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’Die Klage des Ideellen’ (’Il lamento dell’ideale’). Beethoven e la filosofia hegeliana PDF

189 Pages·2018·4.269 MB·Italian
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. $ 1 Impromptus Studies in the Philosophy of Music and Cognate Disciplines Impromptus Studies in the Philosophy of Music and Cognate Disciplines _____________________________________________________________ The Book Series Impromptus. Studies in the Philosophy of Music and Cognate Disciplines aims at publishing studies and texts in the Philosophy of Music and cognate disciplines such as Musical Aesthetics, Musicology, History of Music Theory and of Acoustics, and so on. All published items may contain QR codes linking to the webpage of the Book Series at EUT, where the corresponding audio files will be hosted, ready for playing or downloading. Mainly intended as an open access source, the Book Series Impromptus considers contributions from both senior and junior scholars. Submitted texts will be peer reviewed according to standard double- blind processes of evaluation. Contributions in Italian, English and French language are eligible. BOARD OF DIRECTORS Alessandro Bertinetto (Università di Torino) Riccardo Martinelli (Università di Trieste) Letizia Michielon (Conservatorio “G. Tartini” di Trieste) EDITORIAL BOARD Alessandro Arbo, Daniel Feige, Enrico Fubini, Michele Girardi, Daniele Goldoni, Giovanni Guanti, Stephan Nachtsheim, Jerrold Levinson, Angelo Oracoli, Giovanni Piana Questo volume è integralmente disponibile online a libero accesso nell’archivio digitale OpenstarTs, al I contributi sono sottoposti, nella forma del link: www.openstarts.units.it/handle/10077/20496 doppio anonimato, a peer review di due esperti, dove sono disponibili anche i file musicali del concerto esterni al Comitato Scientifico o alla Direzione. come da Programma a pagina 174. Impaginazione Gabriella Clabot © copyright Edizioni Università di Trieste, Trieste 2018 Proprietà letteraria riservata. I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale e parziale di questa pubblicazione, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, le fotocopie e altro) sono riservati per tutti i paesi. ISBN 978-88-8303-920-1 (print) ISBN 978-88-8303-921-8 (online) EUT Edizioni Università di Trieste Via Weiss, 21 – 34128 Trieste http://eut.units.it https://www.facebook.com/EUTEdizioniUniversitaTrieste Die Klage des Ideellen (Il lamento dell’ideale) Beethoven e la filosofia hegeliana a cura di Letizia Michielon EUT EDIZIONI UNIVERSITÀ DI TRIESTE Indice 7 Introduzione Letizia Michielon 13 Beethoven tra Kant e Hegel Enrico Fubini 23 La dissoluzione come compimento Giovanni Guanti 41 Lamento, suono, musica: Hegel vs. Beethoven? Clementina Cantillo 59 The Weltgeist Plays it. Notes on Hegel’s Dialectical Thinking and Beethoven’s Compositional Style Markus Ophälders 77 Musica e humanitas. Hegel e il Beethoven di Adorno Riccardo Martinelli 89 Hegel e Beethoven? Note su un fraintendimento Alessandro Bertinetto 103 Lo statuto del “sensibile” in Hegel e l'eccezione beethoveniana Sara Zurletti 113 L’impronta della filosofia hegeliana sulla teoria della forma musicale del XIX secolo Gianmario Borio 129 La lezione metodologica hegeliana e il “dramma” tonale del sonatismo classico Santi Calabrò 155 L’eco risonante. Fenomenologia del tempo nella filosofia di Hegel e nel processo compositivo beethoveniano Letizia Michielon Appendice 175 1. Programma del Concerto degli Studenti del Conservatorio “G. Tartini” 179 2. Immagini della Biblioteca Beethoveniana di Muggia 185 Note sugli autori Introduzione LETIZIA MICHIELON La vastità di orizzonti culturali beethoveniani testimoniata, oltre che dalle opere, anche dalle lettere, dal diario e dai quaderni di conversazione, ci restituisce il pro- filo di un musicista umanista, dalla curiosità inesauribile, in ascolto della storia ma sempre aggiornato sullo sviluppo del pensiero contemporaneo. Le innovazioni del suo linguaggio musicale perennemente in evoluzione sono alimentate infatti da letture interdisciplinari in cui alle riflessioni letterarie si in- trecciano osservazioni scientifiche, citazioni religiose e filosofiche. Se sono molteplici i riferimenti alle teorie critiche e pre-critiche kantiane, un mistero avvolge invece il mancato incontro intellettuale e personale con Johann Wilhelm Friedrich Hegel, la massima autorità filosofica del tempo. Per contribuire a indagare le ragioni di questo reciproco silenzio e scoprire i possibili punti di tangenza tra due personalità che sintetizzano compiutamente un intero Zeitgeist, il Conservatorio «G. Tartini» di Trieste ha organizzato il 12 maggio 2016, presso la propria sede, un Convegno Nazionale di Filosofia della Musica dal tema Die Klage des Ideellen (Il lamento dell’ideale). Beethoven e la filo- sofia hegeliana, realizzato in collaborazione con le Università di Trieste, Udine e Venezia, i Conservatori “A. Corelli” di Messina e “F. Cilea” di Reggio Calabria, la Biblioteca Beethoveniana di Muggia e la Primavera Beethoveniana. 7 La presente pubblicazione raccoglie gli interventi degli studiosi invitati in quell’occasione, integrandoli con ulteriori contributi, opera di autorevoli esperti del classicismo viennese e dell’idealismo tedesco. Arricchiscono il volume le preziose immagini tratte dalla collezione della Biblioteca Beethoveniana di Muggia, che ringraziamo per la generosa disponi- bilità, e l’incisione delle composizioni beethoveniane eseguite nel corso del con- certo di chiusura tenuto dai migliori studenti del Conservatorio triestino1 e sca- ricabile dall’archivio digitale OpenstarTs dell'Università degli Studi di Trieste (www.openstarts.units.it/handle/10077/20496, dove è disponibile anche la ver- sione elettronica del testo). Considerando il taglio interdisciplinare del volume che intreccia analisi musico- logica, estetologica e filosofica, la prima domanda a cui gli studiosi hanno ten- tato di rispondere riguarda la legittimità di tale operazione dal punto di vista epistemologico. Se è innegabile che la musica di Beethoven si impone «come luogo nella sto- ria dello spirito umano che ha avuto e ha tuttora una rilevanza anche filosofica» (Martinelli), è comunque necessario procedere con accortezza e giustificare ogni affermazione creando una stretta rete di relazioni tra l’analisi dell’opera musicale e quella più vasta e complessa della Kultur coeva (Fubini). Emerge così come l’influsso kantiano rimanga imprescindibile ma non suffi- ciente, in quanto la struttura della forma-sonata «ci porta in un’atmosfera filo- sofica più vicino alla dialettica hegeliana piuttosto che alle antinomie kantiane». Hegel e Fichte possono essere allora assunti forse come «i punti di riferimento più significativi per Beethoven», anche se non vi è testimonianza certa sulla sua conoscenza di questi filosofi (Fubini). Contrapponendosi al macro-schema storiografico nietzschiano, che affian- ca le terne Bach-Beethoven-Wagner e Kant-Schopenhauer-Nietzsche, anche la lettura adorniana riprende la connessione tra la logica hegeliana e la struttura del linguaggio musicale beethoveniano («la musica di Beethoven è la filosofia hegeliana»2), utilizzando un modello interpretativo che riconduce lo spirito della musica tedesca all’humanitas cosmopolita e sovranazionale (Martinelli). 1 Si ringraziano i Dipartimenti di Strumenti Armonici, Canto, coralità e teatro musicale e Teoria della musica, armonia, analisi e musicologia del Conservatorio “G. Tartini” di Trieste per il sostegno apportato alla realizzazione del Convegno e il Dipartimento di Nuovi linguaggi, percussioni e tecnologie musicali, in particolare il tecnico di studio del Conservatorio, per la gentile disponibilità offerta in fase di registrazione e di montaggio delle incisioni. 2 T. W. Adorno, Beethoven. Philosophie der Musik, Frankfurt a/Main 1993; tr. it. a cura di L. Lamberti: Beethoven. Filosofia della musica, Torino, Einaudi, 2001, p. 23 (corsivo nostro). Sulla cruicialità del contributo adorniano all’interno della tradizione beethoveniano-hegeliana, cfr. J. Schmalfeldt, In the Process of Becoming. Analytical and Philosophical Perspectives on Form in Early Nineteenth-Century Music, Oxford, Oxford University Press, 2011. L. MICHIELON 8 Si tratta in realtà di una proposta ermeneutica «affascinante e ricca di signi- ficato dal punto di vista della sua (di Adorno) filosofia» ma errata riguardo al pensiero di Hegel, «sia in riferimento alla musica, sia relativamente alla filosofia in generale, perché si basa su un’interpolazione testuale spuria e perché, in par- ticolare per l’esclusività che le viene attribuita, è incompatibile con il pensiero di Hegel» (Bertinetto). Per potere esaminare in modo autentico le affinità e le divergenze tra Hegel e Beethoven è necessario allora compiere un passo indietro, contestualizzare stori- camente i due massimi protagonisti dell’era della Restaurazione (Guanti) e tor- nare a interrogare le loro opere evitando di sovrapporre modelli interpretativi che risultino eteronomi rispetto all’oggetto di riflessione. Cantillo, facendo tesoro del lavoro di ricerca svolto negli ultimi decenni sulle Nachschriften che consentono una conoscenza più dettagliata e filologicamente corretta del pensiero hegeliano, ricostruisce il ruolo gnoseologico che il sistema hegeliano affida alle discipline artistiche e in particolare alla musica, l’arte “dell’in- teriorità”, capace di interpretare al più alto grado il contenuto del romantico e di segnare il passaggio dall’esterno all’interno. Zurletti sottolinea l’esaltazione del sensibile che caratterizza la riflessione sul suono, definito nell’Enciclopedia «il lamento dell’ideale», mentre Bertinetto si sofferma sull’attrazione hegeliana per il canto, concepito come la più adeguata espressione dell’anima. Di qui la preferenza accordata a Gluck e a Mozart, oltre all’infatuazione per Rossini e il belcanto, così come il particolare interesse dimo- strato verso la performance e l’estemporaneità dell’improvvisazione. L’accento posto sulla fisicità della materia vibrante consente di evidenziare inoltre la natura temporale della musica, capace di superare l’inerzia della gravità per generare l’esistenza subito dissolventesi del suono. La riflessione sul tempo (Zeit) svolge in realtà un ruolo cruciale all’interno di tutta la produzione filosofica hegeliana, dagli scritti giovanili fino all’Enci- clopedia, in quanto la Zeit condiziona lo sviluppo (Entwicklung) della coscienza (Bewußtsein) e sorregge la formazione (Bildung) dello Spirito (Geist), il cui essere consiste nel risultato della storia della sua formazione (Michielon). Ophälders, richiamandosi alla Prefazione della Fenomenologia dello Spirito, confronta l’idea hegeliana di “processo” (Ausführung) che, attraverso il lavoro del concetto, conduce ai risultati, e quella di “sviluppo” (Durchführung), connesso al principio schönberghiano di “variazione sviluppante” (entwickelnde Variation), cardine del linguaggio musicale elaborato dal classicismo viennese. Mentre Hegel fa leva sull’Ausführung per rinforzare la sistematicità della conoscenza razionale e l’azione totalizzante esercitata dalla dialettica, Beethoven matura invece una critica radicale della tettonica della forma-sonata che lo conduce a trascendere i limiti stessi del sistema tonale. INTRODUZIONE 9

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