heideggeriana Collana a cura di Ivo De Gennaro e Gino Zaccaria Ivo De Gennaro Gino Zaccaria Dasein : Da-sein Tradurre la parola del pensiero © 2007 Christian Marinotti Edizioni s.r.l. Milano I diritti di traduzione, di adattamento totale o parziale, di riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm,ifilm,lefotocopie),nonchédimemorizzazioneelettronica,sonoriservatipertuttii Paesi. Christian Marinotti Edizioni s.r.l. Via Alberto da Giussano, 8 - 20145 Milano Tel. 02 481.34.34 - Fax 02 481.33.10 www.marinotti.com; e-mail: [email protected] Ai pensanti in lingua madre PREMESSA Cum multae res in philosophia nequaquam satis adhuc explicatae sint, tum perdifficilis, Brute, quod tu minime ignoras… (Cicerone, De natura deorum, I, 1) Il seguente saggio costituisce una delucidazione del Dasein nel Denkweg di Martin Heidegger: esso fonda la corretta intesa della parola affinché possa coniarsi, in lingua madre, una sua consona traduzione – e di qui ge- nerarsi il suo chiaro sentimento. Il saggio nasce dalle analisi e dai pensieri tentati in un seminario bien- nale dedicato allo studio del corso universitario heideggeriano Einleitung in die Philosophie (1928-1929) – il quale, affidato alle cure di Maurizio Borghi, vede ora la luce in italiano, per i tipi di Christian Marinotti Edizio- ni, con il titolo di Avviamento alla filosofia. Il seminario stesso e la stesura del saggio rientrano in un più ampio progetto di «Ricerca di base» svoltosi presso l’Università Bocconi di Mi- lano. «Ciò che noi designiamo con la dizione Dasein non è mai emerso nella genitura della filosofia». Così Heidegger nel suo Nietzsche (N I, p.278). La delucidazione tentata nel saggio tocca inevitabilmente una lunga consue- tudine di lettura e di interpretazione. Infatti, la nuova luce in cui va lenta- mente stagliandosi il senso della dizione Dasein, non poteva crescere libe- ramente senza passare attraverso un costruttivo confronto – per ora solo avviato – con i modi in cui, a partire dalla pubblicazione di Sein und Zeit, quel «mai emerso» fenomeno è stato via via reso e compreso in italiano. Mentre tutto, qui, deve necessariamente restare provvisorio, un punto ci pare di aver colto con ormai sufficiente nettezza: se il Dasein è già lì dove deve essere, ovvero lontanissimo dall’uomo, l’uomo è ancora troppo vicino al Dasein. Così, proprio l’indole Dasein, se solo iniziamo a renderle il suo, può aiu- tarci a ritrovare quell’ingenuità d’ascolto che l’inaudito – incurante delle nostre intrusive sordità – non smette di chiederci. La delucidazione del Dasein si articola in passi, e trova il suo esito in un chiarimento della Seinsfrage. Ogni passo e la sua stesura, così come il suddetto esito, sono divenuti via via attendibili grazie al lavoro comu- ne dei due Autori. Qui, l’aggettivo «comune» non vuol dire “collettivo” o “d’équipe”, ma piuttosto «progettato e compiuto in coalescenza», ossia secondo una ripartizione degli apporti e dei compiti dettata unicamente dalla delucidanda indole nel suo perenne tradursi in Gespräch, in colloquio pensante. In particolare – e limitandosi ai passi più ardui e decisivi – si 8 Dasein : Da-sein devono a Ivo De Gennaro la partizione II del Primo capitolo e la Ripresa, mentre si devono a Gino Zaccaria le partizioni III e IV del Primo capitolo e il Secondo capitolo. * Le opere citate nel saggio sono accompagnate dall’abbreviatura del cor- rispondente riferimento bibliografico. La bibliografia si trova alla fine del volume. Le note al testo della Prima parte sono di due specie: le annotazioni a piè di pagina (contrassegnate da lettere) e le Osservazioni integrative («o.i.» – contrassegnate da numeri progressivi e raccolte in una sezione che precede la Seconda parte). La lettura di tali Osservazioni, al termine dello studio della Prima parte, permetterà di ritornare al cammino e di ripercorrerlo in alcuni suoi passaggi salienti. Gli Autori ringraziano Maurizio Borghi, che ha letto il dattiloscritto del saggio ed è stato prodigo di suggerimenti e consigli. Siamo altresì grati a Patrizia Fiorini che ha composto il testo per la stampa. Milano, Gennaio 2007 Ivo De Gennaro e Gino Zaccaria PRIMA PARTE Il Dasein Diese Mißdeutungen sind die natürliche Rückdeutung des Gelesenen oder nur Nachgemeinten in das, was man vor dem Lesen schon zu wissen meint. Sie zeigen alle denselben Bau und denselben Grund. (M. Heidegger, Brief über den Humanismus, ÜH, p. 36) Questi fraintendimenti [quelli cui si espone Sein und Zeit] sono il naturale riportare il senso di ciò che si è letto, o solo opinato per imitazione, a ciò che si crede di sapere già prima della lettura. Essi mostrano, tutti, lo stesso costrutto e lo stesso fondamento. Der »andere Anfang« ist nicht ein zweiter, sondern der erste und einzige, in anderer Weise. (H. Arendt – M. Heidegger, Briefe 1925-1975, p. 234) L’ «altro inizio» non è un secondo inizio, ma il primo e unico, in un’altra tonalità.