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Donna e capitale. Comte, Mill e Marx sulla condizione della donna PDF

130 Pages·1976·5.395 MB·Italian
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Saggi n. 43 Nella generale coscienza della transizione al capi­ talismo nell’Europa del secolo scorso e nel­ l’ambito delle grandi riflessioni sistematiche sulla società, i temi della condizione della donna e della crisi della famiglia, nei suoi fondamenti ideali e istituzionali, acquistano forte rilevanza teorica e investono anche la riflessione filosofica, etico-politica. L’accento cade in particolare sulla donna, in quanto meglio viene a riflettere, sullo sfondo dei problemi creati dallo sviluppo del capitalismo industriale, le contraddizioni tipiche dell’istituto familiare. Attraverso l’analisi critica del pensiero di A. Comte, di J. St. Mill e di K. Marx l’A. affronta i nodi teorici fondamentali del dibattito sulla questione femminile. Se la consapevolezza delle tendenze distruttive interne alla società borghese porta già Comte a individuare nella famiglia, descritta come sola oasi di naturalezza e di solida­ rietà, di cui vestale è la donna moglie-madre un elemento fondamentale di coesione sociale; St. Mill vede nell’arretratezza della condizione fem­ minile un residuo feudale e la sua battaglia per l’emancipazione della donna attesta la coscienza propria di una borghesia che ha vinto abbastanza per essere conservatrice, ma che ha ancora tanti spazi da conquistare da essere progressista. Pur evidenziando l’importanza storica della prospettiva liberale-riformista espressa dal pen­ siero milliano, l’opera della Manieri individua i limiti dell’egalitarismo borghese e indica nella propsettiva socialista il referente storico-teorico di ogni possibile soluzione della condizione della donna. è nata a Nardo. Maria Rosaria Manieri Insegna Filosofia Morale all’Università di Lecce. È autrice di diversi saggi critici, tra cui Umane­ simo e civiltà neotecnica(Napoli, 1969); ha intro­ dotto e curato l’antologia Donna e famiglia nella filosofia dell'Ottocento (Lecce, 1975), che com­ prende testi di Hegel, Schopenhauer, Rosmini, Fourier, J. St. Mill, Comte, Marx, Nietzsche. Maria Rosaria Manieri DONNA E CAPITALE Comte, Mill e Marx sulla condizione della donna Marsilio Editori Prima edizione: ottobre 1975 Seconda edizione: luglio 1976 Proprietà letteraria riservata Copyright 197! hy Marsilio Editori - Venezia Fotocomposto dalla Linotipia Moderna Dorigo - Padova Stampa della Tipo-lito Poligrafica Moderna - via Vigonovese, !2/a - Padova INDICE 7 Intra durone 15 La mistica del focolare domestico e della femminilità in A. Comte 15 II sentimento come forza coesiva nell’evoluzione moderna 17 La determinazione biologica- della condizione femminile 24 La « naturale » vocazione alla domesticità 35 L’astoricità della condizione femminile 41 II « regolatore spirituale » dei conflitti di classe 47 La servitù femminile e la prospettiva liberale riformista di J. St. Mill 47 II feudalesimo della condizione femminile 54 « La schiava favorita di un sultano » 60 I limiti della soluzione borghese-liberale 71 La donna e le contraddizioni storiche della società borghese in Marx 71 Marx e l’analisi fourieriana della condizione femminile 75 II carattere conservatore di certo libertinismo sessuale 88 La concezione idealistica dell’amore e i suoi riflessi sulla condizione della donna 97 L’alienazione femminile e gli appunti dei « manoscritti » 107 Sviluppo capitalistico e condizione della donna 7 INTRODUZIONE La tentatone sempre ricorrente, in questo più che in ogni altro problema, di un’impostatone prevalentemente etica o moralistica ha dato luogo a diverse forme di « critica critica » della conditone della donna, spesso assunta come entità ontologica del tutto astratta. Già agli init di questo secolo, Anna Kuliscioff in un articolo dal titolo significativo, Il sentimentalismo nella questione femminile, così scrìveva: « Tutto ciò che, in linea di astratone o per ragioni morali, si è potuto dire fino ad ora in favore o contro le donne, si dice ormai da me'tgo secolo, e, purtroppo, non saranno le buone e belle ragioni, le prose serrate e le poesie umanitarie, che risolve­ ranno codesta questione così complessa e ancora più intricata della questione stessa del proletariato » *. L’ampia letteratura, che sui molteplici versanti della ricerca si è occupata della conditone della donna, ha ormai fatto pialla pulita, anche dietro la spinta dei più recenti movimenti femministi, della già screditata retorica sentimentale e ha portato alla luce la complessità e delicatezza della questione stessa, non ridu­ cibile anche se rapportabile alla questione proletaria. Pertanto è ormai evidente la fragilità di ogni impostatone che riduce la questione femminile alla critica dei rapporti interpersonali tra i sessi e che, non raggiungendo le implicaifoni e le ori­ gini strutturali, si fa portatrice di una critica che, se pure non si svuota informe di ciarlataneria sentimentale e umanistica, non esce dall 'ambito della coscienza. Sono impostazioni che si risolvono in critiche meramente speculative in quanto, autono- mit^ando la coscienza mitica dell’immagine e del ruolo della donna, Vastoricità zano e combattono contro le illusioni e i miti della condizione femminile, ritenendo queste come « le vere catene » della donna. Con ciò, naturalmente, non si vuole sot­ tovalutare la critica degli aspetti ideologici della questione femminile, ma semplice- mente dire che isolare, anche su questo problema, il livello ideologico e analizzarlo in quanto tale è contrarre l’analisi in un discorso puramente aprioristico. A Lenin 1 1 A. Kuliscioff, Il sentimentalismo nella questione femminile, in « Critica Sociale », voi. I: Politica e ideologia politica, Milano, Feltrinelli, 1959, p. 34. 8 Donna e capitale che le rimproverava di tenere occupate le operaie in questioni di sesso e di critica della morale matrimoniale, Clara Zetkjn così rispondeva indicando la via per una corretta impostatone del problema: « Il cambiamento delle forme matrimo­ niali e familiari nel corso della storia, nella loro dipendente dall 'economia, costi­ tuisce un buon metppo per sradicare dallo spirito delle operaie la credente nella perennità della società borghese. Fare la critica storica di questa società significa sviscerare senta pietà l’ordine borghese, mettere a nudo la sua essente e le sue conse­ guente e stigmatitpare tra l’altro la falsa morale sessuale. Tutte le strade condu­ cono a Roma. Ogni analisi veramente marxista riguardante una parte della sovrastruttura ideologica della società o un fenomeno sociale deve condurre all'analisi dell’ordine borghese e della sua base, la proprietà privata; ciascuna di queste analisi deve condurre a questa conclusione: Bisogna distruggere Cartagi­ ne » 2. Al di là del determinismo che ancora caratteriippa questa impostatone della Zetkjn, la quale, tra l’altro, riduce la base della società capitalistica alla proprietà privata, resta tuttavia basilare il fatto che la questione femminile s’iscrive nella più ampia questione all’interno della quale soltanto è possibile cogliere le articolatjoni e i nessi storici della conditone della donna, del rapporto tra i sessi e dell’ambito familiare con la sfera sociale. Pertanto, ogni approccio alla questione femminile, anche quando è fatto a una delle costellatemi teoriche dalle quali essa è definita, non può non collocarsi che in una rigorosa prospettiva storica ed essere esso stesso, nello specifico, analisi critica di una società determina­ ta. D’altra parte, la cosciente che la conditone della donna e la forma dei rap­ porti matrimoniali e familiari sono dati culturali e storici è cosa ormai acquisita, ed è irreversibile, almeno a livello concettuale teorico. Da Fourier a Marx alla limone De Beauvoir ciò che si contesta è un presunto destino biologico-psichico-e- conomico, posto a fondamento della definitone del ruolo della donna nella società, limone de Beauvoir dà a questa contestatone la forma più radicale: « donna non si nasce, lo si diventa » 3. Il che porta, anttutto, a lacerare e smascherare ogni rappresentatone che vede la conditone della donna come inquadrata in leggi di natura eterne e sovrastoriche; rappresentafoni non ingenue né neutre se, tramite esse, rapporti storici, quelli borghesi, « vengono interpolati del tutto surreltitalmente come incontestabili leggi di natura della società in abstracto » 4. Né la questione femminile può porsi unicamente come problema 2 Cl. Zctkin, Lenin e il movimento femminile, in V.J.Lenin, /’emancipatone della donna, Roma, Editori Riuniti, 1970, p. 87. 3 S. De Beauvoir, Il secondo sesso, trad.it. di R.Cantini e M.Andrcosi, Milano, Il Saggiatore, 1961, II parte, p. 1 5. 4 K. Marx, Lineamenti per la critica dell’economia politica, trad. it. di E. Grillo, Firenze, Nuova Italia, 1968, voi. I, p. 9.

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