O E a ’ N N i PAOLO D ALESSANDRO f I o A L s L Darstellung e soggettività. o N I M l O i F (Saggio su Althusser) I E D T e E e Firenze, La Nuova Italia, 1980 I D R r (Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università U A e t degli Studi di Milano, 89) T L t S I e F L I L i G d E à D t l À o T c I a S F R E a V l I l N e d U i n o i z a c i l b Quest’opera è soggetta alla licenza Creative Commons Attribuzione ‑ b Non commerciale ‑ Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY‑NC‑ND u P 2.5). Questo significa che è possibile riprodurla o distribuirla a condizio‑ ne che ‑ la paternità dell’opera sia attribuita nei modi indicati dall’autore o da chi ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi a‑ vallino chi la distribuisce o la usa; ‑ l’opera non sia usata per fini commerciali; ‑ l’opera non sia alterata o trasformata, né usata per crearne un’altra. 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La lettura sin- tomale II. - LA DARSTELLUNGSMETHODE DI MARX E IL CONCETTO DI STRUTTURA 1. - Lettura sin tomaie come produzione di conoscenza 2. - Il metodo marxiano di indagine e di esposizione 3. - L'oggetto della scienza della storia. Il linguaggio delle merci 4. - Valore economico e valore linguistico III. - CRITICA DELLA RAGIONE METAFISICA 1. - Struttura ed epistemologia 2. - Vorstellung e Darstellung 3. - Causalità metonimica per il superamento della logica IV. - NUOVA RAZIONALITÀ E SCIENZA DELLA STORIA 1. - La logica del sogno 2. - Metafora e metonimia; funzione àdl'Ubertragung Vili INDICE 3. - Linguistica e psicanalisi 4. - Sulla tesi del « rovesciamento » 5. - Materialismo dialettico e surdeterminazione V. - IL PROCESSO SENZA SOGGETTO 1. - Linguaggio, testo e scrittura 2. - Darstellung: vita e teatro 3. - Il motore della storia 4. - Soggetto e soggetti. L'antiumanesimo VI. - LA STORIA COME TEATRO SENZA AUTORE 1. - La dif/ferenza nella struttura della pratica materiale 2. - Traccia e sopravvivenze. Il simbolo 3. - L'altra scena della storia 4. - Riconoscimento dell'altro e desiderio di morte OSSERVAZIONI CONCLUSIVE BIBLIOGRAFIA 1. - Testi di Althusser 2. - Testi su Althusser INTRODUZIONE La ' presa di partito ' in filosofia suscita sempre vivo interesse, animate discussioni, critiche e discriminazioni, da diversi punti di vista e con svariate finalità politiche e ideologiche. Il caso di Louis Althusser, filosofo marxista, mi sembra sintomatico, al proposito. La sua fortuna di critica sia in Francia che in Italia è infatti legata soprat tutto alle polemiche che l'aggettivo ' marxista ' ha avuto modo di creare, accompagnando il sostantivo ' filosofo' . Volendo cosi rispondere, dopo aver esaminato la critica più attenta e documentata, a una domanda che Althusser stesso si pone nel titolo di un suo saggio, si potrebbe conclu dere che non è affatto facile essere marxista in filosofia, o che il dichia rarsi tale è perlomeno rischioso, fonte di fraintendimenti e di ambiguità. In Italia il dibattito sull'opera di Althusser è avvenuto per l'es senziale in linea con le riflessioni espresse dalla critica in Francia 1, ma con elementi specifici tali, per cui si è inteso soprattutto confrontare Althusser con teorie e strategie presenti nel marxismo italiano, non rite nendo di dover affrontare le motivazioni che lo inducono a battere vie nuove, a volte in aperto contrasto con la tradizione italiana del mate rialismo storico, nella linea che va da Labriola a Gramsci. Un tale atteggiamento orienta naturalmente sulla scelta degli argo menti trattati, per cui può sembrare di tipo filosofico-politico non sol- 1 Sull'atteggiamento della critica in Francia, caratterizzato da quattro momenti distinti, ma complementari, di critica speculativa, ideologica, politica e filosofica, mi permetto di rimandare alla mia rassegna su Althusser e la critica marxista fran cese (1963-1976), I e II, «L'uomo, un segno», 1-2 (1977), pp. 153-166; ibidem, 1-2 (1978), pp. 97-119. 2 INTRODUZIONE tanto l'interesse di una certa stampa ufficiale di Partito2, ma anche quello di tutti quei saggi, in cui Althusser vien letto da una prospettiva che vuol essere rigorosamente marxista. Mi riferisco a quegli studi in cui si affrontano temi teorici, quali sono quelli concernenti il duplice rapporto che la scienza intrattiene con la filosofia e con l'ideologia, il problema della dialettica e quello a esso connesso del ' rovesciamento ', il rapporto tra teoria e lotta delle classi, la complessa tematica riguar dante umanesimo e storicismo, in relazione alle note tesi gramsciane, e altri ancora. Su tali argomenti avviene il confronto dei testi di Althusser con quelli di Marx e delle interpretazioni ritenute ortodosse del mar xismo, in una lettura che definirei di tipo ' filologico '3. Sono poi apparsi in Italia altri saggi, che si occupano di problemi diversi da quelli concernenti una problematica specificamente marxista, ma che rimangono letture incomplete, pur nella profondità e compe tenza degli studiosi nei rispettivi campi di indagine, perché necessa riamente circoscritti dal punto di vista assunto. Ci si occupa cosi del l'antiumanesimo derivante dall'ideologia strutturalista, del problema del la fondazione della filosofia marxista come scienza, dell'influsso della psicanalisi nell'opera e nel metodo althusseriani, del rapporto con l'epi stemologia francese, e infine di una problematica etico-politica che il primo Althusser avrebbe estromesso dal marxismo per partito preso e che l'Althusser dell'autocritica non riesce a riproporre, privando cosi il marxismo della sua forza d'urto umanitario-rivoluzionaria4. 2 Mi riferisco agli interventi apparsi in questi anni su « Rinascita » e su « Cri tica Marxista » (cfr., qui, la Bibliografia). 3 Questo sembra essere il caso di C. Luporini nella Nota introduttiva a L. Althusser, Per Marx, Roma, Ed. Riuniti, 1967, in cui però vien riconosciuta l'im portanza delle ' coordinate ' culturali althusseriane e mostrato apprezzamento per il suo lavoro teorico, anche al di fuori di una problematica specificamente marxista; di P. A. Rovatti, soprattutto nel suo Critica e scientificità in Marx. Per una lettura fenomenologica e una critica del marxismo di Althusser, Milano, Feltrinelli, 1973; di F. Fistetti in Althusser e la critica dell'economia politica, saggio introduttivo a R. Establet, P. Macherey, La scienza del Capitale, Verona, Bertani, 1973, in cui, pur sostenendo di volersi occupare del metodo althusseriano, si omette di trattare poi elementi fondamentali messi in luce dalla lettura sintomale e pertanto essen ziali al metodo stesso, quali: spostamento, surdeterminazione, causalità metonimica; su questa stessa linea sembra essere l'intervento di S. Timpanaro in Sul materia lismo, Pisa, Nistri Lischi, 1970. 4 Faccio riferimento, nell'ordine, agli studi di C. Vasoli, Althusser, marxismo e strutturalismo, in AA. W., Strutturalismo, ideologia e tecnica, Palermo, Palumbo, 1974, pp. 13-51, in cui pur riconoscendo gli aspetti decisamente positivi derivanti dalla teorizzazione della ' rottura ' epistemologica, che permette il recupero di ri- Pur riconoscendo l'importanza e la necessità di un'attenta analisi dei singoli contenuti o, ancora meglio, della totalità degli stessi, mi sembra però che per comprendere appieno il ' caso Althusser ' bisogna prestar attenzione al metodo d'indagine, definito in Lire Le Capital come ' lettura sintomale ', accantonato poi negli scritti successivi in seguito all'accusa di ' teoricismo ', ma che continua a operare in essi, anche se è ormai da identificare sotto altra terminologia. Perché tale metodo possa emergere in piena luce, si devono però operare delle scelte, previe a qualsiasi giudizio sull'Autore in questione. In primo luogo non bisogna considerare pregiudizialmente l'autocritica come una sorta di Kehre, in ciò contrastando, almeno in parte, quel che sembra essere il pensiero dello stesso Althusser in proposito; un'attenta lettura dei testi permette infatti di comprendere che nessun mutamento radicale doveva avvenire a livello filosofico, perché Althusser potesse rientrare nell'alveo dell'ortodossia marxista, e che poi, nei fatti, nessuna svolta è avvenuta nella teoria; solo l'ideologia althusseriana subisce, in fatti, quella correzione di tiro, per cui vien messa a punto una diversa terminologia, in vista di una più precisa e meno equivoca ideologizza- zione. In secondo luogo è necessario leggere tutto Althusser, in linea con le sue stesse precise indicazioni, in una lettura non lineare, ma strut turale, ' stratificata ', ovvero realizzare una lettura sintomale sulla let tura sintomale dei testi di Marx, nell'intento di cogliere l'essere del metodo, nell'atto stesso del suo funzionamento. L'indagine è di conseguenza rivolta ai sintomi, ai lapsus, alle as senze teoriche testimoniate da certe presenze, a ciò che è ignorato, ma che, quasi per contrasto, vien messo in luce da quel che di volta in volta è messo in evidenza; tutto ciò in vista di un esame di quegli indizi di problematiche, di cui Althusser si serve inconsapevolmente o anche di quelli di cui ha piena consapevolezza, non sempre però por tando sino alle ultime conseguenze gli intenti iniziali, con assunzione gore di metodo e di scientificità nel marxismo, si critica il dogmatismo metafisico in cui Althusser finisce col cadere, avendo assunto, con la concezione ' antiumani sta ', l'ideologismo strutturalista di M. Foucault; di A. Pieretti, Ideologia e scienza nel marxismo strutturale di Althusser, in AA. W., Strutturalismo filosofico, Pa dova, Ed. Gregoriana, 1970, pp. 189-199, che mette in rilievo la natura ideologica e pregiudiziale della ' rottura ' scienza/ideologia; di G. Comolli, Althusser e la psi canalisi, « Aut Aut », 141 (1974), pp. 61-70; di F. Botturi, Struttura e soggettività. Saggio su Bachelard e Althusser, Milano, Vita e Pensiero, 1976; di A. Prontera, Il naufragio della libertà. Saggio su Althusser, Manduria, Lacaita, 1972. piena di responsabilità rispetto a concetti e a problematiche assunti da altri. Nasce cosi la necessità di una ' svolta ' attraverso altri Autori, per cogliere in forma il più possibile chiara le coordinate teoriche e filoso fiche, che costituiscono il pensiero althusseriano. In analogia con un'operazione metodologica caratteristica anche del l'ultimo Heidegger e di Derrida, è lo stesso Althusser che teorizza il détour5, altro modo per indicare e realizzare la lettura sintomale. Negli Éléments d'autocritique, precisando di non aver soggiaciuto tanto alla passione strutturalista, quanto di essere stato spinoziano, Althusser so stiene, infatti, che non si può essere quel che si è, né quel che si vuole essere, nel suo caso filosofo marxista cioè, senza « essersi ostinati per anni su testi enigmatici e sui loro tristi commentari », prendendo par tito « di un regresso (recoul) e di una svolta (détour) »6; altrove pre cisa, poi, che il détour è « indispensabile non soltanto per l'intelligenza di una filosofia, ma per la sua esistenza »: secondo esso, data la per petua guerra che si svolge tra le filosofie e le relative reciproche inva sioni delle posizioni, è necessaria « la svolta obbligata di una filo sofia attraverso le altre, per definire e tenere le proprie posizioni »7, pur correndo il rischio di ' civettare ' (il marxiano kokettieren) con filosofie diverse dalla propria, forse anche addirittura in aperto contrasto con essa. In questo lavoro, dunque, seguendo tali indicazioni althusseriane, 5 Per Heidegger si veda il Gering, il ' giro ' o ' rigiro ', l'essenziale gioco di specchi del mondo, necessario perché si manifesti l'esser cosa della cosa e stretta mente collegato allo Schritt Zuriick da un pensiero all'altro, nell'intento di passare dal pensiero rappresentante della metafisica al pensiero rammemorante (cfr. M. Hei degger, Das Ding, in Vortràge uni Aufsàtze, Pfullingen, Verlag Giinther Neske, 1954; trad. it., La cosa, in Saggi e discorsi, a cura di G. Vattimo, Milano, Mursia. 1976, pp. 120 e s.); Derrida si serve dello stesso termine détour, per indicare il movimento, attivo e passivo, che permette, nella différance, lo stabilirsi di diffe renze, che si collocano nel presente come ' tracce ' o segni, che rinviano a quel passato che costituisce la ' memoria ' dell'uomo, la sua stessa storia (cfr. J. Derrida, Positions, Paris, Ed. de Minuit, 1972; trad. it. Posizioni, a cura di G. Sertoli, Ve rona, Bertani, 1975, p. 47). 6 L. Althusser, Éléments d'autocritique, Paris, Librairie Hachette, 1974; trad. it. in Elementi di autocritica, Milano, Feltrinelli, 1975, p. 28. 7 L. Althusser, Est-il simple d'ètre marxiste en philosophie? (Soutenance d'A- miens), in Positions, Paris, Ed. Sociales, 1976; trad. it., È facile essere marxista in filosofia? (Discussione di Amiens), in Freud e Lacan, a cura di C. Mancina, Roma, Ed. Riuniti, 1977, p. 126.
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