Dispense del Corso di Analisi III Corso di Laurea Triennale in Matematica Universit(cid:18)a di Firenze Prof. Rolando Magnanini DIMAI{DipartimentodiMatematicaeInformatica\U.Dini", Universita(cid:18) di Firenze, viale Morgagni 67/A, 50134 Firenze E-mail address: [email protected] Indice Capitolo 1. Complementi 1 x1.1. Limite inferiore e limite superiore 1 x1.2. Cardinalit(cid:18)a e insiemi numerabili 3 x1.3. Decomposizioni di aperti di RN 6 x1.4. Alcuni risultati sulle funzioni convesse 8 x1.5. Estensioni di funzioni continue 12 Esercizi 14 Capitolo 2. La misura di Lebesgue 17 x2.1. Misura di aperti 17 x2.2. Misure esterna ed interna di Lebesgue 20 x2.3. Insiemi limitati misurabili secondo Lebesgue 21 x2.4. Complementare, intersezione e unione 24 x2.5. Insiemi misurabili non limitati 25 x2.6. Esempi notevoli 27 Esercizi 31 Capitolo 3. Spazi e funzioni misurabili 33 x3.1. Spazi misurabili 33 x3.2. Funzioni misurabili 34 x3.3. Approssimazione mediante funzioni semplici 38 x3.4. I tre principi di Littlewood 39 x3.5. Esempi notevoli 42 Esercizi 46 iii iv Indice Capitolo 4. L’integrale di Lebesgue 49 x4.1. Misure positive 49 x4.2. Misure esterne 51 x4.3. Integrale di Lebesgue di funzioni non-negative 54 x4.4. Teorema di Beppo Levi e lemma di Fatou 57 x4.5. Linearit(cid:18)a dell’integrale di funzioni non-negative 59 x4.6. Integrale di Lebesgue di funzioni sommabili 63 x4.7. Il teorema della convergenza dominata 67 x4.8. Il teorema di Fubini-Tonelli 70 Esercizi 79 Capitolo 5. Spazi di Hilbert 83 x5.1. Spazi di Hilbert 83 x5.2. Sistemi ortonormali 87 x5.3. Funzionali lineari 92 Esercizi 96 Capitolo 6. Spazi Lp 97 x6.1. Le disuguaglianze di Jensen, Young, H(cid:127)older e Minkowski 97 x6.2. Gli spazi Lp(X) 100 x6.3. Proiezione su insiemi convessi 105 x6.4. Lo spazio duale di Lp(X) 112 x6.5. Sottoinsiemi densi in Lp(E) e separabilit(cid:18)a 118 x6.6. Approssimazione con funzioni regolari: convoluzioni 121 x6.7. Compattezza in Lp(X) 129 x6.8. Confronti tra convergenze 136 Esercizi 141 Capitolo 7. Funzioni di una variabile complessa 143 x7.1. Richiami di algebra, topologia ed integrazione su curve 143 x7.2. Funzioni olomorfe 148 x7.3. La formula di Cauchy 150 x7.4. Il teorema di Goursat 153 x7.5. Funzioni analitiche 161 x7.6. Singolarit(cid:18)a e serie di Laurent 168 x7.7. Il teorema dei residui 174 x7.8. Successioni di funzioni olomorfe 184 Indice v x7.9. Propriet(cid:18)a topologiche e geometriche 186 Esercizi 193 Bibliogra(cid:12)a 197 Indice analitico 199 Capitolo 1 Complementi 1.1. Limite inferiore e limite superiore Sia fangn2N una successione numerica. Si de(cid:12)niscono allora il limite infe- riore e superiore , rispettivamente con liminfa = sup inf a ; limsupa = inf supa : n n n n n!1 k(cid:21)1n(cid:21)k n!1 k(cid:21)1n(cid:21)k ′ ′′ A volte si usano i simboli lim o lim per il limite inferiore e lim o lim per il limite superiore. Si osservi che le successioni b = inf a e c = sup a k n k n n(cid:21)k n(cid:21)k sono una crescente e l’altra decrescente, per cui si pu(cid:18)o scrivere: liminfa = lim inf a e limsupa = lim supa : n n n n n!1 k!1n(cid:21)k n!1 k!1n(cid:21)k Esempio 1.1.1. (i) Se a = ((cid:0)1)n; allora b = (cid:0)1 e c = 1 per ogni k 2 N n k k e quindi liminfa = (cid:0)1 e limsupa = 1: n n (ii)Sea = ((cid:0)1)n=n;osserviamocheb = (cid:0)1=(2k+1)ec = 1=(2k) n 2k+1 2k e quindi liminfa = limb = limb = 0 e limsupa = limc = limc = n k 2k+1 n k 2k 0: Proposizione 1.1.2 (Caratterizzazione nel caso (cid:12)nito). Sia L 2 R; allora limsupa = L n n!1 se e solo se si veri(cid:12)ca che (i) per ogni " > 0 esiste N tale che a (cid:20) L+" per ogni n (cid:21) N; n (ii) per ogni k 2 N esiste n > k tale che a (cid:21) L(cid:0)": k nk 1 2 1. Complementi Analogamente liminfa = L n n!1 se e solo se si veri(cid:12)ca che (i) per ogni " > 0 esiste N tale che a (cid:21) L(cid:0)" per ogni n (cid:21) N; n (ii) per ogni k 2 N esiste n > k tale che a (cid:20) L+": k nk Dimostrazione. ()) Per ogni " > 0 esiste N tale che c < L+" e quindi N a < L+" per ogni n (cid:21) N: Inoltre L(cid:0)" < L (cid:20) c per ogni k 2 N e quindi, n k per ogni k 2 N esiste n > k tale che a (cid:21) L(cid:0)": k nk (() Se per ogni " > 0 esiste N tale che a (cid:20) L+" per ogni n (cid:21) N n risulta che c (cid:20) L+": Inoltre, se per ogni k 2 N esiste n > k tale che N k a (cid:21) L (cid:0) "; si avr(cid:18)a che c (cid:21) a (cid:21) L (cid:0) " e quindi, se k (cid:21) N; avremo nk k nk L(cid:0)" (cid:20) c (cid:20) c (cid:20) L+"; cio(cid:18)e la tesi. (cid:3) k N Proposizione 1.1.3. Risulta che liminfa (cid:20) limsupa : n n Inoltre, liminfa = limsupa = L se e solo se lima = L. n n n Dimostrazione. La prima a(cid:11)ermazione (cid:18)e ovvia. Dimostriamo la seconda. ()) Se liminfa = +1; allora b ! +1 se k ! +1 e quindi, per ogni n k M; esiste N tale che a (cid:21) b > M per ogni k > N e perci(cid:18)o lima = +1: Si k k n procede analogamente se limsupa = (cid:0)1: n Se invece liminfa = limsupa = L; dalla proposizione precedente, n n per ogni " > 0 esistono N ed N tali che a (cid:20) L+" per ogni n (cid:21) N e 1 2 n 1 a (cid:21) L(cid:0)" per ogni n (cid:21) N : Posto N = max(N ;N ); se n (cid:21) N; avremo n 2 1 2 L(cid:0)" (cid:20) a (cid:20) L+": n (() Per ogni " > 0 esiste N tale che L(cid:0)" (cid:20) a (cid:20) L+" se n (cid:21) N; n dunque L(cid:0)" (cid:20) liminfa (cid:20) limsupa (cid:20) L+": Per l’arbitrariet(cid:18)a di " si n n conclude. (cid:3) Proposizione 1.1.4. Ogni successione ha una sottosuccessione che conver- ge al limite superiore (o inferiore). Dimostrazione. Per ogni sottosuccessione fa g di fa g, si ha nj n limsupa (cid:20) limsupa : nj n D’altra parte, scelto " = 1; esiste n > 1 tale che a > limsupa (cid:0) 1; 1 n1 n scelto " = 1=2; esiste n > n tale che a > limsupa (cid:0)1=2; e cos(cid:18)(cid:16) via; 2 1 n2 n esiste quindi una successione di indici n < n < (cid:1) < n < (cid:1)(cid:1)(cid:1) tali che 1 2 k a > limsupa (cid:0)1=k per ogni k 2 N: Perci(cid:18)o liminfa (cid:21) limsupa : (cid:3) n n n n k k Concludiamo questo paragrafo con alcune de(cid:12)nizioni. Siano A (cid:18) RN; f : A ! R e sia x un punto di accumulazione di A. 0 liminff(x) = lim inf f(x); x!x0 (cid:14)!0+ x2A 0<jx(cid:0)x0j<(cid:14) 1.2. Cardinalit(cid:18)a e insiemi numerabili 3 limsupf(x) = lim sup f(x): x!x0 (cid:14)!0+ x2A 0<jx(cid:0)x0j<(cid:14) Sia fEngn2N una successione di insiemi in RN: Si de(cid:12)niscono ∪1 ∩1 ′ E = liminfE = E ; n k n!1 n=1k=n ∩1 ∪1 ′′ E = limsupI = E : n n n!1 n=1k=n Se E′ = E′′ si dice che la successione fEngn2N converge. 1.2. Cardinalit(cid:18)a e insiemi numerabili Il concetto fondamentale per introdurre la cardinalit(cid:18)a (cid:18)e quello di corrispon- denza biunivoca, cio(cid:18)e di applicazione f : A ! B iniettiva e suriettiva. Due insiemi A e B sono equipotenti (oppure si dice che hanno la stessa cardinalita(cid:18)) se esiste una corrispondenza biunivoca tra A e B. In tal caso si scrive C(A) = C(B): La relazione di equipotenza (cid:18)e una relazione di equivalenza (ri(cid:13)essiva, simmetrica e transitiva) e la cardinalit(cid:18)a di un insieme pu(cid:18)o essere pensata come la classe di equivalenza alla quale esso appartiene. Un caso particolarmente semplice (cid:18)e costituito dagli insiemi (cid:12)niti per i quali la cardinalit(cid:18)a coincide con il numero di elementi dell’insieme. Un insieme (cid:18)e (cid:12)nito se (cid:18)e equipotente a I = f1;2;:::;ng per qualche n n 2 N: L’intero n (cid:18)e allora la cardinalit(cid:18)a dell’insieme. Osservazione 1.2.1. (i) Gli insiemi (cid:12)niti non sono equipotenti a nessun loro sottoinsieme proprio, cio(cid:18)e se A (cid:18)e (cid:12)nito e B (cid:26) A allora C(B) < C(A): (ii) L’insieme delle parti di un insieme di cardinalit(cid:18)a n ha cardinalit(cid:18)a 2n. Un insieme A si dice in(cid:12)nito se non esiste alcun n tale che A sia equi- potente a I . n L’esempio piu(cid:18) semplice di insieme in(cid:12)nito (cid:18)e N. Infatti, se esso fosse (cid:12)nito e B (cid:26) N; allora C(B) < C(N); cio(cid:18)e non esisterebbe alcuna f : B ! N biunivoca. Invece l’insieme 2N dei numeri pari (cid:18)e un sottoinsieme proprio di N e f : N ! 2N tale che f(n) = 2n (cid:18)e biunivoca. Un insieme si dice numerabile se pu(cid:18)o essere messo in corrispondenza biunivoca con N. Si dice che un insieme (cid:18)e al piu(cid:18) numerabile se (cid:18)e numerabile o (cid:12)nito. 4 1. Complementi Osservazione 1.2.2. (i) Ogni sottoinsieme B di un insieme numerabile A (cid:18)e al piu(cid:18) numerabile (B non (cid:18)e altro che una successione estratta da A). (ii) L’unione numerabile di insiemi (cid:12)niti (cid:18)e numerabile. Infatti, se A ;:::;A ;::: sono(cid:12)niti, possiamode(cid:12)nire tra laloro unione 1 n e N la corrispondenza biunivoca A $ f1;(cid:1)(cid:1)(cid:1) ;n g; A $ fn +1;(cid:1)(cid:1)(cid:1) ;n + 1 1 2 1 1 n g;(cid:1)(cid:1)(cid:1) : 2 Esempio 1.2.3. Q (cid:18)e un insieme numerabile. E(cid:18) chiaro che basta dimostrare che l’insieme dei razionali positivi (cid:18)e nu- merabile. (i) Ogni numero razionale positivo r si pu(cid:18)o scrivere nella forma r = m n con m e n interi primi tra loro. De(cid:12)niamo l’altezza di r, con h(r) = m+n. Per ogni k naturale esistono al piu(cid:18) k (cid:0) 1 razionali con altezza k, quindi l’insieme dei numeri razionali positivi (cid:18)e unione numerabile di insiemi (cid:12)niti. (ii) Un’altra dimostrazione (cid:18)e quella illustrata in (cid:12)gura. 1 2 3 4 5 . . . denominatore = 1 denominatore = 2 1/2 3/2 5/2 7/2 9/2 . . . denominatore = 3 1/3 2/3 4/3 5/3 7/3 . . . denominatore = 4 1/4 3/4 5/4 7/4 9/4 . . . . . . . . . . . . . Figura 1. Processo di diagonalizzazione. Proposizione 1.2.4. Se A (cid:18)e un insieme numerabile, l’insieme S delle A successioni (cid:12)nite di elementi di A (cid:18)e numerabile. Dimostrazione. Sia A = fajgj2N; allora SA = f(aj1;:::;ajk); k 2 N; aji 2 Ag: Siafp ;p ;:::;p ;:::glasuccessionedeinumeriprimi. Associamol’inte- 1 2 n ropj1pj2(cid:1)(cid:1)(cid:1)pjk adogni(a ;:::;a ) 2 S :Talecorrispondenza(cid:18)ebiunivoca. 1 2 k j1 jk A (cid:3) Corollario 1.2.5. Le coppie ordinate di numeri naturali sono un insieme numerabile. Quindi Q (cid:18)e numerabile. 1.2. Cardinalit(cid:18)a e insiemi numerabili 5 Proposizione 1.2.6. L’unione di una in(cid:12)nit(cid:18)a numerabile di insiemi nume- rabili (cid:18)e numerabile. Dimostrazione. Si usa il processo di diagonalizzazione sulla lista: A = fa ;a ;a ;:::;a ;:::g; 1 11 12 13 1n A = fa ;a ;a ;:::;a ;:::g; 2 21 22 23 2n A = fa ;a ;a ;:::;a ;:::g; 3 31 32 33 3n (si contano prima gli elementi a con i+j=2, poi quelli con i + j = 3 e ij cos(cid:18)(cid:16)via). (cid:3) Esempio 1.2.7 (Cantor). Gliinsiemiin(cid:12)nitinonsonotuttinumerabili: per esempio l’intervallo (0;1) non (cid:18)e numerabile. Infatti, se fosse numerabile si potrebbero elencare i suoi elementi, scri- vendoli in forma decimale: x = 0;a a a ::: 1 11 12 13 x = 0;a a a ::: 2 21 22 23 x = 0;a a a ::: 3 31 32 33 doveglia sononumeriintericompresitra0e9. Ilnumerox = 0;a a a ::: ij 1 2 3 con a = 1 se a (cid:18)e pari e a = 2 se a (cid:18)e dispari, non (cid:18)e compreso nella j jj j jj successione perch(cid:19)e (cid:18)e diverso da tutti quelli elencati. Si dice che (0;1) ha la potenza del continuo. Osservazione 1.2.8. Anche R e (0;1)N hanno la potenza del continuo. Esistonoinsiemiconcardinalit(cid:18)aancoramaggiore(C(A) (cid:20) C(B)seesiste una applicazione f : A ! B iniettiva). Proposizione 1.2.9. Sia P(X) l’insieme delle parti di X. Allora C(X) < C(P(X)): Dimostrazione. Bisogna dimostrare che esiste una applicazione f : X ! P(X) iniettiva, ma non ne esiste una g : P(X) ! X biunivoca. La costruzione di f (cid:18)e banale basta prendere f : x 7! fxg. Supponiamo che esista g. Sia A = fx 2 X : x 2= g(cid:0)1(x)g. Siccome A 2 P(X), sia a = g(A). Se a 2 A, allora a 2= g(cid:0)1(a) = A, che (cid:18)e assurdo. Lo stesso, se a 2= A = g(cid:0)1(a), allora a 2 A che (cid:18)e ancora assurdo. (cid:3)
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