BOMPIANI Il PeNsIerO OccIdeNtAle Direttore GIOvANNI reAle vOltAIre dIzIONArIO fIlOsOfIcO INteGrAle Testo francese a fronte A cura di Riccardo Campi e Domenico Felice BOMPIANI Il PeNsIerO OccIdeNtAle Direttore editoriale Bompiani Elisabetta Sgarbi Direttore letterario Mario Andreose Editor Bompiani Eugenio Lio ISBN 978-88-452- © 2013 Bompiani/RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano Realizzazione editoriale: Alberto Bellanti – Milano I edizione Il Pensiero Occidentale dicembre 2013 Sommario INTRODUZIONE di Riccardo Campi I. Sarebbe arduo e arbitrario indicare nella ciclopica e multiforme opera di Voltaire – composta di tragedie e trattati di divulgazione scientifica, di brevi ro- manzi satirici e prolissi poemi epici, di odi e commenti biblici, di storie univer- sali e velenosi libelli, di galanti poesie d’occasione e saggi filosofici (per tacere dello sterminato epistolario) – un testo in grado di offrire una sintesi organica e ordinata del suo pensiero. L’impressione che l’opera voltairiana lascia in chi si avventuri ad esplorarla un po’ (rari devono essere coloro che hanno intrapreso, e condotto a termine, la lettura integrale dei cinquantadue tomi delle Œuvres complètes de Voltaire secondo l’edizione ottocentesca di Louis Moland) è quella di trovarsi in presenza di un «caos di idee chiare», come è stato detto con una formula divenuta col tempo un cliché stancamente ripetuto e usurato, degno ormai di figurare nello sciocchezzaio di Flaubert. Con tale motto, che – c’è da supporre – voleva essere arguto e irriverente, Émile Faguet, che lo coniò, ha di fatto descritto con precisione il sentimento ambiguo – tra l’ammirazione e lo sconcerto – che a lungo un’opera come quella di Voltaire ha suscitato, e tuttora continua a suscitare, in molti storici della filosofia. Agli occhi di costoro, la ma- niera disordinata con cui Voltaire passa da un argomento all’altro (oltre che da un genere di scrittura all’altro), la rapidità e la leggerezza con cui liquida seco- lari problemi – o, viceversa, l’ostinazione con cui ritorna su certi altri, riaprendo continuamente la discussione –, la disinvoltura con cui modifica e rettifica le proprie opinioni, la sfrontatezza con cui si contraddice, nonché il suo dichiara- to disprezzo per quello che all’epoca veniva chiamato esprit de système, vanifi- cano (o quasi) ogni tentativo di ordinare organicamente in un quadro dottrinale ben definito e coerente il suo pensiero multiforme e sovente contraddittorio. Non c’è da sorprendersi, dunque, se Voltaire stesso non ha lasciato alcun testo che possa essere considerato come una summa in cui si trovino compendiati i diversi e disparati aspetti del suo pensiero. Tuttavia, proprio il Dizionario filosofico – filologicamente spurio, ma intera- mente autentico1, di cui si presenta qui la prima traduzione italiana moderna in- tegrale – è, se non fosse per la sue dimensione scarsamente maneggevoli, quan- to di più prossimo a un compendio del pensiero voltairiano il lettore disponga: nelle centinaia di voci di varia lunghezza e consistenza che lo costituiscono si trova (o, piuttosto, si ritrova) la maggior parte delle idee che Voltaire ha me- ditato, soppesato, discusso, contestato, rimuginato per più di cinquant’anni, 1 Cfr. infra la Nota editoriale.
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