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Critica della ragion burocratica PDF

190 Pages·2022·2.993 MB·Italian
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La burocrazia si è prestata storicamente a interpretazioni in netto contrasto tra di loro: da un E EMILIANO BAZZANELLA M lato, la lettura di Max Weber che la assimila a un processo di progressiva razionalizzazione della IL IA società; dall’altro lato, una lettura critica, per lo più anglosassone, che vi intravvede soltanto gli NO CRITICA DELLA B aspetti negativi, gli eccessi formali e il carattere autoreferenziale. La critica della ragion buro- A Z cratica cerca invece di inserire la burocrazia nell’ambito di un dispositivo immunitario a priori, ZA N RAGION BUROCRATICA che gestisce e organizza le molteplicità sociali attraverso la produzione di infiniti documenti. I EL L suoi tratti negativi – distrazione, differimento, cronicizzazione, inazione – costituiscono delle A C precise tecniche immunitarie finalizzate a contenere il rischio sociale sia endogeno che esoge- R IT no. Grazie a questa struttura, la burocrazia non riguarda più solo l’amministrazione pubblica, IC A ma anche gli ambiti ben più ampi dell’economia, della scienza, della medicina, della scuola, D E della vita privata. È nato il “soggetto burocratico”, i cui tratti talvolta perversi, insensati ed LL A eccessivi segnalano un’evidente situazione di impasse all’interno delle società occidentali. R A G IO N Emiliano Bazzanella di formazione fenomenologica, si è occupato di Husserl, Heidegger e della filosofia francese B U del secondo Dopoguerra. Partendo da una filosofia della relazione, ha elaborato questa prospettiva inserendola nel R O contesto più ampio di un’immunologia filosofica e applicandola a una rilettura della società tardo-capitalistica. C R Tra i suoi saggi più recenti: Come. Linee guida per una immuno-fenomenologia (2015); Simbolo e violenza, A T (2018); Del fallimento (2019). Per Mimesis ha pubblicato la trilogia Religio (2010-2012). IC A ISBN 978-88-5759-354-8 M Mimesis Edizioni IM Eterotopie E www.mimesisedizioni.it S IS MIMESIS / ETEROTOPIE 18,00 euro 9 788857 593548 MIMESIS / ETEROTOPIE N. 825 Collana diretta da Salvo Vaccaro e Pierre Dalla Vigna comitato scientifico Pierandrea Amato (Università degli Studi di Messina), Stefano G. Azzarà (Universi- tà di Urbino), José Luis Villacañas Berlanga (Universidad Complutense de Madrid), Oriana Binik (Università degli Studi Milano Bicocca), Pierre Dalla Vigna (Univer- sità degli Studi “Insubria”, Varese), Giuseppe Di Giacomo (Sapienza Università di Roma), Raffaele Federici (Università degli Studi di Perugia), Maurizio Guerri (Ac- cademia di Belle Arti di Brera), Micaela Latini (Università degli Studi di Ferrara), Luca Marchetti (Sapienza Università di Roma), Valentina Tirloni (Université Nice Sophia Antipolis), Salvo Vaccaro (Università degli Studi di Palermo), Jean-Jacques Wunenburger (Université Jean-Moulin Lyon 3) e B miliano azzanella CRITICA DELLA RAGION BUROCRATICA MIMESIS MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) www.mimesisedizioni.it [email protected] Collana: Eterotopie, n. 825 Isbn: 9788857593548 © 2022 – MIM EDIZIONI SRL Via Monfalcone, 17/19 – 20099 Sesto San Giovanni (MI) Phone: +39 02 24861657 / 24416383 INDICE Prefazione 7 introduzione 11 i. osservazioni Preliminari 21 1.1 Il neo-cinismo 21 1.2 La documentalità 31 1.3 Sociologia della burocrazia: alcuni cenni 40 ii. aneddotica 55 2.1 L’assegno 55 2.2 La firma 64 2.3 Il notaio 67 2.4 La patente 70 2.5 La fila 74 2.6 Il cantiere 77 iii. immunologia e Burocrazia 85 3.1 La burocrazia pura e la burocrazia empirica 85 3.2 Della sicurezza 95 3.3 Paura e “fobogenesi” 110 3.4 Cenni di “immunologia filosofica” 120 3.5 Tecniche immunitarie della burocrazia 130 3.6 Digitalizzazione e burocratizzazione 137 iv. il soggetto Burocratico 151 4.1 L’ideologia burocratica 151 4.2 Burocrazia, godimento e perversione 158 4.3 La burocrazia nel tardo-capitalismo 168 BiBliografia 179 PREFAZIONE Questo testo è stato scritto in un periodo in cui, nonostante le pandemie e un nuovo clima bellico, è percepibile da chiunque un incremento tendenziale della burocrazia, sia per quanto riguarda l’amministrazione pubblica, sia per quanto riguarda le imprese pri- vate e qualsiasi forma di associazionismo. Diciamo “nonostante” poiché pensiamo a una serie di correlazioni, per cui l’incremento burocratico potrebbe in parte dipendere da contingenze esterne, in parte dall’evoluzione di un capitalismo non più così orientato come in passato verso l’aspetto produttivo. Comunque, a fronte di con- tinui e convinti proclami da parte politica di legiferare al fine di diminuire questa tendenza, assistiamo invece al paradosso di una continua moltiplicazione di regole e di norme da seguire con la conseguente necessità di implementare continuamente l’apparato burocratico. L’idea soggiacente è che con la semplice produzione di documenti si possano “fare cose”, cioè che il documento in sé sia già una sufficiente garanzia per superare dei problemi oggettivi; da qui il corollario che per semplificare, ossia per ridurre fattivamente le incombenze burocratiche da espletare, si possa agire creando ul- teriori documenti e quindi una duplicazione degli stessi. La sensazione inoltre è di vivere in una bolla, in uno spazio un po’ psicotico in cui ci si distrae in attività abbastanza ridondanti, perdendo di vista completamente il mondo in cui si vive. Nel caso del covid-19 ad esempio parevano preponderanti le certificazioni e le autocertificazioni, i vari pass, le richieste e le verifiche, i tassi di infezione, i vari indici di contagio, le tendenze statistiche, le distri- buzioni geografiche, le regole di profilassi e prevenzione; anziché il reale problema, un virus pandemico del tutto nuovo che si era diffuso a livello mondiale e che causò milioni di morti. L’altra sensazione, un po’ spiacevole a dire il vero, è che la buro- cratizzazione non sia una questione semplicemente limitata agli uf- fici amministrativi pubblici o privati, ma una questione che riguar- 8 Critica della ragion burocratica da il soggetto in prima persona. Oggi ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, agisce burocraticamente anche nelle faccende più frivole, dallo scaricare una app all’accreditamento presso un sito di e-commerce: l’essere-nel-mondo è divenuto così un “esse- re-nel-mondo-burocratico” e il soggetto un “soggetto burocratico”. L’inconsapevolezza fa sì che anche quando pensiamo di trasgredire o evitare delle regole, per un’innata voglia di protesta o per un’ansia rivoluzionaria, non facciamo che rafforzare e confermare il sistema. E quando invece siamo mossi da qualche interesse personale, come un finanziamento o un’agevolazione fiscale, diventiamo invece per- versamente ligi e solerti, molto di più, talvolta, del funzionario che ci sta di fronte. L’Italia in questo senso costituisce un punto di osservazione mirabile e privilegiato: qui la burocrazia – come peraltro altrove, sebbene in modo meno invasivo – si basa sui controlli, sulle certi- ficazioni e sulle verifiche. Ma ogni controllo, ogni verifica e ogni certificazione implica la produzione di altri documenti, i quali a loro volta devono essere controllati, certificati e verificati periodicamen- te. Si tratta, come si comprende, della continua ricerca di una rassi- curazione (il termine “certificato” deriva ad esempio dal composto tardo-latino certus e facěre, rendere sicuro e “fisso”, separato da ciò che è falso) e di una verità che si vorrebbe fosse iscritta permanen- temente su un documento. Quando si parla di agricoltura biologi- ca, ad esempio, le verifiche che vengono effettuate dagli organi di controllo raramente consistono in misurazioni e campionature dei terreni e dei prodotti reali, e raramente consistono in analisi mi- crobiologiche puntuali per escludere l’utilizzo di sostanze proibite dai protocolli: ci si limita per lo più all’analisi documentale delle autorizzazioni e delle autocertificazioni che riguardano le semine, le concimazioni, le distanze tra un podere e l’altro, i rilevamenti dei fertilizzanti, le registrazioni dei prodotti utilizzati, il loro traccia- mento, etc. Tutto insomma avviene sulla carta, come se essa potes- se rappresentare fedelmente la realtà. In tal modo la burocrazia, in quanto prassi di controllo e gestione delle molteplicità documentali, tende a sostituire e coprire quasi completamente il nostro spazio sociale e probabilmente anche quello politico. Il “fare cose con documenti” non costituisce tuttavia un’aberra- zione o un’illusione tipicamente umana, forse dovuta alla paura o a un’eccessiva precauzione. Esso svolge invece una precisa funzione

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