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Davanti al dolore degli altri PDF

58 Pages·2006·4.199 MB·Italian
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Susan Sontag / Davanti al dolore degli altri osCAiù,10NDADORI Della stessa autrice Davanti al dolore degli altri in edizione Mondadori L'amante del vulcano Il benefattore Contro l'interpretazione Stili di volontà radicale In America Io, eccetera Malattia come metafora Per David Traduzione di Paolo Dilonardo ... aux vam• cus.I BAUDELAIRE L'esperienza, sordida nutrice ... TENNYSON http:// www.mondadori.com/libri ISBN 88--04-51804-9 Copyright© 2003 by Susan Sontag Ali rights reserved © 2003 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano Titolo del/' opera originale: Regarding the Pain of Others I edizione maggio 2003 I Nel giugno del 1938 Virginia Woolf pubblicò Le tre ghinee, riflessioni coraggiose e poco apprezzate sulle radici della guerra. Scritto nel corso dei due anni precedenti mentre Woolf, insieme a gran parte dei suoi amici e colleghi, era tutta presa dall'avanzare dell'insurrezione fascista in Spa gna, il libro si presentava come la tardiva risposta a una lettera di un illustre avvocato londinese che le aveva ri volto la seguente domanda: «Cosa, secondo lei, noi dob biamo fare per prevenire la guerra?». Woolf comincia con l'osservare causticamente che un sincero dialogo tra loro potrebbe forse non essere possibile. Anche se appartengo no alla stessa classe, la «classe colta», un profondo abisso, infatti, li separa: l'avvocato è un uomo e lei è una donna. Gli uomini fanno la guerra. Gli uomini (quasi tutti) ama no la guerra, dal momento che nel combattimento trova no «un po' di gloria, una certa necessità, e qualche soddi sfazione» che le donne (quasi tutte) non provano né gradiscono. Che cosa può sapere della guerra una donna colta - vale a dire, privilegiata, benestante - come lei? È possibile che la sua repulsione alle lusinghe della guerra sia simile a quella di lui? Mettiamo alla prova questa «difficoltà di comunicazio- 4 Susan Sontag Davanti al dolore degli altri 5 ne», propone Woolf, guardando insieme delle immagini di esistono leggi di guerra, a cui i combattenti dovrebbero guerra. Si tratta di alcune delle fotografie che il Governo attenersi) e di riuscire a fermare certe guerre imponendo spagnolo assediato inviava all'estero un paio di volte la alternative negoziali al conflitto armato. Oggi ci è forse settimana-«scritto nell'inverno 1936-37», annota Woolf a difficile prestare fede al disperato proposito indotto dallo piè di pagina. «V ediamo» scrive «se, guardando le stesse shock successivo alla Prima guerra mondiale, quando fotografie, proviamo gli stessi sentimenti.» E prosegue: prese finalmente corpo la percezione della rovina che l'Europa aveva provocato a se stessa. Ma condannare la Tra quelle arrivate stamani ce n'è una in cui si vede il corpo guerra in quanto tale non sembrava così futile o irrilevan di un uomo, o forse di una donna; è così mutilato che potrebbe te all'indomani delle fantasie cartacee del Patto Kellogg benissimo essere il corpo di un maiale. Ma non c'è dubbio che quelli laggiù sono bambini morti, e quella è sicuramente la se Briand del 1928, col quale quindici importanti nazioni, tra zione di una casa. Una bomba ne ha squarciato il fianco; in cui Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia e quello che doveva essere il salotto è ancora appesa la gabbietta Giappone, rinunciavano solennemente alla guerra come per gli uccelli ... strumento di politica nazionale; nel 1932 persino Freud e Einstein furono coinvolti nel dibattito con un pubblico Il modo più rapido e asciutto per trasmettere il turba scambio epistolare intitolato «Perché la guerra?». Le tre mento prodotto da tali fotografie sta nel notare come non ghinee di Woolf, apparso dopo quasi due decenni di acco sempre si riesca a distinguerne il soggetto, tanto assoluta rate condanne della guerra, aveva almeno l'originalità è la rovina di carne e pietra che esse raffigurano. A partire (che ne fa il meno apprezzato dei suoi libri) di concentrar da questa constatazione Woolf si affretta a trarre una con si su ciò che era ritenuto così ovvio o inappropriato da clusione. «Per diverse che siano la nostra educazione e le non poterne parlare, e men che meno rifletterci sopra: che tradizioni che abbiamo alle spalle» dice all'avvocato, le la guerra è uno sport maschile, che la macchina bellica ha nostre reazioni sono identiche. E adduce una prova: sia un genere sessuale, ed è maschile. Ciò nonostante, la te «noi» - e qui le donne sono il «noi» - che lei, avvocato, merarietà della versione woolfiana del «Perché la guer possiamo benissimo reagire con le stesse parole. ra?» non basta a rendere la ripugnanza meno convenzio Lei, Signore, le descrive come «orrore e disgusto». Anche noi nale nella sua retorica, nelle sue generalizzazioni zeppe di le chiamiamo orrore e disgusto ... La guerra, lei dice, è un abo frasi ripetute. E le fotografie delle vittime di guerra sono minio; una barbarie; la guerra va impedita a ogni costo. E noi anch'esse una sorta di retorica. Reiterano. Semplificano. facciamo eco alle sue parole. La guerra è un abominio; una bar Scuotono. Creano l'illusione del consenso. barie; la guerra va impedita a ogni costo. Evocando questa ipotetica esperienza di condivisione - Chi crede oggi che la guerra possa essere abolita? Nes «stiamo guardando insieme gli stessi corpi privi di vita, le suno, neppure i pacifisti. Speriamo soltanto (e finora inva stesse case in macerie» - Woolf sostienedi credere che lo no) di fermare i genocidi, di consegnare alla giustizia chi ~hock prodotto da tali immagini non possa non affratella commette gravi violazioni delle leggi di guerra (perché re le persone di buona volontà. Ma è davvero così? Certo, 6 Susan Sontag Davanti al dolore degli altri 7 Woolf e l'innominato destinatario di questa lettera in for te da una busta arrivata con la posta del mattino e sparpa ma di libro non sono due persone qualsiasi. Le secolari af gliate casualmente su un tavolo. Mostrano i corpi straziati finità di condotta e sentimenti caratteristici dei loro rispet di adulti e bambini. Mostrano come la guerra svuota, tivi sessi li separano, ma l'avvocato, come la stessa Woolf frantuma, spacca, abbatte il mondo costruito. «Una bom gli ha ricordato, non è certo il tipico maschio bellicoso. La ba ne ha squarciato il fianco» scrive Woolf a proposito del sua opposizione alla guerra non è meno indubbia di quel la casa raffigurata in una delle immagini. Certo, il paesag la di lei. In fin dei conti, non le ha chiesto: «Che ne pensa gio urbano non è fatto di carne. Ma gli edifici tranciati della possibilità di prevenire la guerra?». Bensì: «Cosa, se sono eloquenti quasi quanto i cadaveri abbandonati per condo lei, noi dobbiamo fare per prevenire la guerra?». strada. (Kabul, Sarajevo, Mostar Est, Grozny, i sedici acri Quel «noi» è proprio ciò che Woolf mette in discussione nella parte meridionale di Manhattan dopo 1'11 settembre all'inizio del libro: non permette al suo interlocutore di 2001, il campo profughi di Jenin ... ). Guardate, dicono le dare un «noi» per scontato. Ma in quel «noi», dopo alcune fotografie, questo è ciò che succede. Questo fa la guerra. E pagine dedicate alla questione femminista, finisce poi col quello, fa anche quello. La guerra lacera, spacca. La guer ricadere. ra squarcia, sventra. La guerra brucia. La guerra squarta. Non si dovrebbe mai dare un «noi» per scontato quan La guerra rovina. do si tratta di guardare il dolore degli altri. Non soffrire a causa di queste immagini, non indietreg giare inorriditi dinanzi a esse, non sforzarsi di abolire ciò Chi sono i «noi» a cui queste immagini scioccanti sono che provoca una simile devastazione, una simile carnefici indirizzate? Quel «noi» dovrebbe includere non soltanto i na - queste sarebbero, in termini morali, le reazioni di un simpatizzanti di una piccola nazione o di un popolo privo mostro, dice Woolf. E, lascia intendere, non siamo mostri, di Stato che lotta per la propria vita, ma anche il gruppo noi membri della classe colta. A mancarci è l'immagina ben più nutrito di chi si preoccupa, non foss'altro che a zione, l'empatia: non siamo riusciti a fare nostra questa parole, di una qualche terribile guerra in corso in un altro realtà. paese. Le fotografie sono uno strumento per rendere «rea Ma è poi vero che quelle fotografie, documenti di un li» (o «più reali») situazioni che i privilegiati, o quanti massacro di civili più che di uno scontro tra eserciti, semplicemente non corrono alcun pericolo, preferirebbero avrebbero potuto soltanto promuovere il rifiuto della forse ignorare. guerra? Senza dubbio potevano anche incoraggiare una «Qui, sul tavolo dinanzi a noi, ci sono delle fotografie» maggiore militanza in favore della Repubblica. Non era scrive Woolf a proposito dell'esperimento mentale propo forse quello il loro scopo? L'accordo tra Woolf e l'avvocato sto tanto al lettore quanto al fantomatico avvocato che, sembra del tutto presunto, e le spaventose fotografie ser reale o fittizio, è così illustre, come lei stessa sottolinea, da vono soltanto a confermare un'opinione già condivisa. Se aggiungere al proprio nome la sigla onorifica K.C., King's l'avvocato le avesse invece chiesto: «Qual è il modo mi Counsel. Immaginate allora una serie di fotografie estrat- gliore per contribuire alla difesa della Repubblica spagno- 8 Susan Sontag Davanti al dolore degli altri 9 la dalle forze del fascismo militarista e clericale?», le foto a un attentato alla pizzeria Sbarro nel centro di Gerusa grafie avrebbero potuto rafforzare la fede di entrambi nel lemme è innanzitutto la foto di un bambino ebreo ucciso la giustezza di quella lotta. da un kamikaze palestinese. Per un palestinese, la foto Le immagini evocate da Woolf in realtà non mostrano grafia di un bambino dilaniato dal fuoco di un carro ar ciò che la guerra, la guerra in quanto tale, produce. Mo mato a Gaza è innanzitutto la foto di un bambino palesti strano un modo particolare di condurre una guerra, un nese ucciso dall'artiglieria israeliana. Per i militanti, modo all'epoca descritto abitualmente come «barbarico», l'identità è tutto. E ogni fotografia attende d'essere spie in cui il bersaglio sono i civili. Il generale Franco stava uti gata o falsificata da una didascalia. Durante i combatti lizzando le stesse tattiche di bombardamento, massacro, menti tra serbi e croati all'inizio delle recenti guerre nei tortura, uccisione e mutilazione dei prigionieri che, da co Balcani, le stesse fotografie di bambini uccisi nel bombar mandante, aveva perfezionato in Marocco negli anni Ven damento di un villaggio venivano mostrate sia nelle con ti. Allora, cosa più accettabile per le autorità costituite, le ferenze di propaganda serbe che in quelle croate. Bastava sue vittime erano state i sudditi di una colonia spagnola, cambiare la didascalia e la morte di quei bambini poteva per giunta scuri di pelle e infedeli; ora si trattava di com essere utilizzata innumerevoli volte. patrioti. Leggere in quelle immagini, come fa Woolf, sol Le immagini di civili morti e di case in macerie possono tanto la conferma di una generica avversione per la guer servire a fomentare l'odio per il nemico, come è successo ra significa rinunciare a fare i conti con la Spagna in nel caso dei filmati della parziale distruzione del campo quanto paese segnato da una storia. Significa liquidare la profughi di Jenin nell'aprile del 2002, continuamente ri politica. trasmessi da Al Jazeera, la rete televisiva satellitare araba La guerra per Woolf, come per molti polemisti che vi si con sede in Qatar. Ma tali immagini, benché incendiarie oppongono, è generica e le immagini da lei descritte mo per il gran numero di persone che guarda Al Ja zeera in strano vittime anonime, generiche. Per quanto possa ap tutto il mondo arabo, non rivelavano niente sull'esercito parire inverosimile, le fotografie inviate dal governo di israeliano che quel pubblico non fosse già disposto a cre Madrid sembrerebbero prive di didascalie. (O forse Woolf dere. Al contrario, le immagini che forniscono una prova sta semplicemente supponendo che le fotografie dovreb in grado di contraddire le nostre più sacre certezze vengo bero parlare da sé.) Ma le argomentazioni contro la guerra no invariabilmente liquidate come una messinscena a be non si fondano su informazioni relative al chi, al quando e neficio della macchina fotografica. La reazione tipica di al dove; l'arbitrarietà dell'inesorabile massacro è conside nanzi alla conferma fotografica delle atrocità commesse rata prova sufficiente. Per quanti credono fermamente che dal proprio schieramento consiste nel sostenere che le im il diritto stia da una parte e l'oppressione e l'ingiustizia magini sono una montatura, che una simile atrocità non dall'altra, e che la lotta debba continuare, ciò che conta è ha mai avuto luogo: quelli sono corpi che l'altra parte ha invece proprio chi viene ucciso e da chi. Per un ebreo trasportato con dei camion dall'obitorio per poi abbando israeliano, la fotografia di un bambino dilaniato in seguito narli in strada, oppure, sì, è successo, ma è stato il nemico 10 Susan Sontag Davanti al dolore degli altri 11 a colpirsi da sé. Così, il capo della propaganda franchista come afferma Simone Weil nel suo sublime saggio sulla sosteneva che fossero stati i baschi a distruggere Guerni guerra, L' «Iliade», poema della forza (1940), la violenza ren ca, la loro antica città ed ex capitale, il 26 aprile 1937, col de chiunque le sia sottomesso una cosa.* Non è vero, ri locando della dinamite nelle fogne (o, secondo una ver batte chi in una determinata circostanza non vede alterna sione successiva, sganciando bombe costruite in territorio tiva alla lotta armata, la violenza può far assurgere le sue basco), allo scopo di suscitare indignazione all'estero e vittime al rango di martiri o di eroi. rafforzare la resistenza Repubblicana. Allo stesso modo, In realtà, si possono fare molti usi delle innumerevoli la maggioranza dei serbi, sia in patria che all'estero, ha so opportunità che la vita moderna fornisce per guardare - a stenuto sino alla fine dell'assedio di Sarajevo, e anche in distanza, attraverso il mezzo fotografico - il dolore degli seguito, che erano stati gli stessi bosniaci a perpetrare l'or altri. Le fotografie di un'atrocità possono suscitare reazio renda «strage della fila per il pane» nel maggio del 1992 e ni opposte. Appelli per la pace. Proclami di vendetta. O «la strage del mercato» nel febbraio del 1994, scagliando semplicemente la vaga consapevolezza, continuamente granate di grosso calibro o mettendo delle mine nel centro alimentata da informazioni fotografiche, che accadono co della loro capitale in modo da creare degli spettacoli parti se terribili. Chi può dimenticare le tre fotografie a colori colarmente raccapriccianti per gli obiettivi dei giornalisti scattate da Tyler Hicks che il «New York Times» ha pub stranieri e ottenere così un maggior sostegno internazio blicato il 13 novembre 2001 in cima alla prima pagina del nale alla causa bosniaca. la sezione quotidiana dedicata all'ultima guerra dell' A Le fotografie di corpi mutilati possono indubbiamente merica, A Nation Challenged («Una nazione presa di essere usate come fa Woolf, per condannare la guerra, e mira»)? Il trittico raffigurava il destino di un soldato tale possono, per un certo lasso di tempo, concretizzare parte bano in uniforme, trovato ferito in un fosso da alcuni sol della sua realtà agli occhi di coloro che non ne hanno alcu dati dell'Alleanza del Nord che avanzavano verso Kabul. na esperienza diretta. Tuttavia, chi accetta l'idea che, in un Primo riquadro: trascinato sulla schiena da due degli uo mondo diviso come il nostro, la guerra possa diventare mini che l'hanno catturato - uno gli ha afferrato un brac inevitabile, e persino giusta, potrebbe replicare che le fo cio, l'altro una gamba -lungo una strada pietrosa. Secon tografie non forniscono una prova, nessunissima prova, do riquadro (la macchina fotografica è vicinissima): per indurci a rinunciare alla guerra - se non si vogliono accerchiato, alza lo sguardo in preda al terrore, mentre considerare del tutto svuotate di senso e credibilità le no viene tirato su. Terzo riquadro: al momento della morte, zioni di coraggio e sacrificio. La distruttività della guerra - prescindendo dalla distruzione totale, che non è guerra * Pur condannando la guerra, Weil cercò di partecipare alla difesa della Repub ma suicidio - non è di per sé un argomento contro la guer blica spagnola e alla lotta contro la Germania di Hitler. Nel 1936 si unì a una bri ra, a meno di non credere (c ome pochi davvero fanno) che gata internazionale e andò in Spagna come volontaria non combattente; nel 1942 e all'inizio del 1943, rifugiata a Londra e già malata, lavorò nell'ufficio del la violenza sia sempre ingiustificabile, che la forza sia la Francia Libera, nutrendo la speranza di essere inviata in missione nella Fran sempre e in ogni circostanza sbagliata - sbagliata perché, cia occupata. (Morì in un sanatorio inglese nel!' agosto del 1943.) 12 Susan Sontag Davanti al dolore degli altri 13 supino con le braccia tese e le ginocchia piegate, nudo e te seminude nei bordelli militari, soldati in agonia dopo coperto di sangue dalla vita in giù, mentre viene finito un attacco con gas tossici, bambini armeni ridotti a schele dalla banda di soldati radunatisi per massacrarlo. È ne tri. Quasi tutte le sequenze di Guerra alla guerra! sono dif cessaria un'ampia riserva di stoicismo per riuscire a leg ficili da guardare, in particolare le immagini che mostrano gere ogni giorno fino in fondo il «New York Times», con i cadaveri di soldati appartenenti a vari eserciti ammuc siderata la probabilità di imbattersi in fotografie che chiati a putrefarsi nei campi, nelle strade e nelle trincee di possono farci piangere. Ma la pietà e il disgusto che im prima linea. Ma le pagine più intollerabili del libro, che magini come quelle di Hicks ispirano non dovrebbero im aveva nel suo complesso lo scopo di atterrire e demoraliz pedirci di chiedere quali immagini, quali crudeltà, e quali zare, si trovano nella sezione intitolata «Il volto della morti non ci vengono mostrate. guerra», ventiquattro primi piani di soldati con la faccia sfigurata da enormi ferite. Friedrich non commise l'errore Alcuni hanno a lungo creduto che se fossero riusciti a di supporre che delle fotografie strazianti e stomachevoli rendere l'orrore sufficientemente vivido, i più avrebbero potessero semplicemente parlare da sé. Ogni fotografia è finito per comprendere l'enormità, l'insensatezza della accompagnata da un'appassionata didascalia in quattro guerra. lingue (tedesco, francese, olandese e inglese) e la malvagità Nel 1924, quattordici anni prima che Woolf pubblicasse dell'ideologia militarista viene condannata e sbeffeggiata Le tre ghinee e decimo anniversario della mobilitazione na in ogni pagina. Immediatamente denunciata dal governo, zionale in Germania per la Prima guerra mondiale, l' o dalle associazioni dei veterani e da altre organizzazioni pa biettore di coscienza Ernst Friedrich pubblicò Krieg dem triottiche - in alcune città ci furono irruzioni della polizia Krieg! (Guerra alla guerra!). Si tratta di fotografia come te nelle librerie e si intentarono azioni legali contro la pubbli rapia d'urto: un album di oltre centottanta foto in gran ca esposizione delle fotografie - la guerra alla guerra di parte provenienti da archivi medici e militari tedeschi, chiarata da Friedrich venne accolta con grande favore da molte delle quali considerate impubblicabili dalla censura scrittori, artisti e intellettuali di sinistra, così come dai governativa mentre la guerra era ancora in corso. Il libro membri di numerose associazioni pacifiste, i quali predis si apre con immagini che mostrano soldatini, cannoni gio sero che il libro avrebbe esercitato un influsso decisivo sul cattolo e altri balocchi amati dai maschietti di tutto il l'opinione pubblica. Entro il 1930, Guerra alla guerra! aveva mondo, e si chiude con immagini scattate nei cimiteri mi esaurito dieci edizioni in Germania ed era stato tradotto in litari. Tra i giocattoli e le tombe, il lettore compie uno stra molte lingue. ziante viaggio fotografico attraverso quattro anni di rovi Nel 1938, l'anno delle Tre ghinee di Woolf, il grande re ne, massacri e degradazione: pagine e pagine raffiguranti gista francese Abel Gance mostrò in primo piano alcuni chiese o castelli saccheggiati e distrutti, villaggi rasi al rappresentanti, della popolazione, in larga parte nascosta, suolo, foreste devastate, piroscafi di linea silurati, auto degli ex combattenti sfigurati - les gueules cassées (« i musi mezzi fracassati, obiettori di coscienza impiccati, prostitu- rotti») come venivano soprannominati in Francia - al mo- 14 Susan Sontag mento culminante del suo nuovo ]'accuse. (Con lo stesso consacrato titolo Canee aveva infatti realizzato, nel 1918- 19, una prima e più rudimentale versione del suo incom parabile film contro la guerra.) Come nella sezione finale del libro di Friedrich, il film di Canee si conclude in un nuovo cimitero militare, non soltanto per ricordarci quan ti milioni di giovani furono sacrificati al militarismo e al l'inettitudine tra il 1914 e il 1918, nel corso di un conflitto salutato come «la guerra per porre fine a ogni guerra», ma soprattutto per dar voce alla solenne condanna che quei morti avrebbero sicuramente pronunciato contro i politici e i generali europei se avessero saputo che, a di stanza di vent'anni, un'altra guerra era alle porte. «Morts Assistere da spettatori a calamità che avvengono in un altro de Verdun, levez-vous!» (Alzatevi, morti di Verdun!) escla paese è una caratteristica ed essenziale esperienza moder ma il veterano impazzito protagonista del film, e ripete la na, risultato complessivo delle opportunità che da oltre un sua ingiunzione in tedesco e in inglese: «Il vostro sacrifi secolo e mezzo ci offrono quei turisti di professione alta cio è stato vano!». E la vasta piana cimiteriale vomita le mente specializzati noti come giornalisti. La guerra è ormai sue moltitudini, un esercito di spettri zoppicanti, con il parte di ciò che vediamo e sentiamo in ogni casa. Le infor volto mutilato e le uniformi marcite, che risorgono dalla mazioni su quel che accade altrove, definite<~», met tomba e s'incamminano per ogni dove, seminando il pa tono in risalto i conflitti e la violenza - «Il sangue in prima nico tra il popolo già mobilitato per una nuova guerra pa pagina» recita la collaudata linea guida dei tabloid e dei no neuropea. «Riempitevi gli occhi di questo orrore! È la sola tiziari televisivi che danno informazioni flash ventiquat cosa che può fermarvi!» grida il pazzo alle moltitudini tr'ore su ventiquattro-di fronte ai quali reagiamo con com dei vivi in fuga, che lo ripagano con una morte da marti passione, indignazione, curiosità o approvazione, man re. Egli può così unirsi ai camerati morti: un mare di spet mano che ciascuna miseria ci si para dinanzi agli occhi. tri impassibili che travolge gli impauriti combattenti fu Già alla fine del XIX secolo ci si interrogava sul modo in turi e le vittime della guerre de demain. La guerra respinta cui rispondere alla costante crescita del flusso di informa da un'apocalisse. zioni sui tormenti della guerra. ~1899i.Gustav~. . M<J.Y.~ E l'anno dopo la guerra arrivò. nier, primo presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, scriveva: . . . . Ora sappiamo ciò che avviene ogni giorno in tutto il mondo ... è come se le descrizioni fornite dagli inviati dei quotidiani mettessero sotto gli occhi dei lettori [dei giornali] i feriti che 16 Susan Sontag . Davanti al dolore degli altri 17 agonizzano sui campi di battaglia, facendone risonare le grida Nelle prime guerre importanti di cui esistono resoconti nelle loro orecchie ... fotografici, la Guerra di Crimea e la Guerra civile ameri cana, e in tutte quelle che precedettero la Prima guerra Moynier pensava al vertiginoso aumento del numero mondiale, il combattimento vero e proprio era al di là dei feriti tra i combattenti di ogni schieramento, le cui sof della portata della macchina fotografica. Quanto alle f(!: ferenze la Croce Rossa si prefiggeva di alleviare imparzial tografie di guerra_ pubblicate, quasi tutte anonime, tra il mente. Le armi introdotte poco dopo la Guerra di Crimea )91i·e Ù 1918, esse generalmente adottavano - ne~la mi (1854-56), come il fucile a retrocarica e la mitragliatrice, sura in cui riuscivano a dare uri'içléa del terrore e della avevano infatti notevolmente accresciuto la forza distrutti ~evastazione - un registro epico, ed erano di solito raffi va degli eserciti. Ma anche se le agonie del campo di batta gurazioni degli strascichi del conflitto: i paesaggi lunari o glia erano diventate evidenti come mai prima agli occhi di 'disseminati di cadaveri la~ciati il}_~~egJtà ~?lla guerra di chi si limitava a leggerle sulla stampa, era ovviamente trincea; i villaggi francesi sventrati dal passaggio della un'esagerazione, nel 1899, affermare di sapere ciò che suc guè~;-;_ Per il monitoraggio fotografico della guerra che ci cedeva «ogni giorno in tutto il mondo». E lo è ancora, ben è oggi familiare fu necessario attendere un radicale perfe ché le sofferenze patite in guerre lontane oggi aggredisca zionamento dell'attrezzatura professionale, cui si giunse no davvero in diretta i nostri occhi e le nostre orecchie. Ciò nel giro di qualche anno: macchine fotografiche leggere, I che nel gergo giornalistico si definisce «il mondo» - «dateci , I come la Leica, con pellicole da 35mm che potevano essere ventidue minuti e vi daremo il mondo», annuncia a più ri esposte 36 volte prima di dover ricaricare l'apparecchio. prese nel corso di ogni ora una rete radiofonica -è (a diffe Divenne così possibile, se la censura militare lo permette renza del mondo) uno spazio piccolissimo, sia per aree v;~ scat_t!1-Jg .fotografie nel .P!~~Q .. c:l~lla battaglia e studiare geografiche sia per tematiche, e pretendiamo che quanto di da vicino le vittime civili o i soldati stremati e insudiciati. I esso vale la pena conoscere venga trasmesso in modo con L~~trefra c1v1le)p_agnofa .(ì,9-_36:.3'9)tu la prima guerra ciso e vigoroso. I documentatà (<~c:operta;;) il}_§~_nso moderno, Qé!_~~ c:orpo \' La consapevolezza del cumulo di sofferenze prodotte ·arfotografi professionisti inviati in prima linea e nelle : I da un numero selezionato di guerre lontane è in qualche città bombardate, i cui scatti furono immediatamente modo frutto di una costruzione. E, soprattutto nella for pubblicati su quotidiani e periodici sia in Spagna che al- ma registrata su pellicola, balugina all'improvviso, viene 1' estero. La guerra mossa dagli Stati Uniti al Vietnam, la condivisa da molte persone, e poi svanisce. Contraria prima seguita giorno dopo giorno dalle telecamere, fece mente a un resoconto scritto - che, a seconda della com conoscere al fronte interno una nuova tele-intimità con la plessità delle idee, dei riferimenti e del lessico, è indiriz morte e la distruzione. Da allora, le battaglie e i massacri zato a una cerchia di lettori più o meno estesa - una filmati mentre si svolgono sono divenuti un ingrediente fotografia possiede una sola lingua ed è potenzialmente abituale dell'incessante flusso di intrattenimento dome destinata a tutti. stico riservatoci dal piccolo schermo. Creare una nicchia

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