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Derivati da nomi geografici (A-E) PDF

796 Pages·1997·29.095 MB·Italian
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Wolfgang Schweickard • Deonomasticon Italicum Wolfgang Schweickard Deonomasticon Italicum Dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona Volume 1: Derivati da nomi geografici (A-E) Max Niemeyer Verlag Tübingen 1997 Die Deutsche Bibliothek - CIP-Einheitsaufnahme Schweickard, Wolfgang: Deonomasticon Itahcum : dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona / Wolfgang Schweickard. - Tübingen : Niemeyer Bd. 1. Derivati da nomi geografici Fase. l.-(1997)- ISBN 3-484-50349-1 (einzeln berechnet) ISBN 3-484-50228-2 (Gesamtwerk) © Max Niemeyer Verlag GmbH & Co. KG, Tübingen 1997 Das Werk einschließlich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschützt. Jede Verwertung außerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulässig und strafbar. Das gilt insbesondere für Vervielfältigungen, Übersetzungen, Mikrover- filmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen. Printed in Germany. Gedruckt auf alterungsbeständigem Papier. Druck: Allgäuer Zeitungsverlag, Kempten Einband: Geiger, Ammerbuch Introduzione al primo fascicolo 1. Scopo II Deonomasticon Italicum (DI) si prefigge come scopo la documentazione storica, dalle origini ai giomi nostri, dei lessemi italiani derivati da toponimi ed antroponimi'. I dizionari sia sincronici che diacronici tralasciano di norma la registrazione di tali derivati^ Ciö comporta che molti derivati pertinenti - anche nel caso in cui si tratti di fonnazioni non solo occasionali - o non sono affatto registrati nei dizionari o, nel caso in cui la voce compaia, questa e insufficientemente documentata dal punto di vista storico. In questo ambito, anche la lessicografia dell'italiano, di per se pur molto avanzata, presenta grandi carenze'. Con la pubblicazione del Deonomasticon Italicum si vuole contribuire a colmare tale lacuna. 2. Terminologia II titolo del dizionario riprende il termine italiano di «deonomastica», nel frattempo giä lessica- lizzato: 'lo studio delle unitä lessicali derivate da nomi personali, da cognomi, da etnici e da topo- nimi' (VLIApp 1296)\ Anche in altre lingue i termini rispettivi servono ad indicare questo ambito specifico dell'onomastica e della formazione delle parole: ted. Deonomastik (SchweickardDeon), fr. deonomastique (Billy,NRO 21/22,202), eccA 3. Pubblicazione II dizionario viene redatto in italiano e pubblicato in fascicoli. E prevista la pubblicazione annuale di almeno un fascicolo, al fme di poter garantire il completamento deU'opera entro un determinato lasso di tempo. La prima parte del dizionario comprende i derivati da nomi geografici (in base alla quantitä di materiali fmora raccolti si prevedono ca. 15 fascicoli). La seconda parte e costituita dai derivati da antroponimi (ca. 5 fascicoli). ' Un primo abbozzo del progetto e comparso nel 1993 nella Zeitschrift für romanische Philologie (Schwei- ckard.ZrP 109). Informazioni sullo stato dei lavori ed articoli esemplificativi sono stati presentati nei congressi di onomastica di Trier, 1993 (Schweickard.ICOS XVIIl) e di Aberdeen, 1996 (Schweickard.ICOS XIX) e nella Rivista Italiana di Onomastica (Schweickard.RIOn 2). ^ Per i principi metodologici connessi con questo problema, si veda l'esempio del francese in Schweickard.ICOS XVI. ' Cfr. per es. DellaValleParodi 284 s.v. cairino'. «Inutile cercare nei nostri vocabolari informazioni di onomastica toponimica, troppo saltuariamente registrate; cosi non troviamo cairino, certo raro ed antiquato, ma nemmeno cairola, ne beluci, ne cocincinese, ecc., e, purtroppo, queste notizie difettano addirittura sotto le voci delle cittä o dei paesi nelle nostre enciclopedie». ' II termine e stato utilizzato per la prima volta nel 1982 da Enzo La Stella (LaStella,LMondo 47). ' Cfr. anche i recenti studi di H. Hombruch, Deonomastika. Adjektivbildungen auf der Basis von Eigennamen in der älteren Überlieferungen des Deutschen, Qöttingen, 1996, e di E. Büchi, Les Structures du «Französisches Etymologisches Wörterbuch». Recherches metalexicographiques et metalexicologiques, Tübingen, 1996 (l'autrice dedica il capitolo V al «Traitement des deonomastiques»). IV Introduzione 4. Macrostruttura 4.1. Scelta dei lemmi La registrazione dei lemmi e selettiva. In particolare, i lemmi che si possono facilmente consultare nel DETI vengono nuovamente presi in considerazione solo nel caso in cui i materiali dei Dl siano in grado di integrare attestazioni storiche. Di conseguenza, sono stati trascurati, ad es. Abbiate- grasso, Abbiate Guazzone, Abeto, Abetone, Abriola o Acate, per i quali (finora) i materiali a dispo- sizione non sono tali da permettere una integrazione storica. Analogamente, nel caso dei singoli lemmi che sono giä registrati in maniera esauriente nel LEI, si rimanda alla rispettiva voce dei LEI. Relativamente alla lettera A, ciö vale per gli articoli riguar- danti i derivati da Alpi (LEI 2,210ss.), Amazon (LEI 2,537ss.), Atlante (LEI 3,2012ss.) e Armenia (LEI 3,1293ss.). Anche nel caso di agaricum (LEI l,1273ss.), per il,quäle a stento si puö ancora risalire all'etnico di base (agari), si rimanda al LEI. E prevista una cooperazione tra il DI e il LEI, al fme di evitare doppie stesure inutili. Anche le attestazioni dall'importante Vocabolario patronimico italiano o sia adjettivario italiano di nazionalitä di Francesco Cherubini (cfr. Schweickard,FSWolf) sono, di norma, prese in consi- derazione solo quando Cherubini fomisce anche la fönte da cui esse sono State tratte. Poiche Che- rubini stesso conia palesemente nuovi derivati, se nelle fonti mancano le attestazioni, tale modo di procedere viene oggettivamente giustificato. 4.2. Registrazione dei lemmi Nel registrare i lemmi si scelgono sempre le forme correnti dei nomi in italiano ai quali sono attri- buibili i derivati {Abruzzo per abruzzese, Adria per adriatico, ecc.). Ciö vale anche nel caso in cui il toponimo stesso derivi da un etnico (Abkhasia < abkhaso, ecc.), nel caso in cui, cioe, non si tratti di un derivato in senso stretto'. In singoli casi vengono anche documentati etnici per i quali non esiste alcun toponimo (algonchini). Questi compromessi sono necessari per poter considerare tutte le formazioni che compaiono in un determinato ambito di interessi. Per una maggiore differenzia- zione i toponimi sono lemmatizzati con l'iniziale maiuscola, mentre gli etnici con la minuscola. 4.3. Ambito di ricerca Le attestazioni dialettali vengono considerate fmo al 1530ca. Nel DI si rinuncia, comunque, ad una esplicita differenziazione geografico-dialettale come awiene invece nel LEI (pis.a., mil.a., ecc.)'. E possibile, nella maggior parte dei casi, desumere giä dalla sigla l'attribuzione regionale delle attestazioni; in ogni caso si puö giungere ad una ulteriore differenziazione con l'ausilio delle indi- cazioni fomite nel Supplemente bibliografico. La scelta dei 1530 come data-limite e determinata dalla pubblicazione delle Prose della volgar lingua (1525) di Bembo, che ha per conseguenza una delimitazione piü netta tra dialetti e lingua Standard in Italia (a partire dal 1530ca., infatti, le con- seguenze di tale opera furono evidenti anche al di fuori della Toscana, cfr. LEI, Introduzione all'ottavo fascicolö). Le forme dialettali dopo il 1530 vengono considerate solo se di particolare Interesse. ' Cfr. SchweickardDeon 127-130. ' Cfr. FassoRID 7,144. Jntroduzione 4.4. Indice Alla fme del primo volume uscirä im indice in cui saranno compresi tutti i tipi di attestazioni statn- pate nel testo in grassetto. Con l'aiuto dell'indice sarä possibile trovare con facilitä la parola cerca- ta, anche nel caso di forti divergenze tra il lemma e la parola documentata {aponogetone da Abano Terme, achivo da Acaia, aturia da Adour, ecc.). 5. Microstruttura 5.1. Struttura degli articoli Gli articoli iniziano con una breve informazione enciclopedica, per la quäle non si ha alcuna prete- sa di originalitä; seguono, quindi, le attestazioni del nome nelle sue diverse varianti. Anche se la documentazione stessa dei nomi non rappresenta l'interesse centrale del presente lavoro, si e ritenu- to comunque opportuno occuparsene in questa sede, poiche, soprattutto per quel che riguarda i toponimi intemazionali, tale ambito di ricerca risulta fmora poco approfondito. Nella maggior parte dei casi sono fomite informazioni suU'origine dei nomi dal latino, dal greco o da altre lingue. Solo in casi eccezionali puö seguire una discussione approfondita sulla motivazione etimologica del nome specifico a cui si sta facendo riferimento. - La documentazione sistematica delle attesta- zioni costituisce il nucleo centrale dell'articolo. - Nel commento posto alla fme di ogni articolo viene esplicitata la struttura del medesimo e vengono fomite indicazioni suU'origine dei derivati, su eventuali particolaritä linguistiche cosi come confronti di rilevante interesse soprattutto nelle lin- gue romanze, ma anche in inglese e in tedesco. Per i commenti alle singole attestazioni sono uti- lizzate anche le note a pie di pagina. 5.2. Classificazione delle attestazioni Le attestazioni sono solitamente, ma non obbligatoriamente, strutturate secondo criteri morfologi- ci. In singoli casi e sembrato piü opportuno proporre una suddivisione principalmente in base a criteri semantici. Tutte le varianti sia fonnali che semantiche sono, comimque, registrate separata- mente. Le singole sezioni sono evidenziate per mezzo di una classificazione in cifre e lettere (1., 2., 3., ecc.; a., b., c., ecc.). Tutte le attestazioni sono accompagnate dall'indicazione della cate- goria grammaticale e da ima definizione. Di norma, la sequenza delle singole attestazioni e delle diverse sezioni e strutturata cronologicamente. Analogamente al LEI, i derivati secondari e i com- posti sono ordinati sotto le forme da cui rispettivamente derivano. Per una maggiore chiarezza e come presupposto per la successiva registrazione nell'indice, la prima attestazione di ogni categoria viene stampata in grassetto. Per i lemmi stampati in grassetto, laddo- ve e possibile, viene indicato anche l'accento. 5.3. Documentazione storica Per la documentazione storica viene fomita, se possibile, almeno im'attestazione per secolo. Nel caso in cui ciö permetta una migliore determinazione semantica o formale, insieme all'attestazione viene citato anche il contesto. Per ogni attestazione si ^ cercato di fomire una datazione precisa. Nel caso ciö non sia possibile si cita l'anno di morte dell'autore come termine ante quem (ad es. «ante 1348, VillaniPorta»). Per maggiore chiarezza le date delle attestazioni sono scritte in corsi- vo. Nel caso in cui la parola sia tramandata fmo ai giomi nostri, la prima attestazione i preceduta dalla preposizione articolata «dal» (in questo caso si omette «ante»). In generale, la tradizione non VI Introduzione e da intendersi come continua se tra le singole attestazioni c'h un salto di piü di due secoli. La preposizione «dal» non viene posta se in italiano contemporaneo una data parola viene usata solo in contesti particolari, ad es. solo in testi poetici: adriaco agg. 'dell'Adriatico' (ante 7505, FilGallo- Grignani 350; ante 1658, Marcheselli, GDLI; 1714, Baruffaldi, GDLI; 1797, Alfieri, Viaggiatori- Vincenti 612; ante 1799, Parini, GDLI; ante 1938, D'Annunzio, GDLI; 1950, DEI; 1993, «lett.» Zing). Le fonti da cui sono tratte le attestazioni sono in ogni caso indicate in maniera verificabile, in genere accompagnate dalla specificazione della pagina. L'indicazione della pagina puö maneare per le attestazioni tratte da fonti che presentano un glossario alfabetico e per le citazioni dalla Lettera- tura Italiana Zanichelli {LIZ) (il CD-ROM contiene la fimzione «ricerca parola»). I testi contenuti nella LIZ sono marcati nel supplemento bibliografico. Per quel che riguarda ulteriori dettagli circa la struttura degli articoli, che non si sono qui citati, valgono i principi del LEI, esposti nelle premesse ai singoli fascicoli e ai volumi. 5.4. Grafia, trascrizione e traslitterazione Particolarmente per gli etnici, i principi editoriali nelle edizioni di testi antichi non sono omogenei. Nella tnaggior parte dei casi, le attestazioni tratte da manoscritti sono standardizzate, in modo tale che tutti gli etnici, con uso sostantivale o aggettivale, sono scritti con l'iniziale maiuscola. Non e possibile risolvere tale problema in modo soddisfacente poiche, in parte, i manoscritti stessi non consentono una chiara e coerente differenziazione. AI fme di giungere ad una soluzione pratica, nel DI tutti gli etnici, con valore sostantivale o aggettivale, sono sempre scritti con la minuscola. In alcuni casi viene esplicitata la grafia originale citando il contesto relative; abissino agg. 'del- l'Abissinia' (dal 1557, ViaggiPolo, RamusioMilanesi: «lingua abissina», «lettere abissine»; 1589, SerdonatiMaffei 1,352; «alcuni schiavi Abissini»; 1671, RediEsperienze 10; «in lingua Abissina»; 1756, FinettiTrattato 199: «Impero Abissino» [...]). Le forme trascritte (ad es. del DETI) sono adeguate ai criteri del LEI e stampate con ima maggiore spaziatura (cfr. i sommari nel LEI, Introduzione al primo fascicolo e Introduzione all'ottavo fasci- colo e in Tancke,FSPfister). Le attestazioni scritte in greco o in cirillico sono lasciate nei rispettivi alfabeti (gr. "Aß8r\pa, russo AGxasux). Le attestazioni arabe sono traslitterate (spagn. Alcäntara < ar. al-qantara 'il ponte'). 6. Citazioni e bibliografia Le citazioni vengono fatte nella forma consueta della lessicografia storica (FEW, LEI), con combi- nazioni di sigle. Questo sistema consente di citare in modo univoco ed esplicito. Con il primo fascicolo viene pubblicato un Supplemento bibliografico, dal quäle si possono trarre tutte le sigle bibliografiche e le abbreviazioni generali utilizzate nel testo. 7. Fonti Una parte essenziale del lavoro preparatorio e consistita e consiste tuttora nel procurarsi le fonti adeguate. Poiche la lessicografia storica ha dimostrato fmora un limitato Interesse nei confronti della documentazione dei derivati da toponimi ed antroponimi, e necessaria in questo ambito una particolare azione di recupero. In parte vengono sottoposte ad una nuova revisione anche fonti note Introduzione VII e ampliamente diffuse, giacche lo spoglio delle formazioni deonomastiche finora effettuato spesso non si e rivelato soddisfacente. Di particolare interesse e, inoltre, rampliatnento del canone delle fonti utilizzate nella lessicografia storica attraverso l'analisi di testi finora trascurati. 7.1. Testi Accanto alle fonti letterarie, i documenti storiografici si rivelano di grande interesse. Partico- larmente fhittuosi sono, ad es., la Cronica di Dino Compagni (CompagniLuzzato), il Milione di Marco Polo (PoloBertolucci), la Nuova Cronica di Giovanni Villani (VillaniPorta) o la Storia d'Italia di Francesco Guicciardini (GuicciardiniSeidel). Altrettanto importanti e finora non suffi- cientemente sfruttate sono le raccolte quali RamusioMilanesi {Navigazioni e viaggi), Berchet- NuovoMondo {Fonti italiane per la storia della scoperta del Nuovo Monde) o ScopritoriCaraci (Scopritori e viaggiatori del Cinquecento e del Seicento). Anche testi di argomenti specifici si prestano ad una analisi: sono utili, ad es., testi linguistici per le denominazioni delle lingue formate sulla base di nomi etnici (cfr. DeFelice). Per i neologismi di data piü recente ci si affida alla con- sultazione di quotidiani e riviste. In alcuni casi le attestazioni vengono registrate a seconda di comunicazioni personali di colleghi di madrelingua italiana. 7.2. Dizionari ed enciclopedie Per la documentazione di base ci si serve del canone dei dizionari italiani (GDLI, DELI, Zing, ecc.). Tra i dizionari piü antichi emergono il giä citato Vocabolario patronimico italiano o sia adjettivario italiano di nazionalitä di Francesco Cherubini e il Vocabolario universale della lingua italiana (VocUniv). Numerose attestazioni di derivati deonotnastici si trovano nei dizionari di neologismi, per i quali si procede ad uno spoglio sistematico (DPN, Bencini/Citemesi, ecc.). Tra i lavori enciclopedici sono di particolare interesse la Nuova Enciclopedia Popolare ovvero Diziona- rio generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia, ecc. (EncPop) e le enciclopedie edite dalla Treccani (Enclt, DizEncIt, LUI, EncTreccani). In alcuni casi, accanto alle parole lemmatizzate, i testi stessi degli articoli rappresentano delle fonti interessanti. Per owie ragioni, si presentano come problematici i casi in cui le voci vengono semplicemente tramandate da un dizionario ad un altro. Non sempre e possibile Stabilire con chiarezza se una data voce sia effettivamente ancora in uso. In molti casi, dunque, non si e in grado di fomire una spe- cificazione soddisfacente, soprattutto a causa della mancanza di ulteriori informazioni nei dizionari stessi («ant.» o simili). In ogni modo sono da considerare con cautela tutte le attestazioni tratte da dizionari, che non presentano un riscontro nei testi. Problemi di questo genere si hanno in partico- lare con i dizionari piü antichi, soprattutto con il VocUniv, nei quäle le attestazioni sono accompa- gnate solo sporadicamente dall'indicazione della fönte e da marcature esplicite che informino sullo status della parola. Di aiuto in questo caso sono la considerazione d'insieme delle attestazioni o le indicazioni nei dizionari piü recenti, come ad es. «poet.» o «lett.» per adriano e adriaco. 7.3. Controllo delle attestazioni Per quanto possibile vengono controllate nelle fonti originali tutte le attestazioni tratte da dizionari 0 enciclopedie non completamente affidabili o non sufficientemente espliciti. Questo vale ad esempio per tutte le attestazioni nei Vocabolario patronimico del Cherubini. I rari casi in cui non si e riusciti a verificare l'attestazione sono individuabili attraverso la forma di citazione (una indica- zione come «1608, GiovioVolg, Cherubini» sta ad indicare che l'attestazione che si trova nei Gio- VIII Introduzione vio e citata secondo il Chenibini e che, di conseguenza, va considerata con la dovuta cautela). Di nonna, non e possibile esaminare manoscritti originali per la verifica delle attestazioni. II limite di affidabilitä, quindi, d dato dalla qualitä delle edizioni dei testi. 7.4. Fonti informatizzate Una nuova dimensione nell'analisi delle fonti lessicografiche si e aperta con l'introduzione dei CD- ROM, grazie ai quali e possibile consultare agevolmente e in tempo brevissimo una grande quan- titä di testi. II CD-ROM della Letteratura italiana Zanichelli (UZ) contiene una buona parte dei canone della letteratura italiana dagli inizi fino al XX secolo e altri testi importanti, soprattutto storiografici. La LIZ permette l'accesso immediato a piü di 21 milioni occorrenze lessicali (esattamente 21.138.104)'. Anche la valutazione di testi modemi viene impostata su nuove basi grazie all'edizione su CD-ROM di quotidiani quali il Corriere della Sera o II Sole 24 ore. Tra i dizionari e le enciclopedie editi in versione CD-ROM vanno menzionati il Dizionario della lingua italiana di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli (DO 1993) e la Nuova Enciclopedia De Agostini (EncDeAgostini). 7.5. Problemi nel recupero delle fonti La maggior parte delle fonti utilizzate sono State recuperate mediante il prestito bibliotecario inte- nmiversitario. In generale, con questo sistema e possibile ottenere risultati soddisfacenti, in alcuni casi anche grazie alla particolare cortesia della Biblioteca Universitaria di Jena e le biblioteche a cui ci si era rivolti per il prestito. Per i testi piü antichi, esclusi dal prestito, di norma e stato pos- sibile otteneme delle copie tnicrofilmate, riprodotte poi su carta stampata con il reader-printer. Solo in pochi casi il recupero della letteratura e stato fmora infruttuoso. In tal caso e necessaria una consultazione personale delle biblioteche, circostanza che, per motivi di tempo, fmora non sempre si e potuta attuare. 7.6. Fonti in altre lingue Spesso nel DI viene fatto anche un confronto con le attestazioni in altre lingue. Per le piü im- portanti lingue di riferimento si ha a disposizione una documentazione lessicografica soddisfacente (cosi come il ThesLL per il latino, il TLF per il francese, l'OED per l'inglese). I problemi maggiori si incontrano con il latino medievale. Soprattutto per quel che riguarda rambito onomastico e deonomastico la documentazione lessicografica dei latino medievale e piü che rudimentale. 8. Suddivisione dei compiti La realizzazione di im'impresa lessicografica di tale portata non e possibile senza il costante aiuto di collaboratori e colleghi. La funzione piü importante a questo proposito va attribuita alla mia assistente, la dott.essa Cinzia Minonne (dal 1995), la quäle si occupa di parti essenziali dei comple- taggio, prepara parte dei materiali per la redazione (lettere Ba- e Be-) e controlla con grande sen- sibilitä linguistica tutte le parti dei testo. Mi posso inoltre awalere con fiducia della efficace colla- borazione di Anna Cardone (1994-1995), Agnes Denschlag (dal 1990) e dei dott. Daniel Schlupp (dal 1993). Dal 1996 si e aggiunto alla nostra equipe il dott. Frank Paulikat, a sostegno dei lavoro ' Cfr. Schweickard.FSPfister.

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