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Dal suono alla parola: percezione e produzione del linguaggio tra neurolinguistica e psicolinguistica PDF

220 Pages·2004·1.42 MB·Italian
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manuali umanistica – 1 – luciana brandi beatrice balvadori Dal suono alla parola Percezione e produzione del linguaggio tra neurolinguistica e psicolinguistica Firenze University Press 2004 Dal suono alla parola : percezione e produzione del linguaggio tra neurolinguistica e psicolinguistica / Luciana Brandi, Beatrice Salvadori. – Firenze : Firenze university press , 2004. (Manuali. Umanistica ; 1) http://digital.casalini.it/8884532019 ISBN 88-8453-201-9 (online) ISBN 88-8453-202-7 (print) 401.9 (ed. 20) Linguaggio - Psicolinguistica Sono dovuti a Beatrice Salvatori i seguenti capitoli e paragrafi: 2, 5, 6, 7.6, 9, 10, 11.6, 11.7, 11.8. Le rimanenti parti sono dovute a Luciana Brandi. © 2004 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Borgo Albizi, 28 50122 Firenze, Italy http://www.fupress.com/ Printed in Italy Sommario Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .vii . Rapporto tra pensiero e linguaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Chomsky e l’innatismo  .. Piaget e il costruttivismo  .. La proposta modulare di Fodor  .. Lo sviluppo del linguaggio tra innatismo e costruttivismo: Karmiloff-Smith  .. Cardini del pensiero post- moderno: il ruolo di Vygotskij  .. Narrazione e discorso nella formazione del sé  .. L’ottica neurobiologica: dialogo con l’uomo neuronale di Changeux  .. Il problema della relazione mente-cervello  .. La coscienza  . Parametri fisici del suono e della voce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Fisiologia della fonazione  .. La fonazione  2.2.1 Il mantice polmonare 36 2.2.2 L’effettore laringeo 38 2.2.3 L’apparato di risonanza e caratteristiche della voce 40 .. Fisiologia della voce  .. La spettrografia della voce  . La rappresentazione del suono linguistico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Fonetica  3.1.1 Le consonanti 46 3.1.2 Le vocali 47 .. Fonologia  . Processing acustico  .. Modelli di rappresentazione fonologica: dalla melodia al gesto articolatorio  3.4.1 La fonologia articolatoria 59 . Acquisizione della fonologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Produzione e percezione: linee evolutive  .. Percezione e teorie più recenti  . Fonologia emergente: sviluppo articolatorio e fonologico  .. Alle origini della parola: dalla musica al parlato  .. Trevarthen e la musicalità  . Morfo-sintassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Introduzione alla morfologia  .. Introduzione alla sintassi  . Acquisizione della morfosintassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Lo sviluppo lessicale  6.1.1 La comunicazione intenzionale 79 6.1.2 Sviluppo del vocabolario 80 .. Lo sviluppo morfosintattico  6.2.1 Lo sviluppo frasale 82 6.2.2 Sviluppo della morfologia libera e legata 85 . Semantica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Significati e concetti  .. Percezione e categorizzazione  .. Sviluppo semantico e sviluppo della memoria semantica  .. Parole e concetti: l’acquisizione  .. L’acquisizione del significato  . Quale bootstrap nei bambini?  7.6.1 Bootstrap prosodico/fonologico 110 7.6.2 Bootstrapping semantico e bootstrapping sintattico 116 . Pragmatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. La competenza pragmatica: modelli ed evoluzione  .. L’evoluzione della competenza comunicativa: filogenesi  .. L’emergere della competenza comunicativa: ontogenesi  8.3.1 L’attenzione comune 125 8.3.2 Intenzionalità comunicativa 126 8.3.3 Conoscenza condivisa 126 8.3.4 Teoria della mente 127 8.3.5 Dipendenza dal contesto 128 . Il cervello umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Anatomia  9.1.1 Tecniche di neuroimaging 138 .. Mente e cervello  .. Plasticità cerebrale  .. Dominanza emisferica  . Le parole nella testa! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. L’ipotesi dei ricercatori del Max-Planck-Institut  .. Damasio e le parole  .. Pulvermüller e le parole  . Modelli di elaborazione del linguaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Produzione delle parole  11.1.1 Accesso alle voci lessicali 170 11.1.2 Il modello di Garrett 170 11.1.3 Il modello di Levelt e di Morton per l’accesso lessicale 174 .. Modelli di riconoscimento di parola singola nell’adulto/a  .. Accesso alle rappresentazioni lessicali fonologiche  .. Articolazione  .. Processing acustico-fonetico e disturbi di accesso lessicale e comprensione  .. Le afasie  11.6.1 I modelli interpretativi e classificazione classica 185 .. Afasie non-fluenti  11.7.1 Afasia globale 189 11.7.2 Afasia di Broca 190 11.7.3 Afasia transcorticale motoria 190 .. Afasie fluenti  11.8.1 Afasia di Wernicke 191 11.8.2 Afasia di conduzione 191 11.8.3 Afasia transcorticale sensoriale 192 11.8.4 Afasia amnestica o anomica 192 11.8.5 Afasia sottocorticale 193 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Introduzione L’occhiale intellettuale con cui desideriamo guardare ai processi che sono coinvolti nella produzione e percezione del linguaggio, tanto nell’età adulta quanto in quella infantile, dipende strettamente dall’intenzione di tenere strettamente legate, anzi di fare interagire, le conoscenze attualmente a disposizione nel campo neurobiologico e nel campo della psicolinguistica. Riteniamo infatti scientificamente necessario guardare agli esseri umani, alle loro facoltà, sia in atto sia in maturazione evolutiva, tenendo conto di tutta la complessità di fattori che influiscono sulla formazione e sull’attività di abilità cognitive specifiche, peculiarmente le abilità linguistiche. Tale complessità – che dipende certo da interazioni continue fra interno ed esterno del- l’individuo, ivi compreso la sua storia culturale e sociale – ha una prima e correlata complessità: quella del cervello: una base anatomica, empirica, necessaria a circoscri- vere tanto i confini quanto le potenzialità della spiegazione. Ma allo stesso tempo, il cervello risente della complessità del mondo in cui si trova ad essere inserito, ed ecco allora che ciò che prima appariva una fredda analisi di circuiti, acquista la dimensione di una storia, di un’emozione, di un risuonare sociale nelle menti altrui. Questa, in fondo, è la ragione per cui nel testo si alternano parti strettamente scientifiche a parti più di impostazione umanistica. Pur tenendo come tema principale il linguaggio, i suoi domini specifici, le sue proprietà astratte di funzionamento, non possiamo escludere dall’analisi la conside- razione del fatto che tale linguaggio è dentro un parlante e, per suo tramite, nel suo mondo e nell’intreccio delle sue relazioni. Di fronte ad una materia ampia, complessa e tuttora in sviluppo, molto è stato scritto, molto verrà ancora scritto, perché nono- stante le attuali tecniche d’indagine e l’attenzione che il mondo della ricerca rivolge ai processi di acquisizione, come l’essere umano riesca ad apprendere nel giro di pochi anni la lingua materna, rimane per molti versi ancora un mistero, se pur descritto da tante teorie, dati e proposte. Pertanto, abbiamo compiuto delle scelte, di argomenti e di impostazione, ben consapevoli di offrire solo una prospettiva. Ma lo spirito con cui ci siamo mosse, è stato da esploratrici, e dunque ci addentriamo nei fenomeni del linguaggio e della sua acquisizione con l’intento non di produrre risposte conclusive, quanto di presentare la complessità, la multiformità e articolazione della materia. Perciò, se da un lato ci proponiamo di fornire un manuale aggiornato, che permetta a chi legge di orientarsi nel vasto campo della psico-neuro-linguistica, dall’altro vor- remmo anche riuscire a suscitare la passione, il piacere della scoperta, ed il desiderio di andare sempre oltre nelle proprie conoscenze. . Rapporto tra pensiero e linguaggio Nella ricerca linguistica che si è sviluppata a partire dalla metà del ‘900, i differenti approcci hanno messo diversamente a tema il rapporto fra linguaggio e pensiero, in altre parole tra il linguaggio in quanto strumento di comunicazione specifico degli esseri umani, e la formazione dei sistemi di conoscenze che sono alla base della pos- sibilità per l’individuo di mantenere sotto controllo la relazione con la realtà, con il mondo esterno. Le scelte teoriche possono variamente mettere in prominenza o l’aspetto linguistico, o l’aspetto cognitivo, e questo può avvenire privilegiando ora una concezione strettamente biologica delle facoltà mentali, ora una concezione stret- tamente storico-culturale, ora, infine, tentando forme di intreccio fra le due visioni entro quadri teorici che trovano nel concetto di co-evoluzione il “paradigma” entro il quale leggere lo sviluppo delle capacità che gli esseri umani acquisiscono per interagire con l’altro da sé e con la realtà. .. Chomsky e l’innatismo L’approccio di Chomsky allo studio del linguaggio parte, alla metà del ’900, da una revisione critica di alcune idee fondamentali del lavoro di Skinner (1953, 1957), in particolare dall’idea che non vi siano argomenti sufficienti per sostenere che il linguaggio umano si sviluppa, sulla base di un processo stimolo-risposta-rinforzo, sostanzialmente per imitazione del parlato a cui il/la bambino/a è esposto/a all’interno della comunità sociale in cui vive. Chomsky sostiene che gli stessi concetti di stimolo, risposta, rinforzo, sono difficilmente definibili da un punto di vista scientifico, e si ferma in particolare ad analizzare il concetto di stimolo. In un qualsiasi contesto, se un/una parlante produce l’enunciato «La sedia è rossa» ad esempio, lo stimolo che ha provocato tale comportamento è stato: la sedietà, la rossità, o qualcosa d’altro ancora? Non siamo in grado di definirlo in alcun modo oggettivo predittivo. In altri termini, solo a posteriori possiamo dire quale sia lo stimolo per un qualsiasi enunciato lingui- stico, di conseguenza non abbiamo a disposizione una teoria predittiva del funziona- mento del linguaggio, in grado di definire su base interamente esplicita quali sono le condizioni che determinano il sorgere di un enunciato in quella determinata forma e non in un’altra. Chomsky non nega che fattori come stimolo, risposta e rinforzo possano essere caratteristiche presenti nella comunicazione umana, ma afferma che essi non sono gli elementi determinanti; ne è un esempio la stessa situazione del/la ricercatore/a, che può stare tutta una vita a studiare cose per le quali non riceve alcuna risposta o rinforzo dalla società in cui si trova a lavorare. Fin dai suoi primi lavori, dunque, Chomsky ha dato una diversa impostazione al problema della conoscenza sottostante all’uso del linguaggio: occorreva fondare ogni ipotesi esplicativa su dati empirici oggettivi, e tali dati si identificavano nei giudizi che ogni parlante è in grado di esprimere sulla grammaticalità della propria lingua nativa. La linguistica, perciò, si proponeva di essere una vera e propria scienza del linguag- gio, capace di spiegare il funzionamento delle lingue in base ad un sistema di regole interamente esplicite. Col termine «generativo» si alludeva, infatti, alla necessaria

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