Anthropos 40 Collana diretta da Vittorio Lanternari Vittorio Lanternari Dai “primitivi” al “post-moderno” Tre percorsi di saggi storico-antropologici Liguori Editore Questa opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore (Legge n. 633/1941: http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/l633_41.html). Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qualsiasi forma, all’uso delle illustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmissione radiofonica o televisiva, alla registrazione analogica o digitale, alla pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet sono riservati, anche nel caso di utilizzo parziale. La riproduzione di questa opera, anche se parziale o in copia digitale, è ammessa solo ed esclusivamente nei limiti stabiliti dalla Legge ed è soggetta all’autorizzazione scritta dell’Editore. La violazione delle norme comporta le sanzioni previste dalla legge. 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Aggiornamenti: ————————————————————————————————————— 14 13 12 11 10 09 08 07 06 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 INDICE Parte I Il mondo delle culture di livello etnologico, o societa` tradizionali 3 I Il rapporto con la realta`: la coscienza etico-sociale nelle societa` tradizionali 19 II Identita` e differenza 27 III L’anima e il sogno nelle societa` tradizionali 39 IV Questioni su: mito, simbolo, identita`/alterita` 55 V La logica dei rapporti tra medicina e valori nelle societa` tribali 96 VI Festa, salute, salvezza. Struttura semantica di religioni tradizionali, popolari d’Occidente, ma pure della post- modernita`... oggi in disagio e crisi 106 VII Riti tradizionali di possessione. I loro impliciti, ma ambigui significati contraddittori 118 Bibliografia Parte II Dinamiche e percorsi storico-culturali d’Occidente: verso la modernita` 125 I La laicita` nel mondo dei valori 139 II Religione popolare: un problema 164 III Due rappresentazioni di folklore religioso meridionale: un confronto di metodo 173 IV Daigiochitradizionaliairischideigiochigiovanilidioggi viii INDICE 183 V La nuova paideia dell’uomo occidentale: educare nella differenza 199 VI Valorizzazione del folklore e dei “beni culturali”. Musei come centri e simboli di identita` storico-culturale 214 VII Questioni di identita` etnica e culturale 223 VIII Dall’imperialismo culturale di ieri al neocolonialismo odierno (1979) 245 IX Raffaele Pettazzoni e le civilta` primitive: la sua etnologia come chiave del comparativismo religioso 254 X Prefazione a Pettazzoni, Religione e societa` 257 XI Ernesto De Martino, fra storicismo e ontologismo: La fine del mondo 273 Bibliografia Parte III La contemporaneita` in antropologia. Dinamiche storico- culturali, post-moderne e globaliste 283 I Dall’antropologia simbologica all’etnopsichiatria 302 II Dal tarantismo oggi alla Madonna di Lourdes 318 III Incontro e confronto con una cultura “altra” 337 IV Donna e immagine femminile nella civilta` cristiana 358 V Risveglio ed emancipazionismo etnicista di comunita` di indios e indiani americani post-moderni 367 VI Una nemesi storica: immigrazione dal Terzo Mondo in Occidente 376 VII “Europa ed immigrazioni”: dalla nazione pluriculturale alla identita` supernazionale 389 VIII La questione ecologica come richiamo di allarme globale 402 IX Il tempo delle culture, ovvero il tempo degli immigrati extra-occidentali 424 Bibliografia 434 L’autore e il libro 437 Fonti PARTE I IL MONDO DELLE CULTURE DI LIVELLO ETNOLOGICO, O SOCIETA` TRADIZIONALI 1 IL RAPPORTO CON LA REALTA`: LA COSCIENZA ETICO-SOCIALE NELLE SOCIETA` TRADIZIONALI Una delle lezioni piu` elementari ma piu` importanti che riceviamo dall’antropologia come scienza generale della cultura e` data dalla scoperta e dall’individuazione del principio di “autodelimitazione delle scelte”, come componente originaria e universale delle piu` diverse culture, fin dalle piu` arcaiche nel tempo, e fin da quelle di piu` primitiva struttura. E` il principio preposto, in modo preliminare e vincolante, ai rapporti interindividuali, parentali, sociali, e cos`ı pure ai rapporti tra l’uomo (entro la societa`) e la realta` ambiente nella quale si trova a vivere e da cui trae la sua sussistenza. Ma, se si parla di societa` e di cultura, come stiamo facendo, non si puo` prescin- dere dal considerare quali condizioni inderogabili sono quelle per le quali entrano in campo, appunto, la societa` e la cultura, e fuori dalle quali non esiste ne´ societa` ne´, ovviamente, cultura. Ora, le condi- zioni che fanno d’un qualsiasi occasionale raggruppamento d’indivi- dui una societa` come tale, dotata dunque d’una propria cultura, consistono primariamente nei vari e fondamentali complessi autoim- posti di prescrizioni positive socialmente vincolanti – le norme con- suetudinarie – e di altrettanti, autodelimitati e autoimposti rigorosi divieti – i cosiddetti tabu presso le popolazioni primitive – che regolano positivamente e negativamente la scelta dei comportamenti individuali entro il gruppo sociale. Non senza ragione si puo` dire che il principio di autodelimitazione (cioe` autoimposizione e autopreclu- sione) delle scelte comportamentali segna in modo inequivocabile il punto di transizione nel processo di evoluzione della specie, dalla fase preumana e preculturale alla fase umana e cioe` culturale. La 4 PARTE I: IL MONDO DELLE CULTURE DI LIVELLO ETNOLOGICO diversificazione dalla condizione “bestiale” si costituiva, infatti, per l’uomo, dal momento nel quale egli adottava, come premessa fonda- mentale della convivenza nel gruppo, il criterio di precludersi certi comportamenti come indebiti, illeciti, empi o sacrileghi, e di imporsi alcuni prescrittivi obblighi positivi. Solo da tale premessa si apriva il mondo dell’etica sociale, dei valori, della cultura come humanitas o civilta`. Dunque da tale premessa l’uomo conquistava la dignita` che fa di lui un essere autoconsapevole di diritti, limiti e doveri nella propria condotta sociale. Nel contesto antropologico, “dignita` umana” ha dunque un significato legato all’autopercezione e – infine – all’autocoscienza d’una strutturale limitatezza propria dell’uomo, pure nel quadro d’una lungimirante e aperta creativita` originaria. Percio` vale la pena di sottolineare il significato peculiare di nozioni quali “autodelimitazione”, “autoimposizione”, “autopreclusione” che qui sono impiegate con riferimento alle norme e ai divieti etico-sociali d’ogni cultura. L’antropologia strutturalista ha indicato nella legge exogamica (norma impositiva) e nel tabu d’incesto (norma proibitiva), la piu` arcaica e universale manifestazione della cosiddetta “strutturale limi- tatezza” dell’uomo circa i rapporti percettivi, ideativi operativi ri- spetto alla realta` esistenziale e all’ambiente. Il soggetto umano spinto da un biologico, e dunque istintuale bisogno societario, ma conte- stualmente combattuto da spinte antisociali aggressive, trovava la via del superamento di tale intrinseca contraddizione nel farsi carico di comportamenti etico-sociali controllati, secondo precise “limita- zioni” ed “imposizioni” collettivamente autoimposte. Si stabilirono, dunque, precisi patti fra raggruppamenti umani ancora informi. Superando la fase della guerra indiscriminata di ciascuno contro tutti, si individuarono e differenziarono, entro ogni raggruppamento, determinate suddivisioni sociali fondate sulla parentela e discendenza (clan, fratrie, lignaggi, famiglie) e furono adottati principi autodeli- mitativi riguardo alla scelta matrimoniale: precisamente il divieto di matrimonio all’interno di ciascuna suddivisione (l’exogamia) e con- giunte sanzioni per chi infrangesse il tabu d’incesto. L’incesto era assunto come comportamento socialmente infa- mante e religiosamente sacrilego. La primordialita` delle origini di tale tabu, e la sua universale diffusione provano che, per attuare un’esi- stenza societaria, quale imprescindibilmente richiedono la natura e il potere ben delimitato del soggetto individuale, l’uomo si autoco- strinse ad adottare precise preclusioni di scelta nel matrimonio. Lo