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Dinamica molecolare ab initio dell'imidazolo in acqua Ab initio molecular dynamics of imidazole in PDF

58 Pages·2017·1.75 MB·Italian
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Scuola di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Chimica Curriculum Scienze Chimiche ab initio Dinamica molecolare dell’imidazolo in acqua Ab initio molecular dynamics of imidazole in water Relatore: Gianni Cardini Correlatore: Marco Pagliai Candidato: Giada Funghi Anno Accademico 2016/2017 Indice Introduzione 5 1 Cenni teorici 7 1.1 Teoria del funzionale della densit(cid:224) . . . . . . . . . . . . . . . 7 1.1.1 Approssimazioniperilfunzionalediscambio-correlazione 10 1.2 Dinamica Molecolare ab initio . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 1.2.1 Dinamica molecolare Car-Parrinello. . . . . . . . . . . 14 1.3 Funzione di distribuzione radiale . . . . . . . . . . . . . . . . 16 1.4 Trasformata wavelet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 1.5 Funzione di correlazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 2 Dettagli di simulazione 21 2.1 Molecola di imidazolo isolata . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2.2 Molecola di imidazolo con due molecole di acqua . . . . . . . 23 2.3 Simulazione dinamica molecolare Car-Parrinello . . . . . . . . 24 3 Analisi dati 27 3.1 Analisi strutturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 3.1.1 Funzioni di distribuzione radiale a coppie . . . . . . . 27 3.1.2 Dinamica del legame a idrogeno . . . . . . . . . . . . . 37 3.1.3 Spazio con(cid:28)gurazionale del legame ad idrogeno . . . . 41 3.1.4 Evoluzione del legame ad idrogeno nel tempo . . . . . 42 3.2 Analisi vibrazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 3.2.1 Densit(cid:224) degli stati vibrazionali . . . . . . . . . . . . . 47 3.2.2 Analisi wavelet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 4 Conclusioni 53 3 4 INDICE Introduzione La molecola di imidazolo, e piø in generale l’anello imidazolico, riveste parti- colareimportanzaincampobiologico(adesempioŁpresentenell’amminoaci- doistidinaenellebasiazotatepuriniche,comel’adenina)[1],farmacologico[2] e tecnologico (ad esempio come agente anticorrosivo) [3, 4]. Figura 1: Forma neutra e forme ioniche dell’imidazolo Da un punto di vista chimico, l’imidazolo Ł un eterociclo aromatico in cui sono presenti due atomi di azoto che sono coinvolti in di(cid:27)erenti legami chimici, come mostrato in Figura 1. La presenza di questi due atomi di azoto conferisce alla molecola interessanti caratteristiche chimiche. Infatti, la molecola ha propriet(cid:224) an(cid:28)protiche, in quanto NH pu(cid:242) cedere H+ mentre N libero pu(cid:242) mettere in compartecipazione il suo doppietto e formare, ad esempio, la specie protonata. Le strutture dell’imidazolo in cui ha perso o accettato un protone sono riportate in Figura 1. Pertanto l’imidazolo libero Łunabaseorganicamoderatamenteforte(pK 7.0)epu(cid:242)anchecomportarsi a come acido debole (pK 14.5). Sia il catione che l’anione hanno strutture a simmetriche delocalizzate. A pH (cid:28)osiologico di circa 7.4, si riscontrano con- centrazioni apprezzabili sia della specie protonata che di quella neutra: per questo motivo, nei siti attivi degli enzimi sono presenti sia la forma che pu(cid:242) agire da acido, sia quella che pu(cid:242) agire da base [1]. Data l’importanza del ruolo ricoperto dall’imidazolo negli scambi pro- tonici in ambiente biologico, Ł fondamentale studiarne il comportamento in soluzione acquosa. PoichŁ la molecola di imidazolo nella forma neutra pu(cid:242) agire sia da accettore di legame ad idrogeno che da donatore, Ł particolar- mente importante lo studio di questa specie. Tuttavia si deve ricordare che a pH neutro la presenza delle due specie Ł equiparabile, per cui uno studio completodovrebbeanalizzareancheilcomportamentodellaspecieprotonata [1]. 5 6 INDICE Per descrivere accuratamente l’interazione di tipo legame ad idrogeno vengonousualmenteimpiegatimetodicomputazionalichesibasanosucalcoli quantomeccanici, cos(cid:236) da considerare e(cid:27)etti di polarizzazione e trasferimen- to di carica. Per studiare propriet(cid:224) strutturali, dinamiche e spettroscopiche dell’imidazolo in acqua sono state eseguite simulazioni di dinamica moleco- lare ab initio [5], con il metodo Car-Parrinello [6]. In queste simulazioni il potenziale di interazione tra le particelle Ł calcolato nell’ambito della teoria del funzionale densit(cid:224) [7]. Le simulazioni consentono di seguire l’evoluzione nel tempo dell’interazione di tipo legame ad idrogeno permettendo di otte- nere informazioni anche sulla dinamica e non solo sulle propriet(cid:224) strutturali e spettroscopiche per selezionate forme limite. Inoltre, Ł stato recentemente osservato [8] che altri eterocicli aromatici in acqua possono dare luogo ad interazioni di tipo OH···π, che sono descritte con maggiore accuratezza introducendo le correzioni per le iterazioni di tipo van der Waals in simulazione. Pertanto le simulazioni CPMD sono state condotte anche aggiungendo queste correzioni [9]. Lo studio condotto ha consentito di ricavare una serie di interessanti informazioni riguardo l’e(cid:27)etto di queste interazioni deboli sulle propriet(cid:224) strutturali e dinamiche dell’imi- dazolo nella forma neutra in acqua, ed in generale ha mostrato un notevole accordo con recenti misure di scattering di neutroni [10]. Capitolo 1 Cenni teorici 1.1 Teoria del funzionale della densit(cid:224) Lo studio di sistemi molecolari mediante metodi computazionali pu(cid:242) essere eseguito impiegando piø livelli di teoria. Uno dei primi approcci per deter- minare propriet(cid:224) strutturali e spettroscopiche di molecole Ł stato quello di Hartree-Fock. PoichŁ la teoria di Hartree-Fock sottostima la correlazione elettronica[7, 11, 12, 13], non si ottiene un’accurata descrizione di una serie di propriet(cid:224) molecolari. Per sopperire al problema della non corretta considerazione della corre- lazione elettronica, la determinazione delle propriet(cid:224) di sistemi molecolari pu(cid:242) essere ottenuta impiegando metodi post-Hartree-Fock (come ad esempio MP2, Coupled Cluster, etc.) che richiedono maggiori risorse computazionali o, in alternativa, il metodo della teoria del funzionale densit(cid:224) (DFT) che richiede minori risorse computazionali dei metodi post-Hartree-Fock. NelmetodoDFTlagrandezzafondamentalenonŁpiølafunzioned’onda come in Hartree-Fock, bens(cid:236) la densit(cid:224) elettronica ρ(r) in un dato stato quantomeccanico. Quest’ultima Ł de(cid:28)nita come il numero di elettroni per unit(cid:224) di volume: (cid:90) (cid:90) ρ(r) = N ... |ψ(x ,x ,....,x )|2ds dx .....dx 1 2 n 1 2 n con x variabili spaziali e di spin per l’elettrone i-esimo e s variable di spin i 1 dell’elettrone uno. La funzione ρ(r) Ł una funzione non negativa che dipende solodatrevariabili,(x,y,z)eilcuiintegraled(cid:224)ilnumerototaledeglielettroni del sistema [14]. Lateoriadelfunzionaledelladensit(cid:224)sibasasuidueteoremidiHohenberg- Kohn: 1. Esisteunpotenzialee(cid:30)cacev(r), agentesuglielettronidelsistema, che Ł determinato, a meno di una costante additiva, dalla densit(cid:224) elettro- nica ρ(r). Esiste cioŁ una correlazione biunivoca tra le funzioni d’onda 7 8 CAPITOLO 1. CENNI TEORICI dello stato fondamentale e le densit(cid:224) elettroniche. Oltre al potenzia- le, la densit(cid:224) elettronica determina anche il numero di elettroni nel sistema (cid:90) ρ(r)dr = N. Quindi,de(cid:28)nendosiailpotenzialecheilnumerodielettronidalladensi- t(cid:224)elettronica,sipu(cid:242)ricavarelafunzioned’ondamolecolaredelsistema ψ. Si pu(cid:242) cos(cid:236) a(cid:27)ermare che, conoscendo la densit(cid:224) elettronica ρ(r), si possono determinare tutte le propriet(cid:224) fondamentali del sistema nello stato fondamentale. 2. Data una densit(cid:224) di prova ρ˜de(cid:28)nita positiva in ogni punto tale che il suo integrale dia il numero di elettroni, si ha che il funzionale energia rispetto a questa densit(cid:224) di prova sar(cid:224) sempre maggiore o uguale al valore esatto E : 0 E ≤ E[ρ˜] 0 Grazie ad essi si pu(cid:242) quindi a(cid:27)ermare che la densit(cid:224) elettronica dello sta- to fondamentale (non degenere) di un sistema di elettroni permette di de- terminare univocamente le propriet(cid:224) dello stato fondamentale: infatti ogni grandezza (cid:28)sica osservabile dello stato fondamentale (come l’energia totale) pu(cid:242) essere de(cid:28)nita come funzionale della densit(cid:224) (E[ρ]), per cui vale il teore- ma variazionale. Quindi, conoscendo il funzionale, dalla sua minimizzazione rispetto alla densit(cid:224) ρ si pu(cid:242) ricavare la densit(cid:224) elettronica e da essa si pos- sono successivamente ricavare le osservabili con funzionale noto dello stato fondamentale. Per applicare i teoremi di Hohenberg-Kohn, sono impiegate le equazioni di Kohn-Sham [15], che dimostrano come l’energia dello stato fondamentale di un sistema a molti elettroni sia ottenibile come il minimo di un funzionale energia della densit(cid:224) elettronica ρ(r). IlsecondoteoremadiHohenberg-Kohnpermettel’applicazionedelmeto- dovariazionaleall’energiadelsistema,espressacomefunzionaledelladensit(cid:224) elettronica dello stato fondamentale: ρˆ= |ψ(cid:105)(cid:104)ψ| =⇒ ρ(r) = (cid:104)r|ψ(cid:105)(cid:104)ψ|r(cid:105) = ψ∗(r)ψ(r) (cid:90) E = (cid:104)ψ|Hˆ|ψ(cid:105) = E [ρ] = Te[ρ]+Vee[ρ]+VNe[ρ] = F [ρ]+ ρ(r)VNedr v HK Dove Te[ρ] Ł il funzionale dell’energia cinetica degli elettroni, Vee[ρ] Ł il fun- zionale dell’interazione interelettronica, VNe Ł il funzionale dell’interazione elettrone-nucleo e F = Te[ρ]+Vee[ρ] Ł detto "funzionale di Hohenberg- HK Kohn", che dipende dalla somma dell’energia cinetica degli elettroni e dal potenziale tra gli elettroni, ma non dal potenziale esterno (quindi non di- pende dal sistema elettronico in esame). Il metodo di Kohn-Sham cerca di 1.1. TEORIA DEL FUNZIONALE DELLA DENSIT(cid:192) 9 risolvere il problema variazionale della minimizzazione del funzionale dell’e- nergia grazie alla costruzione del funzionale dell’energia cinetica Te[ρ], che ha formula esatta: N (cid:88) 1 Te[ρ] = n (cid:104)ψ |− ∇2|ψ (cid:105) i i i 2 i con ψ funzioni spinorbitali e n numero di occupazione (per Pauli 0 ≤ n ≤ i i i 1). Dai teoremi di Hohenberg-Kohn si ha che Te Ł funzionale della densit(cid:224) elettronica e pu(cid:242) essere scritto per un sistema di N elettroni non interagenti come: N (cid:88) 1 Te[ρ(r)] = (cid:104)ψ |− ∇2|ψ (cid:105) s i 2 i i con ρ(r) = (cid:80)N (cid:80) |ψ (r,s)|2, in cui r e s indicano rispetivamente le coor- i s i dinate di posizione e di spin elettroniche. Ci(cid:242) Ł valido per un sistema di N elettroni non interagenti, quindi nel metodo Kohn-Sham si adotta un hamiltoniano di riferimento con elettroni non interagenti del tipo N (cid:18) (cid:19) N (cid:88) 1 (cid:88) H = − ∇2 + V (r ) s s i 2 i i in questo modo ρ(r) Ł esattamente la densit(cid:224) elettronica dello stato fonda- mentale. De(cid:28)nita una funzione d’onda per lo stato fondamentale, ψ : 0 1 ψ = √ det[ψ ,ψ ,...ψ ] 0 1 2 N N! con ψ gli N autostati piø bassi dell’hamiltoniano monoelettronico Hˆ : i s 1 Hˆ ψ = [− ∇2+V (r)]ψ = (cid:15) ψ s i s i i i 2 si ha che, per questo hamiltoniano, l’energia cinetica Te[ρ(r)] Ł data da: s N N Te[ρ(r)] = (cid:10)ψ |(cid:88)(−1∇2)|ψ (cid:11) = (cid:88)(cid:10)ψ |− 1∇2|ψ (cid:11) s s 2 i s i 2 i i i i che per(cid:242) non Ł l’esatto funzionale dell’energia cinetica di un sistema di elet- troni interagenti. Si pu(cid:242) de(cid:28)nire Vee = J[ρ] + termine non classico, dove J[ρ] Ł il termine di repulsione classica. Il termine di repulsione non classico Ł di(cid:30)cile da quanti(cid:28)care ma Ł di grande importanza. Quindi per un sistema di elettroni interagenti si pu(cid:242) riscrivere il funzionale energia come: F = Te[ρ]+J[ρ]+E [ρ] HK s xc con E [ρ] = (Te[ρ]−Te[ρ])+(Vee[ρ]−J[ρ]) xc s 10 CAPITOLO 1. CENNI TEORICI dove si Ł introdotto il funzionale di scambio e correlazione E , che contiene xc la di(cid:27)erenza tra le energie cinetiche (che deve essere la piø piccola possibile) e la di(cid:27)erenza dell’energia di repulsione e l’energia coulombiana. Utilizzando il metodo dei moltiplicatori indeterminati di Lagrange per la minimizzazione del funzionale dell’energia soggetto al vincolo si ottiene il potenziale chimico µ: δT [ρ] s µ = v (r)+ eff δρ(r) con δJ[ρ] δE [ρ] xc v (r) = v(r)+ + = eff δρ[r] δρ(r) (cid:90) ρ(r(cid:48)) = v(r)+ dr(cid:48)+v (r) |r−r(cid:48)| xc con δE [ρ] xc v (r) = xc δρ(r) Il metodo Kohn-Sham prevede di calcolare V [v(r)] grazie a una densit(cid:224) eff di carica di prova ρ˜per poi calcolare una nuova ρ˜(r) e risolvere N equazioni monoelettroniche (cid:20) (cid:21) 1 ∇2+V (r) φ = (cid:15) φ eff i i i 2 (cid:28)no all’autoconsistenza. Quindi il metodo Kohn-Sham fornisce una riso- luzione per il funzionale dell’energia cinetica Te[ρ] ma lascia inde(cid:28)nito il funzionale di scambio-correlazione E [ρ]. xc 1.1.1 Approssimazioniperilfunzionalediscambio-correlazione Il funzionale di scambio e correlazione esatto non Ł noto per cui si deve uti- lizzare una forma approssimata, la prima e piø semplice Ł l’approssimazione della densit(cid:224) locale (LDA): (cid:90) ELDA[ρ] = ρ(r)ε (ρ)dr xc xc dove ε(ρ) indica l’energia di scambio e correlazione per particella in un gas di elettroni uniforme di densit(cid:224) ρ [7, 11]. L’approssimazione di densit(cid:224) lo- cale (LDA) prevede di determinare le propriet(cid:224) elettroniche come funzionali della densit(cid:224) elettronica applicando localmente le relazioni appropriate per un sistema elettronico omogeneo. Si pu(cid:242) quindi riscrivere il potenziale di scambio-correlazione come δELDA ∂ε (ρ) vLDA(r) = xc = ε(ρ(r))+ρ(r) xc xc δρ(r) ∂ρ

Description:
Si può così scrivere la Lagrangiana estesa: L = N. ∑ i=1. µ. ∫ deVondele, M. Sprik, J. Hutter, B. Chen, M. L. Klein, F. Mohamed, et al., Liquid water
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