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Critica della ragione artificiale. Una difesa dell’umanità PDF

188 Pages·2019·1.942 MB·Italian
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PENSIERO
LIBERO Éric
Sadin Critica
della
ragione
artificiale Una
difesa
dell’umanità Traduzione
di
Francesca
Bononi Critica
della
ragione
artificiale Questo
libro
è
stato
originariamente
pubblicato
in
Francia da
Éditions
L’échappée
con
il
titolo L’Intelligence
artificielle
ou
l’enjeu
du
siècle.
Anatomie
d’un
antihumanisme radical ©
Éditions
L’échappée,
Paris,
2018 Per
questa
traduzione
italiana
©
LUISS
University
Press Prima
edizione:
2019 Prima
edizione
digitale:
2019 ISBN:
978-88-6105-418-9 Indice Introduzione Il
Super­io
del
XXI
secolo L’insorgenza
di
una
aletheia
algoritmica Una
potenza
ingiuntiva Il
tempo
esponenziale Il
vitello
d’oro
del
nostro
tempo La
ristrettezza
“etica” Agonia
del
politico
e
avvento
di
una
“data­driven
society” L’atto
di
forza
retorico Per
un
conflitto
di
razionalità Capitolo
1 La
svolta
ingiuntiva
della
tecnica 1.1
 Una
 breve
 storia
 dell’informatica
 [da
 un
 aumento
 di
 controllo all’assistentato
automatizzato
dell’azione
umana] 1.2
Il
divenire
antropomorfico 1.3
Il
machine
learning:
verso
le
tecnologie
della
perfezione 1.4
Interfacce
ergonomiche
ai
dispositivi
relazionali Capitolo
2 Il
potere
di
enunciare
la
verità 2.1
L’insorgere
di
un
nuovo
regime
di
verità 2.2
Lo
stadio
incentivante
della
verità:
il
più
possibile
vicino
ai
corpi
e
alle menti 2.3
Lo
stadio
imperativo
della
verità:
dispositivi
per
sradicare
il
dubbio 2.4
Lo
stadio
prescrittivo
della
verità:
ippocrate
sotto
il
giogo
del
privato 2.5
Lo
stadio
coercitivo
della
verità:
una
potenza
di
siderazione Capitolo
3 La
mano
invisibile
automatizzata 3.1
Un
leviatano
algoritmico 3.2
L’essere
umano
messo
al
bando 3.3
Il
regno
del
comparativo 3.4
Bitcoin
e
blockchain:
l’ultimo
stadio
della
società
del
contratto Capitolo
4 Il
paradiso
artificiale 4.1
La
necessità
fa
la
legge
o
la
liquidazione
dei
politici 4.2
L’amministrazione
automatizzata
delle
condotte 4.3
Teoria
dell’automobile
autonoma 4.4
L’avvento
di
un
“potere-kairos” 4.5
Il
sequenziamento
e
la
scomparsa
del
reale Capitolo
5 Manifesto
dell’azione
nell’epoca
dell’esponenziale 5.1
Il
fallimento
della
nostra
coscienza 5.2
Per
un
conflitto
di
razionalità 5.3
Adesso
abbiamo
bisogno
di
armi 5.4
Il
canto
delle
divergenze Epilogo Io,
polpo
scettico INTRODUZIONE Il
Super-io
del
XXI
secolo Si
chiama
Audrey,
Kaylee,
Jasmine
o
Kimiko.
Quarant’anni,
divorziata,
due figlie
 in
 affidamento
 condiviso,
 entrambe
 iscritte
 al
 liceo.
 Abita
 in
 una cittadina
francese
di
medie
dimensioni,
in
una
capitale
del
Nord
Europa,
a Johannesburg,
 a
 Chicago
 o
 in
 una
 qualche
 megalopoli
 asiatica.
 Per
 una decina
 d’anni
 ha
 ricoperto
 l’incarico
 di
 consulente
 finanziario
 presso
 un gruppo
 bancario
 internazionale.
 Ma
 la
 pressione
 concorrenziale
 e
 la crescente
razionalizzazione
dei
metodi
manageriali
hanno
costretto
le
risorse umane
a
ridurre
gli
effettivi
e
a
darle
il
benservito
nonostante
il
lodevole servizio
e
le
eccellenti
valutazioni
annuali.
La
sua
vita,
fino
a
prima
che
ciò accadesse,
è
sempre
stata
piuttosto
confortevole:
un
trilocale
alle
porte
della città
acquistato
grazie
a
un
prestito,
un’alimentazione
sana,
uscite
con
le figlie
e
con
gli
amici,
e
tutte
le
estati
qualche
settimana
al
mare.
Ma
da quando
 è
 stata
 licenziata
 la
 sua
 quotidianità
 è
 diventata
 più
 austera.
 Ha iniziato
a
inviare
centinaia
di
CV
e
ha
ricevuto
molte
risposte
che
elogiavano le
sue
competenze,
sì,
ma
segnalavano
che
il
suo
profilo
non
corrispondeva
al cento
per
cento
ai
requisiti
ricercati.
Ha
cominciato
a
nutrire
qualche
dubbio sul
 suo
 futuro
 professionale
 e
 sulla
 possibilità
 di
 assolvere
 le
 proprie responsabilità,
 e
 piano
 piano
 si
 è
 ritrovata
 schiacciata
 da
 una
 lenta depressione. Ma,
si
sa,
dietro
ogni
inverno
rigido
si
nasconde
sempre
una
primavera radiosa.
Un
bel
giorno
riceve
via
SMS
la
convocazione
per
un
colloquio
di lavoro
che
avrà
luogo
l’indomani.
Dopo
un
primo
momento
di
agitazione, inizia
a
riordinare
le
idee
sforzandosi
di
repertoriare
e
sintetizzare
alcuni punti
fondamentali.
Il
mattino
seguente
comincia
a
prepararsi
di
buon’ora, assistita
 dalla
 figlia
 maggiore,
 grande
 esperta
 di
 look.
 Al
 colloquio
 viene accolta
con
cordialità
da
due
donne
e
un
uomo.
Il
posto
consiste
nel
vendere polizze
vita
a
privati.
I
tre
le
rivolgono
molte
domande,
per
lo
più
di
carattere tecnico.
Lei
risponde
in
modo
non
sempre
sicuro,
a
volte
rimane
in
silenzio per
un
po’,
ma
le
sue
parole
si
rivelano
sempre
sensate
e
appropriate.
Un improvviso
raggio
di
sole
le
illumina
il
volto,
rivelando
tutta
la
sua
affabilità. Terminato
il
colloquio,
le
dicono
che
la
richiameranno
a
breve.
Rimasti
soli,
i recruiter
discutono
il
suo
caso.
Due
di
loro
l’hanno
trovata
spenta
e
temono che
quella
sua
riservatezza
possa
rivelarsi
controproducente
all’interno
del gruppo.
 Secondo
 il
 terzo,
 invece,
 quell’aspetto
 non
 costituisce
 affatto
 un problema,
perché
le
sue
risposte
si
sono
rivelate
sempre
coerenti;
anzi,
a
suo parere,
potrebbero
essere
segno
di
buona
capacità
di
ascolto
e
di
apertura verso
gli
altri,
esattamente
quello
che
viene
richiesto
lì,
ossia
la
capacità
di intrattenere
una
relazione
autentica
ed
empatica
con
i
potenziali
clienti;
e poi
la
donna
ha
un
ottimo
percorso
alle
spalle.
Alla
fine
le
viene
assegnato
il posto.
Lei
festeggia
la
splendida
notizia
insieme
alla
famiglia
in
un
ristorante del
quartiere,
uno
dei
suoi
preferiti,
e
insieme
brindano
alla
rinascita. Ancora
lei.
Stesso
scenario,
ma
questa
volta
i
fatti
si
svolgono
più
di
recente, o
 addirittura
 nel
 futuro.
 In
 questo
 caso,
 però,
 non
 è
 la
 nostra
 “lei”
 a prendersi
la
briga
di
inviare
lettere
di
motivazione;
ci
pensa
infatti
il
suo assistente
virtuale,
che
ormai
la
conosce
alla
perfezione,
a
dialogare
con
gli agenti
 conversazionali
 e
 a
 trasmettere,
 su
 richiesta,
 qualsiasi
 tipo
 di informazioni
sulla
sua
protetta.
Quasi
contemporaneamente
la
donna
riceve una
 notifica
 che
 la
 invita
 a
 iscriversi
 immediatamente
 alla
 piattaforma Pymetrics.
Sulla
home
page
trova
una
sessione
di
dodici
giochi
ai
quali
dovrà prestarsi
successivamente.
Uno
di
questi
consiste
nel
toccare
lo
schermo
non appena
 compare
 una
 sfera
 rossa;
 un
 altro
 nel
 muoversi
 con
 l’indice all’interno
di
un
labirinto;
un
altro
ancora
nel
riordinare
delle
carte
da
gioco seguendo
regole
da
scoprire
intuitivamente.
Una
volta
portate
a
termine
le varie
missioni,
compare
un
messaggio:
“I
nostri
esercizi
sono
elaborati
sulla base
 di
 studi
 in
 scienze
 comportamentali
 unanimemente
 riconosciuti.
 Ci permettono
di
raccogliere,
in
tempo
reale,
centinaia
di
migliaia
di
dati
che rilevano
 con
 obiettività
 novanta
 tratti
 caratteristici
 della
 sua
 personalità, come
 creatività,
 adattabilità,
 reattività,
 flessibilità,
 livelli
 di
 attenzione, perseveranza
o
capacità
decisionali.
Questi
test,
frutto
della
nostra
cultura dell’innovazione
 permanente,
 rendono
 quindi
 possibile
 un
 recruiting efficace,
 predittivo,
 non
 distorto
 e
 perfettamente
 adeguato.
 A
 fronte
 del punteggio
da
lei
ottenuto,
abbiamo
il
piacere
di
comunicarle
che
è
invitata
a passare
alla
prova
successiva”. A
quel
punto
davanti
a
lei
compare
l’immagine
digitale
di
un
pinguino
che con
un
grande
sorriso
e
una
voce
leggermente
bambinesca
le
comunica
di chiamarsi
Recrutello.
Il
pinguino
comincia
a
farle
domande
sui
suoi
gusti, sui
suoi
hobby,
sulle
sue
aspirazioni,
persino
sui
suoi
sogni
più
intimi.
Le domanda
di
ripetere
rapidamente
e
senza
intoppi
le
lettere
dell’alfabeto,
di cantare
una
melodia
a
sua
scelta
e,
infine,
di
usare
tutto
il
potere
seduttivo
di cui
è
capace
per
convincerlo
a
raggiungerla
all’istante
utilizzando
le
parole giuste
e
sfoggiando
il
suo
sguardo
più
ammaliatore
di
fronte
alla
fotocamera del
suo
smartphone.
Il
colloquio
si
interrompe
improvvisamente
con
una formula
che
la
ringrazia
per
la
disponibilità
e,
in
modo
allegro,
conclude: “Cerchiamo
la
migliore
concordanza
in
ogni
cosa”.
Lei
è
spiazzata,
prima d’ora
non
le
era
mai
capitato
di
avere
a
che
fare
con
un
simile
sistema.
Poco dopo
 le
 viene
 inviata
 una
 relazione
 di
 valutazione:
 “In
 seguito
 alla prestazione
 da
 lei
 fornita
 nel
 corso
 di
 questa
 conversazione
 aumentata, siamo
spiacenti
di
comunicarle
che
nonostante
il
suo
grado
di
partecipazione e
 le
 sue
 innegabili
 capacità
 proattive,
 non
 è
 stata
 selezionata
 perché giudicata
 Recrutello-incompatibile.
 La
 sua
 sensibilità
 troppo
 spiccata
 le impedirebbe
di
affrontare
con
la
giusta
determinazione
gli
obiettivi
operativi definiti
giorno
per
giorno
durante
le
war
rooms
mattutine
e
di
integrarsi appieno
nella
task
force.
Per
questa
ragione,
le
consigliamo
di
lavorare
sulla neutralizzazione
delle
sue
inclinazioni
espressive”.
Una
lacrima
di
tristezza
le scende
dagli
occhi
mentre
riceve
la
proposta
di
una
start
up
che
le
offre
un mese
 di
 abbonamento
 gratuito
 a
 un
 coach
 virtuale
 specializzato
 nel miglioramento
delle
competenze
emotive. L’INSORGENZA
DI
UNA
ALETHEIA
ALGORITMICA Di
 recente,
 da
 neanche
 un
 decennio,
 si
 sarebbe
 di
 fatto
 cristallizzato
 un fenomeno
destinato
a
rivoluzionare
le
nostre
esistenze.
Non
riusciamo
però
a coglierlo
 ancora
 del
 tutto,
 quasi
 fossimo
 rimasti
 scioccati
 dalla
 sua subitaneità
e
dalla
forza
del
suo
impatto.
Non
facciamo
che
parlare
delle
sue possibili
conseguenze,
di
quelle
che
sollecitano
la
parte
più
emotiva
di
noi, ma
non
cerchiamo
mai,
come
invece
dovremmo,
di
identificarne
le
cause
e
di comprenderle
nei
loro
concatenamenti
successivi,
in
una
prospettiva
globale. È
possibile,
tuttavia,
individuarne
l’origine,
che
è
legata
al
cambiamento
di status
delle
tecnologie
digitali.
Più
esattamente,
il
cambiamento
di
una
delle loro
ramificazioni,
la
più
sofisticata,
ora
investita
di
una
funzione
che,
fino
a poco
tempo
fa,
non
avremmo
mai
pensato
di
attribuirle.
Non
solo
perché essa
non
faceva
parte
del
nostro
immaginario,
ma
anche
perché
esistevano dei
limiti
formali.
Ora,
infatti,
certi
sistemi
computazionali
sono
dotati
–
noi li
abbiamo
così
dotati
–
di
una
singolare
e
inquietante
vocazione:
enunciare la
verità.
È
il
caso
dei
metodi
di
valutazione
con
cui
si
confronta
la
nostra Audrey,
Kaylee,
Jasmine
o
Kimiko,
capaci,
sulla
base
di
tutta
una
serie
di criteri,
di
determinare
l’idoneità
del
suo
profilo.
O
degli
assistenti
virtuali personali,
in
grado
di
consigliare
la
dieta
alimentare
più
adatta;
o
di
un sistema
 di
 diagnosi
 dermatologica,
 concepito
 per
 identificare
 un
 tumore della
 pelle;
 o
 di
 una
 procedura
 di
 sorveglianza
 di
 polizia,
 finalizzata
 a prevenire
un
pericolo
in
una
zona
identificata. Oramai
 il
 compito
 della
 tecnologia
 digitale
 non
 è
 più
 soltanto
 quello
 di agevolare
lo
stoccaggio,
l’indicizzazione
e
la
manipolazione
di
raccolte
di
dati

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