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DOTTORATO DI RICERCA IN Storia delle Arti e dello Spettacolo LE ISTANZE DEL VIDEOCLIP Il PDF

603 Pages·2017·12.02 MB·English
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DOTTORATO DI RICERCA IN Storia delle Arti e dello Spettacolo CICLO XXX COORDINATORE Prof. Andrea De Marchi LE ISTANZE DEL VIDEOCLIP Il panorama videomusicale italiano del terzo millennio Settore Scientifico Disciplinare 10/C Dottorando Tutore Dott. Pavoni Raffaele Prof. Alessandro Bernardi Coordinatore Prof. Andrea De Marchi Anni 2014/2017 2 INDICE Indicazioni per la consultazione p. 7 1. Introduzione pp. 11-60 1.1 Music videos after software: verso la (ri)definizione di un framework p. 11 1.2 Audience digitali e industrie culturali p. 29 1.3 Libertà e costrizone: le forze in gioco p. 36 1.4 Medium vs. software: alcune note di metodo p. 47 2. Istanza promozionale pp. 61-138 2.1 Industria musicale tra “vecchi” e “nuovi” media: difficoltà di analisi p. 61 2.2 Dal possesso all’accesso: smaterializzazione e spossessamento dei supporti fisici p. 83 2.3 Mainstream, no stream, no brow: le estetiche della dispersione p. 108 2.4 La galassia degli indipendenti, tra diritto d’autore ed economia morale p. 126 3. Istanza mediatica pp. 139-200 3.1 La comparsa del videoclip nella televisione italiana: dalla logica del database alla logica del flusso p. 139 3.2 Videomusic: nascita di un flusso p. 161 3.3 Da MTV alla dispersione: ritorno alla logica del database p. 173 3.4 Strategie di linearizzazione al di là del cyberspazio p. 184 4. Istanza spettacolare pp. 201-302 4.1 Alla “disperata” ricerca dell’audience: individualmente connessi p. 201 4.2 Videoclip interattivi: il contesto internazionale p. 222 4.3 Videoclip interattivi. Il contesto italiano p. 246 3 4.4 Il divo fuori campo: il caso dei videoclip a 360° p. 263 4.5 L’immagine marginalizzata, l’immagine rilocata: dal videoclip ai paesaggi sonori p. 282 5. Istanza autoriale pp. 303-434 5.1 Quali autori, quanti autori? Accessibilità dei mezzi di produzione e crescita dei soggetti emittenti p. 303 5.2 Il ragazzo con la macchina da presa. L’impatto delle videoreflex sul panorama audiovisivo contemporaneo p. 327 5.3 Prosumer, produser, pro-am: il software come limite p. 336 5.4 Indipendente, transitorio, marginale, libero. Verso l’(auto)costruzione del regista di videoclip contemporaneo p. 355 5.5 Il regista come media artist, tra autopromozione e autodeterminazione p. 395 5.6 Strategie di resistenza al software: alcuni casi di studio p. 407 6. Conclusioni pp. 435-479 6.1 Software takes (and loses) command: videoclip come luogo di conflitto p. 435 6.2 Verso un’estetica del post-database? Il caso di Snapchat p. 447 6.3 Nuovi gatekeepers, nuovi tastemakers: il flusso come limite e disciplina p. 459 6.4 Verso una tridimensionalizzazione del framework: l’istanza accademica p. 473 4 Bibliografia ed elenco fonti pp. 481 Bibliografia citata p. 481 Convegni o eventi citati p. 535 Interviste effettuate p. 537 Videografia selezionata p. 542 Trasmissioni televisive visionate p. 556 Elenco televisioni musicali nei locali p. 578 Galleria fotografica p. 582 Ringraziamenti p. 603 5 6 Indicazioni per la consultazione Il presente lavoro verte su un fenomeno contemporaneo quale quello della diffusione del videoclip sul web, e la mutazione dello stesso, sia sul piano estetico che su quello del campo di forze da cui esso scaturisce, rispetto alle logiche di flusso televisive. Come tutti i fenomeni contemporanei, esso presenta difficoltà di analisi che ho ritenuto opportuno enumerare, come supporto a chiunque voglia intraprendere la lettura del presente lavoro. 1. Si tratta di una tesi la cui struttura, almeno nella sua versione digitale, è pensata per essere “in progress”, aggiornabile quindi anche al di là della sua discussione. I dati qui presentati si riferiscono a un periodo che va dal 2014 alla metà del 2017, approssimativamente; pertanto, al momento della lettura alcuni di essi possono rischiare risultare obsoleti. In ogni caso, al momento in cui scrivo queste righe (31 ottobre 2017) nessuna tendenza sembra aver subito variazioni di rilievo. 2. Un discorso analogo riguarda le interviste, il cui corpus è da integrare, sperabilmente, con nuovi contributi. Anche qui, le interviste, raccolte attraverso una metodologia etnografica semiqualitativa (ossia, che includa al suo interno caratteristiche delle interviste qualitative e quantitative, in misura variabile a seconda delle circostanze), coprono un periodo che va a un periodo che va dal 2014 a ottobre 2017; pertanto, alcune opinioni possono essersi modificate nel corso del tempo, come alcune carriere professionali possono aver preso un altro corso. L’invito al lettore, quindi, è quello di contestualizzare la singola intervista prestando attenzione al momento in cui essa è stata effettuata. Alla presente tesi è allegato anche un secondo volume con la trascrizione completa delle interviste effettuate; anche in questo caso, aggiornerò tale corpus entro il momento della stampa e della discussione del presente lavoro. In ogni caso, il file provvisorio con la trascrizione delle interviste, fino ad allora in lavorazione, sarà consultabile anche a questo link: https://www.dropbox.com/s/hc9tq1q009cw0qj/8.%20Appendice.%20Interviste.docx?dl=0 3. Citazioni bibliografiche e videografiche: in appendice ho deciso di indicare solo le opere citate, o a cui nel corso della presente trattazione si fa riferimento. Per i singoli videoclip non è stato inserito alcun link all’interno del testo (per visualizzarli, digitarli semplicemente su YouTube, al momento in cui scrivo sono tutti online), a parte alcuni progetti interattivi, citati in nota a piè di pagina ma non in sitografia. Tutti i videoclip sono indicati come “Nome 7 musicista o band - Nome canzone (Nome regista, anno)”. Di norma, i programmi televisivi sono indicati in corsivo, le emittenti in tondo. Per quanto riguarda le citazioni a pié di pagina, se l’opera è già citata si ripete solo nome e titolo parziale, in italiano nel caso di più traduzioni. La prima volta che le singole persone vengono citate, all’interno del singolo capitolo, si indicano nome e cognome per esteso; dalla seconda occorrenza, solo il cognome; nelle citazioni a pié di pagina, invece, la notazione standard prevede sempre l’iniziale del nome e il cognome per esteso. Se si è citata l’edizione originale, un’eventuale traduzione è comunque segnata tra parentesi (di norma, la prima, a meno che non si citi una pagina di un’edizione successiva). Eventuali altre indicazioni sono indicate con le seguenti parole o locuzioni: “trad. mia”, “corsivi miei”, “et al.”, “Cfr.”, “Ibidem”, “Ivi”, “cit.”, “1ª tr. it.”, “tr. it.”, 1 ͣ tr. eng.”. Generalmente, salvo il caso di interpretazioni particolarmente complesse e personali, non viene indicato il nome di traduttori o curatori. Le note bibliografiche a pié pagina sono citate per esteso se è la prima volta che compaiono all’interno di un determinato capitolo, in versione ridotta nelle occorrenzze successive. I rimandi interni tra i vari capitoli sono indicati con semplici parentesi, es. (4.3) (3) (2, 3). I numeri sono indicati in cifra solo se superiori a cento, ad eccezione delle percentuali. 4. Ho lasciato in tondo e al singolare alcuni termini che, benché di lingua straniera (nella maggior parte dei casi, l’inglese), sono di uso comune, o quantomeno lo sono all’interno di questo testo, per ragioni che verranno chiarite nel corso dello stesso. Non sono corsivizzati (e pluralizzati), ad esempio: videoclip, file, computer, software, hardware, videolyric, software studies, sound studies, network studies, distribution studies, cultural studies, visual studies, actor/network theory, social shaping of technology, web, online, offline, social media, database, smarpthone, tablet, touch, budget, audience, social media, social network, web, blog, framework, teaser, agency, business, software house, major, popular music, medium, mass media, routine, marketing, corporation, audience, trend, background, discomusic, streaming, live, playback, performer, mainstream, manager, rap, pop, rock, partner, fan, broadcasting, videogame, game, gaming, gamification, brand, feedback, sketch, DJ, VJ. Altri termini, nati come nomi propri e passati ad essere utilizzati come nomi comuni, verranno mantenuti maiuscole e in tondo; vedi Internet, Arpanet, Walkman (o il caso particolare di iPod). Sono corsivizzati e pluralizzati, invece, ad esempio: gatekeeping, audio sharing, video sharing, playlist, tracklist, dataset, background listening, software culture, nobrow, player, playing, governance, new economy, top-down, bottom-up, tastemaking, cyberflâneur, flâneur, 8 collecting, geoblocking, softwarization, downloading, stream ripping, licensing, roster, front line, preroll, product placement, crowdfunding, crowdsourcing, packaging, fanbase, franchising, hater, agenda setting, trash, budget share, semimajor, slot, drum machine, black music, DJing, consolle, heavy rotation, selector, royalty, pay-per-view. Per ogni precisazione, domanda, obiezione, o critica lascio i miei contatti email: [email protected], [email protected]. Buona lettura. 9 10

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[email protected], [email protected]. Buona lettura. How to Follow Scientists and Engineers Through Society, Open University. Press, Milton Keynes .. Ho ottenuto un elenco simile relativo a Mister Fantasy, il primo Digital Women + the New Technoculture, Fourth Estate, London 1997.
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