico. Non è un caso che il termine «sessualità» venga coniato solo nell’Ottocento: vi fece- ro ricorso in un primo tempo zoologi e botanici, in seguito venne usato per classificare il comportamento sessuale degli esseri uma- ni secondo gli stessi metodi usati per studiare animali e piante, fi- no ad arrivare, negli anni Sessanta del Novecento, alle ricerche di un entomologo, il dottor Alfred Kinsey, che i mass media faranno diventare un vero e proprio guru della sessualità. Il controllo delle nascite ha costituito quindi l’oggetto di una lunga contesa che ha diviso società e Chiesa a partire dall’Otto- cento. Il suo rifiuto da parte della Chiesa è stato sancito da ben due encicliche: Casti connubiidel 1930 e Humanae vitaedel 1968, che ribadiscono la ferma opposizione della Chiesa alla separazio- ne fra sessualità e riproduzione. Abbiamo scelto come termine

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