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Datacrazia. Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data PDF

384 Pages·2018·3.212 MB·Italian
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ESCHATON Collana diretta da Raffaele Alberto Ventura a cura di Daniele Gambetta Datacrazia Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data Datacrazia a cura di Daniele Gambetta Prefazione di Raffaele Alberto Ventura Saggi di: Massimo Airoldi, Xabier E. Barandiaran, Antonio Calleja- López, Tommaso Campagna, Andrea Capocci, Mauro Capocci, Emanuele Cozzo, Donatella Della Ratta, Andrea Fumagalli, Corrado Gemini, Giorgio Griziotti, Geert Lovink, Alberto Manconi, Javier Toret Medina, Arnau Monterde, Federico Nejrotti, Angelo Paura, Roberto Paura, Simone Pieranni, Flavio Pintarelli, Roberto Pizzato, Eleonora Priori, Daniele Salvini, Andrea Daniele Signorelli, Lelio Simi. Editing di Adria Bonanno Progetto grafico di Ercolani Bros. - DoKC Lab Questo libro è stato edito da D Editore, per la collana ESCHATON Per i suoi libri, D Editore utilizza soltanto carta certificata FSC D Editore Via fiume 109 00055 Ladispoli (RM) Tel: +39 3208036613 eMail: [email protected] www.deditore.com Questo libro è disponibile sotto licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0. Alcuni diritti sono riservati. D Editore adotta la procedura della double blind peer review. INDICE p. I Datacrazia Prefazione di Raffaele Alberto Ventura p. 14 Divenire cyborg nella complessità Introduzione di Daniele Gambetta p. 45 Parte I - Geopolitica e macroeconomia dei big data p. 46 Per una teoria del valore-rete, di Andrea Fumagalli p. 70 Big emotional data, di Giorgio Griziotti p. 100 Cina e big data, di Simone Pieranni p. 113 Parte II - La teoria è morta, evviva la teoria! - L'analisi dati nella ricerca p. 114 Pratiche scientifiche ai tempi del capitalismo di piattaforma, di Emanuele Cozzo p. 124 Is correlation enough? (spoiler: No!), di Eleonora Priori p. 138 I big data e il corpo, di Andrea Capocci e Mauro Capocci p. 150 L'illusione della psicostoria, di Roberto Paura p. 171 Parte III - Macchine intelligenti p. 172 La guerra dei bias, di Andrea Daniele Signorelli p. 188 I dati sono il sangue dell'IA, di Roberto Pizzato p. 203 Parte IV - Vite datificate p. 204 Sull'etimologia della parola dato, di Flavio Pintarelli p. 214 L'output non calcolabile, di Massimo Airoldi p. 228 Il potere degli algoritmi, di Angelo Paura p. 238 Come i dati hanno cambiato (per sempre) il giornalismo, di Lelio Simi p. 252 Rock'n'Roll Bot, di Corrado Gemini p. 268 Estetiche interattive, di Tommaso Campagna p. 280 Hapax Legomenon, sulla guerra per le parole, di Federico Nejrotti p. 296 Son grossi dati, servon grossi diritti, di Daniele Salvini Parte V - Strategie dei corpi-macchina p. 307 Nuovi codici della politica nel caos, di Alberto Manconi p. 308 Uno sguardo tecnopolitico sui primi giorni del #15m, di Javier Toret p. 334 Dalle reti sociali alle reti (tecno)politiche, di Antonio Calleja López, p. 350 Xabier Barandiaran e Arnau Monterde From Data to Dada, di Donatella Della Ratta e Geert Lovink p. 362 Biografie p. 366 Glossario minimo (di parte) della Datacrazia p. 372 Farò il mio rapporto come se narrassi una storia, perché mi è stato inse- gnato, sul mio mondo natale, quand'ero bambino, che la Verità è una questione d'immaginazione […]. La storia non è completamente mia, né sarò io solo a narrarla. In realtà, neppure sono sicuro di chi sia que- sta storia; voi potrete essere giudici migliori. Ma è tu�'una, e se in certi momenti i fa�i parranno cambiare, con una voce cambiata, ebbe- ne, allora voi potrete scegliere il fa�o che più vi piace; eppure, nessuno di essi è falso, e si tra�a di una sola storia La mano sinistra delle tenebre, Ursula Le Guin Prefazione La società pano�ica Di Raffaele Alberto Ventura N el modello di carcere concepito da Jeremy Bentham alla fine dell’O�ocento, una stru�ura nella quale ogni dete- nuto è tenuto costantemente so�o sorveglianza, Michel Foucault individuava il paradigma del controllo sociale contem- poraneo. Foucault parlava di Panoptisme o Societé panoptique, dal nome del diabolico dispositivo, il Panopticon, che perme�e al cu- stode di vedere ogni cosa, o meglio ad ogni detenuto di essere vi- sto senza vedere. La figura evoca gli invisibili meccanismi di pote- re che vengono perfezionati a partire dal Se�ecento per ammini- strare la popolazione, e che oggi ancora garantiscono il governo delle nostre ci�à: statistica, demografia, urbanistica, archite�ura, epidemiologia, economia politica, eccetera. Ai le�ori di George Orwell, però, il dispositivo ricorderà piu�osto l’ipertrofia sensoriale degli stati totalitari, con i loro infiniti occhi e orecchie che dissolvono la sfera individuale in una forzata pubbli- cità. Eppure nulla ha impedito a quella che per altri aspe�i dimo- stra di essere una società particolarmente paranoica di cedere in maniera sistematica e spontanea la sua privacy ai colossi della so- e n cietà dell’informazione. Perché in fin dei conti non c’è nulla di più o zi a rassicurante di sapere che qualcuno ti controlla, ti coccola, ti da ef r P a�enzione; sopra�u�o se non sei nessuno e «non hai nulla da na- a - ur scondere». Quando, nella primavera del 2017, Daniele Gambe�a nt e si è proposto per realizzare un libro sui Big Data nella collana V o rt Eschaton — appena nata — il tema era già piu�osto a�uale; nel e b Al fra�empo lo è diventato, se possibile, ancora di più. In linea con il e el principio della collana, abbiamo deciso di dargli la forma di a ff a un’antologia: decisione anche questa piu�osto felice, vista la va- R I

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