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Democrazia sorgiva. Note sul pensiero politico di Hannah Arendt PDF

73 Pages·2019·12.669 MB·Italian
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Indice www.raffaellocortina.it QUARTETTO Democrazia sorgiva 9 1. L'idea di democrazia 11 2. Pluralità 31 3. Felicità pubblica 55 4. Piazze politiche 77 DUO Fonosfere del politico 95 Copertina StudioCReE 5. La voce della massa 97 ISBN 978-88-3285-118-2 6. La voce della pluralità 117 © 2019 Raffaello Cortina Editore Milano, via Rossini 4 SCHERZO Prima edizione: 2019 Folle con il telefonino 137 Stampato da Puntoweb s.r.l., Aricda (Roma) per como di Raffaello Cortina Editore Ristampe O I 2 3 4 5 2019 2020 2021 2022 2023 ...s i tratta di esercitazioni del pensiero po litico, questo è sollecitato dagli awenimenti politici concreti ... HANNAH 1\1\ENDT, Tra passato e futuro Quartetto Democrazia sorgiva 1 L'idea di democrazia Gli antichi Greci, quando parlavano di democrazia, "pensavano a una piazza oppure a un'assemblea in cui i cittadini erano chiamati a prendere essi stessi le decisio ni che li riguardavano",' scrive Norberto Bobbio. Nella sua semplicità, questa è l'immagine che nutre ancora la nostra idea basilare di democrazia. Per semplificare il discorso, potremmo ricorrere al termine "democrazia diretta". Ma allora rischieremmo di fare della democra zia non più un'idea-uno schema, una visione mentale, la griglia di un concetto-, bensì una precisa forma di go verno, ovvero, per dirla con il lessico politico moderno, un certo tipo di regime politico innanzitutto distinto da quello della" democrazia rappresentativa". L'idea di de mocrazia, come qui la intendiamo, sfugge alle maglie di queste classificazioni. Non si esaurisce né in un modello di governo caratterizzato da un insiéme di principi, re gole e procedure né in un sistema di valori. Appartiene, piuttosto, alla fenomenologia delle esperienze politiche e, più precisamente, se insistiamo sull'immagine della polis, di quella particolare esperienza politica dell'ami- J. N. Bobbio. "La democrazia dei modem i paragonata a quella degli an tichi (e a quella dei posteri)", in 1eoria pcl,iica, 3, 1987, p. 4. 12 QUART1'TIO. DEMOClv\ZIA SORGIVA L'IDEA 01 DEMOCRAZIA 13 chità che si incentrava sulla condivisione materiale di coinvolge nella sua argomentazione anche la "demo uno spazio comune - la celebre agorà - nel quale indivi crazia selvaggia" di Claude Lefort. Incline a confron dui liberi interagivano come uguali. In tal senso, prima tarsi con Arendt in modo particolarmente fruttuoso, ancora che una forma di governo, nata in Grecia e poi Lefort può essere del resto indicato come il principale riapparsa in diverse varianti storiche fino a incorporarsi autore da cui prende awio questo variegato filone teo nella democrazia rappresentativa dei moderni, la parola rico caratterizzato da un impegno a radicalizzare l'i "democrazia" evoca una certa disposizione spaziale, un dea di democrazia pensandola in termini di conflittua piano orizzontale per l'interazione di uguali. Per dirla lità permanente e campo di lotta.5 Soprattutto in terra con il vocabolario di Hannah Arendt, uno spazio comu francese tale filone si presenta non solo variegato, ma ne di reciproca apparenza dove una pluralità di esseri ben radi~ato, potendo fra l'altro contare sul progetto di unici agisce di concerto. "democratizzazione della democrazia" di Étienne Bali· Arendt non è stata qui citata a caso. Non solo per bar o sul concetto antagonistico di democrazia propo ché i suoi testi conservano ancora oggi la straordina sto da Chantal Mouffe.6 Senza qui voler scendere nel ria qualità di interloquire con chiunque si faccia do dettaglio del pensiero complesso e diversamente arti mande su problemi politici urgenti, a tal punto che si colato di questi autori, vale la pena sottolineare la loro è diffusa "la strana impressione che le opere di Arendt necessità di aggiungere un aggettivo al sostantivo "de parlino direttamente di eventi che ci riguardano" ,2 ma, mocrazia", qualificandola come radicale, anarchica, in soprattutto, perché il riferimento ai testi arendtiani è sorgente, selvaggia, antagonistica. Nota Abensour, "se frequente da parte di numerosi autori del nostro tem non si cerca di qualificare la democrazia, essa rischia po che reinterrogano proprio l'idea di democrazia per di perdere ogni volto riconoscibile, e sarebbe trascina rintracciarne il senso in alcuni eventi del presente. Os ta nella zona grigia della banalizzazione universale: nel sia che cercano di sottrarre la parola democrazia alla linguaggio quotidiano delle nostre società, essa non vie- sua disturbante genericità e tentano di afferrare il nu cleo concettuale della "vera democrazia".> Ciò vale, in J. Rancière, L'odio per la democrazia,.tr. it. C~nopio, Napoli 2007; M. ;Aben• primo luogo, per la versione della "democrazia radica sour, La democrazia conlro /,,Stato, cot., ma di Alx:nsour vedi anch,c, utilmen le" proposta daJudith Butler, ma anche per la nozione te, HannahArendt contro la filosofia politiaz?, t~. it.Jaca ~k. Mil"!'~20(0, 5. Vedi il saggio di Abcnsour "Democrazia selvaggi~ e pnnc1p10 d •· di "democrazia anarchica" su cui rifletteJacques Ran narchia •, posto in appendice al suo volume La democrav~ ~ntro lo Stato, cière oppure, ancora, per il concetto di "democrazia cit., pp. 173 sgg.; vedi anche C. Lefort, Democrao/and Po(11tcal Theo,y, Po liry Press, Cambridge 1988, nel quale uno specifico capuolo è dedicato a insorgente" elaborato da Miguel Abensour,4 il quale Arendt (pp. 45-55). . . . . . . 6. É. Balibar, Ci11adinanur, tr. lt. Bollau Bonnglueri, Tonno_2~12, .P· 155; 2. A.-E. Hyvoncn, C. Barbour, "In the present tense: Contemporary en, C. Mouffe, Sul politicv. Democrad,, e rappresentazio'?e de, con/11111, tr. lt. Bru no Mondadori, Milano 2007. Vedi, a questo proposito,~. Brc,au~. C. H~l gagements with Hannah Arendt•, in Phik,sophy Today'. 62, 2, 201~, p. 301. man, R Magnusson, P. Mazzocchi, D. Penner (a cura d,) Thmkmg Radteal 3. M. Alx:nsour, La democrazia contro k, Stato, tr. 11. Cronop,o, Napo- 1 Oemocracy. The Return IO P1Jlitics in Post-War France, UmversU)'.ofToronto li 2008, p. 13 3. . . Press, Toronto 2015. Per una versione originale del concetto d1 •democra, 4. Mi riferisco, in particolare, aJ. Buùer. L'alleanu, de, corpi. Noie per zia antagonistica" vedi, nell'ambito statunite~se, B. Honig, Emergency Po/,. una teoria performativa dell'azione colle11iva, tr. it. Nottetempo, Milano 2017; tics. Paradox, Law, Democracy, Princcton Uruvcrsny Press, Pnnccton 2009. 14 QUARTJ;TTO. DEMOCRAZIA SORGIVA L'IDEA OJ DEMOCRAZIA 15 ne forse continuamente confusa con lo Stato di diritto La citazione per esteso di un brano arendtiano può e con il regime rappresentativo?" .7 gettare luce su questa sorta di paradosso. Leggiamo in Più in generale, il bisogno dell'aggettivo sta a se Sulla rivoluzione: gnalare la difficoltà di parlare, oggi come un tempo, di democrazia senza correre il rischio che la parola venga La libertà come fenomeno politico nasce con il sor immediatamente a designare una forma di governo, un gere delle città-Stato greche. Dai tempi di Erodoto in poi è stata intesa come una forma di organizzazione po regime politico, un certo assetto istituzionale, se non litica in cui i cittadini vivevano in condizioni di non-go uno stile di vita o un'organizzazione sociale. Anche il verno, senza divisioni fra governanti e governati. Que linguaggio politico ordinario tende del resto ad agget sta concezione di non-governo era espressa dal termine tivare la democrazia, definendola, a seconda dei casi, "isonomia", la cui principale canmeristica, fra le altre rappresentativa, liberale, parlamentare, popolare, elet forme di governo quali furono enumerate dagli antichi, torale, formale, reale o in altri modi ancora. Arendt, era che il concetto di governo (la "archia", da archein, invece, usa raramente il termine "democrazia" e, pur in monarchia e oligarchia o la "crazia", da kratèin, in democrazia) era del tutto assente. La polis era vista co esaltando l'Atene democratica periclea come culla di me una isonomia, non una democrazia. La parola "de quell'esperienza dell'interagire plurale che lei identifica mocrazia•, che anche allora indicava il governo della con la nozione autentica e originaria di politica, evita maggioranza, il governo dei molti, fu in origine coniata di ricorrere sia alla parola "democrazia" sia, a maggior da quelli che avversavano l'isonomia e che volevano di ragione, all'espressione "democrazia diretta". Ricorre, re: quel che voi chiamate non-governo è in realtà solo se mai - in testi minori e con chiaro intento semplifi un'altra forma di governo: è la peggior forma di gover catorio -, all'espressione "democrazia partecipativa", no, il dominio del demos. '0 mettendola fra virgolette.8 Infatti, quella che abbiamo qui chiamato "idea di democrazia" corrisponde diret Si noti l'accento ripetuto sull'assenza di governo. È tamente, nel linguaggio arendtiano, all'idea di politi precisamente questa assenza della divisione fra gover ca o, meglio ancora, a "un concetto puro della realtà nanti e governati a caratterizzare ciò che i Greci chiama politica".9 Non si tratta solo di questioni lessicali, anche vano isonomia e che, in tutta la sua opera, Arendt chia se le questioni lessicali, owiamente, contano. Si tratta ma invece politica, intendendola come spazio condiviso anche di capire perché molti degli autori che si impe di interazione fra uguali. Il termine governo (rule) ha, gnano oggi a radicalizzare l'idea di democrazia faccia per lei, un significato negativo, tant'è vero che spesso no riferimento a Arendt, la quale evita di usare persi lo utilizza come sinonimo di "dominio" (domination, no il termine. Herrscha/t) owero di un sistema in cui alcuni coman dano e altri sono comandati. Arendt non esita a definire 7. M. Alxnsour, La democrazia contro lo Swo. cit .. p. 7. "lotta per il potere, dove è in gioco soltanto la questione 8. H. Arendt,Sulla viole11u,, tr, it. Guanda, Milano 1996, pp. 23, 90. 9. L'espressione compare in un'importante lettera a Jaspers datata 4 marzo 1951: H. Arendt, K.Jaspers, Carteggio. tr. it. Feltrinelli, Milano 10. H. Arendt, Sulla rivoluzione. tr. it. Edizioni di Comunità, Milano 1989, p. 105. 1983, p. 26. 16 QUARn·rro. m,MOCRAZIA SORGIVA l:IOEA DI DEMOCRAZIA 17 di chi domina e chi è dominato", 11 quel che la tradizione implica una pluralità di attori, allo stesso tempo uguali occidentale, a partire da Platone, chiama invece - e, se e distinti, e nasce fra "gli uomini in quanto si muovono condo lei, indebitamente - politica. La parola politica, nell'ambito che è fra loro", u "la politica nasce nell'infra, così come la usa la tradizione riferendosi al problema e si afferma come relazione"." Precisamente questo in del governo o del potere, è infatti da Arendt considera fra, questo in-between che costituisce uno spazio fisico ta indebita e falsa nella misura in cui nasconde proprio di partecipazione - spazio il cui fine consiste nel mette l'esperienza originaria della polis e la soppianta, morti re in relazione e far apparire i presenti gli uni agli altri, ficando il tal modo l'autentico spirito politico del cit lasciandoli però distinti di modo che non si fondano in tadino greco che non voleva "né comandare né essere una massa unitaria - è ciò che i Greci hanno "scoper comandato".12 Secondo la visione arendtiana, non c'è to". Arendt aggiunge che raie scoperta "dell'essenza e politica dove in gioco sono chi comanda e chi è coman dell'ambito del 'politico"''J non riguardava solo un'e dato, chi governa e chi è governato: e ciò spiega perché, sperienza legata allo scenario dell'agorà, ma si traduceva quando parla di politica in senso proprio, Arendt eviti e si concretizzava in un vero e proprio tipo di vita, il bios di usare la parola "democrazia". Ma spiega anche per politikòs, un modo peculiare di esistenza che realizzava ché la sua peculiare accezione di politica non possa non in massimo grado la condizione umana della pluralità. interessare coloro che si impegnano, oggi, a valorizza Per lei, nelle esperienze originariamente politiche della re l'idea di democrazia, aggettivandola come radicale, grecità, e perciò nella politica correttamente intesa, ne anarchica, insorgente, selvaggia o antagonistica. Ciò che va, infatti, dell'umano, di una modalità di interagire in questi autori apprezzano, della prospettiva arendtiana, uno spazio pubblico, mostrandosi unici e inizianti, "da è infatti 1' esaltazione di un certo tipo di esperienza poli cui nessun essere umano può astenersi senza perdere la tica che si pone come antitetica rispetto a qualsiasi con sua umanità".16 Il tono, come a volte è stato notato da cezione verticale o gerarchica del potere e che si carat gli interpreti, suona un po' enfatico. Non bisogna, pe terizza invece come un potere diffuso, partecipativo e rò, dimenticare il drammatico contesto storico in cui relazionale, condiviso alla pari, anzi costituito da una la scrittura arendtiana prende forma: è a partire dalla pluralità di attori. I quali sono uguali proprio perché catastrofe totalitaria da lei trattata nelle Origini del to condividono orizzontalmente questo spazio. talitarismo che Arendt ripensa la politica e, con essa, la Non è, del resto, un caso che l'idea arendtiana di condizione umana in quanto tale chè è al centro del suo politica insista soprattutto su una dìmensione spaziale, libro Vita activa, comparso nell'edizione inglese origina- senza porre alcuna particolare enfasi sul rema del!' auto determinazione, che campeggia, invece, nella definizio 13. H. Arend1. Quademi e diari (1950-1973), tr. it. Neri Pozza, Vìcen za 2007, p. 164. ne di Bobbio citata all'inizio. La politica, scrive Arendt, 14. H. Arcndt, Che ros'è lo polilica, tr. it. Edizioni di Comunità, Mila no 1995, p. 7. 11. H. Arend1, Marx e la 1radi1.ione del pensiero politiro oxiden10/e, lr. i1. 15. H. Arendt, Tra possaioe/uturo, tr. i1. Gar-tanti, Milano 1991, p. 207. Raffaello Cortina, Milano 2015, p. 86. 16. H. Arendt, Viia attiva. La ro11di:,:io11e umana, tr. it. Bompiani, Mila 12. H. Arend1, S11/la rivofor.ione, cii .. p. 26, nota 11. no 1988, p. 128. 18 QUARTETTO. D~MOCRAZIA SORGIVA L'IDEA DI DEMOCRAZIA 19 le con il titolo The Human Condition.'7 La grecità, cui il comando di uno solo, di alcuni o dei molti, secondo volge lo sguardo per ancorare questa impresa, è innan la classica tipologia delle forme di governo che ancora zitutto, per lei, un modello immaginario su cui proietta chiamiamo monarchia, oligarchia e democrazia. O, an le sue riflessioni, ossia un laboratorio del pensiero per cora peggio, fosse il comando del padrone su donne e rintracciare un concetto puro di politica che si oppon schiavi nell'ambito domestico. ga frontalmente all'abisso della disumanizzazione tota Con la tradizione inaugurata da Platone, sostiene litaria e, perciò, alla lunga tradizione politica, anch'essa Arendt, l'idea originaria di politica, insieme con l'espe nata in Grecia, che non ha impedito all'Occidente di rienza della polis che l'aveva generata, sparisce dal mon precipitare in questo àbisso. do degli "affari umani" e viene rimpiazzata e sopraffatta Di matrice greca, come già ricordato, è infatti per delle dottrine politiche sul governo. Crucialmente, però, Arendt anche quella tradizione filosofica che concepi non sparisce del tutto, secondo lei, bensì si conserva co sce la politica come lotta per il potere o scelta del regime me "un tesoro nascosto" pronto per essere "riscoperto" migliore di governo e si impegna a costruire modelli di in certe occasioni propizie, fra le quali, nella modernità, dominio finalizzati a imporre ordine e stabilità. Pur con spicca il fenomeno della rivoluzione. In contrasto con varie vicende, si tratta della tradizione che giunge fino le interpretazioni canoniche, Arendt argomenta, infatti, a noi e che ancora permea il nostro linguaggio politico, che uno degli aspetti più importanti delle rivoluzioni del dopo essersi affacciata, a metà del Novecento, sull'orlo xvm secolo, e soprattutto della Rivoluzione americana, dell'abisso dei regimi totalitari. A Platone, che la inau è stata la riscoperta dell'esperienza politica come intera gura, e a questa tradizione Arendt muove sostanzial gire plurale in uno spazio pubblico condiviso. "La storia mente l'accusa di aver oscurato la genuina esperienza delle rivoluzioni, chiave politica per decifrare la storia della polis, radicata nella condizione umana della plura• più recondita dell'epoca moderna", scrive Arendt, "può lità, rimpiazzandola con una nozione di politica intesa essere narrata come la favola di un tesoro antichissimo, come tecnica per governare gli uomini e amministrare che appare all'improvviso nelle circostanze più diverse, i loro interessi. Essere liberi nella polis, Arendt non si e quindi scompare di nuovo celandosi sotto i più svaria stanca di ribadire, significava sia "essere liberi dalla di ti e misteriosi travestimenti, come una fata morgana. "19 suguaglianza connessa a ogni tipo di dominio e muover Per quanto gli eventi della rivoluzione siano stati in si in una sfera dove non si doveva governare né essere nescati dal movimento violento e insurrezionale che ca governati" .'8 Ossia significava concepire la politica nei ratterizza il processo di liberazione, argomenta Arendt, termini di un'esperienza partecipativa, paritaria e plu i rivoluzionari del XVIII secolo, incontrandosi nelle loro rale, del tutto incompatibile con Io schema di organiz assemblee e in altri spazi condivisi dell'agire, hanno po zazione gerarchica e verticale del comando, fosse questo tuto riscoprire il gusto antico della libertà. Arendt non esita a segnalare come degna di nota "la mancanza asso- 17. H. Arcndt, The Human Ccnd,iion, Tho University ofC hicago Prt,s, Chicago 1958. 18. H. Arendt, Vita attiva, cit., p. 24. 19. H. Arendt, Tra pasratoe futuro, cit., p. 27. 20 QUARTETTO. DEMOCRAZIA SORGIVA L'IDEA DI DEMOCRAZIA 21 Iuta dell'interesse per le forme di governo, così caratte• guidare facilmente. Va ie la pena ricordare che, secondo ristico della Rivoluzione americana, ma anche assai im Arendt, "politicamente parlando", potere e violenza so portante nelle fasi iniziali della Rivoluzione francese".2 0 no talmente opposti che "parlare cli potere non violento, E non manca, d'altro canto, cli osservare che la riscoperta è di fatto una ridondanza"Y "Il potere appartiene alla della politica da parte dei rivoluzionari, come una sorta capacità umana non solo cli agire, ma di agire di concer di rinnovato paradigma del politico, ha potuto ripeter to. Il potere non è mai proprietà cli un individuo; appar si nelle epoche successive. Ciò è avvenuto, come spiega tiene a un gruppo e continua a esistere finché il gruppo Simona Forti, mediante ulteriori "epifanie[. .. ) che fan non si separa. "2 Detto altrimenti, il potere politico non ' no breccia nella vicenda della statualità moderna, o che è il residuo o il prodotto dell'eventuale movimento di in sopravvivono ai suoi margini"; fra queste: la Comune sorgenza, bensì è immanente allo spazio condiviso della di Parigi del 1871, i soviet del 1917, la democrazia dei sua attualizzazione, coestensivo alla sua sorgente plurale. consigli tedesca del 1918, la rivoluzione ungherese e la Detto ancora più drasticamente, Arendt non intende af disobbedienza civile americana degli anni Sessanta.21 Se fatto il potere in termini di lotta, e nemmeno cli contrasto c'è un nesso, tutto moderno, fra riscoperta della politica e opposizione. Il suo non è un modello contro il gover e rivoluzione, esso ricompare in alcuni dei momenti più no, qualunque ne sia la forma, che ovviamente mostra significativi e, per così dire, strutturalmente insurrezio la sua degenerazione peggiore nel regime totalitario. È, nali, resistenti e protestatari, della modernità. piuttosto, un modello alternativo alla politica modella Che un appassionato studioso cli Arendt come Miguel ta sul governo, un'altra idea di politica rispetto a quella Abensour possa parlare cli Democrazia contro lo Stato e fondata sul governo, nei cui confronti può porsi come proporre la categoria di "democrazia insorgente" non resistente ma non come costitutivamente e, per così di desta pertanto sorpresa. Resta, però, il sospetto che l'im re, vitalmente eversiva. Il che significa che la dimensione magine di una democrazia in perenne effervescenza, al dell'insorgenza, con tutto il corredo di lotta e violenza cui cuore starebbe "il disordine fraterno contro il pote che l'immaginario rivoluzionario porta con sé, è decisa re dei capi: in breve, il non-dominio, un legame politico mente fuori dal quadro che Arendt riserva al concetto non costrittivo, ugualitario, contro l'ordine",22 si adatti puro di politica. Un quadro che non solo stenta a conte solo fino a un certo punto alla visione arendtiana del po nere la nozione di "democrazia insorgente" proposta da litico. E soprattutto resta il sospetto che la netta distin Abensour, ma rigetta decisamente qualsivoglia visione zione, posta da Arendt, fra il movimento spesso violento di quelle "moltitudini insorgenti", oggi spesso invocate, del processo di liberazione e il carattere assolutamente il cui compito epocale consisterebbe nella distruzione non violento dell'esperienza della libertà non si possa li· dell'ordine imperiale globalizzato. v 20. H. Arcndt,Su/fa rivoluzione, cit., pp. 56-l7. 21.S. Foni, "Introduzione• aM.VV.,HannahArendJ,tr. it.BrunoMon 23. H. Arendt, Su/fa violenw, cir., p. 61. dadori, Milano I 999, p. XXIV; della stessa autrice vedi anche Ham,ah A rendi 24. Ibidem, p. 47. fra filosofia e politica, Bruno Mondadori, Milano 2006, p. 222. 25.11 concerto di moltirudine è notoriamente al ccnrro dei libri di Mi 22. M. Abensour, La democrazia contro lo Stato, cir., p. 9. chacl Hardr e Antonio Negri, Impero, tr. ir. Rinoli, Milano 2002 e Molhtu-

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