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dell' Arma dei Carabinieri PDF

74 Pages·2016·3.27 MB·Italian
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NOTIZIARIO STORICO dell’ Arma dei Carabinieri A N N O I - N U M E R O 2 SOMMARIO N° 2 - ANNO I 10 18 4 14 32 46 24 38 58 60 69 66 In questo numero Edmondo De Amicis racconta l’incontro con un carabiniere leggendario (pag. 4), la riorganizzazione dell’Arma all’indomani dell’Unità d’Italia (pag. 24), i Carabinieri nella Resistenza a Milano (pag. 32) e vittime delle Foibe sul confine orientale (pag. 38), la storia della Legione allievi (pag. 46), la conquista italiana dell’Everest (pag. 60), i Carabinieri nella Torino rivoluzionaria del 1821 (pag. 66), la V Battaglia dell’Isonzo (pag. 69) 2 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI SOMMARIO N° 2 - ANNO I ANTICHE CRONACHE “Il Carabiniere Gamalero”. L’Arma di Edmondo De Amicis pag. 04 di FLAVIO CARBONE Squilli di tromba pag. 10 di MARIO BOVIO Attentato al convoglio reale pag. 14 di GIUSEPPE VECCHIA Scontri coraggiosi pag. 18 di PAOLO CATERINA PAGINE DI STORIA “Corrono tempi difficili e solenni…” pag. 24 di ENZO FANELLI I Carabinieri di “Gerolamo” pag. 32 di ANDREA GALLI Martiri sul confine orientale pag. 38 di GIANCARLO BARBONETTI La Formazione del Carabiniere pag. 46 di ENZO BERNARDINI A PROPOSITO DI... Da una fiamma “contro vento” a una fiamma “al rovescio” pag. 56 di VINCENZO PEZZOLET I due D’Acquisto pag. 58 di BRUNO RUSSO CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA Carabinieri sul tetto del Mondo pag. 60 di FABRIZIO INNAMORATI CARABINIERI DA RICORDARE Il Carabiniere Francesco Rivotella pag. 66 ALMANACCO 1816: un caduto in servizio pag. 68 1916: la Banda dell’Arma in tour a Parigi pag. 69 Quinta battaglia dell’Isonzo pag. 70 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI 3 ANTICHE CRONACHE “IL CARABINIERE GAMALERO” L’ARMA DI EDMONDO DE AMICIS De Amicis dedica a un Carabiniere oggi dimenticato alcune tra le pagine più appassionate e appassionanti del volume “Alle porte d’Italia”, apparso la prima volta a Roma nel 1884 di FLAVIO CARBONE 4 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI ANTICHE CRONACHE I Carabinieri da sempre sono stati scrutati dallo UN RITRATTO DI EDMONDO DE AMICIS NEL 1898 sguardo attento di numerosi scrittori italiani e stranieri che hanno elogiato ora una ora un’al- tra caratteristica di quel severo comporta- mento che rappresenta il costume dell’Arma. Costantino Nigra la ricordava come “Calma, severa, tacita, compatta”; in Giovanni Verga, Peppa, una fi- gura femminile affascinata dal male nella novella La Lupa, osservava i Carabinieri con una “specie di te- nerezza rispettosa”; per Gabriele D’Annunzio era “l'Arma della fedeltà immobile e dell'abnegazione silenziosa”; Mario Soldati, nella prefazione del vo- lume “Carabinieri 1814-1980”, sottolineava che “i Carabinieri […] rappresentavano qualcosa di cui po- tevo sentirmi orgoglioso”. Scrittori autorevoli ognuno con una propria visione dei Carabinieri, diversi punti di vista ma una posi- zione comune nel ritenere i militari dell’Arma un saldo valore del nostro Paese. Con tale prospettiva appare interessante presentare il contributo di un au- tore illustre della nostra letteratura, forse un po’ tra- scurato negli ultimi anni: Edmondo De Amicis. 1850, quando nel Piemonte di Cavour la criminalità, Giovane ufficiale di fanteria, uscì nel 1865 dalla anche organizzata, spesso imperversava nelle cam- Scuola Militare di Modena per vivere immediata- pagne e si scontrava quasi quotidianamente con i mente sul campo l’esperienza della III Guerra d’In- Carabinieri, come ancora testimonia la triste crono- dipendenza italiana. I contatti con il mondo logia dei Caduti dell’Arma. letterario dell’epoca lo incoraggiarono a perseverare Finalmente, a Torre Pellice, località dell’omonima nella passione per la scrittura fino ai primi successi valle, l’autore incontra e si confronta con il Carabi- e alle conseguenti dimissioni dall’Esercito nel 1871 niere eroe che aveva colpito la sua immaginazione di per dedicarsi completamente alla letteratura. bambino. Chi era Gamalero (in realtà il vice briga- Ed è il De Amicis letterato, oramai lontano dai tra- diere Agostino Gamaleri) egli lo racconta felicemente scorsi di servizio e dagli scritti ispirati al suo mondo nelle pagine che seguono; lasciando così la parola a militare, che dedica a un Carabiniere oggi dimenti- De Amicis ecco il nostro Carabiniere: cato alcune tra le pagine più appassionate e appas- “È veramente una figura da carabiniere piemontese sionanti del volume “Alle porte d’Italia”, apparso a dell'antica stampa; alto, membruto, d'aspetto grave, Roma la prima volta nel 1884, costituito dalla rac- quasi cupo, con due grandi occhi scrutatori e i baffi colta di alcune prose giornalistiche già pubblicate sul grigi. È vicino ai settanta, ne dimostra dieci di meno: periodico “Cronaca bizantina”, nelle quali riportava si capisce alla prima occhiata che doveva avere una impressioni di viaggio tra le valli del Piemonte. forza erculea, e che l'ha conservata quasi tutta. Gli L’autore, facendo memoria dei suoi ricordi di gio- domandammo se voleva venire all'albergo dell’Orso ventù, indaga, si pone sulle tracce e scova una figura a bere un bicchiere con noi, e a raccontarci il famoso che era stata leggendaria molti anni prima tra il Cu- arresto. Rispose di sì, senz'altro, come se fosse una neese e il Pinerolese e delle cui gesta si era diffusa cosa già convenuta, e fece subito un'uscita da vec- l’eco in tutto il Regno preunitario: il “Carabiniere chio carabiniere, abituato alle formalità del servizio. Gamalero”. Le sue imprese risalivano al decennio - Mi rincresce soltanto che non mi ricordo più del NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI 5 ANTICHE CRONACHE nome di battesimo di Delpero. - Io lo sapevo: Fran- IL LIBRO ALLE PORTE D'ITALIA DI EDMONDO DE AMICIS cesco; e anche il soprannome, Nerone: li avevo visti in sogno più d’una volta, scritti sulla parete, a carat- teri rossi. Fummo maravigliati della sua voce: una voce profonda, poderosa, un po' tremula, la quale, a' suoi bei tempi, doveva gridare degli alto là da far accapponare la pelle ai cavalli. Due ore dopo era se- duto a tavola con noi, e ci raccontava la sua vita, modestamente: figliuolo d’un capellaio d'Alessan- dria, soldato nella brigata Aosta dal 1835 al 1841, poi carabiniere; promosso vicebrigadiere, non so in qual anno, dopo un arresto rischioso fatto a Torre Pellice, e servizi resi durante il colera, a Villafranca. Al tempo del Delpero, era di stazione a Vigone. Il bandito era cercato da varii mesi, furiosamente, da tutte le parti. Da ultimo aveva ancora ucciso a tra- dimento due carabinieri, di notte, sulla via di Pol- lenzo, e cercava di assassinare il delegato di sicurezza pubblica di Pinerolo, certo Francia, al quale aveva già dato molti anni prima una stilettata mortale, per cui l’avevan mandato in galera; donde era fuggito freddando un guardiano. Il Gamalero faceva conti- nue perlustrazioni, faticose e inutili, nei boschi di Vi- gone, dove si credeva che il Delpero s’aggirasse con la sua banda. Una sera che ritornava stanco morto da una di queste corse, gli dicono che il brigadiere, uscito poco prima dalla caserma, cerca di lui. Egli va difilato all'osteria dell’Orso marino, dove gli pareva più probabile di trovarlo. C’era infatti, con un altro “È veramente una carabiniere: li aveva mandati a chiamare l’ostessa perché eran capitate all’osteria due “brutte facce”. Il Gamalero entra nella stanza grande. A sinistra figura da carabiniere della porta d’entrata, all'estremità d'una lunga ta- vola, c’erano i due avventori sospetti, seduti l’uno in piemontese faccia all’altro, che avevano smesso di mangiare. Il brigadiere, ritto davanti a loro, col carabiniere ac- dell'antica stampa; alto, canto, — un mingherlino, un po' tonto, — li inter- rogava. Un po’ più in là, a un’altra tavola, stava membruto, d'aspetto cenando un altro avventore, un negoziante di bovi, corpulento, che osservava con curiosità quella scena. grave, quasi cupo, — Appena entrato, disse il Gamalero, appena vidi la faccia di quello seduto di fronte alla porta, dissi su- con due grandi occhi bito tra me: — Quello è Delpero. — Era un giovine sui ventisei anni, d’alta statura, coi capelli neri e la scrutatori e i baffi grigi”. barba nera, d’una pallidezza di morto. 6 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI ANTICHE CRONACHE Il Gamalero s’andò a piantare alle spalle di lui, vici- nissimo, senza fiatare; e il brigadiere gli fece un cenno col viso: — Occhio alle mani dell’amico. — Intanto continuava a interrogare. Richiesti delle carte, gli avevan presentato un passaporto e un cer- tificato patentemente falsi: i connotati non corri- spondevano, le firme eran tutte della stessa mano. L’uno si faceva passare per un mercante d’agrumi, l’altro per un negoziante di vino. Il brigadiere incal- zava con le interrogazioni, e osservava intanto che una tasca della giacchetta del più grande presentava un rilievo singolare. — Datemi di nuovo il passa- porto, — gli disse, — e alzatevi, che riconosca un’al- tra volta la statura. — To'! — gridò allora il Delpero cacciando fuori con rapidità fulminea una pistola, e puntandola al cuore del brigadiere. Ma nel punto stesso il Gamalero gli vibrava un formidabile pugno nel viso, che lo but- tava a terra. Il brigadiere e il carabiniere s’avventano sul caduto; il Gamalero salta sull’altro, lo afferra pel collo, e lo porta via di peso, sbatacchiandolo attra- verso alla stanza.... Qui bisognò ridere per forza a sentire come il Gamalero, interrompendosi, accennò di volo, senza ridere, la sveltezza prodigiosa, la ve- locità sovrumana con cui il grosso negoziante di L'ARRESTO DEL BANDITO DELPERO E DEL SUO bovi, al veder la mala parata, non fuggì, ma volò, COMPAGNO AD OPERA DEI CARABINIERI SECONDO svanì per la finestra. La lotta fu tremenda. Il Del- "L'ILLUSTRAZIONE POPOLARE" DEL 3 APRILE 1892. DI SPALLE IL VICEBRIGADIERE AGOSTINO GAMALERI pero, armato d’altre due pistole e d’un coltello, lot- MENTRE BLOCCA LA MANO DELL'ARRESTATO. tava per salvarsi dalla forca; la disperazione gli dava una forza formidabile, la rabbia l’aveva mutato in una belva, si scontorceva, ruggiva, picchiava, si ro- porta: fu creduto un bandito; disparve subito; era un tolava sul pavimento, abbracciato ai due carabinieri, fratello dell’oste, mezzo scemo. Bisognava finirla. Il fra le panche rovesciate e le stoviglie spezzate, scal- Gamalero, con una mano sola, stringendo il laccio ciando e addentando, facendo degli sforzi di dannato più forte, strascinò il suo impiccato verso gli altri tre, per afferrare l’altre armi. Il Gamalero voleva correre afferrò un braccio all'assassino, gli fece cascar dal in aiuto ai due compagni, ma non attentandosi ad pugno la pistola, lo inchiodò a terra per la gola; e al- abbandonare il suo prigioniero, gli andava torcendo lora s’arrese, finalmente, e fu ammanettato. la cravatta, e allentandola a vicenda quando lo ve- Subito accorsero guardie municipali e guardie nazio- deva annerire; gli dava un po’ di fiato, di tanto in nali. Il Delpero ansò per molto tempo. Le sue prime tanto, per dirla con le sue parole, lo stretto necessa- parole furono di rammarico perché gli fosse mancato rio per vivere, come si fa con la chiavetta d’un becco il colpo alla pistola. — Se non mi mancava, — disse di gas, che non si vuol né spegnere né tenere acceso. con uno sguardo torvo al brigadiere, — a quest'ora Il momento era terribile. C’era da temere che gli altri lei sarebbe già in compagnia degli altri due. — Poi della banda fossero appostati là attorno; se accorre- diede in smanie da forsennato, si dibatté, urlò che vo- vano, tutto era perduto. Una persona s’affacciò alla leva morire, tentò di spaccarsi il capo contro il muro. NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI 7 ANTICHE CRONACHE italianate con una desinenza in i; ma che non ci fa- Gamaleri non credeva cevan ridere, né sorridere, perché eran l’espressione ingenua e rozza di quello che aveva d’italiano nel- in cuor suo di essere l’anima, un’eco della gran voce della patria unita, ch’egli era arrivato in tempo a sentire negli ultimi ancora ricordato anni della sua vita di soldato. E s’accalorava par- lando, senza mai perdere, peraltro, una certa ritenu- a tanti anni tezza severa d’aspetto e di modi: ci spiegava certi segreti del suo mestiere, certe prescrizioni che faceva di distanza dagli ai carabinieri novizii, per esempio, per arrivar ad- dosso a dei malfattori, di notte, per una via di cam- avvenimenti pagna: andar per un pezzo a passi lunghissimi, tra il passo accelerato e la corsa, in punta di piedi, nel mezzo della via, dov'è più alta la polvere; poi, a In fine, si quetò, e fu portato alla caserma dei cara- breve distanza, spiccare una corsa precipitosa, la binieri, tra un urlio orrendo della folla.... Ma io l'ho quale ottien quasi sempre l'effetto di “far perder la sciupato miseramente il racconto del Gamalero. testa” ai bricconi, che rimangon lì, intontiti e immo- È difficile farsi un'idea dell'eloquenza, disordinata, bili, senza neanche l'idea della resistenza; e diceva ma calda, gagliarda, scolpita, con la quale egli ci fece questo a voce bassa e concitata, fissando nel muro i veder quella scena, e sentir quasi gli aneliti, i colpì, suoi assassini immaginarii, con l’occhio scintillante, lo sgretolio dei denti, le grida soffocate dei lottatori. come se li vedesse davvero. A luì stesso pareva di ritrovarcisi, e gestiva, raccol- Poi riferiva gl’interrogatorii imperiosi, che faceva tamente, ma con tale vigore, che quando torceva il agli arrestati, per confonderli; con una tale efficacia pugno noccoluto per render l'atto con cui aveva ser- di espressione li ripeteva, che a un certo punto del rato la strozza al suo fantoccio, mi pareva di sen- racconto, sentendomi una sua mano sul ginocchio, tirmi il colletto troppo stretto, e me lo sarei e vedendo i suoi grandi occhi fissi nei miei, mentre sbottonato con piacere. E tirò innanzi per un pezzo. mi domandava viso a viso, con quel vocione: — E i Ci raccontò tutti gli altri avvenimenti della sua vita mezzi di sussistenza? — rimasi un momento imba- militare, dei quali non fu mica il più notevole l'arre- razzato, e quasi li lì per rispondergli, timidamente: sto del Delpero: combattimenti sanguinosi con diser- — Ma.... non so.... m’ingegno.... — Parlava a cuore tori, corpo a corpo, nelle tenebre, dentro a fossi della aperto, facendo comprendere, senza esprimerli tutti campagna; inseguimenti disperati d’assassini per i suoi sentimenti più intimi, vedere tutto il fondo stradoni solitarii, al lume della luna; lotte contro della sua semplice natura: e non si può dire la retti- folle ammutinate, due contro cento, con la certezza tudine d’animo, l’abborrimento profondo del delitto, della morte; il salvamento fatto da lui in una città lo sdegno superbo della viltà, il nobile concetto del dell’Emilia, d’un quadro del Guercino, sorprendendo proprio ufficio, il forte e netto sentimento del dovere con uno stratagemma astuto, di notte, i ladri che lo e dell’onore, che si rivelava dalle sue parole, dal suo trafugavano; tante avventure e così strane e dram- accento, dal suo viso. Non pareva un semplice cara- matiche, da far pensare perché mai certi matti affa- biniere che parlasse, in certi momenti, ma un giudice, mati di commozioni, che trovan la vita noiosa, non che so io? uno di quegli austeri monaci antichi, in- vadano ad arrolarsi nella “benemerita arma”. Per la colti, ai quali la fede illuminava l’intelletto; tanto il prima mezz'ora, parlò piemontese; poi, a poco a suo parlare era grave, nonostante la scorrettezza, e poco, si mise a parlare italiano, malgrado le nostre sensato, fermo, dettato da una coscienza onesta, e preghiere, quasi forzato da non so che capriccio fo- da un cuore forte, sano e generoso. E non un’ombra nico della memoria; un italiano stranissimo, tutto in- di vanteria nel suo discorso: si sarebbe giurato sulla tessuto di frasi da rapporto e di parole vernacole verità assoluta d’ogni parola, non un lampo di com- 8 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI ANTICHE CRONACHE WASHINGTON RINALDI (MUSEO STORICO DELL'ARMA DEI CARABINIERI), DIPINTO REALIZZATO DALL'ORIGINALE DI FRANCESCO GONIN CUSTODITO PRESSO LA BIBLIOTECA REALE DI TORINO. piacenza vanitosa nel suo viso, benché mi vedesse pi- di rievocare. Probabilmente, ciò che emerge con gliar delle note mentre parlava. — Signori, coman- chiarezza è la semplicità e onestà intellettuale del- dano altro? — domandò quand’ebbe finito, come l’uomo, da tempo spogliato della sua uniforme, che avrebbe detto ai suoi superiori dopo una relazione racconta le proprie vicende militari senza millantare di servizio. E dataci una forte stretta di mano, se ma cercando di far comprendere anche i piccoli n'andò senza cerimonie, serio come sempre, quasi aspetti della vita quotidiana da Carabiniere come le triste, verso la sua botteguccia”. indagini minute che lo portarono a contrastare il cri- Una narrazione efficace e puntuale di un incontro mine nel corso della sua lunga permanenza nel- certamente voluto da De Amicis e vissuto invece da l’Arma, passando dalle vicende locali dello Stato Gamaleri che, probabilmente, non credeva in cuor preunitario alla partecipazione diretta nella costru- suo di essere ancora ricordato a tanti anni di di- zione del nuovo Regno d’Italia. stanza dagli avvenimenti che lo scrittore gli chiedeva Flavio Carbone NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI 9 Il 26 giugno del 1862 si stava celebrando a Caltanissetta la festa del Corpus Domini. Mentre la consueta processione percorreva l’allora Corso Garibaldi, si udirono acuti squilli di tromba provenire dalle finestre dell’albergo Santa Croce. di MARIO BOVIO CALTANISSETTA. L'ODIERNA PIAZZA GARIBALDI SQUILLI DI TROMBA 10 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI

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“Alle porte d'Italia”, apparso la prima volta a Roma nel 1884 .. 1884, il vento freddo del- l'inverno I sentimenti prodotti da questa ventata di tra-.
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