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Donatello. Catalogo completo delle opere (I Gigli dell'arte) (Italian Edition) PDF

79 Pages·1991·16.78 MB·Italian
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Preview Donatello. Catalogo completo delle opere (I Gigli dell'arte) (Italian Edition)

o/lana a ura Charles A very di Pi Lro . Marani DONATELLO Catalogo completo delle opere Copyright © 1991 Cantini & C Borgo S. Croce 8, Firenze ISBN 88-7737-056-4 Traduzione: Tania Gargiulo e Rossella Foggi Redazione: Rossella Foggi Grafica: Luciano Arcaleni Fotocomposizione: Tassinari Fotoliti: Chiaroscuro, Alfacolor CANTINI Stampa: Tipostampa SOMMARIO INTRODUZIONE Introduzione 5 Catalogo delle opere 21 Biografia 147 Donatello può essere definito lo scultore più grande di tutti i tempi, per la sua Indice topografico 151 capacità di rappresentare nelle sue opere l'intera gamma dei caratteri e delle emozioni umane. Ciascuna delle sue numerose versioni della Madonna col Bam Bibliografia 153 bino indaga un aspetto diverso dell'intimo, affettuoso rapporto che lega la ma dre al proprio figlio, sia pure in un clima di intensa spiritualità cristiana; le scene di tortura e di martirio sconvolgono l'osservatore per l'angoscioso rea lismo con cui l'artista inserisce nella sua rappresentazione gli esseri umani più abietti; le ascetiche figure di santi e profeti sono indimenticabili non solo per la precisione con cui sono resi i particolari dell'aspetto fisico, le carni emacia te sulle ossa, i capelli scarmigliati, ma per il fervore religioso che emanano, grazie all'intensità empatica con cui lo stesso Donatello partecipa alle loro sof ferenze volontariamente affrontate. Donatello manifesta inoltre una versatilità eccezionale, affrontando tutti i tipi di materiali e tutte le tecniche accessibili a uno scultore, e sotto tale aspet to supera per esempio il Ghiberti, che si concentrava sulla tecnica del model lato come base della fusione in bronzo, oppure Michelangelo, che si limitava alla scultura in marmo. È probabile che durante l'apprendistato dal Ghiberti Donatello abbia perfezionato le proprie capacità tecniche nel modellare e nel l'eseguire forme; forse può aver imparato i rudimenti delle tecniche fusorie, ma in seguito ebbe il buon senso di affidare questo rischioso procedimento a qualificati operai di fonderia. Come tutti i grandi scultori Donatello aveva il gusto fisico dello scolpire: sboz zare la figura un colpo dopo l'altro da una massa di materia inerte, come un blocco di marmo o di arenaria o un tronco d'albero. Quando poi realizzava rilievi narrativi, fu tra i primi ad attuare l'idea di tracciare un leggero disegno sulla superficie della lastra di marmo con la punta o l'angolo di uno scalpello, anziché scavare per l'intero spessore del blocco come facevano gli antichi ro mani sui sarcofagi. Donatello doveva essere anche un abile pittore: infatti non è credibile che potesse lasciare intervenire un'altra persona su una statua co me la sua Maddalena, dove la vivace policromia ha una parte così importante nell'effetto generale. Donatello poté ottenere questi risultati con lo studio dei ruderi greci e ro mani, che prosegue per tutta la sua vita ma soprattutto negli anni giovanili, insieme al Brunelleschi, e con l'insaziabile osservazione dell'umanità circostante. Nato in una famiglia poverissima di operai fiorentini riuscì a raggiungere Referenze fotografiche una posizione sociale eccezionale per un artista -non solo in quell'epoca ma ancora per un lungo periodo successivo -di favorito e addirittura amico per Scala, Antella; Foto Perugi, Firenze; Foto Silvestri, Firenze; Victoria and Alberi Museum, sonale di colui che in effetti governava la città, Cosimo de' Medici. Londra; Foto Bertoni, Firenze. 7 6 Donatello è tra i fondatori del Rinascimento: amico del Brunelleschi, di Paolo lo a finirgli un'opera per la quale Donatello si era impegnato, lo definì "molto Uccello e di Masaccio, allievo del Ghiberti, frequentatore della cerchia di Leon intricato". Talvolta Donatello poteva mostrarsi violento, e lo comprova per l'appunto Battista Alberti, coopera con loro alla scoperta della prospettiva geometrica, applicandola in un primo momento in numerosi rilievi narrativi, sebbene più il primo documento che lo riguarda, un rapporto dell'autorità giudiziaria com pilato nel 140 I, dal quale risulta che lo scultore, allora sedicenne, aveva ag tardi la sua arte sembri in grado di liberarsi anche di quella convenzione e gredito e ferito con un bastone un tedesco a Pistoia. Forse il temperamento di piegarla ai propri fini. Lo scultore arrivò agli ottant'anni, il doppio della vita media dei suoi con irascibile era un retaggio familiare, perché poco prima della nascita di Dona temporanei, e fino all'ultimo giorno continuò a lavorare. Perciò il corpus del tello il padre Niccolò aveva partecipato al movimento di ribellione passato le sue opere è molto esteso: ci sono pervenuti i documenti che riguardano alla storia come la rivolta dei Ciompi. A un certo punto Niccolò era stato per trentacinque opere da eseguire su commissione, tra le quali molte sono in realtà fino bandito perché colpevole di assassinio, ed era tornato a Firenze con la interi complessi come l'altar maggiore di Sant'Antonio a Padova, e per una famiglia poco prima della nascita del figlio Donato. Niccolò era membro del dozzina d'altre opere abbiamo delle prove circostanziali. A queste va aggiun l'arte minore dei cardatori della lana, artigiani di tempra robusta; lo stesso to un buon numero di sculture del tutto prive di documentazione ma che con Donatello, in quanto scultore doveva avere una forza fisica notevole, per po siderazioni di stile permettono di attribuire al maestro: alcune di queste sono ter maneggiare martello e scalpello tutto il giorno per settimane intere di fila. universalmente accettate, mentre su altre c'è una disputa accanita fra gli spe Probabilmente diventava un avversario pericoloso quando era provocato e cialisti. Perciò lo studio di Donatello è uno dei campi più appassionanti in tut il suo carattere focoso prendeva il sopravvento, anche se dalla documenta zione in nostro possesso non risulta che abbia compiuto altri atti di violenza. ta la storia dell'arte. A quanto pare purtroppo Donatello doveva essere a malapena in grado di È evidente però che in Toscana la lingua tagliente e lo spirito sarcastico di leggere e scrivere -il che nella sua condizione sociale era normale -e quindi, Donatello suscitavano l'entusiasmo generale. Vasari riferisce per la gioia dei a differenza del Ghiberti, che fu suo maestro e più tardi suo concorrente, non suoi lettori varie battute sarcastiche attribuite a Donatello, per esempio un ci ha lasciato scritti sulla sua arte, di carattere teorico o pratico, sul genere commento sul San Tommaso di Paolo Uccello: "Eh, Paolo; ora che sarebbe dei Commentarii appunto del Ghiberti. Ma la prontezza della sua intelligenza tempo di coprire, e tu scuopri!". In un altro caso Vasari racconta come, quan gli permetteva di assimilare le informazioni che riceveva dai suoi dottissimi do gli fu chiesto quale fosse la miglior cosa fatta dallo scultore Ghiberti,_D ona patroni in materia di letteratura o filosofia classica o teologica, mentre le straor tello avesse replicato, anziché con un commento su qualche opera d'arte, con dinarie capacità di immaginazione e il perfetto dominio della manualità gli una battuta definitiva: "Vendere Lepriano", alludendo a un podere che Ghi berti aveva avuto e venduto perché non gli rendeva abbastanza. In un'epoca consentivano di tradurle in vivaci raffigurazioni scultoree. Non sembra però che Donatello abbia avuto lin carattere facile, in parte senza in cui la tradizione orale aveva un peso non indifferente non possiamo igno rare come pura invenzione i bon mots attribuiti a Donatello, che si conciliano dubbio perché non dimenticava le proprie umili origini, che forse avevano con il clima in cui lo scultore viveva e con la sua fortissima capacità di osser finito col diventare un motivo d'orgoglio, e in parte perché, essendo altrettan vazione dei piccoli dettagli quotidiani e delle idiosincrasie umane, testimonia to cosciente del proprio genio, non tollerava che andasse sprecato. Nel 1525, Pietro Summonte lo descriveva in una lettera a Marcantonio Michiel: "Omo ta dalla sua arte soprattutto nelle opere narrative. Evidentemente Donatello doveva essere un personaggio popolare a Firen rozo e simplicissimo in ogni altra cosa, excepto che in la scolptura" (sic). Pro ze, dove l'eccentricità e l'ironia sono tuttora apprezzate quasi quanto in In duceva moltissimo, ma come avviene a molti grandi artisti la sua immagina ghilterra. Lo scultore compare perfino tra i personaggi di un "mistero" scritto zione andava sempre oltre rispetto alla capacità di portare a termine i lavori: quando era ancora vivo, Nabucodonosor Rei di Babilonia. La scena principa conosciamo perciò molti casi in cui i rapporti con i suoi committenti si guasta le si svolge negli anni seguenti al 1430, perché vediamo Donatello occupato rono, soprattutto quando si trattava di gruppi di ecclesiastici. Nel 1415 Dona a lavorare al pulpito per Prato e alla Dovizia destinata alla piazza del mercato tello consegnò il San Giovanni Evangelista oltre il termine fissato dal contratto; di Firenze. Lo scultore ha già troppo da fare per poter prendere altre commis in seguito partì per Roma e vi rimase tre anni quando invece avrebbe dovuto sioni: ma appena Nabucodonosor gli propone di realizzare una statua d'oro lavorare senza sosta al pulpito della cattedrale di Prato; nel 1450 i bronzi rea alta sessanta braccia, Donatello non ha il minimo scrupolo a cambiare idea. lizzati per l'altar maggiore di Sant'Antonio a Padova furono molto criticati per Secono l'ironico testo del dramma sacro, Donatello sarebbe stato sempre ché non erano perfettamente rifiniti; e infine, si dice che alla consegna, nel pronto ad accettare nuovi incarichi, soprattutto se prestigiosi e remunerativi, 145 7, la statua bronzea di San Giovanni Battista eseguita per la cattedrale di anche quando in realtà ne aveva già più che a sufficienza e si trovava a dover Siena mancasse di un avambraccio, perché secondo l'autore la somma pagata smaltire una gran mole di lavoro arretrato. era insufficiente. Un anno dopo, Ludovico Gonzaga che cercava di persuader- 8 ·1 9 Non c'è da prendere troppo sul serio questa miscela di attualità e fantasia, quantità di danari, tanto che gli bastassino a lui et a quattro garzoni che tene mentre l'allusione al pulpito di Prato deve avere il preciso obiettivo di strap va; et a questo modo lo mantenne. Perché Donatello non andava vestito co pare la risata, perché i ritardi di Donatello nel realizzare quel progetto erano me Cosimo arebbe voluto, Cosimo gli donò uno mantello rosato et uno capuccio, fin troppo famosi. Vi sono infatti due casi documentati in cui per indurre lo e fecegli una cappa sotto il mantello, et vestillo tutto di nuovo; et una mattina scultore a proseguire il lavoro i committenti gli offrirono compensi aggiunti di festa glieli mandò, a fine che le portassi. Portolli una volta o dua, di poi vi: il 23 dicembre del 1428 i prelati della cattedrale di Prato inviarono a Dona li ripose, e non gli volle portare più, perché dice che gli pareva essere dilegiato". tello un dono natalizio di "farina e legno da ardere", mentre nel 1434 un amico Il rapporto con Cosimo fu per Donatello uno dei pochi elementi di stabilità comune, Matteo degli Organi, consigliava loro di mandare "qualche danaio in una vita per altri versi molto movimentata: era nota la scarsa capacità di per spendere per queste feste", giacché lo scultore "è huomo ch'ogni picholo Donatello nel maneggiare il denaro; quindi il suo mentore, che per suo conto pasto è allui assai, e sta contento a ogni cosa". era un grande talento della finanza, provvide ad assicurargli uno stipendio In effetti Cosimo de' Medici era l'unico che avesse qualche ascendente su fisso che permettesse allo scultore di sbarcare il lunario e di pagare un salario Donatello, e alla fine le autorità di Prato dovettero ricorrere alla sua interme ai propri collaboratori. Nel testamento Cosimo ebbe addirittura la premura diazione per indurre lo scultore a interrompere il soggiorno romano e ripren di assicurare al suo protetto ormai in età avanzata una dimora dove egli po dere a lavorare al pulpito. Nel 1458, un quarto di secolo più tardi, Ludovico tesse ritirarsi quando non fosse più stato in grado di lavorare, in una piccola Gonzaga si servirà della stessa tattica per convincere Donatello a lasciare Sie tenuta nei pressi della fortezza medicea di Cafaggiolo, disponendo che a suo na e venire a Mantova a terminare un progetto di cui aveva preparato i mo tempo il grande artista dovesse essere sepolto accanto a lui, nella cripta di delli vari anni prima. Nello stesso scambio di lettere con i senesi Ludovico famiglia a San Lorenzo. Donatello sopravvisse a Cosimo due anni, e in quel definisce Donatello "molto intricato", e riconosce che "lui ha un cervello fac periodo ricambiò la bontà del patrono che per tutta la vita lo aveva benefica to a questo modo che se non viene de li non li bisogna sperare, siche solecita to, modellandone il ritratto su una medaglia commemorativa. telo pur". Dispiace che non vi siano documenti -e perciò nemmeno date sicure -sui D'altra parte Donatello mostrava un carattere aperto e generoso verso co lavori eseguiti da Donatello per i Medici, i più importanti fra i suoi committen loro con cui si sentiva a proprio agio: è evidente che con Cosimo esisteva uno ti privati; la spiegazione sta nel fatto che la famiglia gli corrispondeva appun straordinario rapporto di amicizia, capace di superare tutti i tradizionali osta to una sorta di vitalizio attraverso la propria banca, senza riferirsi alle singole coli frapposti dalle differenze di censo e di ceto. Non bisogna pensare però opere commissionate. In effetti per una decina d'anni dal 1433 in poi, data che i contrasti con i committenti derivassero da un atteggiamento di noncu del ritorno dei Medici dall'esilio, lo scultore abitò in una loro proprietà, pa ranza bohémienne da parte dello scultore: era inevitabile che vi fosse un in gando un affitto del tutto simbolico per una casa e uno studio di dimensioni trinseco conflitto fra l'individualismo di recente conquistato dalla figura piuttosto ragguardevoli, nell'ex albergo di Santa Caterina, che si trovava sul dell'artista -in ciò accomunata ai membri di un ceto sociale superiore -e che l'area poi occupata dal loro grande palazzo di famiglia. Anzi il trasferimento era un tipico frutto del Rinascimento, e un sistema di patrocinio delle arti tut di Donatello a Padova nel 1443 -altrimenti di difficile spiegazione -potrebbe tora medievale, in base al quale l'artista non era altri che un qualsiasi artigia proprio essere motivato dalla necessità di lasciar liberi quei locali nel momen no, dal quale si pretendeva che fornisse determinati prodotti su ordinazione to in cui stava per cominciare la costruzione del palazzo. Forse non è una coin e a scadenze determinate. Il conflitto non si sarebbe sciolto ancora per molti cidenza casuale neanche il fatto che Donatello sia ritornato da Padova verso anni a venire. il 1453, quando appunto si cominciava l'arredo degli interni del palazzo stesso. Nel caso di Donatello la generosità intelligente di Cosimo riusciva a conci Non solo le porte di bronzo e i pulpiti per San Lorenzo, che secondo Vespa liare questo conflitto, a colmare l'abisso sociale che li avrebbe separati in ba siano da Bisticci Cosimo gli avrebbe commissionato perché non sopportava se ai criteri consueti, e manteneva il genio ribelle sotto la sua ala protettrice. di vederlo in ozio, ma molte altre opere di Donatello sono state fatte per que Tale situazione, forse proprio per la sua eccezionalità, suscita il commento sto grande cliente. Le più evidenti sono i rilievi di stucco policromo nella Sa del biografo di Cosimo, Vespasiano da Bisticci, nelle Vite di uomini illustri: crestia Vecchia, in particolare le due coppie di santi patroni della famiglia Medici "Di scultura, egli n'era intendentissimo; e molto favoriva gli scultori e tutti al di sopra delle porte laterali. Due pannelli in bronzo della Crocifissione (50, gli artefici degni. Fu molto amico di Donatello et di tutti e' pittori e scultori; 69), piccoli e portatili, che in seguito divennero proprietà della famiglia, po et perché ne' tempi sua quest'arte degli scultori alquanto venne che egli era trebbero essergli stati ordinati da Cosimo o dal figlio Piero. Nell'inventario po no poco adoperati, Cosimo, a fine che Donatello non si stessi, gli allogò certi stumo dei beni di Lorenzo il Magnifico, compilato nel 1492, sono citati due pergami di bronzo per Sancto Lorenzo, et fecegli fare certe porte che sono rilievi in marmo che probabilmente sono da identificare nell'Ascensione di Cristo nella sagrestia; et ordinò al banco, ogni settimana, ch'egli avesse una certa (36) e nel Banchetto di Erode (32). Di Donatello i Medici avevano anche diver se Madonne, ma non sappiamo con precisione quali. IO 11 Può darsi che nel 1438 Cosimo e il fratello Giovanni abbiano pagato Dona Altri committenti privati tello per la statua in legno policromo di San Giovanni Battista, un dono alla colonia fiorentina di Venezia in ringraziamento per l'ospitalità loro accordata 1 Medici furono i committenti più importanti di Donatello, ma durante la sua durante l'esilio a Venezia nel 1433-34 (59). lunga v:ita lo scultore lavorò per molte altre famiglie illustri. Nella sua biogra: Per palazzo Medici Cosimo ordinò a Donatello due statue di bronzo che so fia dell'artista il Vasari sottolinea l'importanza di Roberto Martelli (1408-1464): no tra le opere più originali dello scultore: il David, con la testa di Golia (71), ma oggi delle due maggiori statue di marmo da lui ricordate né l'incompiuto destinato a costiuire il punto focale del cortile in senso sia visivo, sia intellet David della National Gallery of Art di Washington, né un San Giovanni Batti tuale. La statua sorprende, e addirittura scandalizza, per la sua eterodossa nu sta oggi al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, secondo la maggioranza dità: finché non si riflette che il richiamo così palese alle sculture classiche, degli studiosi, sono da attribuire a Donatello; il primo sarebbe di Antonio Ros alle raffigurazioni di atleti nudi e semidivini, è del tutto intenzionale, e deve sellino, il secondo di Desiderio da Settignano. interpretarsi in chiave neoplatonica; David fanciullo è un'allegoria dell'amore Invece si ritiene oggi che siano state eseguite da Donatello e dalla sua botte celeste, e non un semplice pastorello ebreo che è riuscito per miracolo a ucci ga due opere di carattere ornamentale segnate dall'arme dei Martelli: uno stu dere un gigante. Nel giardino interno sul lato posteriore del palazzo era collo pendo Stemma che probabilmente proviene dalla facciata esterna di un palazzo cato un gruppo ancor più straordinario, a coronamento di una fontana: Giuditta appartenuto alla famiglia (73), e un sarcofago a forma di paniere di vimini per che uccide Oloferne (81). Non si sa se -come alcuni propongono -entrambe i genitori di Roberto, destinato alla cappella di famiglia in San Lorenzo, atti le statue fossero visibili in un solo colpo d'occhio fin dall'ingresso del palazzo. gua a quella dei Medici (80). Entrambe le opere sembrano risalire al periodo Se la Giuditta si fosse trovata al di sopra della vasca incassata tuttora esisten successivo al ritorno di Donatello a Padova da Firenze, nel 1454: Donatello te, che sta a sinistra dell'asse di attraversamento del cortile, non sarebbe stato ne avrebbe eseguito i disegni, ma non è probabile che abbia avuto mano nel possibile: solo chi era già entrato nel giardino si trovava d'un tratto di fronte la scultura vera e propria. la Giuditta. I nomi dei titolari di varie tombe scolpite da Donatello negli anni giovanili, Qui una donna vestita esulta per la vittoria su una vittima maschile presso o quelli dei loro esecutori o eredi, corrispondono a loro volta ad altrettanti ché nuda, formando un contrappunto rispetto all'altra statua, dove l'eroe è committenti singoli: la tomba dell'antipapa Baldassarre Coscia fu eseguita su il maschio seminudo. Secondo le iscrizioni (da tempo scomparse, ma docu incarico degli esecutori, fra i quali Giovanni di Bicci de' Medici e Niccolò da mentate nella letteratura) il gruppo della fontana celebrava allegoricamente Uzzano (22). Quest'ultimo sembra abbia compensato lo scultore per un ritrat il trionfo dell'Humilitas sulla Superbia. La tipologia iconografica è per entrambe to a mezzobusto in terracotta (21 ). le statue del tutto inusitata, fin quasi alla bizzarria, con una libertà espressiva L'artista scolpì un ritratto funebre del vescovo Pecci (28), e anche dell'arci che non sarebbe stata ammissibile se non nel perimetro di un palazzo priva vescovo Giovanni Crivelli (39). Forse fu lo stesso cardinale Rainaldo Brancac to: quindi il patrocinio di Cosimo trova il suo massimo valore nel fatto di aver ci (morto nel 1427) a ordinare la propria tomba alla ditta formata da Donatello liberato Donatello dalle costrizioni che gli sarebbero state imposte dal dover e Michelozzo, perché poco dopo la sua morte la tomba risultava già a buon esporre le sue opere in pubblico in un contesto religioso ordinario. punto: alla fine è possibile che siano stati i Medici a pagarne il compenso, per Infine, mentre sia Cosimo, sia il suo scultore preferito si avvicinavano al ter ché il cardinale era un sostenitore di un altro prelato loro cliente, l'antipapa mine dell'esistenza, all'incirca verso il 1465, i due collaborarono a un ultimo Giovanni XXIII. Infine, con la loro commissione per il monumento equestre grande progetto, forse per mettere a tacere la propria coscienza: un ciclo di dedicato a Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, la vedova e gli esecutori rilievi sul tema della Passione e resurrezione di Cristo (82). del condottiero appaiono tra i più importanti committenti dello scultore fio Qui Donatello lasciò totalmente la briglia sciolta alla propria fantasia, igno rentino (62). rando nella raffigurazione degli episodi tutte le convenzioni iconografiche, e La famiglia Cavalcanti ha un posto importante fra i clienti di Donatello per inserendovi numerosi elementi strani e di ardua spiegazione. Si può presume averlo incaricato di eseguire l'Annunciazione destinata a fare da pala d'altare re che Cosimo fosse trascinato dall'entusiasmo di Donatello, e sentisse di assi per la cappella di famiglia in Santa Croce (52). Sono molte le famiglie che de stere alla emozionante creazione di un capolavoro, risonante quanto una vono aver acquistato da Donatello, anche se non gliene avevano affidato l'in grande messa da requiem. Il figlio di Cosimo, Piero, e altri contemporanei non carico, qualche rilievo raffigurante la Madonna; fra gli altri i Pazzi (16) e i Gondi, condividevano tuttavia la sua esaltazione, forse perché giudicavano grossola mentre Ludovico Gonzaga di Mantova possedeva una Madonna scolpita nel na la resa violenta e rabbiosa di questi venerandi episodi, e preferivano pro tufo, e due in terracotta. babilmente il placido fulgore dorato delle Porte del Paradiso di Ghiberti; Il celebre medico Giovanni Chellini, che nel 1456 contribuì a guarire Dona abbandonarono perciò i pannelli di bronzo a un destino di oscurità, da cui tello da una malattia, ricevette da lui un tagliere bronzeo con una Madonna, essi riemersero solo molto più tardi. 12 13 invece dell'onorario che lo scultore impoverito non era in grado di pagare la tecnica del modellare e assimilato lo stile tardogotico che vediamo predo (68); sembra però che il medico non gliel'avesse ordinato specificamente, e minare nei suoi rilievi giovanili eseguiti per le porte del Battistero. Al momento quindi in questo caso non si può parlare di commissione vera e propria. di lasciare il suo maestro Donatello si avvicinò a Brunelleschi, il rivale che Fra gli altri committenti privati di Donatello potrebbero essere comprese Ghiberti aveva sconfitto nel concorso per l'assegnazione del lavoro sulle por due famiglie che secondo quanto risulta dalla documentazione successiva pos te del Battistero, il che fa presumere che il periodo di tirocinio con il Ghiberti sedevano lavori eseguiti da lui: Angelo Doni (1476-1539), committente di Raf non fosse congeniale a Donatello, per il contrasto insanabile fra le rispettive faello e Michelangelo, aveva l'enigmatica figura in bronzo di Atys-Amorino concezioni sulla vita come sull'arte. Donatello e Brunelleschi erano affascina (46); mentre i Gaddi -molto più tardi, nel XVlll secolo -nella loro collezione ti dai ruderi della classicità dell'antica Roma: si dedicarono a studiarli con pas di rilievi che comprendeva tavolette d'avorio paleocristiane, di Donatello ave sione e ben presto i frutti di questo studio apparvero nell'opera dello scultore, vano una placchetta con una Madonna, la placca più grande di San Sebastia per esempio nella vigorosa testa di Golia ai piedi del David. Tuttavia il volto no (51) , oltre al tagliere del dottor Chellini (68). di David è relativamente sereno, e la sua posa lievemente incerta, ondulante, Non abbiamo una biografia contemporanea di Donatello, mentre quel che ha ancora una sensibilità gotica. il Vasari narra su di lui nella sua opera pubblicata nel 1550 sembra un po' La figura seduta del San Giovanni Evangelista, iniziata contemporaneamente, confuso, almeno dal punto di vista della cronologia, probabilmente perché ri ma terminata solo molto più tardi, nel 1415, mostra come Donatello, accanto cava le notizie da precedenti guide di Firenze, dove la materia era ordinata a Nanni di Banco con il suo San Luca, cerchi di superare i suoi antichi rivali, in base alla topografia. Abbiamo però oltre quattrocento riferimenti in docu che nel realizzare gli altri due evangelisti seguivano uno stile decisamente go menti contemporanei, alcuni riguardanti praticamente ogni anno della vita tico. La prima statua veramente rinascimentale di Donatello è il San Marco di Donatello, che costituiscono un punto di partenza solido per ricostruire la (5), scolpito abbastanza rapidamente mentre era ancora in corso il lavoro al vita professionale dello scultore. San Giovanni (1411-13): in questa statua, che traduce in linguaggio moderno Donatello era figlio di un umile cardatore di lana, un proletario che aveva la tipologia delle antiche statue romane dei senatori, si stabilisce un nuovo preso parte alla rivolta dei Ciompi del 1378, ed era stato bandito da Firenze punto di paragone al quale qualche anno dopo il Ghiberti avrà difficoltà a con per un certo periodo per aver ucciso una persona in una rissa di strada. Il fi trapporsi con il suo San Maueo di bronzo. Donatello aveva appena terminato glio dovette seguire le orme del padre, perché il primo documento che lo ri queste statue quando fece un nuovo passo avanti, per arrivare al pieno domi guarda è la sentenza di un magistrato che lo ammonisce per il suo nio realistico del soggetto e alla resa del carattere nella statua del San Giorgio comportamento: aveva colpito un tedesco con un bastone, a Pistoia. Può dar (6), molto celebrata: si trattava di un soggetto che metteva a un'ardua prova si che si trattasse soltanto di esuberanza giovanile, perché non abbiamo altri le sempre crescenti facoltà immaginative dello scultore, poiché l'armatura - documenti che riguardino atti di violenza contro le persone, anche se secon su cui si esercitava l'Arte dei Corazzai e Spadai, i committenti della statua - do certe leggende Donatello avrebbe sfigurato o distrutto le proprie sculture era un soggetto rigido, che limitava il senso di movimento e l'emozione sug quando era preso dalla rabbia contro i committenti che non gli pagavano quanto geriti dalla testa e dalle mani. pattuito. Dopo essersi dedicato alla rappresentazione dei santi del Nuovo Testamen Donatello emerse dall'oscurità nel 1404, quando lavorava come assistente nella to, Donatello dovette poi rivolgere la propria attenzione ai profeti dell'Anti bottega di Lorenzo Ghiberti, poco dopo che il maestro aveva vinto il concor co, personaggi più remoti e temibili, le cui immagini erano destinate alle anguste so per realizzare un nuovo paio di porte di bronzo per il Battistero, da acco nicchie gotiche sul campanile di Giotto, in alto. Per questa nuova sfida lo scul stare a quelle di Andrea Pisano degli anni 1330-40. Donatello aveva allora tore ricorre alla sua conoscenza della statuaria ritrattistica romana, le cui se diciotto anni, e per i criteri dell'epoca era un artista completo. Doveva aver vere immagini di antenati facevano parte della religione romana, e in cui era compiuto il proprio apprendistato in una delle botteghe di Firenze, forse quel rappresentato un vasto repertorio di tipi ed espressioni di una fisionomia umana la dell'Opera del Duomo, perché fu l'Opera ad affidargli i primi incarichi auto "reale". Ai suoi ricordi di questi antichi e illustri italiani Donatello incorpora nomi per delle sculture in marmo: due Profetini per la porta della Mandorla, l'acuta osservazione dei contemporanei; già nel 1456 Bartolomeo Facio os nel 1406, e le statue di Davide di San Giovanni Evangelista, nel 1408 (2, 4). servava, in De Viris !llustribus: "Donatello eccelle per il suo talento e non me Con Ghiberti Donatello non può aver imparato le tecniche della scultura, per no per la tecnica; e molto noto per le sculture in bronzo e in marmo perche ché il Ghiberti era specializzato nel modellare la cera e la creta delle figure riesce a dare la vita ai volti delle sue figure, e in questo condivide la gloria destinate a essere poi fuse in bronzo, oltre che nel cesellare le fusioni realiz degli antichi maestri". Non si erano mai visti prima dei volti modellati e carat zate con la precisione di un orefice. terizzati in modo altrettanto convincente, che certamente superano le fisio Durante i tre anni in cui lavorò con Ghiberti, Donatello deve aver affinato nomie impassibili degli antichi prototipi: addirittura i contemporanei erano 14 15 sicuri che i Profeti di Donatello ritraessero dei fiorentini viventi. È sicuro co de' Medici) e da Antonio Rossellino (Giovanni Che/lini): oggi però appare evi munque che per il suo creatore dovevano avere in un certo senso vita pro dente che la nuova creazione di questo tipo di scultura all'antica dev'essere pria, se Vasari ci riferisce come lo scultore, mentre si sforzava di infondere considerata uno dei molti meriti di Donatello. maggior carattere all'ultimo, Abacuc, abbia così apostrofato la statua: "Favel Dal 1420-30 in poi, Donatello conferisce alle sue statue volti che sono il frut la, favella, che ti venga il cacasangue!". to di un'attenta osservazione, fino a somigliare a ritratti. L'aspetto di certe sue Per vestire le sue sculture Donatello inventò un nuovo tipo di drappeggio, figure, come il San Giovanni Battista ligneo del 1438 (59) e quello in bronzo non derivato dalle pieghe catenarie e dagli schemi lineari ripetitivi della toga del 1457 (76), oppure la Santa Maria Maddalena (75), ha un'intensità quasi classica, ben modellato in ampie ondulazioni e profondamente scavato, come ipnotica, impareggiabile nel confronto con qualsiasi altro scultore. Proprio ta se rappresentasse un tessuto spesso e resistente qua e là fatto aderire al corpo le caratteristica induce lo studioso ad accettare un'attribuzione antica come come dal soffio di un forte vento. Lo scultore si serve di questo artificio per quella del San Girolamo di Faenza (74). La vivacità che l'immaginazione di suggerire il movimento non solo fisico ma anche spirituale; per sottolineare Donatello infonde alle figure di questi eremiti del deserto, è accentuata dall'u le forti emozioni dei suoi smunti profeti che cercano invano di suscitare nel so del colore quando si tratta di sculture lignee. La partecipazione empatica passante l'interesse per il messaggio divino. con cui lo scultore rappresenta questi asceti tormentati, dal corpo orridamen Il nuovo stile del drappeggio sembra originato dalla tecnica del modellare te emaciato, ridotto ormai a poco più che tendini ed ossa tenute insieme da alla quale Donatello dovette ricorrere quando realizzò l'ultima statua per Or carni che somigliano piuttosto al cuoio, trascina lo spettatore travolgendolo sanmichele, il San Ludovico (19) in bronzo dorato. La statua dovette essere con un'ondata di emozioni, e potenzialmente di fede. Donatello si serve del costituita e fusa in diversi pezzi separati: lo scultore così poté conferire alle proprio genio come un potente mezzo di espressione delle proprie convinzio parti che rappresentavano il solo drappeggio una vitalità particolare, plasmando ni religiose che tende altresì a rafforzare la fede altrui, e addirittura a conver la creta del modello originale in profonde cavità, per creare le ombre mentre tire gli altri scuotendoli dall'apatia. In mancanza di documenti scritti, possiamo le zone sporgenti avrebbero costituito i punti di luce. Un analogo trattamento soltanto congetturarlo osservando le sue opere: tuttavia quest'impressione è audace del drappeggio si osserva nella maschera funebre dell'antipapa Gio stata nel tempo ed è oggi così universalmente percepita che non si può non vanni XXIII (22), che imprime drammaticità al cadavere inerte. crederla vera almeno in parte, e non sarebbe giusto metterla da parte come una pura sensazione soggettiva. I ritratti le Madonne [ 'interesse di Donatello per la ritrattistica, emerso con i Santi di Orsanmichele e i Profeti del campanile, portò lo scultore a riportare all'attualità la tipologia In termini generali un artista riesce a rendere meglio un personaggio forte romana del busto-ritratto, caduta in disuso nel corso del Medioevo salvo che e maturo, con un volto dal quale traspare l'effetto dei travagli esistenziali, che per i reliquiari destinati a contenere i resti del capo di qualche santo. In effetti non le immagini di persone giovani e ignare della vita, dal viso non segnato. il primo busto eseguito da Donatello è appunto un reliquiario di questo gene È questa la sfida che Donatello dovette affrontare soprattutto nel rappresen re, eseguito nel 1422 per contenere il teschio di un santo protocristiano, Ros tare un tema fondamentale dell'arte cristiana, la Vergine con il -Bambino. Su sore (20). Al santo vissuto in un'epoca remota Donatello attribuì un volto pieno questo soggetto lo scultore si adegua alla dottrina del decoro rappresentativo, di vigore, i cui lineamenti sono forse ispirati a un autoritratto, perché corri attribuendo alla Madonna tutti i caratteri della bellezza, sul modello dei volti spondono all'unica immagine contemporanea che ci sia rimasta di Donatello, idealizzati incontrati nella statuaria mitologica grecoromana. Tuttavia il viso quella che si trova su un cassone dipinto oggi al Louvre. della Madonna non appare sempre con un'esptessione serena: più spesso si Quello che può essere considerato il primo vero busto ritratto del Rinasci nota il turbamento dovuto al presentimento della futura Passione del Figlio. mento fu probabilmente realizzato entro il decennio successivo, perché il sog Donatello evita però le interpretazioni sentimentali del soggetto che pre getto era un patrizio fiorentino, Niccolò da Uzzano, che morì nel 1432 (21 ). valgono -con effetti che arrivano al lezioso -nella scultura fiorentina rinasci Sembra che il busto sia stato eseguito partendo da un calco del viso, che però mentale a metà del Quattrocento: al contrario ripensa le proprie composizioni non sappiamo se fosse stato eseguito subito dopo la morte o durante la vita (che oggi sono riconosciute essere piuttosto numerose) partendo da zero. Pur del modello. non avendo figli, è chiaro che lo scultore amava osservare i figli altrui; deve Un tempo i prototipi del ritratto rinascimentale erano individuati nei busti aver spesso visto madri giovani e graziose accarezzare i figli, e talvolta inter marmorei eseguiti tra il 1450 e il 1460 da Mino da Fiesole (Piero il Gottoso rompersi perché distolte da qualche preoccupazione. Ogni volta che lo scul- IG 17 "proto-piranesiana"; quando ebbe occasione di rifare lo stesso soggetto Dona tor' lratt;i qu sto tema consacrato, e tanto spesso usurato, da un lunga tello non cadde nel medesimo errore, passando a una rappresentazione rav lradizion , lo la con un senso immediato, fotografico, dell'immagine attuale, vicinata, con figure di grandi dimensioni, mentre la cornice architettonica viene che non può non calamitare l'attenzione dell'osservatore. opportunamente modificata per adeguarla alla scena (23). Nella Madonna di Berlino-Dahlem (16) l'artista coglie il senso di esclusiva vicinanza che lega la madre e il bambino, accostandoli fisicamente l'uno al L'Ascensione di Cristo dopo aver affidato le chiavi a San Pietro (36) e l'As l'altra, naso contro naso, occhi negli occhi, mentre l'agitazione emotiva del sunzione della Vergine (37) risalgono probabilmente al decennio 1420-30, quan do Donatello trascorse qualche tempo a Pisa, contemporaneamente a Masaccio. momento è espressa dalla mano della Vergine che mentre sorregge il Bambi I due artisti erano entrambi interessati a rendere più convincenti le proprie no lo schiaccia quasi contro di sé, con un gesto carico di energia e di imme rappresentazioni con l'introduzione della prospettiva e costituendo gruppi di diatezza. In altri casi il Bambino appare assorto nei suoi pensieri (30); oppure figure fortemente modellate dal gioco di luci ed ombre. In entrambe le scene madre e bambino mostrano entrambi di reagire a un terzo personaggio, che è poi l'osservatore (31); o Maria adora il Bambino in fasce, che per suo conto troviamo una peculiare innovazione costituita dalla totale mancanza di ele menti architettonici che accentuino l'impressione visiva della distanza: Dona sembra del tutto ignaro e inconsapevole della reverenza manifestata dalla ma tello si serve invece di un effetto molto più caratteristico della pittura, la dre, e gioca con le dita o il velo di lei (53, 54). Di tanto in tanto assistono alla cosiddetta prospettiva aerea, ispirata al principio secondo cui le cose quanto scena degli osservatori in forma di cherubini, che manifestano emozioni di più lontane sono, tanto meno appaiono distinte. Quindi sugli alberi che si tro carattere umano: così nell'Annunciazione in Santa Croce (52), dove la Madon vano in primo piano Donatello scolpisce il dettaglio delle singole foglie, men na ha l'aspetto più maestoso rispetto ad altre rappresentazioni create da Do- ì .: natello; oppure nel Tondo Che/lini, dove l'atmosfera è quanto mai intima e tre per gli alberi di cui vuol indicare la lontananza si limita a tracciar-e le'Vi striature nella massa generica del fogliame. ~::-·piena d'incanto (68). · ·In più di un caso lo scultore esprime la totale vulnerabilità del Bambino, Nell'Assunzione Donatello adotta alla lettera una prospettiva aerea, perché che si succhia un dito per rassicurarsi mentre la madre protettiva lo abbraccia la Madonna è sorretta all'interno della mandorla da uno stuolo di putti colti in volo a mezz'aria: qui sono i banchi di nuvole a indicare quali sono i putti premurosa con entrambe le mani: per esempio nelle Madonne di Verona e di via Pietrapiana (64, 67). più vicini, e quali invece i più lontani e quindi appunto velati dalle nubi. Spesso i rilievi sono di ardua lettura quando sono in una posizione fissa e scar samente illuminati. Le gradazioni dell'intaglio sono talmente lievi, e talmente sottile l'alternanza tra superfici più o meno sporgenti, che per giudicarle me I Rilievi glio occorre una luce morbida e radente, e meglio ancora se si può tenere il pannello in mano e spostarlo, come avviene con i rilievi di piccole dimen Nel secondo e terzo decennio del Quattrocento, Donatello fu tra i primissimi sioni, per esempio le Madonne, destinate alla devozione privata. a introdurre la prospettiva lineare nella scultura in rilievo. Aveva visto che In origine forse la leggibilità dei rilievi era sottolineata da tocchi di colore: quanto più leggero era l'intaglio del rilievo, quanto più vicine rimanevano le per esempio l'azzurro del cielo o la doratura degli ornamenti. Negli intagli mar figure al piano frontale originario della lastra di marmo, tanto più facile era morei era normale colorare i particolari, come sappiamo dai documenti d'e creare una sorta di scena che fosse convincente, e animarla con figure realiz poca, ma quando la policromia era stata ormai oscurata dal fumo delle candele, zate con lo scalpello usato quasi come se fosse stato una penna con cui trac molto spesso era stata rimossa con la pulitura, insieme allo sporco vero e pro ciare un disegno sulla carta. Lo scultore deve aver fatto molti esperimenti, forse in scala ridotta, con placche su cui raffigurava la Madonna col Bambino prio; ciò è avven~o soprattutto tra la fine dell'Otto e i primi del Novecento, ecc., prima di riuscire a scolpire la serie geniale di opere compiute alle quali quando si riteneva che questi rilievi dovessero in effetti essere di un puro co è affidata la sua fama. Il rilievo con San Giorgio e il drago (8), che narra la lor bianco fin nelle intenzioni dell'autore. storia della statua che lo sovrasta, in Orsanmichele, è quello in cui la tecnica In seguito Donatello eseguì alcuni rilievi su scala monumentale, destinati della prospettiva lineare è meno perfezionata (infatti il portico a destra non agli otto tondi della Sacrestia Vecchia in San Lorenzo. Questa era stata co sembra sporgere in modo molto convincente). Un pannello eseguito forse una struita dal Brunelleschi come mausoleo per Giovanni di Bicci de' Medici e per la moglie. Sembra che nel 1428 la costruzione fosse terminata, mentre il com decina d'anni più tardi, il Banche/lo di Erode a Lilla (32), costituisce l'esempio mittente morì nel 1429. Contrariamente alle aspettative, e forse solo perché più completo e ortodosso di una scena realizzata da Donatello in prospettiva, Donatello si trovava a Roma insieme al suo socio Michelozzo, il sarcofago fu e si adegua rigorosamente ai concetti compositivi che Leon Battista Alberti scolpito dal Buggiano, uno scultore minore che il Brunelleschi proteggeva. Forse avrebbe poi esposto nel De Pictura del 1435. Tuttavia il senso drammatico quando Donatello tornò a Firenze nel 1433 avrebbe potuto cominciare a la- della scena si attenua alquanto nella cornice di una fantasia architettonica 19 vorare ai tondi, ma i Medici vennero banditi dalla città per un anno: è quindi assorti in una discussione, addirittura in una disputa, talvolta mentre si allon più verosimile che lo scultore abbia dato inizio all'opera solo dopo il 1434, tanano in uno scatto di nervi. È sbalorditivo osservare quanta varietà riesca anno del loro trionfale rientro in città. Dal 1433 in poi i Medici cedettero in a introdurre, in un tema potenzialmente tanto prosaico, l'immaginazione di affitto a Donatello una vecchia locanda a un costo minimo, poiché i locali si un grande artista. trovavano sull'area dove sarebbe poi sorto il loro nuovo palazzo, ed è questa Quando perciò verso il 1445-50 Donatello ricevette l'incarico di eseguire i la data in cui probabilmente l'artista dette inizio al lavoro. pannelli della predella dell'altar maggiore del Santo, a Padova, raffiguranti 1 quattro tondi sulle lunette delle pareti mostrano gli Evangelisti seduti allo i Miracoli di Sant'Antonio (63b), l'artista aveva dietro di sé l'esperienza di un'in scrittoio e intenti a scrivere i vangeli: sono rappresentati come pescatori quali tera vita di lavoro. Su uno sfondo materialmente poco profondo, ma che al di fatto erano, con lineamenti rudi e capelli spettinati, senza nessuna idealiz l'occhio appare cavernoso, un insieme di strutture architettoniche di una zazione. Ciascun personaggio è accompagnato dal simbolo che lo caratteriz complessità degna di Piranesi, lo scultore riesce a riunire folle eccitate di spet za; solo l'elegante ornamentazione all'antica dei troni e degli scrittoi ne afferma tatori che si accalcano intorno ai punti focali dei miracoli, proprio come fa. l'altezza spirituale, oltre a indicare con precisione il periodo storico a cui ap rebbe oggi un regista di cinema o di teatro. Le loro reazioni sono rivelate dai partengono. movimenti e dai gesti, il che rende i miracoli insieme più emozionanti e più Sui quattro tondi nei pennacchi è trattato il tema della Vita di San Giovanni accessibili all'osservatore. I quattro pannelli costituiscono uno dei maggiori Evangelista. Per ambientare tre di questi episodi Donatello adotta gli effetti cicli narrativi del Quattrocento: forse questo giudizio non è generalmente con prospettici di sotto in su, così da suggerire profondità notevoli nei tondi, quasi diviso, poiché il tempo ha oscurato l'originaria luminosità delle superfici do come se lo spettatore guardasse attraverso una vera finestra circolare nello rate, del metallo lucidato, il che rende arduo leggere o fotografare i pannelli spazio ulteriore, in un regno celeste dell'immaginazione. Quanto mai notevo come meriterebbero. le è la sala cavernosa in cui si svolge la Resurrezione di Drusiana: è una rico Altrettanto si può dire dell'ultima serie di rilievi eseguita da Donatello sui struzione molto precisa di antiche terme romane, ricavata dagli studi delle Pulpiti gemelli di San Lorenzo (82). È probabile che in origine essi fossero de rovine che Donatello aveva compiuto insieme a Brunelleschi quando entram stinati a una collocazione diversa, più vicina all'occhio dello spettatore e in bi erano studenti a Roma. Donatello traccia per prima cosa l'ambiente archi buona luce: addirittura i pannelli di forma quasi quadrata potrebbero essere tettonico, con lame diritte, compassi e coltelli taglienti, intagliando sempre stati progettati per la porta occidentale della cattedrale di Siena (un progetto più a fondo lo stucco morbido in strati successivi poco profondi per indicare non realizzato al quale Donatello lavorò per due anni tra il 1457 e il 1459, l'arretramento della scena. e per il quale secondo i documenti produsse alcuni modelli in cera). A Siena Quindi lo scultore popola i suoi palcoscenici con figure drammaticamente le scene sarebbero state ben visibili ed esposte alla limpida luce del giorno: mosse. Come gli Evangelisti, anche queste figure vengono modellate con grande a San Lorenzo, oscurate dal tempo, sono invece praticamente invisibili, se non energia e rapidità. Lo stucco umido veniva premuto intorno a capocchie di da una impalcatura e con luci da fotografo. chiodi che sporgevano dallo sfondo, per facilitarne l'adesione alle superfici che Alcuni hanno proposto che i pannelli più piccoli della cantoria nord potreb rispetto all'asse verticale sono inclinate di 45 gradi, con la forza di gravità con bero essere stati progettati come elementi di un elaborato sepolcro per Cosi traria allo scultore. Si tratta di una tecnica molto immediata e che precorre mo il Vecchio (morto nel 1464), mai tradotto in realtà. Comunque stiano le per molti aspetti la scultura figurativa del XX secolo: in questo modo il senso cose, la serie di episodi della Passione di Cristo è un documento di straordina drammatico e la vitalità della scena appaiono con molta maggior evidenza ria potenza del fervore religioso di Donatello in un'età molto avanzata, quasi che se le figure fossero state portate meticolosamente a termine. alle soglie della morte: uno scultore che avrebbe dovuto essere in uno stato La stessa impostazione di carattere "espressionista" poteva essere usata an di progressivo indebolimento fisico riesce a trovare l'energia sufficiente a mo che quando si trattava di modellare la cera in previsione della fusione in bronzo. dellare la cera su un vassoio che si tiene davanti, o sulle ginocchia, perfino Le figure di santi e martiri sulle coppie gemelle di porte in bronzo realizzate quando è costretto a stare a letto. Fatto caratteristico, Donatello si accosta per le piccole sacrestie accanto alla Sacrestia Vecchia (48) emergono dallo sfon a ciascun episodio partendo da zero, ignorando l'iconografià tradizionale (per do neutro e lucido dei pannelli proprio per la ruvidezza con cui sono plasma esempio nella Resurrezione, dove Cristo appare come uno spettro avvolto nel te, per la sottolineatura dei contorni ottenuta martellando, premendo o sudario che faticosamente emerge dal sepolcro, e non come una figura ma raschiando le superfici metalliche, e anche qui l'osservatore ne ricava un'im schile idealizzata e seminuda, in piedi in posizione centrale e di fronte, in at pressione di attualità. Invece di essere disposti in coppie simmetriche, armo teggiamento di chi trionfa senza sforzo sulla morte). nicamente collocate nelle cornici decorate, questi personaggi religiosi ricevono li tumulto spirituale di Donatello, provocato dal senso della propria morte da Donatello caratteri significativamente personali: lo scultore li rappresenta che si avvicinava inesorabile -l'artista aveva ormai più di 75 anni · e dalla 20 dipartita dell'amico e mentore di un'intera esistenza, Cosimo, si comunica im CATALOGO DELLE OPERE mediatamente a noi, attraverso il modellato nervoso -per quanto energico -delle figure, e l'intensità delle loro espressioni facciali. li vecchio scultore la vorava con rapidità e sicurezza: la relativa mancanza di rifinitura è un ele mento deliberatamente calcolato che concorre all'effetto generale. Se ne ricava un'impressione di immediatezza e di urgenza, come se l'artista chiamasse a raccolta tutta l'energia che possiede, e che sente affievolirsi, per concentrarsi per intero al servizio di una vivida immaginazione e riuscire a completare il ciclo della Passione, un attestato della propria fede, mentre sentiva avvicinar si la morte, che commuove profondamente.

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