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Da Tharros a Bitia. Nuove prospettive della ricerca archeologica nella Sardegna fenicia e punica PDF

112 Pages·2014·15.668 MB·Italian
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DISCI DIPARTIMENTO storia culture civiltà Archeologia Collana DiSCi Il Dipartimento di Storia Culture Civiltà, attivo dal mese di ottobre 2012, si è costituito con l’aggregazione dei Dipartimenti di Archeologia, Storia Antica, Paleografia e Medievistica, Discipline Storiche Antropologiche e Geografiche e di parte del Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali. In considerazione delle sue dimensioni e della sua complessità culturale il Dipartimento si è articolato in Sezioni allo scopo di comunicare con maggiore completezza ed efficacia le molte attività di ricerca e di didat- tica che si svolgono al suo interno. Le Sezioni sono: 1) Archeologia; 2) Geografia; 3) Medievistica; 4) Scienze del Moderno. Storia, Istituzioni, Pensiero politico; 5) Storia antica; 6) Studi antropologici, orientali, storico- religiosi. Il Dipartimento ha inoltre deciso di procedere ad una riorganizzazione unitaria di tutta la sua editoria scien- tifica attraverso l’istituzione, oltre che di una Rivista di Dipartimento, anche di una Collana di Dipartimento per opere monografiche e volumi miscellanei, intesa come Collana unitaria nella numerazione e nella linea grafica, ma con la possibilità di una distinzione interna che attraverso il colore consenta di identificare con im- mediatezza le Sezioni. Nella nuova Collana del Dipartimento troveranno posto i lavori dei colleghi, ma anche e soprattutto i lavori dei più giovani che si spera possano vedere in questo strumento una concreta occasione di crescita e di matura- zione scientifica. Da Tharros a Bitia Nuove prospettive della ricerca archeologica nella Sardegna fenicia e punica Atti della Giornata di Studio, Bologna 25 marzo 2013 a cura di Anna Chiara Fariselli Bononia University Press Bononia University Press Via Ugo Foscolo 7 40123 Bologna tel. (+39) 051 232882 fax (+39) 051 221019 © 2014 Bononia University Press ISSN 2284-3523 ISBN 978-88-7395-959-5 ISBN online 978-88-6923-504-7 www.buponline.com [email protected] I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. In copertina: la torre spagnola sulla collina di San Giovanni vista dalla necropoli meridionale di Tharros (foto A.C. Fariselli) Progetto grafico: Irene Sartini Impaginazione: DoppioClickArt - San Lazzaro (BO) Stampa: Global Print - Gorgonzola (MI) Prima edizione: settembre 2014 Sommario Presentazione 1 Giuseppe Sassatelli La ripresa delle indagini della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano a Bithia 5 Marco Edoardo Minoja, Carlotta Bassoli Ricerche archeologiche e strategie di conservazione nella “necropoli meridionale” di Tharros – Capo San Marco: lo scavo del 2012 19 Anna Chiara Fariselli Appendice Valutazioni archeometriche preliminari su scarabeo e laminetta metallica 30 Mariangela Vandini La necropoli fenicia e punica di Tharros – Capo San Marco: nuove ricerche per la ricostruzione di un paesaggio funerario in 3D 33 Federica Boschi, Michele Silani Le cave di arenaria dell’area di Tharros: risultati preliminari di una ricerca archeologica e archeometrica 53 Carla Del Vais, Silvana M. Grillo, Stefano Naitza L’abitato punico-romano di Tharros (Cabras-Or): i dati di archivio 75 Melania Marano Bibliografia 95 Autori 103 PRESENTAZIONE Sono ben lieto di presentare e di accogliere nella collana del Dipartimento e della sua Sezione di Ar- cheologia questo volume che raduna i lavori di una Giornata di Studi la quale ha rappresentato per il Dipartimento un’importante novità sul piano scientifico, su quello della didattica e della formazione e anche su quello dei rapporti tra istituzioni. Questa Giornata di Studi è stata pensata come un doveroso momento di esposizione dei risultati relativi ai primi interventi condotti in Sardegna sul Capo San Marco nell’ambito della Concessione Quinquennale di Scavo 2012-2016 da parte del MiBACT al Dipartimento di Storia Culture Civiltà – Sezione di Archeologia. Essa si è subito rivelata come una fruttuosa occasione di colloquio e scambio fra studiosi impegnati in alcuni fra i più rilevanti progetti di ricerca oggi in corso nella Sardegna fenicia e punica. Oltre che allo spazio funerario tharrense, il riferimento è alle ricche indagini inaugurate a Bitia dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano; alle innova- tive investigazioni storico-archeometriche dell’Università di Cagliari sulle cave lapidee del Sinis e allo “scavo in archivio”, incentrato sulla ricostruzione del quartiere residenziale di Tharros punico-romana, che ho l’orgoglio di vedere efficacemente condotto da una giovane diplomata presso la nostra Scuola di Specializzazione e attualmente inquadrata nell’ambito della Scuola Dottorale Interateneo in Storia delle Arti delle Università di Verona e Venezia. L’incontro ci ha messo a disposizione alcune recentissi- me acquisizioni storico-archeologiche in merito alla facies fenicia e punica isolana e ci ha consentito di entrare in contatto con le strategie più innovative della ricerca sul campo, in un ideale viaggio fra due capisaldi della civiltà orientale in terra sarda che abbiamo voluto esplicitamente ricordare nel titolo del volume: Da Tharros a Bitia. Nuove prospettive della ricerca archeologica nella Sardegna fenicia e punica. Il punto d’avvio di tale percorso, cioè il progetto di scavi nella “necropoli meridionale” di Tharros – Capo San Marco (Penisola del Sinis, Cabras, Oristano) s’inserisce in una quarantennale tradizio- ne che vede l’Università di Bologna protagonista di una delle più significative tappe della ricerca archeologica sulla “Cartagine di Sardegna”. La nuova richiesta di Concessione avanzata dal DiSCi – Sezione di Archeologia si accorda con un articolato piano di incremento del comparto delle discipli- ne orientalistiche nell’Ateneo bolognese e nella fattispecie proprio dell’Archeologia fenicio-punica, come naturale conseguenza della recente aggregazione dei Dipartimenti di Archeologia, Storia An- 2 Giuseppe Sassatelli tica, Studi Linguistici e Orientali. Il processo investe l’aspetto didattico e della formazione, attra- verso la presenza di tale insegnamento nella Laurea Magistrale in Archeologia e Culture del Mondo Antico e nella Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici. E come del resto accade ormai da molti anni, nel settore dell’archeologia esiste un binario quasi inscindibile tra materie dei corsi isti- tuzionali e cantieri di scavo attivi, dove i nostri studenti possono completare la loro formazione sul campo. Questo nostro impegno sul fronte fenicio-punico s’innesta tra i molteplici ambiti di ricerca aperti nell’ampio scenario mediterraneo frequentato dalla Sezione di Archeologia, scenario che va dal Vicino Oriente al Nord Africa. La Sardegna, e Tharros in particolare, rappresentano quindi la frontiera più occidentale di uno spazio culturale variegato dalle numerose competenze scientifiche attive nella nuova realtà della Scuola di Lettere e Beni Culturali. Nondimeno l’isola costituisce una meta spesso toccata dalla scuola di Etruscologia dell’Università di Bologna, come risulta evidente dalla pluriennale articolazione, da parte di nostri allievi, di fertili itinerari di studio sui rapporti in- tercorsi fra Fenici, Nuragici e popolazioni preromane della costa tirrenica: penso, in particolare, al ponderoso lavoro compiuto da Stefano Santocchini Gerg, i cui risultati sono raccolti nel volume di recentissima edizione dal titolo Incontri Tirrenici. Le relazioni fra Etruschi, Sardi e Fenici in Sardegna (630-480 a.C.). Oggi, l’analisi di tali interazioni, in special modo proprio quelle che nascono nel contesto territoriale di Tharros fenicia, è resa ancor più densa di potenzialità nel riattivato interesse per i capolavori scultorei del sito oristanese di Monte Prama, enigmatico crogiuolo di incontri e convergenze culturali che certo non escludono la protostoria italica peninsulare e mediterranea. Ed essa trae, inoltre, nuovo vigore, ancor più manifestamente, dalle esplorazioni condotte a Bitia dal Soprintendente Marco Edoardo Minoja, importante voce della disciplina etruscologica italiana e del sistema della tutela del nostro paese. Per venire alla focalizzazione delle finalità della Concessione in corso a Capo San Marco va detto, innanzitutto, che la nuova stagione delle indagini nella “necropoli meridionale” segna il recupero di un ruolo primario dell’Alma Mater nel complesso programma di ricostruzione del paesaggio funerario tharrense, il cui noto stato di dissesto ha per molto tempo scoraggiato la ricerca sul campo o addirittura comportato l’ingiustificata sottovalutazione delle po- tenzialità scientifiche di una ripresa degli scavi. Proprio a ricercatori dell’Ateneo di Bologna deve attribuirsi il merito di aver riconosciuto l’indispensabilità di un intervento che potesse gradualmente restituire all’impianto della città antica la vastissima necropoli intagliata nella calcarenite sull’estre- ma propaggine della Penisola del Sinis, al fine di evitarne l’oblio. Il riaccendersi dell’attenzione su tale contesto permette finalmente di approfondirne la conoscenza, per nulla acquisita fino ad oggi, nonostante l’eco seguita alle sistematiche depredazioni dei suoi fastosi corredi aurei, e di scongiurar- ne il rischio di abbandono, purtroppo concreto a causa dalle difficili condizioni ambientali e delle importanti problematiche di mantenimento strutturale dei sepolcri. Il lavoro di Anna Chiara Fariselli, investita della Direzione scientifica dello scavo dalla Sezione di Archeologia del DiSCi, prosegue su questo tracciato d’intenti, dilatando gli obiettivi di indagine, ma anche mettendo in opera gli auspici di valorizzare il quartiere funerario con il ricorso alle tecnologie più avanzate e mediante l’ausilio di elevate professionalità scientifiche di cui il Dipartimento dispone e sulle quali intende sempre più investire in una prospettiva a lungo termine. In tempi incerti come quelli presenti, in cui la gestione dei Beni Culturali versa in così grande difficoltà, l’apertura di nuovi scavi in un ambito come quello della penisola del Sinis, intrinsecamente ostico a causa delle criticità geomorfologiche e delle eccezionali risorse botaniche e faunistiche, non sarebbe proponibile senza un attento piano di conservazione dell’equilibrio ecologico e senza un ripristino del dato storico. In quest’ottica, il comparto tecnico del DiSCi, forte di una pionieristica esperienza nel campo dell’ar- cheologia preventiva, sta compiendo nell’osservatorio tharrense, sotto la guida di Federica Boschi e Michele Silani, un progetto altamente qualificato sul versante della protezione del patrimonio ar- cheologico dell’Oristanese e della sperimentazione tecnologica, in completa sinergia con le esigenze di controllo della Soprintendenza, ma anche nel pieno rispetto dell’ambiente custodito dall’Area Marina Protetta. All’insegna di tale rinvigorito spirito di collaborazione con gli altri Enti di ricerca e Presentazione 3 tutela impegnati nel sito e nel nome di una responsabilità comune, si sono selezionati e concordati i traguardi primari del progetto, che vanno dalla minuziosa raccolta di tutti gli elementi funzionali allo studio degli ancora poco noti rituali funerari d’età punica, alla restituzione in realtà aumentata della fisionomia del quartiere cimiteriale antico. Fra i molti risultati attesi vi è senz’altro anche quello d’in- centivare, mediante strategie multimediali, la fruizione del luogo, evitandone nel contempo quella progressiva e drammatica compromissione che fatalmente conseguirebbe a una prematura o indi- scriminata inclusione dello spazio funerario nei circuiti della frequentazione turistica di massa. Le caratteristiche del contesto archeologico, la straordinaria longevità dell’occupazione antica dell’in- sediamento, la sua originaria vocazione commerciale, ne fanno, ai nostri occhi, una rara occasione di scambio interdisciplinare e una sede preferenziale di collaborazione per le molteplici istituzioni coinvolte. Sono fiducioso che tale atteggiamento accompagnerà, fino al traguardo, il cammino delle ricerche future e proprio per questo credo che il Dipartimento di Storia Culture Civiltà, e in partico- lare la sua Sezione di Archeologia, daranno al progetto il loro pieno sostegno. Questi atti, anche grazie all’impegno, alla disponibilità e alla tenacia di Anna Chiara Fariselli, sono la prova che il progetto è cominciato nel migliore dei modi. E sono sicuro che il suo seguito, sia nell’at- tività di scavo che nei relativi resoconti, non sarà da meno. Giuseppe Sassatelli Direttore del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna

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