L’ESALTAZIONE DELLO SPIRITO V3 r\ /-A ( Vi/t MITI GRECI 2 Dioniso Uesaltazione dello spirito a cura di Roberto Mussapi COBBIEBE BEILA SEBA Grandi miri greci Collana a cura di Giulio Guidorizzi Published by arrangement with The Italian Literary Agency Voi. 2 — iDioniso ©2018 Out ofNowhere S.r.l., Milano © 2018 RCS MediaGroup S.p.A., Milano E vietata la riproduzione dell’opera o di parte di essa, con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’editore. Tutti i diritti di copyright sono riservati. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge. Edizione speciale per il “Corriere della Sera” pubblicala su licenza di Out of Nowhere S.r.l. Il presente volume deve essere venduto esclusivamente in abbinamento al quotidiano “Corriere della Sera" CORRIERE DELLA SERA STORIE n. 2 del 16/1/2018 Direttore responsabile: Luciano Fontana RCS MediaGroup S.p.a. Via Solferino 28, 20121 Milano Sede legale: via Rizzoli 8, 20132 Milano Reg. Trib. N. 28 del 25/01/2010 ISSN 2038-0844 Responsabile area collaterali Corriere della Sera: Luisa Sacchi Editor: Martina Tonfoni Il racconto del mito di Roberto Mussapi Variazioni sul mito di Salvatore Renna Concept e realizzazione: Out of Nowhere S.r.l. Progetto grafico e impaginazione: Marco Pennisi & C. S.r.l. Coordinamento editoriale e redazione: Flavia Fiocchi Si ringrazia Salani Editore Indice Introduzione i di Giulio Guidorizzi Il racconto del mito 15 di Roberto Mussapi Genealogia 92 Variazioni sul mito 97 di Salvatore Renna Antologia 137 Per saperne di più 157 Introduzione Dioniso è il dio che porta l ’uomo al di fuori di se stesso; il dio delle danze estatiche durante le quali le sue fedeli, le menadi (o “pazze”), danzano sino a perdere la coscien za, entrano in trance e in quello stato sperimentano che nel loro corpo esiste qualcosa di possente e divino: non davanti a loro, ma proprio dentro di loro. Una forma di follia, di divina follia di cui Dioniso è l’autore: la cosa davvero sorprendente è che Dioniso non è il dio della fol lia, ma un dio folle lui stesso. Una religione che ha imma ginato un dio folle! Ciò significa che, in certe forme di pazzia, si è vista una manifestazione divina. Dioniso in fatti ha conosciuto questo abisso della mente: si racconta infatti che Hera, gelosa, lo avesse reso pazzo, e che il dio fanciullo fosse stato poi curato da Gea, la grande madre Terra; che gli insegnò le danze estatiche. Da allora, Dio 7 GRANDI MITI GREC niso viaggia per il mondo con il suo seguito di Satiri e menadi e, tra la musica assordante di flauti e tamburelli, offre ai suoi iniziati la grazia della divina follia. Ma c’è follia e follia. Quella di Dioniso è una follia sacra, che permette di dimenticare i dolori e uscire dal penoso limite che ogni essere umano vive: essere chiuso dentro il pro prio corpo e la propria mente, separato dagli altri, lonta no dalla natura. I seguaci di Dioniso spezzano, danzando, queste barriere, entrano in contatto con il Tutto, dimenti cano se stessi e ì propri mali, sentono che non vi è diffe renza tra loro e che niente li divide dalla natura, dagli animali, dagli altri uomini. Come animali inseguono pre de, le sbranano a mani nude in rituali sanguinosi, scaval cano ogni barriera, sprofondano nel grande abbraccio della natura. La seconda via attraverso la quale Dioniso offre agli uo mini una forma di oblio è il vino. Dio civilizzatore, fu infatti lui a inventare il nettare dell ’uva e a donarlo all ’u- manità, e fu un dono prezioso perché, come dice Euripi de nelle Baccanti, «il vino, rimedio al dolore, e se non esiste il vino non esiste più nemmeno l’amore, né agli uomini resta alcuna altra gioia». Il Dioniso del vino è un dio civilizzato, diverso dal selvaggio demone della danza estatica che si celebra sui monti, che proprio al centro 8 DIONISO della città ha creato un altro sistema grazie al quale l ’uomo possa uscire e poi rientrare in se stesso: il teatro. Nell Atene classica, tragedia e commedia si mettevano in scena per tutta la città proprio durante le feste in onore di Dioniso: il dio dalle infinite forme, dagli infiniti ma scheramenti, che mettono l’uomo di fronte al problema della propria identità. Tra le divinità greche, Dioniso è il solo che conosce la morte e la rinascita: nato dalla prin cipessa Semele e da Zeus, si raccontava che la madre non avesse portato a termine la gravidanza a causa dell’inganno di Hera, la quale aveva indotto la giovane a chiedere all’amante divino di comparirle nella stessa forma con cui compariva a Hera. Ma uno sguardo mor tale non può posarsi impunemente su un dio: Zeus si mo strò lampeggiante tra folgori e saette, e Semele venne bruciata. Dalle ceneri della madre fulminata, Zeus estrasse il feto e portò a compimento la gestazione cu cendo il bambino nella propria coscia (in una sorta di utero maschile) finché non fosse pronto per venire alla luce. In seguito, Dioniso volle scendere nell 'Ade per ri condurre alla vita la madre. Un mito racconta infatti che Dioniso fosse passato attraverso le acque nere del lago di Lerna - un lago senza fondo che dava accesso al re gno dei morti - sulle cui rive ogni anno, per commemo 9 GRANDI MITI GRECI rare quell ’evento, uomini e donne si radunavano di notte chiamando a gran voce il ritorno del dio, con canti e suoni di trombe. Si diceva che lì Dioniso fosse morto un’altra volta. Le versioni orfiche del mito infatti parlano di una morte di Dioniso - che in questo caso veniva chia mato Dioniso Zagreo (“il Cacciatore di prede selvati che”): mentre il dio bambino stava giocando con i suoi balocchi infantili (una trottola, una palla e altri piccoli oggetti) i Titani lo circondarono, fecero a pezzi e brucia rono; da quelle ceneri nacque il genere umano. Zeus pu nì i Titani relegandoli nel Tartaro e fece rinascere il fi glio. Per questo suo rapporto con la morte e la resurre zione, Dioniso era anche il dio iniziatico: chi veniva ini ziato ai suoi misteri poteva sperare in una eternità di luce e beatitudine dopo la morte. Secondo Nietzsche, Dioniso rappresenta il potere della musica e dell’istinto vitale,, l’irrazionale vitalistico e istintivo, contrapposto alla severa e solare razionalità di Apollo. Questa rifles sione ha come oggetto la natura dell 'anima, più che esse re un dato di storia religiosa. Secondo la mitologia, in fatti, Dioniso non si contrappone ad Apollo: le due divi nità avevano anzi culti in comune, a Delfi. Lì Dioniso veniva venerato d’inverno - quando si diceva che Apollo emigrasse in un’altra regione, in Licia, nella ricca città 10 DIONISO di Patara - e allora si celebravano ipiù importanti riti, a cui partecipavano donne da tutta la Grecia, per festeg giarlo con danze sulle vette del monte Parnaso, davanti a un antro chiamato “coricio”. Certamente, Dioniso appa re come una divinità vicina alla sfera delle emozioni umane, un dio in un certo senso “popolare” e non aristo cratico come gli splendidi sovrani dell ’Olimpo omerico. Perciò il suo legame con le feste e i rituali di tutta la Grecia era molto forte. Dioniso in questo senso è davve ro un dio «terribile e dolcissimo», come lo definisce il pur scettico Euripide nelle Baccanti. Un dìo che nella sua complessità e nelle sue contraddizioni rappresenta uno degli aspetti più misteriosi e originali del paganesi mo antico. 11
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