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Dopo Gerico. I nuovi spazi della Psichiatria PDF

80 Pages·2015·9.843 MB·Italian
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- - -,. QUADI-RNI DI I:. fNOSl.\110ìlCA C.011.inJ dirc-11.1 d.1 Fr .tn<No ~1.anci.ln, Francesco G31ofa ro DOPO GERICO spazi della psicl1iatria J 111,ovi 111 Indice Prefazione (di Francesco Marsciani). .................................. v Introduzione ..................................................................... 1 Dopo Gerico ................................................................ 1 L'associazio11e AR.TS.AM - DDN. ................................. 4 La collaborazio11e co11 CUBE ....................................... 5 L.a ricerca. .................................................................... 6 Questio1ù scie1rtificlle .................................................. 7 Metodo ....................................................................... 8 Funzioni attanziali, ruoli tematici, attori .................... 11 L'et:11osemiotica .......................................................... 12 Ringraziamenti .......................................................... 15 Parte I. Analisi semiolinguistica ....................................... 17 Strutttlre discorsive .................................................... 18 Regimi della temporalità. ........................................... 19 Rapporti di omologazione ......................................... 20 Costruzioni impersonali ............................................. 21 Individuale/collettivo ................................................. 22 Gli spazi del racco11to ................................................ 23 Dentro e fuori. ........................................................... 24 Gli spazi it1ter1tl ......................................................... 26 Parte II. Dall'analisi semiolinguistica all'indagine etnosemiotica .................................................................. 27 Un bilancio parziale ................................................... 27 Li11guaggio e patologia. .............................................. 27 La casa protetta come eterotopia ............................... 29 La casa protetta come dispositivo modale .................. 30 Forme della soggettività ............................................. 3 2 Il dialogo con la psicologia ........................................ 3 5 Emosentiotica. Presupposti ........................................ 3 7 IV Parte III. Osservazioni etnosemiotiche ............................ 41 I problemi da risolvere ............................................... 39 Metodi ...................................................................... 40 Spazi .......................................................................... 42 Il problema del destinante ......................................... 43 Il potere del destinante .............................................. 46 La programmazione spaziale ...................................... 48 Spazi ester11i ............................................................... 48 Le ville al mare .......................................................... 4 9 Gli appartamenti al mare ........................................... 5 O Il rifugio monta110 ..................................................... 50 Spazi i11ter11i ............................................................... 51 Lo spazio montano: crisi della programmazione ........ 53 Discussione conclusiva .................................................... 67 Le case come dispositivi modali ................................. 57 Dispositivi ed individuazione ..................................... 5 9 Dimenticare Foucault? ............................................... 59 La nozione di scientifiàtà .......................................... 61 Per una nozione non-antropomorfa di i11tersoggettività ..................................................... 62 Il ricercatore ed il campo di osservazione .................. 63 Strutture patologiche? ............................................... 65 Né custodire né curare. .............................................. 67 Bibliografia ..................................................................... 71 Quaderni di Etnosemiotica è una collana scientifica. Affida la valutazione della qualità dei lavori pubblicati alla discus sione pubblica e alle recensioni. Non si affida ad altre for me di giudizio preliminare (in particolare anonime), che non siano le decisioni editoriali sotto la responsabilità esplicita del direttore. V Prefazione Il testo di Francesco Galofaro, terzo numero della colla na dei Quaderni di etnosemiotica, affronta un tema di forte impatto culturale e politico sul quale l'autore mette alla prova gli strumenti della semiotica e l'osservazione etnosemiotica nel tentativo di ottenere un incremento di comprensione e di capacità valutativa dei fenomeni. Si tratta, come si evince dal titolo, dei nuovi tipi di tratta mento del disagio psichico risultanti dalla caduta delle mura manicomiali, in virtù della legge Basaglia del '78, e inevitabilmente inseriti, in una qualche misura e secondo modalità variabili, all'interno delle reti costitutive della socialità quotidiana, attraverso strutture ricettive calate nel territorio e apparati di cura e sostegno socialmente trasparenti e tendenzialmente condivisi. L'analisi di Galofaro profitta di un'astuzia: non si tratta di descrivere semplicemente quel che avviene, quel che si può osservare recandosi nei luoghi di residenza di quelli che sono diventati "utenti" delle strutture di cura, bensì di mettere in comparazione tra loro luoghi diversi nel momento della trasformazione stessa, ovvero di ten tare di trarre suggerimenti per l'analisi dall'apprezza mento in vivo delle trasformazioni, più o meno critiche, di questi stessi luoghi al momento del trasferimento dal le case abituali a quelle dedicate ai momenti di villeggia tura (mare e montagna), scommetendo sulla rilevanza delle tattiche di riaggiustamento del valore della spazia lità abitativa e sull'emergenza di valorizzazioni significa tive delle articolazioni concrete di questa stessa spaziali tà. I trasferimenti, ci dice l'autore, non sono indolori e i Vl nuovi spazi in cui trascorrere alcune settimane all'anno richiedono una nuova taratura dei valori (che sono per più valori modali) legati all'appropriazione di porzioni di spazio da parte di ciascuno, sia dal lato dell'utenza che da quello degli addetti all'assistenza. Gli spazi ap paiono immediatamente come spazi del vissuto e luoghi per strategie di privatizzazione o, al contrario, messa in comune, condivisione, di quell'ambiente che è destinato a diventare mondo della nuova quotidianità. Il procedimento, inoltre, accosta due diversi approcci che diventano complementari per la descrizione dei fe nomeni in questione: da un lato Galofaro lavora sulle trascrizioni di interviste e conversazioni con gli utenti, traendone un'importantissima indicazione, quella per la quale l'analisi degli enunciati verbali, una volta orientata sulle scelte di tipo grammaticale e enunciazionale, può essere facilmente letta come una serie di gesti enunciati vi, comportamenti veri e propri che producono posizio namenti dei soggetti rispetto alle strutture spaziali, tem porali e attoriali del discorso, con identificazioni, scarti e messe in prospettiva; dall'altro lato è l'osservazione dei comportamenti somatici, le scelte di occupazione spazia le, di strategie di accesso o occultamento, che diventano rivelatrici del valore attribuito al sé e all'ambiente al contempo, in una situazione in cui il costituirsi di rela zioni intersoggettive nuove (nuovi vicinati, nuove pros simità, nuovi spazi pubblici, ecc) comporta un riassetto complessivo dell'immagine di cui si carica la nuova por zione di mondo in cui ci si trova calati. E, ulteriore ele mento di interesse, l'osservazione etnosemiotica permet te di cogliere appieno il gioco di reciproca determina- Vll zione , all'interno di una stessa dinanùca di valorizzazio ne, tra gli intenti, i percorsi, le azioni , le strategie degli attori, da un lato, e le strutture oggettivate degli spazi, dei tempi, dei ritnù, degli ostacoli, dei varchi, dall'altro. In questo modo si trae il suggerimento di valore assai generale, che consiste nel porre la dimensione del valore come la dimensione autentica per comprendere i proces si di soggettivazione e di oggettivazione, processi che possono in questo modo apparire come correlativi nel valore, appunto, poli di relazioni di costituzione rispet tiva. Che da tutto questo si possano poi trarre indicazioni per nùgliorare le politiche di gestione del disagio, che la ri cerca sulle articolazioni del senso per e con i soggetti utenti delle strutture sanitarie locali, tutto ciò, per quan to esplicitamente posto come scopo ultimo del lavoro, emerge in fondo quasi necessariamente, a riprova del fatto che, più che una risposta a problemi precostituiti, la modifica del reale trae il massimo del suo senso dalla comprensione dei fenomeni per come si danno a leggere e per come si aprono ad un'analisi approfondita "a vo cazione scientifica". Francesco Marsciani 1 Introduzione Ho conosciuto Gerico, ho avuto anch'io la nùa Palestina, le mura del maniconùo erano le mura di Gerico e una pozza di acqua infettata ci ha battezzati tutti. (Alda Merini, La Terra Santa) Dopo Gerico La fine dei manicomi in Italia è paragonabile alla ca duta delle mura di Gerico: un vallo secolare eretto a istituire la differenza tra normalità e follia, ciò che è ' interno alla società e ciò che ne è al di fuori. E un pro- cesso molto lungo, non privo di ripensamenti e, per molti versi, tutt'ora incompiuto. La legge Basaglia è entrata in vigore nel 1978, ma la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari è in corso mentre scrivo queste righe. Quarant'anni: più di una generazione ha dovuto estinguersi prima che potesse prodursi un cambiamento culturale nel modo di relazionarsi con quell'inafferrabile altro che è la paura del folle. Un mutamento che, scri viamo, è ben lontano dal compiersi. Come sostituire le grandi istituzioni manicomiali? È una domanda sempre attuale. Le soluzioni adottate sono molte: centri 24 ore per trattamenti volontari brevi. Centri diagnosi e cura, che in qualche caso sonùgliano a piccoli manicomi: puliti, ordinati, non-violenti, eppur 2 sempre manicomi. Case-appartamento gestite da coope rative, in cui gli utenti lavorano e convivono. Il problema in tutti questi casi è evitare di replicare la logica dell'istituzione manicomiale, una logica che pos siamo riassumere molto semplicemente con Foucault (2008). Si tratta di spazi eterotopici, in cui convivono funzioni diverse, per molti versi opposte e persino con traddittorie: quella della custodia - reale o metaforica, e ' quella della cura. E questo ad esempio il problema che riguarda le REMS (residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria} che sostituiscono l'ospeda le psichiatrico giudiziario rischiando tuttavia di replicar ne, in sedicesimo, le funzioni; ma è anche un problema legato all'impiego dei farmaci, il cui uso può comportare l'istituzione di un "manicomio chimico". Un esempio di cui mi sono occupato (Galofaro 2009) riguarda la condanna allo psichiatra Euro Pozzi, avvenu ta nel 2007. Lo psichiatra aveva ridotto la quantità di farmaci ad un paziente, in vista del suo recupero. Pur troppo, contestualmente, il paziente ha ucciso un opera tore sanitario. La sentenza stabiliva il dovere dello psi chiatra di esercitare il controllo sociale della persona in cura tramite la corretta somministrazione degli psico farmaci. In tal modo, denunciava l'ASL 1 il tribunale , sembra credere che "una sempre più efficace opera di controllo, magari non più affidata a robuste mura ma piuttosto a sostanze chimiche, possa prevenire ogni grave accadimento". 1 "L' Ausl assolve lo psichiatra" in Repubblica, 29 novembre 2007, p. 7. 3 Possiamo riassumere con un classico quadrato setnio tico (Greimas- Courtés 1979) la contraddizione tra punto di vista psichiatrico e giuridico: Fig. 1 - LA diffe ren$ tra custodire e curare. Quadrato semiotico. Come mostra il quadrato, nel discorso psichiatrico - per lo meno nelle sue versioni più civilizzate - la custo dia e la cura sono funzioni contrarie: se si vuol davvero curare un paziente, questo comporta il fatto di non custodirlo (e viceversa). La figura 1 si riferisce a ciò che, con Foucault (2003: 25), possiamo chiamare una pratica discorsiva della psichiatria. Ora, quando si passa a progettare un servizio psichiatrico, ci si può chiedere come i suoi valori, la sua assiologia fondamentale, si convertano in azioni, ruoli, spazi e tempi. In altri termini ci si può chiedere: nei casi rappresentati dai REMS, dai centri 24 ore, dai centri di 4 diagnosi e cura, dalle case protette, il servizio erogato è coerente con l'insieme dei valori che costituiscono le pratiche discorsive della psichiatria? Vi è poi una seconda domanda, altrettanto importan te, e riguarda la recovery di quanti sono in cura presso il servizio psichiatrico - cfr. Marin, Bon (2012). Una nozione non sovrapponibile a quella di guarigione poi ché non è individuale. Essa discende da una lotta contro l'esclusione, la coercizione, la restrizione; in tal caso gli spazi del servizio psichiatrico devono guardare al lato meridionale del quadrato rappresentato in figura 1. Il lavoro per il reinserimento sociale dell'utente deve mira re alla de-istituzionalizzazione, all'emancipazione, al recupero e alla fruizione piena dei suoi diritti di cittadi no; in altre parole: né custodire né curare. L'associazione ARTSAM - DDN Qualsiasi servizio psichiatrico è un processo dinamico, che si avvicina o allontana dai valori che lo hanno ispirato a seconda del tempo e delle circostanze. Pertanto, la ricerca presentata in questo saggio mira a rispondere alle due domande che abbiamo posto attraverso l'osservazione e l'analisi di un caso reale, visto nei suoi pregi e nei suoi difetti. Essa è frutto della cooperazione tra CUBE (Centro Universitario Bolognese di Etnosemiotica), il Dipartimen to di Salute Mentale di Pordenone, e l'associazione ARTSAM - DDN. Quest'ultima comprende familiari e amici di persone sofferenti di disagio psichico. Da cinque anni l'associazione gestisce alcw1e case protette che ospi tano da tre a cinque persone con alle spalle un percorso di cura a volte molto lungo. Si tratta di una attività ormai

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