PIERO BUSCARGLI DALLA PARTE DEI VINTI Memorie e verità del mio Novecento MINERVA CLESSIDRA Collana di saggistica storica DALLA PARTE DEI VINTI Memorie e verità del mio Novecento PIERO BUSCARGLI Direzione editoriale: Roberto Mugavero Impaginazione: Ufficio grafico Minerva Realizzazione digitale: Alessandro Baravelli, STAB Tutte le fotografie dell’inserto fotografico sono di proprietà dell’autore. Le immagini di questo volume sono protette dalle leggi sui diritti di copyright internazionale. La loro riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo, è vietata senza il consenso del detentore del copyright. Questo volume, ristampa della prima edizione pubblicata da Mondadori (2010), è stato sempre concepito come la prima parte di un’unica opera che si conclude con Una nazione in coma (Minerva, 2013). © 2017 Minerva Soluzioni Editoriali srl, Bologna Prima edizione: Mondadori, 2010 Nuova edizione: Minerva, 2017 Proprietà artistica e letteraria riservata per tutti i Paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata. ISBN E-BOOK: 978-88-3324-059-6 ISBN VERS. CARTACEA: 978-88-7381-929-5 edizioni 1/1 MINERVA Via Due Ponti, 2 - 40050 Argelato (BO) Tel. 051.6630557 - Fax 051.897420 http://www.minervaedizioni.com e-mail:[email protected] Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/minerva.edizioni/ Seguici su Instagram: http://www.instagram.com/minervaedizioni/ Seguici su Twitter: http://www.twitter.com/MinervaEdizioni/ PIERO BUSCARGLI DALLA PARTE DEI VINTI Memorie e verità, del mio Novecento MINERVA INDICE IX Prefazione 3 Come fu che, a tredici anni... 22 ... mi precipitai nell'orribile storia Un delirio di russomania, 26 - Il 25 Luglio deve essere riscritto, 30 - L'antifascismo democratico se la svigna..., 35 - ... e quello comuni sta occupa il posto vuoto, 38 - Spettatore infantile, 40 - Il «primo Martire»..., 41 - ... e le rappresaglie, 43 - ... «che cosa sia stata dav vero la Resistenza», 44 - Una onorificenza rifiutata, 46 - Il tremen do 1944, 47 - Niente partigiani, niente rappresaglie, 49 - Liberarsi dal male, 52 - Quel 23 Marzo 1944, 55 - Lo stile «resistenza», 56 - «Cinquant'anni di menzogne», 58 - Uccidere! Uccidere! e ancora uccidere!, 62 - Una estate di frana, 66 - Cannonate d'inverno, 70 - Apprendista mitragliere, 72 - Strage o macello?, 74 - Un macello a domicilio, 76 - Senza titolo, 79 83 Con Salazar, a vita 96 I Buscaroli e Dino Grandi «Ma perdonalo dunque, dopo tanti anni...», 96 - Un'istruzione al quanto accelerata, 108 - Torna Grandi e scrive a Prezzolini. Che gli risponde..., 122 - Giuseppe Prezzolini a Dino Grandi, 127 - Rispon do a Grandi, entra in scena Vittorio Cini, Grandi infine... e cala la tela, 129 - La pace di Ferrara, 135 - Dino Grandi a Piero Buscaro li, 137 - A mo' di epigrafe, 142 -1 segreti dell'ambasciatore. Che cosa il Gran Bugiardo scriveva al suo Duce, 142 - Il lavoro d'un ambascia tore fascista, 145 - Il tono «duro», 146 - Il pensiero di Lloyd Geor ge, 147 -1 fascisti inglesi, 148 163 Parigi-Bratislava, senza ritorno Il pendolo del fallimento: sessantotto a Parigi..., 163 - ... e un altro sessantotto, ma langsam, langsam..., 171 - Modello di tutte le rapi ne, 173 - Eleganze a Marienbad, 178 - Vecchi e nuovi assassini, 179 - Piaceri e dispiaceri, 181 - Un esule compatriota, 182 - Quel che Dio ha unito..., 185 - Baraonda, in attesa del diluvio, 187 - Un tanfo spe ciale, 189 - Il genio del luogo, 191 - Una capitale per l'infelicità, 195 - Le uniformi, le bandiere, le case, 197 - La città alienata, estranea, non amata, 198 - Congiurati al «Restaurant», 201 - Una «città monumen tale», 202 - L'officina del fallimento. Bratislava, l'Antipraga, 204 - La minoranza emotiva, 205 - Clementis impiccato, il cane in galera, 207 - Cinquantanni: più trenta, 209 213 Passeggiate tedesche Vergognarsi di Wagner, 213 - La mia Monaco con Dollmann, 223 - Emmy..., 235 -... e Kitty, 242 - Vecchi blasoni, nuovi misteri, 249 - Vec chia e nuova Schwabing, 257 263 Revisionista in Giappone La voce silenziosa della storia, 263 - Yamashita, l'eroe sulla forca, 275 - Hiroshima, una rieducazione democratica, 282 - Un grande scolaro; lento ma ostinato, 293 304 Le brevi notti di Tokyo 312 Hidaka: riscrivere il 25 Luglio Roma, Giugno 1943, 315 - Mussolini svaluta il Gran Consiglio, 316 - «L'aut-aut» con Berlino era già per la sua strada, 317 - La colpa e il senso dell'immenso disastro, 318 - Resiste intatta la storiografia ba- dogliana, antifascista e comunista, 320 - La distruzione delle fonti sto riche, 321 - «Dalla nostra parte...», 327 - «La chiave di tutta la guer ra», 329 - «Badoglio, i generali e il Re: tutti a casaccio»..., 332 - Misteri e segreti di Vittorio Emanuele e di Mussolini, 333 - Il tramonto di Mus solini, 335 - La separazione di due congiure, 337 342 Mishima: una domanda scritta col sangue 348 Con Wilhelm Furtwàngler sulla soglia «Come salvai l'Anello del Nibelungo del 1953», 356 367 I crimini dei vincitori I Gli «orribili segreti» alla fine della guerra , 367 - Carne umana per Stalin, 369 373 I crimini dei vincitori II Due milioni di vittime senza giustizia, 373 - «Non possiamo permet terci sentimentalismi!», 377 380 I crimini dei vincitori III Rimpatriarli, anche con la forza, 380 - Lo zelo filosovietico degli inglesi, 382 - Disperazione, suicidi in massa, 382 - Sangue di cosacchi, viltà di inglesi, 385 389 I crimini dei vincitori IV Smembrare le famiglie, distruggere un popolo, 389 399 L'olocausto dall'aria I La dottrina del «moral bombing», 399 - «Una guerra aerea di stermi nio totale», Winston Churchill, 402 - «Che gl'italiani cuociano nel loro brodo», Winston Churchill, 404 406 L'olocausto dall'aria II «Qualcosa di sadico, di forsennato»..., 406 - Tante bombe dai cari amici, 409 412 L'olocausto dall'aria III Quale fu lo sterminio gigante: Amburgo?..., 412 -... o Dresda?, 420 431 Ma chi è questo Piero Santerno? Saggi di un dialogo, 453 455 Ritratti d'epoca Dalle bombe del Taviani..., 455 -... alle ciabatte di Almirante, 466 - «Quel che non si deve sapere... mai», 473 478 La ferocia e la pietà 488 Ezra, coi vinti 497 Pound e il mito italiano 507 Indice dei nomi e dei luoghi 522 Sezione Fotografica INDICE PREFAZIONE La ristampa di Dalla parte dei vinti, volume pubblicato in pri ma edizione da Mondadori, rende necessarie alcune precisazioni. Piero Buscaroli considerò sempre questo libro come il pri mo di un volume che si completava naturalmente con Una nazione in coma che uscì, anni dopo, presso l'editore Miner va. L'inizio del secondo volume, ossia di Una nazione in coma, proseguiva naturalmente l'inscindibile rapporto tra memo rie personali e scritti che l'autore, benché fossero già stati pubblicati su "Il Borghese" o su "Il Giornale", considerava come tali, quali i resoconti dei ripetuti viaggi in Vietnam, gli incontri con alcuni capi di stato, la storia della Vandea e le rivelazioni storiche che la vita, o addirittura la parentela con sua moglie Mariagrazia Pagliani, figlia di Franz Pagliani, gli consentirono di rivelare con una responsabile certezza. Non questo è il luogo di commentare quel che la storio grafia dominante, sui giornali o altro, volle chiosare; né, so prattutto quel che la stessa storiografia ritenne di aggiungere quando l'autore era già morto. Il parce sepulto non è né di questo stato né di questa educa zione corrente, né di questi autori. Ciò meriterebbe uno scritto a parte. La sola cosa che interessa aggiungere è il cuore delle note che l'autore fece, sul suo volume di lavoro, sul frontespizio del libro che, già quasi consunto, in soli pochi anni, appare quale una assolutamente solitaria convinzione delle sue idee. «Il centro del libro è a pag. 38» scrive. La pagina rimarrà la stessa, quella che comincia con «Gran fortuna sarebbe stata per l'Italia...». X Dalla parte dei vinti Altra nota riguarda il complesso discorso con l'ambascia tore Hidaka, che avrebbe voluto approfondire. Non sappiamo ciò che realmente Buscaroli, per una serie di ragioni, riuscì effettivamente ad affidare al secondo volume, stampato da un editore che non entrava nel merito delle idee, ma le recepiva con impeccabile rispetto. Va aggiunto che, fin da quando eravamo bambini, nostro padre ci insegnò il rispetto e lo sdegno per i bombardamenti di Amburgo e Dresda (che, diceva, erano presenti in tutti i suoi libri, anche in quelli che non riguardavano la guerra), una continua riflessione sulla natura della guerra civile e la guerra partigiana nella quale anche lui cadde, come si vede nel primo capitolo, una sconsolante ma affatto rinunciataria considerazione su un uomo che, da solo e senza cattedre, cer cava di ristabilire i sensi di una storia che si va riassestando, oggi, con tanti dubbi irrisolti. Questo volume, che amici veri assicurarono alle cure della Mondadori, esce ora naturalmente accostandosi al secondo, come due fratellastri che si riscoprono fratelli. La lettera che la madre di Buscaroli, Anna Falorsi, scrisse all'allora Preside del liceo Rambaldi di Imola - fondato da suo marito Corso Buscaroli -, nel 1946, vero legame che unisce il secondo libro al primo, è prova dell'unicità di questa opera, che pochi capirono ma molti lessero e che ci onora di un padre che trasformò la sua tragedia personale in cultura e amore per i grandi. Dove "il livore" o "la rabbia" di cui parlarono nelle recensioni i nemici è soltanto il silenzioso addio di un uomo che troppo amò per essere capito. «Le fonti ignorarle, non più nep pure controbatterle», annotava ancora nel suo frontespizio. Troppo amò questo Paese, i suoi uomini, gli amici perdu ti ingiustamente, gli ideali perduti inutilmente, l'identità, la storia. L'Italia. L'Italia di Dante e di Virgilio, l'Italia di Miche langelo. Più che "livore", in italiano si chiama "nostalgia", o meglio, "rimpianto". F. B. C. Buscaroli